mercoledì 13 giugno 2007

A Palermo ucciso boss mafioso

Aveva appena firmato il registro dei sorveglianti speciali, presso il commissariato di zona, poi è stato colpito al torace da quattro colpi di pistola. È stato ucciso così Nicolò Ingarao, 46 anni, boss mafioso e reggente del mandamento di Porta Nuova.

Ingarao come ogni mattina aveva firmato il registro dei sorvegliati speciali. Erano le nove. Qualcuno sapeva di questa "abitudine" e ha aspettato l'uomo in via Pietro Geremia, una strada molto trafficata del quartiere della Noce. Come detto quattro colpi di pistola hanno segnato la fine del boss, che non è morto subito, ma è spirato in ambulanza dopo un tentativo di rianimazione.

Nicolò Ingarao era ai vertici di Cosa Nostra. Un capocosca che comandava il territorio di Porta Nuova.

Lo scorso febbraio era stato condannato a nove anni di carcere per associazione mafiosa e il suo nome era stato pronunciato più volte come "boss emergente" da diversi collaboratori di giustizia.

Fonte: Tifeo Web

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Woody Allen a Barcellona per il nuovo film

Le riprese del suo prossimo film inizieranno solo a luglio a Barcellona e nelle Asturie, ma Woody Allen è già arrivato in Spagna, accompagnato dalla moglie Soon Yi e dalle due figlie, Bechet e Manzie, che la coppia ha adottato dopo il matrimonio del 1997 a Venezia.

Protagoniste della commedia 'Mezzanotte a Barcellona', saranno Scarlett Johansson, nuova musa del regista dopo 'Match Point' e la spagnola Penelope Cruz. Ad interpretare l'uomo, capace di vivere tre storie in contemporanea con tre donne diverse, Allen ha chiamato Javier Bardem, Coppa Volpi per il tetraplegico Ramon di 'Mare dentro' del regista Alejandro Amenàbar. Fitta l'agenda di Allen per questi giorni spagnoli. Giovedì prossimo al regista americano verrà consegnata una laurea "honoris causa" dall'università Pompeu Fabra della capitale della Catalogna, come riconoscimento del lavoro svolto in campo cinematografico. Mentre lunedì 18 giugno il regista è atteso ad Aviles, nelle Asturie, per il lancio del suo ultimo film, "Cassandra's dream" con Collin Farrel e Ewan McGregor.

Fonte: Yahoo Notizie Italia

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Anti-pirateria: leggi buone, ma mal applicate

In preparazione un pacchetto di emendamenti per un'attuazione più rigorosa delle misure anti-contraffazione

«E'in preparazione un pacchetto di emendamenti a leggi già vigenti in tema di difesa del diritto d’autore e contrasto della pirateria, che il governo vorrebbe portare al consiglio dei ministri entro l’estate». Lo ha affermato Giovanni Kessler, Alto Commissario per la Lotta alla Contraffazione ieri mattina al convegno organizzato da Bsa Italia (Business Aoftware Alliance) e Il Sole24Ore, «Le imprese davanti alle lusinghe della pirateria informatica - linee guida per la governance», a Milano.

Kessler ha spiegato che questi emendamenti tendono a migliorare l’attuazione delle misure preventive e repressive vigenti in materia di anticontraffazione e antipirateria. Secondo Kessler l’Italia ha una delle migliori legislazioni al mondo su questa materia, ma difetta nell’applicazione concreta. L’Alto Commissario per la Lotta alla Contraffazione ha annunciato che è attivo un tavolo di lavoro con esponenti del parlamento, delle imprese, dei consumatori e del governo, rappresentato dal ministro Bersani, che sta preparando il terreno per questo pacchetto di emendamenti.

Questa è la via più rapida per apportare in Italia le modifiche necessarie per imprimere una svolta al fenomeno. Al convegno è poi intervenuto il colonnello della guardia di finanza Marco Fanti, Vice Comandante del Nucleo speciale Frodi Telematiche, presentando il capillare lavoro di indagine ed enforcement che il corpo di polizia economico-finanziaria svolge nel nostro paese a tutela della proprietà intellettuale.

