martedì 27 marzo 2007

Sfila Moratti, ma la vera star è Berlusconi

Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, in cappotto bianco molto elegante e senza fascia tricolore, è il simbolo della manifestazione. Lei l'ha voluta, lei ha aderito, lei parla dal palco. Ma è Berlusconi la star.

Dalle finestre di corso Buenos Aires a quelle di piazza Argentina, dagli attici di corso Venezia a quelli di via Palestro, o lungo il percorso, i milanesi presenti alla manifestazione per la sicurezza è a Berlusconi che riservano l'accoglienza più calorosa. «Silvio-Silvio» il grido sale a più riprese dal corteo, e lui non si nega: provocando non pochi problemi al più che rafforzato servizio d'ordine si ferma a stringere mani, a farsi fotografare, vorrebbe anche firmare autografi. Così quella che doveva essere solo una comparsata da «consigliere comunale che sostiene il suo sindaco», si trasforma per il leader di Forza Italia in una passeggiata trionfale per le vie del centro.

Stando alle dichiarazioni della vigilia quella di Milano non doveva essere una manifestazione politica. Così non è stato perchè dal palco ha parlato anche lui, Berlusconi. Perchè è stata la gente a chiedere un suo intervento. Così è stato all'urlo di "Silvio-Silvio" che Berlusconi da quel palco è stato, per così dire, "costretto" a prendere la parola. E le sue sono state parole esplicite: «Siamo qui per dire basta con questo governo, qui per dire che questo Governo si deve dimettere».
Prima, camminando per corso Buenos Aires protetto da un doppio cordone di servizio d'ordine e tra una ressa incredibile, si era concesso alle domande dei cronisti per quel che era possibile, date le condizioni. Annunciando che Forza Italia sul voto del rifinanziamento della missione in Afghanistan si asterrà. E replicando al sostituto pg di Milano che, poche ore prima, aveva chiesto per lui una condanna a cinque anni nei suoi confronti per la vicenda Sme: «Se credono di fermarmi con questi metodi, allora vuol dire che non mi conoscono».

Poi si è concesso alla gente. Come per esempio a Maddalena, una giovane donna di Sesto san Giovanni presente alla manifestazione nonostante sia costretta da anni su una sedia a rotelle per una malattia congenita. «Ho chiesto al presidente - ha detto Maddalena - che ci aiuti a far cadere questo Governo. Perchè questo Governo mi ha tolto la fisioterapia e le medicine». E lui? «Lui mi ha detto "brava, sei stata coraggiosa a venire"». Quindi, dal palco, ha ribadito la promessa fatta a Maddalena: «Questo Governo si deve dimettere».

Fonte: Libertà Online

Motociclismo: Locatelli fuori dal coma, tornerà in Italia oggi

Il centauro Roberto Locatelli è uscito dallo stato di coma farmacologico in cui era stato indotto e oggi dovrebbe fare rientro in Italia. Lo riferiscono i media spagnoli.

Il pilota della Gilera ha perso il controllo della sua moto sabato scorso, schiantandosi conto le protezioni del circuito di Jerez, durante le prove del Gran Premio spagnolo.

Locatelli è stato portato in ospedale dopo aver riportato un trauma cranico, fratture multiple al viso e alla clavicola sinistra, oltre ad una brutta frattura alla caviglia sinistra.

Il pilota bergamasco, intubato presso l'ospedale di Cadice, è stato sottoposto sabato ad un intervento chirurgico alla caviglia e dopo che ieri una tac ha dato esito negativo su possibili danni al cervello, è stato svegliato dal coma farmacologico.

Locatelli sarà trasferito all'istituto Bellaria di Bologna per essere sottoposto ad un intervento chirurgico al viso.

