giovedì 3 maggio 2007

Altri quattro italiani rapiti in Nigeria

I guerriglieri nigeriani libereranno fra un mese i quattro tecnici italiani presi in ostaggio il primo maggio, con un assalto via mare ad una nave-piattaforma della società petrolifera Chevron. Jomo Gbomo, portavoce del Mend, il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger, ha subito rivendicato il sequestro inviando un comunicato via posta elettronica a diversi mezzi d’informazione, compreso Il Giornale. Nel comunicato dei ribelli si afferma che gli ostaggi «verranno rilasciati senza condizioni il 30 maggio. Ciò sarà possibile solo se le compagnie petrolifere e il governo dello stato di Bayelsa (dove è avvenuto il sequestro, nda) non faranno tentativi per ottenere il rilascio offrendo riscatti. Ogni offerta di questo genere sarà considerata un insulto e peggiorerà la condizione degli ostaggi».

Non a caso il rilascio dovrebbe avvenire il giorno dopo l’insediamento di Umaru Yar'Adua, come nuovo presidente della Nigeria, eletto grazie ad un voto giudicato da più parti fraudolento. Il rapimento è un segnale del Mend che la guerriglia continua.

Le lance dei guerriglieri, dotate di potenti motori fuoribordo, hanno attaccato la nave piattaforma alla foce del fiume Pennington alle sei del mattino del primo maggio. Gli assalitori hanno aperto il fuoco contro il servizio di guardia uccidendo un nigeriano e poi avrebbero minacciato di far saltare in aria tutto a colpi di candelotti di dinamite. Vista la mala parata le altre guardie devono essersi arrese ed i guerriglieri hanno avuto gioco facile a portarsi via sei lavoratori stranieri. Gli italiani sono Raffaele Pascariello, Alfonso Franza, Ignazio Gugliotta e Mario Celentano, a cui si aggiungono il collega americano John Stapleton e il croato Jurica Ruic. I nomi, con qualche imperfezione nella grafia, sono stati resi noti dal comunicato del Mend.
Celentano, 40 anni e due figli, vive a Meta di Sorrento; Franza, 46 anni, e Pascariello, 45 anni, sono originari invece di Piano di Sorrento. I tre campani lavorano da tempo per la Chevron, quasi sempre in Nigeria. Gugliotta, invece, è originario di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Trentaquattro anni, primo ufficiale di una petroliera avrebbe dovuto tornare in Sicilia a metà maggio. A casa ha lasciato due figli di 4 e 5 anni, oltre alla moglie Grazia con la quale aveva parlato al telefono lunedì sera, poche ora prima del sequestro. «Non sono scemo. Credo che mio figlio si farà i suoi tre o quattro mesi...» ha affermato Concetto Gugliotta, padre dell’ostaggio. Il genitore ha contattato telefonicamente Cosma Russo, uno dei tre italiani rapiti il dicembre scorso dal Mend e rilasciati dopo mesi di detenzione. «Mi ha assicurato dicendomi che quelle persone (i sequestratori, nda) sono “esseri umani”» ha spiegato Gugliotta.

Il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha confermato che sono stati attivati tutti i canali, ovvero i servizi e la nostra ambasciata, per risolvere il caso. Sull’esempio francese, con i due ostaggi in Afghanistan di cui non erano state rese note le generalità, fino alla liberazione della ragazza sequestrata, la Farnesina aveva lanciato un appello ai media per non rendere noti i nomi dei sequestrati. Nessuno ha ascoltato l’invito e D’Alema ha bacchettato la stampa. Più grave il fatto che la Farnesina non fosse stata informata dai diretti interessati o dalla Chevron, per stessa ammissione del ministro, della presenza dei rapiti nel Delta del Niger.

Fonte: Il Giornale.it

Uno schermo sulla pelle

Dalla prevenzione alla diagnosi precoce, contro il melanoma usiamo le armi di difesa Sabato 5 maggio è lo Skin cancer day: visite e informazioni mentre si registra un aumento di questo tipo di tumori

I carcinomi e i melanomi sono tumori maligni della pelle più frequenti evidenziarli in tempo utile permette di intervenire con successo e, quindi, salvare la vita. Il melanoma rappresenta il tumore maligno più importante della pelle, che trae origine dai melanociti, cellule localizzate nell'epidermide deputate alla produzione del pigmento. La sua incidenza, negli ultimi anni, è aumentata in modo considerevole (oltre 30 volte), seconda soltanto a quella dei carcinomi, ma di rilevanza sociale nettamente superiore per l'elevato indice di mortalità.