Nel 2006 la guardia di finanza, ha illustrato il colonnello Fanti, ha effettuato 16.314 interventi in materia di contraffazione con 16.641 persone denunciate di cui 455 arrestate. Sul fronte della pirateria sempre nel 2006 sono stati effettuati 5.984 interventi con 6.598 persone verbalizzate, di cui 244 arrestate. Luca Marinelli, presidente di Bsa Italia, ha affrontato il tema della pirateria informatica sottolineando quanto esso rappresenti un freno allo sviluppo dell’economia Italiana: infatti, il tasso di illegalità negli impieghi di software commerciale, stimato da idc al 51% per l’anno 2006 (-2% rispetto all’anno scorso, ma pur sempre un +17% rispetto alla media dell’europa occidentale), determina perdite per il settore Ict nazionale pari ad oltre un miliardo di euro, senza tener conto dei mancati volumi d’affari che l’indotto (assistenza, formazione, update etc.) potrebbe sviluppare dalle vendite di prodotti legali; inoltre, non bisogna dimenticare i mancati introiti per l’erario per l’evasione dell’iva, che superano i 240 milioni di euro.

Richiamandosi ai dati di un precedente studio Idc, Marinelli ha concluso ricordando che un’auspicabile riduzione del 10% nel tasso di pirateria informatica entro il 2009, potrebbe aprire la strada alla creazione di almeno 15.000 nuovi posti di lavoro «alla luce del sole», che nessuna economia del sommerso potrà mai rimpiazzare.

Simona Lavagnini, legal counsel di Bsa Italia, ha poi illustrato la normativa vigente in tema di diritto d’autore, con particolare riferimento alle sanzioni previste per le aziende operanti nell’illegalità e i progetti di riforma a livello ue dell’enforcement penale, noti come Ipred2, sottolineando come sia essenziale mantenere alto il livello di protezione della proprietà intellettuale, affinchè la normativa vigente non venga «svuotata» nell’applicazione quotidiana da zone di «impunità di fatto».

Anche le aziende hanno offerto il proprio contributo: Marco Ornago, direttore license compliance di Microsoft, ha sottolineato il punto di vista del vendor, che la pirateria la subisce. In particolare, Ornago ha esposto le diverse tipologie in cui si manifesta la pirateria informatica (underlicensing, hard disk loading, contraffazione, downloading illegale da web etc.), L’importanza di una corretta gestione del software e gli indubbi vantaggi dell’uso di prodotti originali. Ha anche sottolineato l’importante ruolo svolto dalla guardia di finanza, non solo attraverso la repressione degli illeciti ma anche nell’attività di prevenzione.

Fonte: La Stampa

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Apple: Jobs lancia Safari per Pc

Novità in casa Apple che, alla conferenza degli sviluppatori WWDC di San Francisco, ha mostrato una versione quasi definitiva di Mac OS X Leopard con le sue funzionalità e ha presentato una versione del browser Safari per Windows. Inoltre ha dichiarato che sull'atteso iPhone gireranno applicativi creati con gli standard Internet Web 2.0.

Mac OS X Leopard è il successore di Tiger e sesta versione dell’ormai conosciuto OS X. Introduce oltre 300 nuove funzionalità, fra cui un nuovo Desktop e Dock con Stacks, un nuovo modo intuitivo di organizzare i file; un Finder aggiornato dotato di Cover Flow e un nuovo modo di navigare fra i file e condividerli fra più Mac; Quick Look, un nuovo modo di vedere in anteprima la maggior parte dei file senza aprire l’applicativo; Time Machine, un nuovo modo di fare automaticamente il back up e il restore dei file persi sul proprio Mac; Spaces, una nuova potente funzionalità per creare gruppi di applicazioni e cambiare all’istante fra loro; versioni migliorate di iChat e Mail, che permettono all’utente di comunicare in modo ancora più creativo.

