lunedì 4 giugno 2007

Vaticano, Bush dal Papa il 9 giugno

In occasione del primo incontro formale, organizzato per il 9 giugno in Vaticano, Benedetto XVI e George W. Bush parleranno soprattuto di aborto e guerra in Iraq. Ad annunciare i temi del colloquio tra il Pontefice e il presidente Usa è stato il card. Tarcisio Bertone. Bush e il Papa parleranno anche di America latina, Medio Oriente e delle grandi questioni etiche e sociali che riguardano la popolazione del mondo.

Sarà una settimana importante, quella che sta per iniziare per Benedetto XVI. Nei prossimi giorni, infatti, il Pontefice incontrerà tre presidenti: la filippina Gloria Arroyo, il messicano Felipe Calderon (quest'ultimi lunedì) ma soprattutto - il prossimo 9 giugno - il presidente Bush. Con il leader americano sarà il primo incontro. L'ultima volta che Bush è venuto a Roma, infatti, era per partecipare ai funerali di Giovanni Paolo II.

Quello del 9 giugno sarà, quindi, il primo "vertice" ufficiale con Ratzinger. Secondo indiscrezioni, il presidente americano parlerà al Papa di Cuba e del processo di transizione in corso nell'isola a causa dell'indebolimento del potete di Fidel Castro. Al centro dei colloqui - che si prevedono particolarmente "intensi" - anche l'Iraq e tutta l'area mediorientale, i grandi temi etici, come l'aborto, e sociali, in particolare la povertà che affligge alcuni Paesi del mondo.

Fonte: TGCOM

L'Italia guida una ricerca europea contro il cancro al seno

Italia capofila di un progetto europeo su un farmaco a bersaglio molecolare contro il tumore del seno. Grazie a un accordo fra l’università di Modena e Reggio Emilia e l’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline, il dipartimento di oncologia ed ematologia dell’ospedale universitario di Modena coordinerà due studi da condurre in 25 centri d’Europa per due anni.

Su 200 pazienti sarà testato lapatinib per la prima volta come trattamento del cancro del seno in fase precoce, subito dopo l’intervento chirurgico. Si tratta di una piccola molecola innovativa, che secondo due studi presentati al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), in corso a Chicago, ha ottenuto risultati positivi contro questa malattia in fase avanzata, in pazienti difficili da trattare.

Nella ricerca guidata dall’equipe italiana, il tessuto tumorale delle donne arruolate verrà sottoposto a sofisticate analisi molecolari, per individuare le caratteristiche biologiche che predicono la risposta alle terapie. I ricercatori studieranno le variazioni prodotte dal farmaco nella cellula e quali di questi mutamenti si traducono in efficacia clinica e, dunque, nel miglioramento della sopravvivenza. Il bersaglio di lapatinib è il recettore Her2, noto per il suo ruolo nel processo di formazione del tumore. Un tumore piuttosto aggressivo a causa dell’iperattività di questo recettore. Circa un cancro del seno su 4 è positivo a Her2.

La piccola molecola, cosiddetta per il suo peso estremamente ridotto, si conferma efficace, in combinazione con la chemio, contro il tumore del seno positivo al recettore Her2, in pazienti in fase avanzata. È quanto emerge da uno dei due studi presentati all’Asco. La ricerca ha coinvolto 24 Paesi tra cui l’Italia, arruolando 580 donne con malattia avanzata.

Il risultato è un aumento della sopravvivenza senza progressione del tumore e una significativa risposta al trattamento, che ha dunque mostrato di funzionare. «Questi risultati -sottolinea il direttore dell’unità di oncologia medica dell’ospedale di Prato e coordinatore dello studio, Angelo Di Leo- sono un passo avanti per le pazienti, un passaggio importante verso il trattamento personalizzato del tumore del seno».

