venerdì 20 aprile 2007

Abolito il limbo per i bimbi morti senza battesimo

La decisione del Vaticano perché la visione tradizionale è ''eccessivamente restrittiva della salvezza e ci sono serie basi teologiche e liturgiche per sperare che questi bambini siano salvi''
Il Vaticano ha deciso di abolire il limbo per i bambini morti senza battesimo in quanto questa visione tradizionale del concetto di limbo riflette una ''visione eccessivamente restrittiva della salvezza''. E' quanto riporta l'agenzia cattolica americana 'Catholic news service' (Cns) in un lungo servizio pubblicato oggi

Il Cns fa riferimento alla riunione della Commissione teologica internazionale che in un documento pubblicato oggi afferma come, dopo diversi anni di studio, ci siano buone ragioni per sperare che i bambini appena nati, e che sono morti senza ricevere il battesimo, vadano in Paradiso.

Tra le motivazioni contenute nel documento della Commissione teologica vaticana al quale il Pontefice ha dato la sua approvazione, la considerazione che il numero dei bambini che muoiono senza ricevere il battesimo è in crescita, inoltre l'amore di Cristo per i più piccoli non è adeguatamente rappresentato dalla scelta di lasciare nel limbo proprio quei bambini incolpevoli di non essere stati battezzati.

Il punto d'arrivo cui giungono gli esperti della commissione è delineato con certezza: ''La nostra conclusione è che i molti fattori che abbiamo considerato danno serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi''.

Fonte: Italy Global Nation

Gates taglia i prezzi nei paesi poveri

Pechino - Dalla capitale cinese Bill Gates annuncia il taglio dei prezzi dei suoi software per i governi dei paesi in via di sviluppo che forniscono computer gratis agli studenti.

Nel suo intervento al forum tenutosi ieri a Pechino, il presidente di Microsoft afferma che la tecnologia farà sempre meglio ed il miglioramento nei chip e nei software non è destinato a rallentare, almeno nei decenni che abbiamo davanti.

Nel futuro, i libri di testo degli studenti saranno rimpiazzati da tavolette elettroniche che saranno economiche, multimediali e connesse a Internet, prevede Gates, che ora si pone l’obiettivo di raddoppiare a due miliardi di persone gli utilizzatori di computer entro il 2015.

Per raggiunge la meta prefissa, il suo gruppo di Redmond intende offrire per tre dollari un software chiamato «Microsoft Student Innovation Suite» ai governi che acquisteranno con il suo sistema operativo Windows per fornirlo agli studenti dalla scuola elementare alle superiori.

In diversi paesi emergenti Microsoft soffre una forte pirateria sui propri software, e ha più volte ribadito che l’industria tecnologica deve adattare il proprio modello di business ai paesi in via di sviluppo.

Fonte: La Stampa.it

Una proteina del sangue potrebbe bloccare l'HIV

La risposta alla lotta contro il virus dell’AIDS potrebbe essere dentro di noi . Non si tratta di un’introspezione new age, ma di una proteina contenuta nel sangue che riesce a bloccare l’infezione da HIV. Lo sostiene uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista Cell e condotto da Frank Kirchhoff e dal suo gruppo della University of Ulm in Germania.

La molecola, ribattezzata VIRIP, acronimo inglese che sta per peptide inibitore del virus, si lega alla glicoproteina di membrana gp41 che rappresenta, anche con la sua forma a punta, il secondo cuneo che il virus usa, a mo’ di ariete, per entrare nelle cellule; il primo è costituito da un’altra proteina di membrana chiamata gp120. Il VIRIP, una proteina costituita da 20 aminoacidi, si lega in maniera specifica al gp41 e ne impedisce l’azione.

I ricercatori tedeschi hanno isolato questa proteina dopo aver fatto uno screening tra campioni di sangue umano cercando quali sostanze endogene avessero la capacità di inibire il virus. Già da tempo, infatti, sia Kirchhoff che altri scienziati avevano dimostrato l’esistenza di inibitori naturali del ceppo HIV-1 del virus, che è localizzato prevalentemente in Europa e America (il ceppo HIV-2 si trova per lo più in Africa e Asia). L’intuizione che ci potessero essere inibitori naturali è stata, come spesso accade in medicina, frutto della serendipità, un misto cioè di casualità e capacità di interpretare il fenomeno scientifico osservato.