Come ci si attendeva, Leopard supporta nativamente i processori a 64 bit di Intel, e nel contempo permette all'utente di continuare ad utilizzare gli applicativi e i driver esistenti a 32 bit.

“Leopard è a oggi la migliore release di Mac OS X, che supera anche Tiger, e accrescerà ulteriormente la leadership di Mac OS X come sistema operativo più avanzato e innovativo al mondo - ha detto Steve Jobs, Ceo di Apple -. Crediamo che Leopard piacerà sia ai clienti attuali, sia a quelli potenziali, e contribuirà a rendere il Mac ancora più famoso”.

Alla WWDC Apple ha anche presentato la prima versione beta del proprio browser Safari 3, la cui più grande novità è quella di girare anche sulla piattaforma Windows. E così, per la prima volta, Safari si pone in diretta concorrenza con Internet Explorer, Firefox, Opera e tutti gli altri browser che trovano in Windows il loro maggior bacino di utenza. Safari rappresenta circa il 5% del mercato dei browser ma era finora disponibile soltanto sulla piattaforma Mac.

Attualmente Safari è utilizzato da circa 18 milioni di persone. Il browser più diffuso è Internet Explorer, usato dal 78% degli utenti Internet, mentre Firefox si è diffuso rapidamente arrivando al 15 %. Le vendite di computer Macintosh sono cresciute in modo significativo negli ultimi anni passando da una quota di mercato pari al 3,5% nel 2004 al 4,9% del 2006.

Vorremmo far crescere sostanzialmente la quota di mercato di Safari”, ha detto Jobs durante la presentazione. Una versione beta gratuita di Safari 3 è già disponibile al pubblico mentre la versione finale da scaricare gratuitamente sarà messa a disposizione degli utenti sia di Mac OS X che di Windows a ottobre, ha fatto sapere la società.

Apple permetterà agli sviluppatori indipendenti di creare applicazioni per il suo nuovo iPhone.

“Sviluppatori e utenti apprezzeranno in ugual misura e si stupiranno di quanto questi applicativi abbiano un aspetto e una resa fantastici su iPhone - continua Steve Jobs -. Il nostro approccio innovativo, che utilizza standard basati su Web 2.0, permette agli sviluppatori di creare nuovi incredibili applicativi mantenendo sicuro e affidabile l'iPhone”.

L'annuncio sembra voler indicare un atteggiamento più aperto da parte di Apple sulla possibilità di utilizzare su iPhone programmi differenti da quelli pre-installati, evenienza che all'inizio era stata esclusa per motivi di sicurezza. “Abbiamo un milione di download al giorno di iTunes - ha spiegato Jobs - Safari può ottenere risultati simili. Dopotutto sul vostro iPhone avrete Safari. Adesso potete averlo anche sul vostro pc”. In pratica, come iTunes ha sfruttato il traino dell'iPod, il browser Apple sfruttera quello dell’iPhone.

Le novità per Apple non sarebbero finite. Secondo il Financial Times, la casa della mela sarebbe pronta a lanciare un servizio per affittare film online. Apple non sarebbe la prima a offrire un servizio Vod online: Microsoft, Amazon e Movielink hanno già offerte simili. L'azienda di Cupertino, però, secondo il Financial Times avrebbe un vantaggio in più: i quindi milioni di iPod venduti, il futuro iPhone e Apple Tv, tutti sistemi che potrebbero essere utilizzati per visionare i film 'affittati'.

Fonte: Quo Media

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martedì 12 giugno 2007

Donne fertili più a lungo con la proteina salva-ovuli

E se si arrivasse alla pillola per allungare il periodo di fertilità femminile? Per ritardare, forse, l’arrivo d e l l a menopausa? Un’équipe di ricercatori inglesi è convinta di aver trovato la soluzione e sta mettendo a punto un medicinale proteggi-ovuli che potrebbe permettere alle donne di avere figli in età più avanzata. Del tutto naturalmente. Insomma, sarebbe stato trovato il modo di spostare indietro le lancette dell’orologio biologico della fecondità. Il che, considerando l’efficacia anti-aging dei cicli ormonali femminili, potrebbe anche dare salute e gioventù agli anni.