Ma la molecola ha altre frecce al suo arco. Un terzo delle donne con questo tumore in fase avanzata, sviluppa metastasi cerebrali. Solo una su cinque sopravvive a un anno. Il secondo studio, condotto su 241 donne con lesioni al cervello, ha dimostrato che lapatinib riduce le metastasi cerebrali nel 19% delle pazienti, che diventano il 40% se si abbina anche la chemioterapia. «I dati dimostrano -afferma Paolo Paoletti, vicepresidente senior dell’Oncology Meedicine Development center di Gsk- il potenziale di questa molecola e ci spingono a impegnarci ulteriormente per migliorare le opzioni terapeutiche per i malati».

Fonte: La Stampa.it

Il Comune di Mliano boccia il festival gay

Negati per la prima volta i contributi (30mila euro) alla manifestazione cinematografica aperta due giorni fa allo Strehler

Doveva essere una formalità: la giunta di Palazzo Marino che, come ha sempre fatto quando c´erano altri sindaci, approva il patrocinio al Festival internazionale di cinema gay e lesbico in programma allo Strehler dal 1° al 7 giugno, arrivato quest´anno alla ventunesima edizione. Una formalità da sbrigare nella seduta di venerdì, il giorno del via alla manifestazione: ma Letizia Moratti ha detto no. Con una frase secca, e priva di motivazioni: «Il patrocinio non lo diamo». Nessuno ha osato replicare, dopodiché sindaco e assessori sono passati a parlare d´altro. Ora è tutto bloccato, meno le locandine già stampate per pubblicizzare l´ormai consueto appuntamento di giugno, che riscuote il crescente interesse di un pubblico non solo omosessuale, e non di rado presenta pellicole premiate ai concorsi cinematografici internazionali. Su quelle locandine, in basso a sinistra, c´è scritto che l´iniziativa ha il patrocinio del Comune.

Che qualcosa fosse andato storto lo si poteva però intuire ancora prima di venerdì. Il patrocinio, infatti, doveva essere dato da due assessorati, la Cultura e il Tempo libero, retti da Vittorio Sgarbi e Giovanni Terzi (Forza Italia). Erano previsti anche finanziamenti, circa 30mila euro, 15mila per ciascun assessorato. Ma Terzi è arrivato in giunta senza presentare la delibera. Perché? L´interessato non spiega molto: «Stiamo riconsiderando la questione, posso solo dire che la giunta non ha deciso perché nessuna delibera è arrivata: vedremo nei prossimi giorni».

Sta di fatto che Sgarbi la sua delibera l´ha presentata, ma non se n´è fatto nulla per il niet del sindaco. Che, evidentemente, ritiene inopportuno accostare il Comune a una rassegna di film su tematiche omossessuali. Anche se i suoi predecessori - tutti, da Albertini in giù - non avevano mai sollevato problemi. Si ricorda anzi, la decisa presa di posizione di Riccardo De Corato che nel luglio del 2001 (era sempre vicesindaco) commentò con queste parole il rifiuto della Regione a concedere il patrocinio al film festival gay: «È un contributo storico che noi abbiamo sempre dato, e chi accosta questo festival al Gay Pride sbaglia, perché le due iniziative si muovono in ambiti diversi: un conto è il corteo, altro la proiezione di film in un luogo chiuso». C´è un precedente, a ricordare che tra il sindaco e le realtà omosessuali non corre buon sangue. Risale al luglio dello scorso anno, quando Letizia Moratti, freschissima di insediamento, negò il patrocinio all´Open gay di tennis che si disputa a Milano dal 1999. Salvo un paio di volte, il Comune aveva sempre patrocinato questo torneo sportivo, ma l´anno scorso è arrivato il no. Per concedere il marchio di Palazzo Marino il sindaco avrebbe voluto che la manifestazione cambiasse nome (bisognava togliere la parola «gay»); i promotori non hanno accettato e il patrocinio è stato negato.

Il no di Letizia non ha mancato di sollevare perplessità nella stessa giunta. Basta sentire quel che dice, con una buona dose di sarcasmo, l´assessore forzista Tiziana Maiolo: «Non avrei trovato nulla di strano nel concedere questo patrocinio, forse qualcuno ha valutato che le opere presentate al festival non fossero degne: spero solo che il rifiuto non venga motivato con il carattere gay della rassegna». Conclusione: «Il Comune non ha mai discriminato nessuno, perché la discriminazione non appartiene alla cultura di noi liberali; anzi, fosse per me, darei il patrocinio anche al Gay Pride».