Il melanoma colpisce indifferentemente entrambi i sessi, con una preferenza agli arti inferiori in quello femminile ed al tronco nel maschile.

La massima incidenza è compresa fra i 30 ed i 60 anni ed è raro riscontrare un melanoma in età pediatrica.

Se il melanoma è diagnosticato in tempo utile le probabilità di guarire definitivamente raggiungono praticamente la totalità dei casi. Di qui quindi l'importanza dello "Skin Cancer Day 2007" (Giornata dei Tumori della Pelle), del prossimo 5 maggio 2007, giornata in cui i dermatologi italiani saranno a disposizione dei cittadini per visite gratuite a persone con più di 40 anni. Verranno identificati i pazienti a rischio e per essi potrà essere predisposto l'opportuno approccio diagnostico-terapeutico.

Anche in altre Nazioni Europee si svolge una campagna annuale del melanoma di un giorno, con lo scopo di educare la popolazione sul pericolo rappresentato dai tumori della cute, sulle misure di prevenzione primaria, sulla diagnosi precoce e sulle cure. È confermato che la prognosi del melanoma dipende in larghissima misura dalla precocità della diagnosi: trattamenti chirurgici precoci inducono una sopravvivenza in circa il 90% dei casi almeno per 5 anni, mentre nelle donne la percentuale di guarigione raggiunge circa il 100%. Nelle forme diagnosticate tardivamente non vi sono trattamenti efficaci e i 5 anni di sopravvivenza sono meno del 65% nelle donne e ancora meno (40%) negli uomini. La prevenzione del melanoma si basa sulla limitazione all'esposizione solare dei soggetti con pelle sensibile o con altri fattori predisponenti, mentre la scoperta precoce del melanoma sottile permette il completo successo del trattamento chirurgico.

Il trattamento d'elezione per il melanoma è quello chirurgico, ma la prognosi è strettamente correlata allo spessore della lesione.

Una diagnosi di melanoma effettuata nelle fasi iniziali della malattia, quando questa è ancora confinata negli strati superficiali della pelle, permette di ottenere una guarigione nella pressoché totalità dei casi.

La diagnosi precoce del melanoma, pertanto, assieme alle campagne di prevenzione primaria sulle norme comportamentali quando ci si espone al sole, costituisce il principale obiettivo da perseguire per ridurre la mortalità per tale malattia. Ruolo preminente per riconoscere il melanoma ha la Dermatoscopia, una metodica diagnostica non invasiva, di facile esecuzione, che permette di identificare le lesioni maligne nella loro fase iniziale, non altrimenti distinguibili da nevi pigmentari benigni.

Fonte: La Repubblica

Farmaci: Cittadinanzattiva, Sconti 25% e 1.000 Nuovi Corner

Un migliaio di nuovi punti vendita, sconti del 20-25% sui farmaci da banco distribuibili senza ricetta, nessuna farmacia chiusa . Questi, secondo Cittadinanzattiva, i risultati della liberalizzazione del settore decisa dal primo pacchetto Bersani.

''A dispetto del grande allarmismo scatenato da chi non voleva la liberalizzazione - afferma il vicesegretario dell'associazione Giustino Trincia - sono stati aperti circa 1.00 nuovi punti vendita, con posti di lavoro a vantaggio soprattutto di giovani. Nessuna farmacia ha invece chiuso i battenti''.

Fonte: Yahoo Notizie

Medici, sciopero venerdì 4 maggio

Rischiano di saltare 5 milioni di prestazioni sanitarie, dalle visite ambulatoriali, agli esami diagnostici, e 45mila interventi chirurgici, fino ad arrivare ai controlli veterinari nei mercati della carne e del pesce, per lo sciopero proclamato dai medici venerdì prossimo per il mancato rinnovo del contratto. Saranno garantiti i servizi di assistenza ai ricoverati e tutte le prestazioni di urgenza ed emergenza.

Una protesta alla quale si potrebbe aggiungere quella dei medici del territorio che comprende i medici di famiglia, i medici di continuità assistenziale, quelli dell'emergenza sanitaria e della dirigenza medica territoriale, i pediatri di famiglia e gli specialisti ambulatoriali.

Lo sciopero, oltre che per il rinnovo del contratto, ha spiegato il segretario dei medici dell'Anaao Assomed, Carlo Lusenti, riguarda anche la questione del precariato medico, della libera professione intramuraria e la rivalutazione dell'indennità di esclusività di rapporto ferma al 2000.

L'arrivo delle nuove norme sulla libera professione intramuraria, annunciate dal sottosegretario Serafino Zucchelli, ai sindacati, non hanno modificato in alcun modo la decisione di andare avanti con la protesta.

