martedì 24 aprile 2007

Federfarma: spesa farmaceutica febbraio –8,5% rispetto al 2006

Prosegue anche a febbraio 2007 il calo di spesa farmaceutica netta a carico del Ssn, che nel mese di febbraio è diminuita del -8,5% rispetto allo stesso mese del 2006. Prosegue quindi, secodno i dati Federfarma, il calo di spesa già fatto registrare negli ultimi mesi del 2006 e a gennaio 2007 (-6,7%). Ancora in aumento, invece, il numero delle ricette, che nel mese di febbraio 2007 ha fatto segnare un incremento del +5% rispetto a febbraio 2006.

Il calo di spesa, spiega Federfarma, è dovuto alla riduzione del valore medio di ciascuna ricetta (-12,8%), a seguito degli interventi sui prezzi dei medicinali varati dall’Agenzia del Farmaco (taglio selettivo dei prezzi dei farmaci a maggior impatto sulla spesa, in vigore dal 15 luglio 2006, e ulteriore taglio generalizzato del 5% dei prezzi di tutti i medicinali, in vigore dal 1° ottobre 2006).

Complessivamente, nel periodo gennaio-febbraio 2007 la spesa farmaceutica netta Ssn ha fatto registrare un calo del -7,6% rispetto al primo bimestre 2006, attestandosi a circa 1.991 milioni di euro, con una spesa pro-capite di 34,41 euro. Nel primo bimestre 2007 è aumentato, invece, il numero delle ricette (+6%), che si è attestato a oltre 89 milioni, pari a 1,55 ricette per ciascun cittadino italiano. Il valore medio di ciascuna ricetta è di 22,27 euro.

A seguito della reintroduzione del ticket in Abruzzo e in Campania dal 1° gennaio 2007, risale l'incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico del cittadino (relative sia al ticket che alla differenza rispetto al prezzo di riferimento), che è passata dal 3% del primo bimestre 2006 al 3,8% del primo bimestre 2007. Il ticket incide sulla spesa lorda in Abruzzo il 3,1% e in Campania il 4,7%. Nelle Regioni che non applicano ticket (dove i cittadini pagano solo l'eventuale differenza tra prezzo di riferimento e prezzo della specialità medicinale più costosa) le quote di partecipazione incidono tra lo 0,8% e l'1,1% e nelle Regioni con ticket più incisivo tra il 6,8% e il 7,8% sulla spesa lorda.

Fonte: IlBisturi.it

Presidenziali Francia: Royal e Sarkozy a caccia dei voti di Bayrou

Non si ferma il duello a distanza tra Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy. Nella corsa all'Eliseo, i due, che si affronteranno al ballottaggio il prossimo 6 maggio, sono a caccia dei circa sette milioni di voti di François Bayrou. La candidata socialista, da Valenza tende la mano al leader centrista: "Se François Bayrou vuole un dialogo su questo patto presidenziale, sui valori di cui ho parlato è il benvenuto, così come tutte le persone che durante la campagna elettorale hanno detto di essere contrarie al progetto di Sarkozy sono benvenute, purché il dibattito sia pubblico e trasparente".

E da Digione, roccaforte socialista, Sarkozy incalza con un discorso che fa eco alla strategia volta a generare consenso su temi quali il lavoro, l'autorità, il meirito e il tema dell'identità nazionale. Non senza una vena di polemica: "Credo che tanto odio sia dovuto al fatto che io dico ad alta voce quello che la gente pensa e basta".

Un copione simile a quello del 1993, quando lui e Royal si incontrarono durante un dibattito televisivo: Allora disse: "Permettetemi di affermare che è stato un discorso di odio che non posso accettare perché ci insulta e insulta i nostri elettori". Affermazione che la Royal respinse con forza. Intanto, l'appuntamento è per il dibattito televisivo del due maggio prossimo.

Fonte: EuroNews

Google, brand più potente di Coca-Cola

La nuova classifica dei marchi di Millward Brown promuove il colosso di Mountain View, che ha superato anche la rivale Microsoft: tra le due una distanza di più di 11 miliardi di dollari/immagine

Washington - Il brand più potente del mondo è Google. Nel 2006 BRANDZ Top 100 Most Powerful Brands aveva eletto Microsoft,con un "valore" superiore ai 62 miliardi di dollari; oggi Google domina con 66,4 miliardi di dollari, e stacca l'avversario di 11,4 miliardi di dollari.

Secondo la particolarissima classifica di Millward Brown Optimor, che si basa su ricerche di mercato, dati finanziari e popolarità, il colosso di Mountain View ha mantenuto le promesse dello scorso anno e ha praticamente raddoppiato il suo peso di "visibilità" - contro Microsoft che ha perso per strada circa l'11%.

"Google è certamente un brand fenomenale, nel senso che è molto chiaro a cosa si riferisca ed è percepito come vincente nonché come simbolo di innovazione", ha dichiarato Peter Walshe, direttore della multinazionale della consulenza e del marketing Millward Brown.