Fonte: L'espresso

Musica digitale, in classifica anche brani venduti via cellulare

Anche il download della canzoni con il telefonino entra a delineare la classifica ufficiale della musica digitale, elaborata per conto della Federazione dell'industria musicale italiana da Nielsen SoundScan, grazie ai dati che saranno forniti da Vodafone.

Come spiega una nota di Fimi, l'operatore mobile fornirà i suoi numeri relativi al download di brani musicali dalla telefonia mobile e si va ad unire ad un gruppo composto da vari siti, fra cui Deejay Store, Apple ITunes Italy, 105 Megastore, Coca Cola Music Store, MSN Music Club Italy, MTV Digital Downloads Italy, Tiscali Italy, Media World Net Music.

"Il consumo di musica digitale è ormai una realtà sempre più diffusa anche nel nostro paese", ha spiegato in una nota Enzo Mazza, presidente di Fimi.

"Nel 2006 la musica digitale in Italia è cresciuta del 44% e rappresenta oggi il 6,11% del mercato nazionale", ha aggiunto Mazza.

"L'ingresso di Vodafone nel panel è un segnale significativo, anche perchè in Italia circa l'80% della musica digitale è scaricata e fruita attraverso telefonia mobile. L'augurio è che anche le altre aziende di telefonia mobile seguano l'esempio di Vodafone".

La prima top ten dei brani online più venduti in Italia è stata diffusa nell'aprile dello scorso anno.

Molti sono i cantanti che puntano sulle nuove tecnologie per attirare i fan. Ultimo in ordine di tempo è Prince, che la settimana scorsa ha annunciato che distribuirà il suo primo singolo proprio tramite i telefoni cellulari.

Fonte: Reuters Italia

Acquisti online, la polizia vigila

Verso la mezzanotte del 3 giugno del 1998, un acquirente di Fremont (California) compra La concessione del telefono di Andrea Camilleri sul sito www.ibs.it. È per l'Italia la prima transazione online con carta di credito riconosciuta dal sistema bancario, e l'inizio dell'era dell'e-commerce.

Ibs esiste ancora, e vende anche cd e dvd: è il leader di mercato in un settore che fa registrare una media di 7000 ordini online ogni giorno. Ma nel web ormai si trova di tutto: dall'arredamento alle auto, dai vini pregiati all'abbigliamento, dalle villette ai computer, per un giro d'affari che nel 2006 è stato di circa 4 miliardi di euro, il 45 per cento in più rispetto all'anno precedente.

La svolta
Gli italiani acquistano col pc soprattutto pacchetti turistici, gadget ed elettronica di consumo, polizze assicurative e servizi di telefonia. Vari aspetti di uno stesso modello di business, costruito in analogia con quello tradizionale: negozio, merce in vendita, cliente. Ma la spinta decisiva per l'e-commerce è arrivata nel 2001, quando eBay è sbarcata in Italia, sei anni dopo il debutto negli Usa. Con il sistema ideato da Pierre Omidyar tutti possono diventare acquirenti e venditori, e per un negoziante tradizionale è facile tentare la via del commercio online, senza grandi investimenti di denaro o di personale.

Il primato di eBay
Oggi eBay Italia ha oltre tre milioni di utenti registrati (su un totale di 233) ed ogni mese più di 7,8 milioni di visitatori. E' la prima piattaforma di e-commerce italiana, ma soprattutto la ragione che ha spinto milioni di persone a fidarsi del web per i loro acquisti. E' una grande vetrina, dove chi vende può offrire merce e servizi all'incanto o proporre un acquisto immediato. Il potenziale compratore legge l'inserzione e fa un’offerta; gli altri utenti possono rilanciare fino alla scadenza. Alla fine dell'asta, il miglior offerente si aggiudica l'articolo e versa al venditore la cifra pattuita, mentre ad eBay va una tariffa fissa per l'inserzione più una commissione.