Bloccare l’azione di gp41 equivale a bloccare l’infezione del virus. I ricercatori, inoltre, hanno modificato la proteina VIRIP riuscendo a rendere la sua azione più efficace di un fattore 100; conoscere l’azione di questo peptide potrebbe portare allo sviluppo di una nuova classe di antiretrovirali e quindi a nuove terapie.

Fonte: Yahoo Notizie Italia

Grande Stevens: "La Juve non può essere riprocessata"

"La bocciatura di Euro2012 incide anche sui conti della Juve"

«La Juve non può essere riprocessata. "Ne bis in idem" dice la legge. I fatti che stanno emergendo rientrano tutti totto l’articolo 6 del codice di giustizia sportiva, proprio quello per cui la Juve è stata già condannata».

Così Franzo Grande Stevens, presidente onorario della Juventus, ha commentato gli ultimi sviluppi di calciopoli, a margine di un convegno che si svolge a Torino su "Le Fonti di Energia" presso l’Accademia delle Scienze.

«Viene confermata un’altra volta l’esistenza di un sistema che eliminava l’imparzialità. Un sistema estraneo alla presidenza della Juve ed alla sua proprietà che infatti, in otto mesi di intercettazioni, non vengono contattate neanche una volta. La proprietà, una volta venuta a conoscenza del sistema, reagì comunque con la massima celerità possibile azzerando il consiglio di amministrazione».

Sulle conseguenze della decisione Uefa riguardo alla Coppa Europa assegnata a Polonia e Ucraina, Grande Stevens ha poi detto: «Non mi aspettavo la bocciatura dell’Italia per l’assegnazione degli Europei del 2012. Certamente tutto ciò incide anche sui conti della Juve. Sarà necessario un secondo aumento di capitale per finanziare la ristrutturazione e l’ammodernamento del Delle Alpi di cui la Juve è proprietaria? No si troverà una soluzione».

Fonte: La Stampa.it

Hanefi: "non ha rispettato la legge"

Roma. - Il governo afghano spera in un rapido rientro di Emergency nel Paese ed assicura che il procedimento contro Rahmatullah Hanefi, il collaboratore dell'ong in carcere dal 20 marzo, sta procedendo nel rispetto delle garanzie della difesa. Hanefi è stato arrestato il 20 marzo perchè sospettato dai servizi di intelligence afghani di essere un fiancheggiatore della guerriglia. In realtà nessuna accusa è stata ancora formalizzata. Per protestare contro il prolungamento dell'arresto e contro quelle che ha definito le aggressioni di membri influenti delle istituzioni afghane, Emergency ha deciso, una settimana fa, di ritirare dal Paese il suo staff internazionale.

L'ambasciata afghana in Italia ha espresso "sincera gratitudine" verso l'organizzazione ed ha dichiarato che "il governo e il popolo afghano si augurano che questa attività umanitaria [...] riprenda le sue funzioni il prima possibile". Per quanto riguarda Hanefi viene precisato che in Afghanistan "tutti sono innocenti fino ad una provata colpevolezza", e che "il signor Hanefi è sotto interrogatorio per non avere rispettato la legge".

Ancora una volta pero' non sono precisate le accuse mosse contro l'uomo, ma l'ambasciata assicura che "gli interrogatori proseguono in accordo con le disposizioni delle leggi afghane" e che "l'esito finale delle interrogazioni del signor Hanefi sarà rivelato non appena il procedimento legale avrà terminato il suo percorso dovuto". D'Alema ha assicurato che il governo italiano farà pressioni perché siano rese note le accuse.

Emergency è presente da molti anni in Afghanistan ma nei giorni scorsi è stato duramente criticato da alcuni esponenti afghani con l'accusa di essere contigua con i talebani. L'ostilità verso l'ong deriva dal fatto che i due afghani rapiti con Mastrogiacomo sono stati entrambi uccisi, mentre l'unico ad essere liberato è stato un cittadino straniero, grazie ad uno scambio con almeno due prigionieri talebani.

Il presidente afghano Karzai ha fatto sapere che non consentirà più scambi di guerriglieri detenuti con ostaggi in mano ai talebani. Al momento altri due cooperanti francesi sono nelle mani dei talebani.