Nel ranking si distinguono per numero le società finanziarie, seguite a ruota da quelle ICT e dalla grande distribuzione. Ma, secondo Walshe, l'elemento più importante per un brand è senza dubbio l'innovazione, a prescindere dal settore di applicazione. "Alle persone piacciono molto i marchi tecnologici, li considerano eccitanti e li ammirano", ha aggiunto l'esperto.

Dietro alla cronaca del premio, però, si nascondono interessi finanziari ben più importanti. Di fatto, Millward Brown cerca di proporre agli investitori i brand che nel tempo potranno dare maggiori soddisfazioni. Google è una conferma. Perché, come sostiene l'editorialista finanziario Steven Pearlstein sul Washington Post, è "la quintessenza di una storia finanziaria di successo".

"Due brillanti giovani hanno iniziato con un'idea, e costruito un'azienda che è stata fatta crescere fino a diventare un juggernaut da 150 miliardi di dollari che ora domina Internet", ha scritto Pearlstein. I risultati finanziari del primo trimestre hanno dimostrato ancor di più la solidità di questo strapotere: una crescita dei profitti del 69% e un incremento delle vendite del 63%. Il tutto mentre un valido antagonista come Yahoo annaspa in Borsa con un -12%.

Ecco la classifica completa dei primi 10 marchi al mondo per valore, secondo Millward:

1. Google - $66.4bn
2. General Electric - $61.9bn
3. Microsoft - $55bn
4. Coca-Cola - $44.1bn
5. China Mobile - $41.2bn
6. Marlboro - $39.2bn
7. Wal-Mart - $36.9bn
8. Citi - $33.7bn
9. IBM - $33.6bn
10. Toyota - $33.4bn

Fonte: Punto Informatico

Kamikaze uccide 9 soldati Usa a Baquba

Un attentatore suicida alla guida di un'autobomba ha causato la morte di nove soldati americani e il ferimento di 20 altri in una base Usa nei pressi di Baquba: si tratta della peggiore strage di soldati statunitensi in Iraq sin dal primo dicembre 2005, quando a Falluja furono uccisi 10 marines e 11 altri furono feriti, con un'ordigno artigianale fatto esplodere al loro passaggio.

L'attentato e' stato rivendicato dal gruppo legato ad al Qaeda "Stato islamico dell'Iraq". "Dio ci ha guidato nell'impiego di nuove tecniche esplosive, cosi' come ci ha aiutato a centrare l'obiettivo nemico", si legge nel comunicato firmato dal gruppo terrorista.

L'attentato, che porta ad oltre 3.330 il numero dei soldati americani uccisi in Iraq dall'inizio del conflitto nel marzo del 2003, e' avvenuto ieri, ma se ne e' avuta notizia solo oggi, quando il comando Usa a Baghdad ha diffuso un comunicato dal titolo 'Attaccata la base della Tesk-force Fulmine', nella provincia di Diyala.

Nel breve e scarno testo si forniscono pochi dettagli, ma si precisa che 15 dei 20 feriti non sono gravi, poiche' sono gia' tornati in servizio, dopo le cure mediche ricevute sul posto. Altri otto soldati e un civile feriti sono stati invece trasportati in un altro ospedale piu' grande.

La provincia di Diyala e' abitata sia da sunniti che da sciiti ed e' una delle piu' violente e pericolose dell'Iraq. Nel suo capoluogo, Baquba, ieri c'e' stato anche un attentato
contro un commissariato in cui e' rimato ucciso il capo della polizia locale, Safaa al Timimi, insieme a nove agenti, mentre dieci altri sono rimasti feriti.
Oggi, invece, un commando di uomini armati con indosso uniformi dell'esercito iracheno ha attaccato alcune abitazioni in una zona periferica della citta', uccidendo sei persone e ferendone altre 15. Prima di dileguarsi hanno inoltre dato alle fiamme diverse case.

Ritrovati 15 cadaveri a Baghdad
Nella capitale, la giornata e' invece iniziata con una serie di esplosioni - una quindicina - che si sono udite prima dell' alba, probabilmente un duello a colpi di mortaio da un quartiere all'altro. Alcune ore dopo, la polizia ha poi fatto sapere che almeno 15 cadaveri sono stati ritrovati nelle ultime 24 ore in zone diverse della citta'. Come sempre, i corpi avevano le mani legate dietro la schiena e evidenti segni di torture.
Poi e' cominciato lo stillicidio delle autobomba: in un parcheggio davanti all'ambasciata iraniana ne sono esplose due, che hanno provocato il ferimento di quattro persone.

Autobomba a Hilla, 3 morti
Una autobomba e' esplosa anche ad Hilla, ad un centinaio di chilometri a Sud di Baghdad, causando la morte di tre persone e il ferimento di altre otto, mentre ancora piu' a Sud, nei pressi della citta' santa sciita di Kerbala, tre soldati iracheni sono morti in seguito all'esplosione di un ordigno fatto detonare al loro passaggio.