Come? Alla base del possibile farmaco—pillola o iniezione che sia — c’è una proteina, identificata dai ricercatori dell’Imperial College di Londra guidati dal sessantasettenne Lord Robert Winston, in grado di estendere il «ciclo vitale» degli ovuli femminili. Una molecola «fertilizzante», la cui produzione comincia a diminuire diversi anni prima del sopraggiungere della menopausa.

L’annuncio è stato dato al Festival della scienza di Cheltenham. Spiega Lord Winston, eclettico scienziato (baronetto dal 1995) e star della Bbc: «Le donne perdono circa due ovuli ogni ora: se all’età di 16 anni ne possiedono circa 400.000, a 46 anni nella maggior parte dei casi non n’è rimasto più alcuno attivo. La proteina servirebbe proprio a impedire la perdita eccessiva di un così alto numero di ovuli». In realtà gli ovuli ci sono, ma sono «virtuali»: la loro maturazione perde i colpi con l’età. «Con la fertilizzazione artificiale — dice Giovanni Battista La Sala, primario ginecologo dell’Arcispedale di Reggio Emilia e «padre» di 1.500 bimbi in provetta — una quarantenne ha il 10-20 per cento di probabilità di avere un figlio, che diventano quasi zero a 45 anni ».

Molto prima della menopausa (47-54 anni in media) quindi, anche se nel caso dei centri anti-sterilità si parla di donne che hanno comunque dei problemi o vogliono la certezza di mettere al mondo un bimbo sano. I 38 anni di mamma Brooke Shields sono considerati il limite accettabile dagli specialisti della fecondazione in vitro. Non mancano certo i casi di donne ultraquarantacinquenni diventate mamme naturalmente. Oi record delle mamme- nonne grazie all’inseminazione artificiale: l’italiana Rosanna Della Corte a 63 anni, la romena Adriana Iliescu a 67. Età a cui potrebbe tendere l’evento menopausa se la proteina di Winston funzionasse davvero nel preservare gli ovuli e la fertilità oltre i limiti attuali: una decina d’anni in più le attese, scaramanticamente tenute nascoste dai ricercatori. Silenzio sulle ricerche in corso, anche per motivi di «segreto industriale».

La ricaduta del futuro farmaco, infatti, potrebbe rivelarsi un vero business in un’epoca in cui le donne tendono ad avere figli sempre più avanti nell’età cercando di combinare carriera e famiglia. Se nel 1986 la massima fecondità (nascite in base alle classi di età) si aveva tra i 25 e i 29 anni, nel 2006 ha toccato i 30-34 anni. Secondo le più recenti statistiche mondiali, infatti, il numero di quarantenni che si sono sottoposte alla fecondazione artificiale è aumentato di oltre 10 volte negli ultimi 15 anni. «Ricevono un’istruzione e si costruiscono una carriera. Ma la biologia è contro di loro—conclude Lord Winston —.Ofacciamo in modo che possano istruirsi e crescere i figli allo stesso tempo, oppure proviamo a utilizzare il sapere scientifico per estendere il ciclo vitale degli ovuli. Quello che tenteremo di fare noi partendo dalla proteina identificata ».

Fonte: Corriere della Sera

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Google, ultimo in privacy

“Siamo consapevoli che la decisione di collocare Google in fondo alla nostra classifica ha molte probabilità di apparire controversa. Ma nel corso della nostra ricerca abbiamo trovato nell’approccio di questa azienda carenze e punti di ostilità verso la privacy in numero maggiore di quanto avvenga per le altre organizzazioni prese in esame”.