Fonte: La Voce d'Italia

Rutelli: noi mai nel Pse ma innovativi

Francesco Rutelli parla al congresso del suo partito subito dopo Prodi e sembra riprendere il discorso appena interrotto. Rutelli parla infatti proprio a Berlusconi, e a tutti i dirigenti del centrodestra, molti dei quali sono proprio seduti di fronte a lui. Dice, il presidente Dl di non vedere «chiarezza strategica nelle forze dell'altro campo politico» ma gli rivolge un invito: «Noi vi tendiamo la mano, perché vorremmo che questa legislatura fosse l'ultima di una contrapposizione senza quartiere. La prima di un confronto ordinato, regolato, civile. Senza fare commistioni di ruoli: così si fa l'interesse del popolo italiano».

Il leader Dl ha poi sottolineato «che la nascita del Partito democratico ci attribuirà la leadership dell'innovazione politica», «ci farà guidare la riorganizzazione del sistema» e «indurrà il centrodestra a inseguire». Ricorda le tappe che hanno portato al progetto del Pd, i dieci anni passati sul cammino dell'Ulivo, la collaborazione elettorale, i gruppi unici in Camera e Senato, il dialogo tra i migliori riformismi e la fine di ogni proposito di egemonia in questo Paese si sono sprigionate nuove energie. Quindi anche lui riprende il discorso sulla collocazione internazionale del nuovo partito, l'approdo. Anche Rutelli considera «impossibile» «l'ingresso nel Pse», impossibile «per la Margherita». «Ma noi - continua - vogliamo allearci con il Pse; insieme con il Pse vogliamo portare le forze europeiste, riformiste, innovatrici verso un nuovo orizzonte. Dopo questo congresso avremo due anni di tempo per costruire questo nuovo e più largo approdo».

Del resto ricorda il ministro dei Beni culturali, c'è già una crisi dei vecchi soggetti politici anche a livello europeo. Ricorda il costante «decremento» dei gruppi del Pse e del Ppe a Strasburgo e «l'ascendente presenza dell'Eldr, oggi Adle». Serve qualcosa di nuovo, ed è il Pd il soggetto dell'innovazione, argomenta. «Sono certo - aggiunge - che la crescente collaborazione con i Democratici americani, con il Partito del Congresso indiano e con altre forze riformatrici che non aderiscono all'internazionale socialista rafforzerà i pilastri delle libertà e delle battaglie per un mondo sicuro, pacifico, giusto». E precisa: «Noi non abbiamo chiesto, e non chiederemo mai alla sinistra democratica di rinunciare ai propri valori e al proprio legittimo orgoglio per le tante conquiste assicurate al popolo italiano. Se lo facessimo, faremmo un torto all'Italia e un danno a noi tutti». Solo con il dialogo si arriverà a una sintesi nuova, è la sua tesi, che evoca dunque una fase di transizione non corta in cui le due anime del partito democratico nascente - quella socialista e quella popolare - continueranno a mantenere un diverso aggancio a livello europeo. Quindi un percorso che seguirà due piste, una più lunga e complessa a livello europeo. Del resto se ieri a Firenze Piero Fassino aveva fatto l«in bocca al lupo» a Segolene Royal, Rutelli rispetto al voto di domenica in Francia menziona il candidato centrista Francois Bayrou.

Nell'immediato comunque tutto è puntato sui risultati del governo Prodi, risultati che - avverte il vicepremier- «sono in rapporto strettissimo» con ciò che succederà ai due principali partiti di governo, i Ds e i Dl e il parto della loro unione. Quindi si mette a entrare nel dettaglio della politica governativa. Il risultato del migliore andamento delle entrate - il "tesoretto" - e quello dell'avanzo primario vanno per lui destinati al miglioramento dei conti pubblici e al risanamento del deficit. Ma servono comunque delle misure di redistribuzione. Così si ipotizza «qualche rigore in più» sui mega compensi dei manager, incluse le stock option «che talvolta appaiono fuori controllo e indifferenti alle fortune di azionisti e dipendenti». E ridurre la pressione fiscale» è la priorità dei prossimi mesi, a cominciare dall'Ici. Sulla riforma elettorale la Margherita esprime una preferenza di massima per un sistema maggioritario a due turni basato sui collegi uninominali, ma l'importanza è prima di tutto l'intesa parlamentare per «abolire la pessima legge Calderoli».

Fonte: L'Unità