Fonte: RAINEWS 24

Una nuova guerra dell’Ogaden?

All’alba di martedì, 200 uomini armati hanno attaccato un’istallazione petrolifera cinese nella zona di Abole, località a circa 120 chilometri da Jijiga, capoluogo della regione orientale del Somali.

Il bilancio finale di questo raid è pesantissimo: 74 dipendenti uccisi, di cui 9 cinesi e 65 etiopi. Altri sette cinesi e un numero imprecisato di etiopi sono stati rapiti. A nulla è servita la resistenza opposta dai soldati dell’esercito etiope di guardia al complesso.
Il governo di Addis Abeba ha immediatamente inviato rinforzi militari nella zona.

Effetto della guerra in Somalia. Berekat Simon, portavoce del primo ministro etiope Meles Zenawi, ha dichiarato che l'attacco è stato opera di “terroristi” legati ai ribelli separatisti somali del Fronte Nazionale di Liberazione dell'Ogaden (Onlf) che dagli anni Novanta lottano per l’indipendenza di questa regione, abitata da somali di religione islamica.
Il gruppo non ha rivendicato l’azione, ma più volte in passato l’Onlf aveva minacciato il governo etiope di colpire le compagnie petrolifere straniere che sfruttano i ricchi giacimenti petroliferi locali.
Non è un caso che abbia deciso di farlo proprio ora che l’Etiopia, su richiesta di Washington, è intervenuta militarmente in Somalia contro le Corti Islamiche. Corti che sono in contatto con l’Onlf e che, tramite esso, hanno voluto colpire il nemico etiope sul suo territorio.

Indietro di trent’anni. Questo sanguinoso attacco rischia di far propagare in Etiopia l’incendio che già brucia in Somalia, riproponendo in chiave “anti-terrosirmo” la Guerra dell’Ogaden che Etiopia e Somalia combatterono nel 1977-’78, in piena guerra fredda, con un costo di oltre centomila morti.
In seguito a quel conflitto “nazionalista”, scatenato e perduto dalla Somalia di Siad Barre (che chiamava l’Ogaden “Somalia Occidentale”), l’indipendentismo somalo nell’Ogaden rimase come movimento politico. Quando però l’Onlf, negli anni ’90, organizzò e vinse elezioni regionali autonome, il governo di Addis Abeba reagì militarmente scatenando l’esercito non solo contro l’Onlf, ma contro l’intera popolazione dell’Ogaden. Una pressione militare che il regime di Zenawi ha aumentato negli ultimi anni, in coincidenza con l’inizio delle prospezioni petrolifere condotte in questa zona da compagnie malesi e ora soprattutto cinesi.

Fonte: Peace Reporter

Emergenza siccità al centro del prossimo Consiglio dei ministri

Il Governo è al lavoro sull’emergenza siccità. Lo ha sottolineato il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Enrico Letta al termine del Consiglio dei ministri. Oggi la riunione Protezione civile e Regioni, poi, nei prossimi giorni, il punto dell’unità di crisi (Protezione civile e ministeri Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura. Sarà il Consiglio dei ministri di venerdì 4 maggio a discutere la procedura per dichiarare lo stato di emergenza. Anche perché, osserva, in questo campo «la prevenzione é fondamentale». Di parere opposto il ministro per la Giustizia Clemente Mastella «C'é qualche esasperazione al riguardo - sottolinea il Guardasigilli - c'é un problema serio, ma nessuna emergenza: non é che siamo senz'acqua all'improvviso».
Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio ha sottolineato che oggi in Consiglio dei ministri si è svolta «una prima riflessione. Vogliamo che la task force istituita tra i ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo economico e dell'Agricoltura definisca le modalità si un eventuale stato di emergenza che oggi riguarda l'agricoltura e in parte l'industria. Non ci sono ancora problemi per gli usi domestici».

Pecoraro Scanio ha aggiunto che «si sta lavorando in sede tecnica per affrontare il tema al prossimo Consiglio». La questione idrica, ha sottolineato il ministro, che oggi riguarda innanzitutto il settore agricolo e non coinvolge i consumi domestici, sarà comunque affrontata nella prossima Finanziaria «così come nella Finanziaria scorsa si é affrontato il tema dell'energia». L'augurio del ministro è che nella prossima Finanziaria «si faccia sull'acqua quello che quest'anno abbiamo fatto con l'energia».

Le misure riguarderenno il riciclo dell'acqua, i grandi depuratori, il risparmio idrico nell'edilizia, la messa in sicurezza degli acquedotti. «L'Italia ha consumi idrici tra i più alti pro capite - sottolinea Pecoraro Scanio - e il livello di dispersione é molto elevato». Si attendono dalla protezione civile dati ufficiali per definire la situazione reale.

Fonte: Il Sole 24 Ore