Grande clamore negli Usa per la valutazione negativa formulata dall’organizzazione Privacy International sul rispetto della riservatezza da parte di Google. Le critiche sono state “notificate” dall’organizzazione con una lettera aperta a Eric Schmidt, amministratore delegato della società di Brin e Page. L’azienda ha già risposto che “nel rapporto si riscontrano numerose incomprensioni e mancanze di accuratezza nell’esame dei nostri servizi”.

Se Google è ultima però, per Privacy International non ci sono molti virtuosi in materia: “Mentre potrebbe esservi la tentazione di concentrare le critiche sul comportamento di Google, bisogna dire che nessuna delle aziende prese in esame ha raggiunto un livello “verde”, di piena soddisfazione dal punto di vista del rispetto della privacy”.

Ma nonostante questa cautela espositiva, è pur vero che PI ha compilato una classifica di rispetto della riservatezza ed ha collocato la Grande G in fondo alla graduatoria. Alcune fra le osservazioni riguardano il lungo periodo di conservazione dei dati relativi alla navigazione e la memorizzazione dei dati relativi alle ricerche effettuate, che l’utente non può cancellare o modificare. Altro addebito è che agli utenti di vari servizi legati al motore (Google maps, video, reader, blogger ed altri) non viene data la possibilità di verificare i log, cioè le registrazioni, relative al loro uso di questi servizi.

Qui il testo del rapporto di Privacy International (inglese) e questa la classifica con le diverse valutazioni delle aziende (in formato pdf).

La BBC fa della questione un quadro assai equanime, mentre non mancano le appassionate e tecnicamente argomentate difese di Google. Una di queste difese fa notare, lo fa Wired, che alcuni dei membri dell’organizzazione che ha formulato gli addebiti avrebbero rapporti di consulenza con Microsoft e citano il giudizio relativamente positivo che la relazione conclusiva dedica alla casa di Bill Gates.

Insomma la guerra è ormai partita e difficilmente si fermerà.

Purtroppo tutto questo materiale è in inglese, in fondo al post è possibile trovare in italiano qualche riferimento a questioni connesse.

Il rapporto di PI si conclude con un’esortazione e una speranza: “Vi sono tutti i requisiti tecnologici per garantire la privacy degli utenti e il mercato sembra premiare i siti che trattano i propri utenti in modo rispettoso. Speriamo di poter riscontrare nella classifiche del 2008 l’applicazione di questa potenzialità tecnologica”.

Ecco l’elenco (non la classifica) delle aziende o organizzazioni prese in esame da PI

  • Amazon
  • AOL
  • Apple
  • BBC
  • Bebo
  • eBay
  • Facebook
  • Friendster
  • Google
  • Hi5
  • Last.fm
  • LinkedIn
  • LiveJournal
  • Microsoft
  • Myspace
  • Orkut
  • Reunion.com
  • Skype
  • Wikipedia
  • Windows Live Space
  • Xanga
  • Yahoo!
  • YouTube

Riferimenti d’archivio:

Google sulla propria politica di riservatezza (Italiano)

L’Unione Europea contro Google sulla privacy (ita)

Fonte: La Repubblica BLOG

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Oggi "Giornata lotta dei pensionati"

«E' ormai scaduto il tempo per il governo: siamo in attesa di risposte concrete a milioni di pensionati e di anziani non autosufficienti che non riescono ad ottenere garanzie per una vita dignitosa e serena». Lo ha dichiarato Mario Menditto della Fnp Cisl alla vigilia delle manifestazioni organizzate dai Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil-pensionati contro il disagio sociale ed economico dei pensionati. La giornata di lotta prevede, cortei a Firenze, a Bologna e a Napoli, mentre a Roma un grande concentramento a piazza santi apostoli. In tutte le altre province sono previsti sit-in, incontri con i cittadini, e le autorità politiche.