Mi fido di te
L’espansione di eBay parte da una premessa per niente scontata: la fiducia nel prossimo, che spinge gli acquirenti a inviare denaro ad uno sconosciuto per un oggetto di cui hanno appena un'immagine, o che addirittura non hanno visto affatto. C'è da fidarsi della descrizione del venditore, del fatto che davvero spedisca l'oggetto una volta ricevuto il denaro, dell'efficienza e dell'affidabilità del corriere. E bisogna trovare un metodo di pagamento sicuro ed economico. Se il vecchio contrassegno comporta costi aggiuntivi che lo rendono poco conveniente per oggetti di poco valore, il bonifico bancario e il vaglia impongono spesso di dover raggiungere l'agenzia o l'ufficio postale, vanificando due grandi vantaggi del commercio online, la possibilità di fare acquisti senza uscire di casa e senza tener conto degli orari dei negozi. Così finalmente gli italiani si sono decisi ad usare sul web le carte di credito, quelle tradizionali e le più recenti ricaricabili, o Paypal, un sistema di pagamento ideato proprio da eBay.

I rischi
Il pericolo di frodi tuttavia rimane, e nessuno ci assicura che dall'altra parte dello schermo il venditore non sia un truffatore, né che i dati della carta di credito non vengano intercettati e usati illegalmente. Per questo, eBay ha appena lanciato una nuova campagna, in collaborazione con la Polizia Postale: sul sito www.compraconbuonsenso.it ci sono consigli e regole per acquisiti sicuri, ma anche un link per sporgere denuncia direttamente online, se proprio qualcosa fosse andato storto. Non basterà ad evitare i raggiri, come non basta il meccanismo dei feedback che dovrebbero indicare il grado di affidabilità di ogni membro di eBay. Ma se non altro, l'iniziativa richiama l'attenzione su una regola spesso dimenticata da chi compra sul web: se un oggetto costa troppo poco, forse a fare un affare sarà l'altro. Buonsenso, appunto.

Le regole di eBay
GUARDA
di scegliere bene la password. Meglio usare almeno otto caratteri, con una combinazione di lettere, numeri e caratteri speciali, evitando di utilizzare la stessa password per siti diversi;
ASCOLTA i feedback del venditore;
ASSAGGIA i tuoi acquisti. Controlla descrizione e condizioni di spedizione e consegna, scegliendo sempre metodi di spedizione tracciabili;
TOCCA con mano il pagamento online. Scegli metodi di pagamento sicuri come PayPal, bonifico bancario, conto corrente postale, contrassegno o i servizi di deposito a garanzia;
FIUTA le false email (phishing). Diffida delle email che chiedono di fornire dati riservati, password o informazioni sulla propria carta di credito, attraverso link.

Fonte: La Stampa.it

Ginseng e semi di lino promossi come anti-cancro

Guardati da molti con diffidenza o paura, alcuni rimedi naturali ottengono ora la «benedizione» ufficiale da parte dei massimi guru mondiali dell’oncologia. I trattamenti alternativi, sulla base di studi scientifici rigorosi, vengono promossi, avendo dimostrato una reale efficacia contro il cancro, in associazione ai trattamenti tradizionali (chemioterapia e chirurgia). In testa, l’estratto di ginseng, ma anche i semi di lino, ad esempio, hanno evidenziato proprietà antitumorali notevoli. Gli oncologi statunitensi non hanno dubbi, e pur precisando che ulteriori studi sono necessari, hanno portato i loro risultati al cospetto dei 25.000 esperti riuniti a Chicago per il Congresso annuale dell’Associazione Americana di oncologia clinica (Asco), il maggiore appuntamento mondiale del settore.


