venerdì 27 aprile 2007

Gay, è scontro tra vescovi e Ue

Sale la tensione tra l'Europarlamento, che ha approvato una risoluzione in cui si condannano "i commenti discriminatori da parte dei dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali" e la Chiesa. Nel documento si censuravano alcune frasi del presidente della Cei Angelo Bagnasco, un emendamento poi eliminato. "La Chiesa non è omofobica, basta con questi pregiudizi", ha replicato il cardinale di Venezia Angelo Scola.

La risoluzione, presentata da socialisti, liberaldemocratici, verdi e sinistra europea, è stata approvata a Strasburgo con 325 voti a favore, 124 contrari e 150 astenuti. Sotto mira la dilagante omofobia nei Ventisette, soprattutto in Polonia ma anche in Italia. Ogni atteggiamento contrario "costituirebbe una violazione dell'articolo 6" delle regole Ue sui diritti fondamentali".

Ad essere bacchettata dal Parlamento, in particolare, è l'Italia. Nella risoluzione dell'Assemblea si cita anche il recente caso di Matteo, il 16enne italiano di Torino che "si è suicidato lasciando dietro di sé due lettere in cui adduce a motivo del suo gesto il bullismo di cui è stato vittima a causa del suo orientamento sessuale".

Ma è la Chiesa cattolica e i suoi esponenti ad essere maggiormente criticati. Il testo prevedeva un passaggio in cui si condannavano frasi attribuite al presidente deui vescovi italiani Angelo Bagnasco, un passaggio che poi è stato eliminato dalla redazione finale del documento. "Il Presidente della Cei ha comparato un progetto di legge - si leggeva nella risoluzione, come riportato dal "Corriere della Sera" - che conferisce una serie limitata di diritti alle coppie omosessuali a una licenza a commettere atti di incesto di pedofilia".

La mozione contro la Chiesa è stata presentata da tre deputati italiani, Vittorio Agnoletto e Giusto Catania del Prc e Monica Frassoni dei Verdi, che hanno precisato come il documento si riferisse agli esponenti di tutte le religioni.

La risposta dei vescovi
Il Vaticano percepisce sempre di più un'aria ostile nei suoi confronti. "Le posizioni di monsignor Bagnasco sono state falsificate. Non c'è nessuna omofobia nella Chiesa cattolica. Sarebbe auspicabile che il pregiudizio nei suoi confronti finisse", ha replicato duro il cardinale di Venezia Angelo Scola.

Toni severi anche da parte della stampa cattolica. "Ci risiamo. Proseguono, questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi, gli indecorosi attacchi al presidente della Cei, Bagnasco", si legge sull'agenzia dei vescovi Sir. Anche la Radio Vaticana avverte che si sono superati i limiti: "E' ora di dire basta, con tono mite e fermo. Dire basta con fermezza e risolutezza".

Fonte: Tgcom

Usa, il 28% dei medici riceve soldi dalle case farmaceutiche

Roma - C'è un legame a filo doppio negli Stati Uniti fra i camici bianchi e le industrie farmaceutiche. Circa il 28% dei medici infatti riceve dalle aziende del farmaco somme di denaro per consulenze di vario genere, mentre ben il 94 per cento intrattiene rapporti con queste ultime. A rivelarlo è un'indagine pubblicata sul 'New England Journal of Medicine' e condotta dall'Institute for Health Policy, Massachusetts General HospitalPartners Health Care System and Harvard Medical School di Boston, dall'università di Melbourne e dalla Yale University, fra la fine del 2003 e l'inizio del 2004, su un campione di 3.167 medici appartenenti a sei specialità diverse: cardiologia, anestesiologia, medicina generale, medicina interna, chirurgia e pediatria. Secondo questa ricerca, cene, pranzi, serate di gala, corsi di aggiornamento 'offerti' e, in qualche caso - uno su quattro nel dettaglio - anche veri e propri pagamenti in denaro sarebbero la normalità per i medici d'oltreoceano.