Al governo i pensionati chiedono un impegno più concreto nella rivalutazione delle pensioni e nell’approvazione della legge nazionale a sostegno delle persone non auto sufficienti e delle loro famiglie. Secondo un’indagine dell’istat il 31% dei pensionati percepisce un importo compreso tra 500 e 1. 000 euro, il 24% meno di 500 euro, il 23% un importo compreso tra 1. 000 e 1. 500 euro, il restante 22% supera i 1. 500 euro mensili. I pensionati, nel 2005 erano 16, 5 milioni, di cui 53% donne, anche se gli uomini assorbono il 56% del reddito da pensione complessivo.

In media annua 16 mila euro per gli uomini, 11 mila per le donne. nel 2005 il nostro paese ha speso 215 miliardi di euro, pari al 15, 2% (+0, 2 punti percentuali rispetto al valore dell’indicatore calcolato per il 2004) del pil, per le prestazioni pensionistiche, previdenziali e assistenziali. Il numero di prestazioni pensionistiche previdenziali e assistenziali è pari a 23, 3 milioni, per un importo medio annuo di poco più di 9 mila euro, con un massimo per le pensioni di vecchiaia (quasi 12 mila euro) e un minimo per le pensioni di guerra (meno di 4 mila euro).

Fonte: La Stampa

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La genetica manda in pensione il Pap-test

La genetica entra di diritto nella prevenzione di uno dei tumori femminili più diffusi, quello del collo dell’utero, mettendo in ombra il vecchio test di Papanicolaou. L’ultimo ritrovato, l’Hpv, esame genetico per individuare la presenza del papillomavirus responsabile di questo tipo di cancro, potrebbe essere passato dal Servizio sanitario nazionale, sempre che le Regioni lo mettano nei loro programmi. «E’ indubbio - sostiene Ignazio Marino, presidente della Commissione sanità del Senato - che se c’è uno strumento in grado di prevenire la malattia, quello va privilegiato». Il senatore ha ben presenti i forti ritardi del nostro Paese. «Tutti affermano, a livello internazionale, che almeno il 10% delle risorse pubbliche dovrebbe essere investito in pratiche di prevenzione e noi in Italia siamo un po’ indietro, al di sotto del 5% degli investimenti». Ma qualcosa si sta muovendo. Marino assicura che «anche per questo nuovo test ci sarà un impegno determinante, così da offrirlo a tutte le donne italiane».

Di recente, sul Journal of National Cancer Institute e su Lancet Oncology sono stati pubblicati i primi risultati di uno studio italiano multicentrico che conferma come l’ Hpv sia più sensibile del Pap-test nell’individuare situazioni a rischio. La ricerca è stata condotta in 9 Centri (Bologna, Firenze CSPO, Imola, Padova, Ravenna, Torino, Trento, Verona e Viterbo) e ha coinvolto circa 45 mila donne. Ieri la presentazione ufficiale del progetto pilota che riguarderà la più grande Asl italiana, per verificare l’utilità preventiva del test. Per la prima volta al mondo, a Guidonia (RmG) si sperimenterà l’esame del Dna su una popolazione di 26 mila donne.

Come funziona? Si preleva un campione di cellule dal collo dell'utero con uno spazzolino, proprio come per il Pap-Test. Lo spazzolino viene poi immerso in un liquido di conservazione per essere trasportato al laboratorio dove verrà analizzato.

Questa indagine in futuro potrebbe sostituire il Pap-test, dimezzando sia il numero di esami ai quali ogni donna deve sottoporsi nel corso della propria vita sia quello delle donne che ricorre a colposcopia, eliminando indagini inutili causate, oggi, da risultati erroneamente positivi.

Il nuovo test è più sensibile perché individua la presenza del virus anche quando questo non ha ancora prodotto lesioni precancerose, quindi intercetta più donne a rischio rispetto al vecchio metodo. Gli specialisti sono giunti alla conclusione che è in grado di rilevare la presenza di lesioni precancerose con una sicurezza del 96-97%.

Fonte: La Stampa


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