Il rimedio naturale accanto a chemioterapia e chirurgia
«L’uso della medicina alternativa o complementare per trattare il cancro e i suoi effetti collaterali - ha affermato l’ematologo Bruce Cheson, della Georgetown University - si è molto diffuso, ma finora erano pochissimi gli studi scientifici sull’efficacia di tali sostanze». E gli ultimi risultati sono davvero incoraggianti, anche se è ancora presto per dare indicazioni generalizzate nell’utilizzo di tali trattamenti.
Il ginseng, ad esempio, si è rivelato un toccasana contro la fatica cronica, mentre i semi di lino contribuiscono a bloccare il tumore alla prostata. Bocciato, invece, l’estratto di cartilagine di squalo: si riteneva avesse effetti anticancro, invece gli studi hanno evidenziato come non migliori la sopravvivenza nei pazienti, in particolare in quelli affetti da cancro al polmone, oggetto della sperimentazione.


Ginseng: combatte la fatica cronica dei pazienti con cancro
Uno studio pilota americano ha dimostrato che il ginseng può combattere in modo significativo la fatica cronica nei pazienti, uno degli effetti collaterali più comuni e debilitanti del cancro e dei suoi trattamenti. La fatica, ha sottolineato l’oncologa Debra Barton della Mayo Clinic e autrice dello studio, «è uno dei problemi maggiori per questi pazienti e può danneggiare molto la loro qualità di vita. Identificare opzioni per trattare con successo tale effetto collaterale è una priorità della ricerca». Nello studio sono stati arruolati 282 pazienti per otto settimane. Tutti avevano varie forme di cancro e un’aspettativa di vita di almeno sei settimane. Ad alcuni gruppi è stata somministrata polvere di ginseng sotto forma di capsule, ad altri placebo. I risultati sono stati più che positivi, dal momento che la fatica cronica è risultata molto ridotta nei pazienti che prendevano il ginseng. Dagli esperti Usa, inoltre, arriva anche un altro consiglio: evitare gli integratori al ginseng venduti in grandi magazzini o luoghi poco controllati. Possono essere pericolosi per scarsa qualità e sicurezza.


Semi di lino: bloccano la crescita del tumore alla prostata
I semi di lino possono contribuire a bloccare la crescita del tumore della prostata. Questi semi sono infatti ricchi di acidi Omega 3, che hanno un ruolo nel ridurre la proliferazione cellulare tumorale. I semi di lino hanno già dimostrato di ridurre il tumore alla prostate nei topi. Ora, questo studio Usa dimostra, ha affermato la chirurga Wendy Demark della Duke University Medical Center e autrice del lavoro, che «i semi di lino possono ridurre la proliferazione di questa forma tumorale nell’uomo». Lo studio ha utilizzato un campione di 161 pazienti.
I semi di lino sono stati mischiati al cibo e alle bevande. Dopo trenta giorni di trattamenti i pazienti sono stati operati e la prostata sottoposta ad esami. Nel gruppo trattato con i semi di lino, gli esami clinici hanno evidenziato una crescita inferiore di circa il 40% delle cellule tumorali rispetto ai pazienti trattati con placebo.

Fonte: La Stampa.it

Rinite allergica, in aumento fra bambini e giovani

La rinite allergica, una patologia infiammatoria della mucosa del naso che colpisce i soggetti allergici o atopici, è in costante aumento in quasi tutto il mondo. Si stima che una percentuale che va tra il 10-30 per cento della popolazione generale soffra di rinite allergica.

In base ad uno studio condotto dall'Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino e dall'Università di Genova, la rinite allergica è una patologia sotto diagnosticata. Secondo i ricercatori, ben un italiano su sei ne soffre con una maggiore incidenza nei giovani e nei bambini dove si stima che il :disturbo interessi una persona ogni quattro abitanti. Per il futuro gli scienziati si aspettano un aumento dei casi di rinite allergiche ipotizzando che nel 2020 ben un giovane su due sarà colpito da questa patologia. Un altro aspetto evidenziato dalla ricerca è la diminuzione del fattore stagionale, se infatti prima la rinite allergica raggiungeva l'apice di diffusione nel periodo primaverile, ora è sempre più presente anche d'estate.