Fonte: Reuters Italia

Bagnasco e i Dico: "Pericolosi e inaccettabili"

Prima prolusione del nuovo presidente della Cei, dedicata per metà al tema della famiglia: sì all'appoggio dei vescovi alla manifestazione del 12 maggio

Il disegno di legge sui Dico è «pericoloso e inaccettabile»
. È quanto ha affermato nel pomeriggio di oggi il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Angelo Bagnasco nella sua lunga relazione, un testo atteso sia per l'intenso dibattito sulle coppie di fatto e sui «Dico» che ha caratterizzato la vita politica degli ultimi mesi, sia per comprendere il nuovo stile di governo della Chiesa italiana.

Già da questo esordio, si notano differenze tra lo stile di Bagnasco e quello del suo predecessore alla Cei, il card. Camillo Ruini. La prolusione dell'arcivescovo di Genova, 8 pagine in tutto, è divisa in due parti, una ecclesiale e l'altra dedicata al tema della famiglia.

Spariscono i temi della politica e dell'attualità, dell'economia e della politica estera, non c'è alcun riferimento alla situazione sociale del Paese. Un solo riferimento forte all'Europa: la richiesta rinnovata del riconoscimento pubblico delle radici cristiane del continente.Bagnasco ha ribadito che primo interesse della Chiesa è di difendere e tutelare la famiglia, e in «questa cornice si colloca ciò che è stato detto, dall'interno della comunità ecclesiale, nel corso delle ultime settimane, in riferimento al disegno di legge in materia di 'Diritti e doveri delle persone unite in stabile convivenza».

Il presidente della Cei ha spiegato di aver apprezzato quanto è stato fatto da parte del mondo cattolico in queste settimane su questo tema, impegnandosi «ad assumerlo e a svilupparlo». Quindi mons. Bagnasco ha affermato: «Desidero per un verso rilevare la convergente, accorata preoccupazione espressa dai vescovi su questo disegno legislativo inaccettabile sul piano dei principi, ma anche pericoloso sul piano sociale e educativo».

Allo stesso tempo, ha osservato l'arcivescovo di Genova in quello che sembra essere il passaggio forse più significativo della sua lunga relazione, «registro la preoccupazione che lo stesso provvedimento ha suscitato in seno al nostro laicato, nelle parrocchie come nelle aggregazioni. Mai come su questo fronte così esposto, loro intercettano ciò che il concilio Vaticano II dice sia a proposito del matrimonio e della famiglia, sia del dovere della partecipazione per una vita civile più equilibrata e saggia conosci che la famiglia è un bene della società nel suo insieme, non solo cristiani».

Bagnasco ha affermato che la sua preoccupazione per la famiglia è «per nulla politica ed eminentemente pastorale».

Il presidente della Cei ha riconfermato oggi l'appoggio dei vescovi italiani alla manifestazione del prossimo 12 maggio in favore della famiglia e ha anche spiegato che nel corso del Consiglio episcopale permanente verrà messa a punto «una nota pastorale che, ponendosi sulla stessa linea di ciò che è stato fatto in passato in altre cruciali evenienze, possa essere di serena, autorevole illuminazione sulle circostanze odierne».

Quanto alla manifestazione del prossimo 12 maggio dal titolo «Più famiglia», indetta dalle associazioni cattoliche ed ecclesiali, Bagnasco ha osservato: «È noto che proprio dall'interno delle aggregazioni laicali è scaturita l'idea di una manifestazione pubblica per il prossimo 12 maggio, che dia ragione della speranza che è in noi su questo nevralgico bene della vita sociale, quale è la famiglia nata dal matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla generazione e dunque al domani».

«Si tratterà, dunque - ha aggiunto - di una 'festa della famiglia', come è successo anche in altri Paesi. Come vescovi non possiamo che apprezzare questo dinamismo volto al bene comune».

Sul piano ecclesiale mons. Bagnasco ha espresso un lungo e sentito ringraziamento all'opera compiuta dal cardinale Camillo Ruini, quindi ha indicato nella collegialità la stella polare della propria azione di governo.

Fonte: Quotidiano.net