La riforma
Nelle prossime settimane il ministero dovrebbe presentare un disegno di legge che stabilirà per le Asl il tempo massimo di 8 mesi, dopo la scadenza del 31 luglio della proroga in vigore, per creare gli spazi dove i medici potranno fare libera professione in intramoenia. Le aziende potranno anche acquistare, affittare o prendere in convenzione spazi esterni. Le prenotazioni delle visite e la riscossione degli onorari non dovrà essere fatto dai medici. Un provvedimento che va quindi nella linea di quanto già nei mesi scorsi era emerso e sul quale i sindacati esprimeranno le proprie riserve lunedì prossimo.

Fonte: TGCOM

Ricerca Usa scopre gene della longevita'

Un gruppo di ricercatori della California e' certo di aver scopero il 'gene della longevita'' all'interno di un verme. Lo studio, pubblicato su Nature, Telegraph e Independent, e' opera del Salk Institute di La Jolla.

Il gene e' stato identificato in vermi nematodi, e collega specificamente l'assunzione di minori calorie a una maggiore longevita'. Una scoperta, ritengono gli scienziati, che potrebbe fornire indicazioni decisive sul modo in cui lo stimolo persistente alla fame possa favorire una vita piu' lunga. Il team ha dimostrato che uno dei geni, il pha-4, sarebbe in grado di regolarizzare tra i due estremi il consumo alimentare, e che aumentando il numero di questi geni all'interno dei vermi, si e' riusciti ad aumentarne anche la longevita'.

Gli uomini possiedono tre geni molto simili al pha-4 e il prossimo passo della ricerca consistera' proprio nello studio di questi geni e delle loro reazioni alla mancanza di cibo.

Fonte: Corriere della Sera

Israele: Olmert, nuove richieste di dimissioni

II governo israeliano è travolto da una delle crisi più profonde della storia del paese. II rapporto Winograd sulla seconda guerra libanese, reso pubblico pochi giorni fa, sta provocando un vero terremoto politico nella coalizione di Olmert e il primo ministro sembra avere le ore contate. Eppure, a Gerusalemme la crisi non è un fatto recente: è cominciata nel gennaio del 2006, quando Arik Sharon è stato colpito da un ictus da cui non si sarebbe più rimesso, e quando Hamas ha vinto le elezioni nell'Anp; si è ulteriormente aggravata questa estate, quando il primo ministro si è impegnato in una massiccia azione «senza avere alcun piano militare dettagliato» (così, almeno, sostiene il rapporto Winograd); forse, si potrebbe aggiungere, l'attuale crisi politica in Israele è anche in parte il risultato della crescente minaccia iraniana, minaccia davanti a cui Israele si sente relativamente abbandonata dalla comunità internazionale e persino dagli Stati Uniti, visto il fallimento della guerra in Iraq.

Dunque, ieri non è cominciata una crisi di governo. Semmai, si è avviato il processo conclusivo di una lunga fase di sfaldamento: processo che, se gestito nella maniera più appropriata, potrebbe anche per mettere allo Stato ebraico di uscire dalla stagnazione politica in cui si trova da più di un anno. II peso del rapporto Wmograd grava su tre persone: il premier Ehud Olmert (Kadima), il mini stro della Difesa unir Peretz (Labour) e il capo di Stato maggiore Dan Halutz (dimissionario dallo scorso gennaio). II dossier, ancora parziale, è molto chiaro: non si tratta affatto di una rec,riniinazione sui risultati insoddisfacenti della campagna libanese, bensì di un'approfondita ricerca sulle azioni e sulle responsabilità individuali. II premier è accusato di avere agito in fretta, «senza esaminare un piano militare dettagliato, e neppure richiederne uno all'esercito» (punto 12) e di avere presentato in maniera «ambigua» il suo piano al governo (punto 10).

Al ministro della Difesa si rimprovera (punto 13) non tanto di «non avere una sufficiente esperienza in materia militare», quanto di «avere preso importanti decisioni senza consultare gli esperti e l'apparato di sicurezza, nonostante le sue lacune». II capo di Stato maggiore è sotto accusa (punto 14) per avere monopolizzato il dialogo tra esercito e governo e di avere taciuto all'esecutivo il vivace dibattito che si stava svolgendo all'interno di Tsahal. Rimproveri molto specifici, insomma, da cui solo una delle figure principali della Grosse Koalition esce illesa: il ministro degli Esteri Tzipi Livni. Nessun riferimento, nel dossier Winograd, se non una raccomandazione, che sembra quasi un endorsement (punto 16): d'ora in poi, sarebbe buona cosa «il pieno coinvolgimento del ministero degli Esteri nelle decisioni sulla sicurezza». Se n'era lamentata la stessa Livni («non c'è stata alcuna cooperazione col premier durante il conflitto»), che ora, consapevole di essere il politico più popolare di Israele, chiede senza mezzi termini la testa di Olmert.