A saltare agli occhi è l'altissima percentuale di medici che vanta una qualche relazione finanziaria con almeno un'industria farmaceutica. Al di là di cene 'sovvenzionate' o di campioncini di prodotto in omaggio, oltre un terzo degli intervistati ha dichiarato di ricevere rimborsi per la partecipazione a congressi e meeting (35%), mentre il 28 per cento ha ammesso di percepire somme di denaro per consulti, letture o per il coinvolgimento di pazienti in trial clinici. Tra i vari specialisti presi in esame, i cardiologi sono quelli risultati più coinvolti in questi meccanismi, il doppio rispetto ai medici di famiglia che in compenso però sono quelli che ricevono più visite da parte degli informatori scientifici. Cosa che, se da un lato garantisce una maggiore informazione e aggiornamento sui farmaci in commercio, dall'altro rischia di alterare le prescrizioni trasformandole in uno scambio di favori. Eppure nel 2002 la Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, ossia la Farmindustria d'oltreoceano, ha varato un nuovo codice deontologico che vincola i rapporti fra medici e industrie all'unico obiettivo del beneficio per i pazienti. E anche l'American Medical Association e l'American College of Physicians, le due principali associazioni mediche, hanno adottato norme simili. Regole però che non sono seguite nei fatti: l'83% degli intervistati ha detto di aver ricevuto regali e il 7% biglietti per match sportivi o serate culturali. Per quanto riguarda i pagamenti poi, il 18% dei medici ha dichiarato di aver ricevuto denaro per un consulto scientifico, il 16% per fare da chairman in un convegno, il 9% per partecipare ad un comitato di esperti e il 3% per reclutare pazienti da inserire nelle sperimentazioni cliniche. Il 26% infine ha ricevuto rimborsi per le spese sostenute per partecipare a congressi e convegni scientifici.

Variabile determinante nella frequenza e nel tipo di rapporto fra medici e aziende del farmaco sembra essere la specializzazione dei primi. I pediatri, ad esempio, sono meno inclini rispetto agli internisti a ricevere rimborsi o pagamenti. Gli anestestisti sono meno soliti accettare campioni di farmaci così come rimborsi spese e pagamenti rispetto ai medici di famiglia, agli internisti e ai cardiologi. Questi ultimi, invece, sono doppiamente portati a ricevere pagamenti per servizi professionali rispetto ai medici di medicina generale, ai pediatri e agli anestesisti. Ai medici di famiglia infine spetta il primato per le visite da parte degli informatori scientifici: 16 al mese contro le 10 degli internisti, le 9 dei cardiologi, le 8 dei pediatri, le 4 dei chirurghi e le 2 degli anestesisti.

Fonte: Yahoo Notizie

Tumori: aumenta la sopravvivenza in Italia

MILANO - Aumenta la sopravvivenza ai tumori in Italia. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista 'Epidemiologia e prevenzione', basato sui dati dell'Associazione italiana registri tumori (Airt). A cinque anni dalla diagnosi e' del 45,7% negli uomini e del 57,5% nelle donne, per tutti i tumori esclusi i carcinomi della cute. I dati rilevano un aumento della sopravvivenza rispetto al 1985 di circa il 15%, mentre per quella a dieci anni il miglioramento e' circa del 6%. I progressi sono da attribuire alla maggiore disponibilita' di terapie efficaci e alla diffusione dei programmi di screening in varie zone d'Italia.

Fonte: Corriere della Sera

Estonia, scontri per il simbolo della guerra

La rimozione del monumento dedicato ai soldati sovietici caduti nella liberazione dai nazisti provoca gravi incidenti: un morto

TALLINN (Estonia) - Le tensioni latenti tra l'Estonia e la Russia sono scoppiate la scorsa notte. Un uomo è morto e 56 sono rimasti feriti in scontri a Tallinn, capitale dell'Estonia, quando le autorità estoni hanno rimosso il monumento che commemora i soldati sovietici caduti durante la seconda guerra mondiale nella liberazione dell'Estonia dal dominio nazista, pochi giorni prima del 9 maggio, data della Festa della vittoria in Russia.

RABBIA A MOSCA - Il Senato russo ha votato venerdì una risoluzione che invita il presidente Vladimir Putin ad adottare contromisure, «anche le più dure, tra cui la rottura delle relazioni diplomatiche» con il Paese baltico. Un portavoce del ministero degli Esteri ha definito la decisione estone «blasfema e inumana», aggiungendo che la Russia sta formulando la sua risposta.

SCONTRI - Gli scontri della scorsa notte sono i più gravi mai avvenuti a Tallinn, hanno affermato fonti della polizia. Fra i feriti vi sono 44 civili e dodici poliziotti. Vi sono stati 300 arresti e un centinaio edifici sono stati danneggiati. Il memoriale per i soldati sovietici è da anni fonte di tensione in Estonia, ridiventata indipendente con il crollo dell'Urss nel 1990, ma dove un quarto della popolazione è russa. All'inizio dell'anno il governo di Tallinn ha deciso di trasferire il memoriale e le tombe sottostanti in un cimitero militare. Giovedì sera un migliaio di persone si sono riunite davanti al monumento per impedirne la rimozione. La decisione definitiva del governo è giunta alle 3 del mattino, e ora il monumento e i resti dei soldati si trovano in una località sconosciuta. Il governo di Tallinn ha dichiarato di aver deciso di togliere il monumento per «per evitare altri atti di violenza pubblica» e perché il memoriale «non sia causa di pericolose sommosse».