I principali disturbi causati dalla rinite allergica sono il naso che cola e gli occhi rossi, dei disturbi che persistono ormai per tutto l'anno in numerosi pazienti, soprattutto ragazzi e bambini, che presentano una ridotta difesa contro il mix micidiale di pollini e l'inquinamento urbano. I dettagli dello studio condotto dall'Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino e dall'Università di Genova sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Pediatrics (Maggio 2007).

Il professor Giorgio Walter Canonica, Direttore della Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio e Allergologia Di.M.I, esponendo i risultati della ricerca ha evidenziato come questo studio ha fornito una panoramica più che attendibile della presenza dei sintomi da rinite allergica nella popolazione giovanile italiana. Attraverso una comparazione con i dati preesistenti relativi al 1994/95, per la prima volta si è tracciata la tendenza all'aumento del fenomeno allergie (riniti allergiche). Il professor Canonica, che nel 2008 acquisirà la presidenza della WAO (World Allergology Organization), fa notare come negli ultimi cinque anni si è registrato un incremento maggiore del 5 per cento per questo tipo di patologia, una tendenza che se non invertita porterà ad avere, nel 2020, il 50 per cento dei bambini e dei giovani affetti da rinite allergica.

Analizzando alcuni dati estratti dallo studio si può notare come nei bambini si sia registrato un incremento maggiore. In base ai dati Istat 2003, i ragazzi ed i bambini in Italia erano circa 8 milioni, il numero di casi di riniti allergiche riscontrate in questa gruppo di pazienti è stato di 1 milione e 549 mila bambini nella fascia d'età compresa tra i 6 ed i 7 anni, ed 1 milione e 553 mila adolescenti tra i 13 ed i 14 anni. da una comparazione con i dati che vanno dal 1994 al 2002 si è riscontrato un incremento maggiore di riniti allergiche nei bambini (pari a + 5,2 per cento) che nei ragazzi (pari a + 4,1 per cento).

Le allergie ai pollini, pollinosi, influiscono pesantemente sulla qualità della vita in quanto i sintomi a carico degli occhi, del naso e talvolta dei bronchi (asma), interferiscono con le normali attività della vita quotidiana. I sintomi delle riniti allergiche possono compromettere la capacità di studio e di lavoro, inoltre, ci sono grandi limitazioni nel praticare sport o nel compiere altre attività all'aperto. Questi individui, geneticamente predisposti, producono particolari anticorpi che quando vengono a contatto con le proteine rilasciate dai pollini innescano una reazione immunitaria che provoca i sintomi dell'allergia. In alcuni casi può capitare che dei soggetti allergici non producano anticorpi contro i pollini, per questo motivo è importante effettuare delle analisi personalizzate per caratterizzare il profilo di ogni singolo paziente.

A causa dei cambiamenti climatici si sta modificano la biologia delle piante, con il tempo si è notata un'alterazione della loro pollinazione con una conseguente ripercussione sui pazienti allergici. In estate si verifica la pollinazione delle urticacee (in particolare parietaria) e delle composite (assenzio, ambrosia,ecc.) un fenomeno che ora si protrae fino all'inizio dell'autunno. I casi di allergie ai pollini, prima circoscritti a dei periodo più limitati, ora si estendono per un lungo arco di tempo, da gennaio ad ottobre.

Un altro aspetto che è stato esaminato durante la ricerca è la presenza di pollini nell'inquinamento atmosferico. I pollini, minuscoli granellini invisibili a occhio nudo che vengono liberati dalle piante a scopo riproduttivo e trasportati dal vento anche a grande distanza, fanno parte del particolato atmosferico (PM10). Con il termine particolato atmosferico si intende una complessa miscela di sostanze organiche e inorganiche presenti in aria. Alcuni studi hanno dimostrato che l'effetto allergenico dei pollini aumenta, quando questi sono miscelati con alcuni costituenti dell'inquinamento atmosferico (ad esempio i particolati fini). In pratica gli inquinanti atmosferici non solo agiscono di per sé sulle vie aeree, irritandole e causando bronchiti e asma, ma agiscono anche indirettamente, potenziando l'effetto allergico dei pollini.

Fonte: Universo Online