I toni del ministro degli Esteri sono stati chiari: «Il pubblico non ha fede nel go verno e dobbiamo recuperare la credibilità»; «Olmert deve dimettersi, ma sarebbe sbagliato andare al voto»; e ancora: «Sto pensando alla leadership di Kadima». Tradotto: voglio fare il primo ministro. Da tempo si vociferava che madame Livni volesse soffiare il posto a Olmert: un sondaggio pubblicato qualche settimana fa (e cioè prima del rapporto Winograd, che non ha fatto che acuire la situazione) dimostrava che è la figura politica più gradita al pubblico. Non solo: stando al sondaggio, in caso di elezioni anticipate, una Kadima guidata dalla Livni batterebbe con ampio margine il Likud di Netanyahu, che invece avrebbe gioco facile a battere il partito centrista nella formazione attuale.

Intanto, l'ufficio di Olmert fa sapere che il capo della Diplomazia probabilmente sarà estromessa dal governo a causa di queste dichiarazioni. Sarà, ma se Olmert obbligasse Tzipi Livni alle dimissioni, questo non farebbe che aggravare la sua situazione di primo ministro e, secondo alcune fonti interne a Kadima, potrebbe persino giovare alla popolarità del ministro degli Esteri. La ribellione interna a Kadima, del resto, è già cominciata: secondo Akiva Eldar, notista politico di Haaretz, circa la metà dei parlamentari kadimisti sarebbero pronti a passare dalla parte di Tzipi. Ieri Avigdor Yitzhaki, capogruppo alla Knesset del partito centrista, ha rassegnato le proprie dimissioni in polemica con Olmert.

Ytzhaki aveva lanciato al premier un ultimatum: o ti dimetti tu, o mi dimetto io. Olmert ha scelto di salvare il salvabile del suo premierato: finora, lo hanno difeso il vicepremier Shimon Peres e il ministro della Sicurezza Avi Dichter. Anche la Livni aveva lanciato un ultimatum analogo al premier, ma in serata ha fatto sapere di avere cambiato idea. Se riuscisse nel suo intento, sarebbe la seconda volta, nella storia dello Stato ebraico, che un ministro degli Esteri in gonnella diventerebbe primo ministro senza passare dalle urne. Golda Meir docet.

Fonte: TGCOM

Consulta: no a dimissioni di Vaccarella

La Corte Costituzionale ha respinto le dimissioni presentate dal giudice Romano Vaccarella in segno di protesta per presunte pressioni subite da esponenti del governo per far dichiarare inammissibile il referendum elettorale.

In un comunicato, la Consulta spiega che "la Corte Costituzionale delibera all'unanimità di non accettare le dimissioni del Giudice costituzionale, prof. Romano Vaccarella".

La decisione - spiega la nota - è stata adottata in considerazione dei richiami del premier Romano Prodi nei giorni scorsi alla "necessità del rispetto del ruolo istituzionale della Corte e della totale sua indipendenza", degli interventi in tal senso del capo dello Stato Giorgio Napolitano e dei presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti.

La Consulta ha deciso di respingere le dimissioni, prosegue la nota, anche "considerato che occorre ribadire la necessità che esponenti di altre istituzioni evitino comportamenti denigratori della Corte ... e rispettino il suo ruolo di garanzia costituzionale, osservando il principio della divisione dei poteri".

Fonte: L'Occidentale

Ucciso in Iraq il capo di al Qaeda Abu Omar al Baghdadi

Il portavoce del ministero degli interni iracheno Abdel Karim Khalaf ha annunciato oggi "l'uccisione del terrorista criminale Abu Omar al Baghdadi, capo del cosiddetto Stato islamico in Iraq".

"Abbiamo documenti e prove, e anche il cadavere. In una conferenza stampa più tardi mostreremo tutto, anche delle foto", ha detto il portavoce citato dall'agenzia Nina.

Secondo l'emittente al Iraqiya, al Baghdadi - "emiro" di una alleanza di gruppi terroristici sunniti capeggiata dal al Qaida - sarebbe stato ucciso in uno scontro a fuoco nel quartiere sunnita al Ghazaliya di Baghdad, ma non è ancora chiaro quando.




Fonte: RAINEWS 24