TENSIONI - L'Estonia, abitata da popolazioni vicine ai finlandesi, divenne indipendente nel 1918 alla fine della prima guerra mondiale ma dovette combattere per evitare l'invasione prima dei tedeschi e poi dei sviatici. Nel 1920 l'Unione sovietica riconobbe l'indipendenza dell'Estonia rinunciando a ogni diritto. Nel 1940 con il patto Molotov-Ribbentrop, nazisti e sovietici si spartirono Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia. Quest'ultima passò nella sfera d'influenza di Mosca che la invase il 16 giugno 1940 e iniziarono deportazioni di massa. Poi Hitler dichiarò guerra a Stalin e le truppe tedesche invasero anche l'Estonia sterminando anche un migliaio di ebrei. Molti estoni si unirono ai nazisti credendo che, una volta scacciati i russi, l'Estonia potesse riavere l'indipendenza, invece il territorio venne inglobato nella Germania. Altri estoni si unirono all'Armata rossa per scacciare i tedeschi. I russi vinsero la guerra e nel 1944 rioccuparono l'Estonia annettendola all'Unione sovietica sino al 1990. I sovietici iniziarono una politica di russificazione forzata, vietando l'uso della lingua estone e trasferendo centinaia di migliaia di persone sul Baltico, tanto che oggi, nonostante la controimmigrazione russa dopo l'indipendenza, gli estoni sono il 68,5% della popolazione, i russi il 26% oltre a minoranze ucraine e bielorusse.

Fonte: Corriere della Sera

"Subito al lavoro per la riforma elettorale"

Ieri Prodi e Bossi hanno parlato per più di 90 minuti a Milano. Rutelli tranquillizza Berlusconi, Casini insiste per il modello tedesco
«Prodi ci ha garantito che sulla riforma elettorale si partirà subito. Il premier ha condiviso che l’obiettivo deve essere quello di arrivare ad un voto del Senato entro il 25 luglio, giorno in cui si chiude la raccolta delle firme sul referendum. In questo modo la legge potrà andare alla Camera in autunno ed essere votata entro la fine dell’anno». Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli svela i possibili tempi dell’iter parlamentare della legge elettorale in una intervista alla Padania. Ieri Prodi e Bossi hanno parlato per più di 90 minuti a Milano. Per Calderoli «i lavori del Senato partiranno già la prossima settimana». Il vicepremier Francesco Rutelli, che sta incontrando Romano Prodi a Palazzo Chigi, tranquillizza Fi. «Berlusconi - dice Rutelli - ha tutto l’interesse ad una riforma elettorale che renda questo sistema più semplice e più corretto. Penso si possa avere un accordo con Berlusconi».

Ma cosa dicono An e Udc? Casini insiste per il modello tedesco: «O si arriva alla legge elettorale alla tedesca o è meglio il referendum, dove ci batteremo per l’astensionismo». Cesa definisce positivo l’incontro fra Prodi e Bossi perchè «la legge elettorale non deve essere concepita come uno strumento di lotta tra partiti».

Gasparri ritiene che l’incontro fra Prodi e Bossi sia stato solo «tattico». Storace sottolinea che, dopo l’incontro di Milano, Cdl e Lega hanno raggiunto l’accordo per il candidato alle amministrative di Verona.

Fonte: La Stampa.it

Congresso Pdci, Diliberto: «Uniamoci sinistra»

Sulle note dell'Inno di Mameli, seguito alle note dell'Internazionale che tutti i congressisti cantano con il pugno levato in alto, e poi l'Inno dei Lavoratori, si sono aperti i lavori del quarto congresso nazionale del Partito dei Comunisti Italiani al Palacongressi della riviera di Rimini che si concluderanno domenica 29 aprile. «Vi è un ultimo adempimento per chi come me ha l'onore e l'onere di aprire il congresso con la relazione - introduce Oliviero Diliberto - Ed è un adempimento, tutt'altro che formale, che svolgo volentieri e di cuore. Sarebbe infatti stolto e ingeneroso che noi non sottolineassimo che questo Congresso nazionale è il primo che teniamo senza la presenza, per sua scelta, di un compagno al quale tutti noi, ed io in particolare, dobbiamo moltissimo». Così il segretario del Pdci, aprendo il congresso ricorda Armando Cossutta: «questo compagno - dice - ha scelto di lasciare il nostro partito e non gli lesina certo aspre critiche».

«Io, viceversa, non intendo, come ho sempre fatto sinora - continua Diliberto - e a questo criterio intendo continuare scrupolosamente ad attenermi, minimamente polemizzare con lui. Da me, nei suoi confronti, non sentirete mai alcuna parola che non sia di riconoscenza politica e di affetto. Egli è stato il fondatore di questo partito e ci dispiace - conclude - non averlo qui tra noi: ma continuiamo a dirgli, anche attraverso questa tribuna: grazie, caro compagno Armando Cossutta». Poi il segretario ha sottolineato come l'Italia sia «migliore di un anno fa». Diliberto ha osservato come subito dopo le elezioni politiche si fosse creata una situazione «rischiosa dal punto di vista delle più elementari garanzie democratiche», e ha citato tra l'altro la «palude politica» della commissione Mitrokhin.

Ma qualche ombra resta: «Se dopo cinque anni nei quali il governo di destra ha sistematicamente calpestato i diritti, cercato di stravolgere le conquiste dei lavoratori, precarizzato il lavoro, distrutto e umiliato la scuola, irriso al mondo della cultura, militarmente occupato le tv, ha legiferato pressochè solo a favore di sè, portato l'Italia in uno scenario terrificante di guerra, ebbene - ha concluso Diliberto - dopo cinque anni così, se metà degli italiani ha votato ancora per Berlusconi io credo che si sia sbagliato anche nel centrosinistra, anche a sinistra».

Ospiti della prima giornata il presidente del Consiglio, Romano Prodi, che porterà il suo saluto dal palco, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, il vicepremier Francesco Rutelli, il ministro della Difesa Arturo Parisi, il ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata, il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, una delegazione dell'Udc guidata dal vicesegretario vicario Mario Tassone, il viceministro all'Economia Paolo Cento e il senatore Giovanni Russo Spena di Rifondazione.

All'interno appunti di Moni Ovadia, Margherita Hack, Alda Merini, Milva, Bebo Storti e Gino Paoli. Hack, astrofisica lamenta «l'ingerenza del Vaticano». «Il partito - dice - deve fare una lotta a tutto questo e anche alla legge 40, perchè si vada avanti a riconoscere i diritti delle persone e anche delle unioni di fatto». La poetessa milanese Alda Merini, invece, guarda ai giovani e li incita a «pretendere libertà».

Milva "la rossa" porta il suo saluto dalle pagine de La rinascita auspicando coesione e significativo aumento dei numeri del partito. L'attore e musicista Bebo Storti si sofferma, invece, sul tema dei diritti degli esclusi, mentre Gino Paoli denuncia «qualunquismo e disimpegno». «La sfiducia -afferma- non la possiamo sottovalutare, ma non si può dare colpa sempre ai politici. La società civile è disimpegnata». Ma il grande tema di questo IV Congresso sarà inevitabilmente e soprattutto uno: l'unità della sinistra, all'indomani della nascita del Partito democratico e della scissione dei Ds con Fabio Mussi e Gavino Angius, rispettivamente firmatari della seconda e terza mozione congressuale della Quercia, che hanno deciso di intraprendere un'altra strada, più a sinistra rispetto a quella del segretario della Quercia Piero Fassino e del presidente Massimo D'Alema.

Fonte: L'Unità

Processo Sme, Berlusconi assolto «Non ha commesso il fatto»

I giudici della seconda corte d'appello hanno assolto Silvio Berlusconi dall'accusa di corruzione in atti giudiziari per i 434mila dollari che da un conto Fininvest sono finiti al giudice Squillante attraverso Cesare Previti. Per questo capo d'accusa l'assoluzione, in base all'art.530 comma 2 (la vecchia formula dell'insufficienza di prove) è nel merito per non aver commesso il fatto. In primo grado Berlusconi per questo capo di imputazione era stato prosciolto per prescrizione grazie alla concessione delle attenuanti generiche.

Per quanto riguarda invece il capo di imputazione sui 100 milioni di lire passati dal conto di Pietro Barilla al giudice Squillante, i giudici hanno confermato l'assoluzione come in primo grado perché il fatto non sussiste. «È un grande risultato dopo 12 anni di fatica - ha commentato l'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini - è una sentenza che riporta la verità in un processo che ha avuto pesanti ripercussioni anche sulla vita politica italiana».

Fonte: L'Unità