mercoledì 28 marzo 2007

«Life» vivrà solo su Internet

La casa editrice Time ha annunciato che chiuderà nuovamente la storica rivista «Life», che era stata rilanciata alla fine del 2004 come supplemento a numerosi quotidiani.

Time ha spiegato che continuerà ad utilizzare la testata «Life» per la pubblicazione di libri e su Internet, dove sarà lanciato un sito web con fotografie tratte dal suo enorme archivio di immagini.

Tra le motivazioni che hanno portato a questa decisione, la casa editrice ha citato il «declino del mercato editoriale» e la mancanza di inserzioni pubblicitarie. Negli ultimi tre anni, «Life» è stata allegata a 103 quotidiani, facendo concorrenza ad altri popolari inserti come «Parade» - della casa editrice Advance Publications - e «Usa Weekend» di Gannett.

Time aveva già interrotto la pubblicazione di «Life» altre due volte in passato. Lanciata nel 1936 come settimanale, la rivista fu fermata nel 1972, per tornare in veste di mensile sei anni dopo. Fu sospesa nuovamente nel 2000 e quindi rilanciata come supplemento nel 2004.

«Il mercato è cambiato notevolmente dall’ottobre 2004 e la prosecuzione di questa pubblicazione non è più opportuna» si legge nel comunicato diffuso dall’amministratore delegato di Time Ann Moore.

La società, un’unità del gruppo Time Warner, è una delle più importanti case editrici americane e pubblica, tra gli altri titoli, le riviste «People», «Sports Illustrated», «Time» e «Fortune». A gennaio aveva annunciato il taglio di 300 posti di lavoro e ceduto 18 riviste minori, tra cui «Popular Science», «Field&Stream» e «Parenting». Da allora ha avviato un processo di rilancio e riposizionamento di molti dei suoi prodotti per seguire lo spostamento dei lettori e della pubblicità dalla carta stampata a Internet.

Fonte: La Stampa.it

Tumore all'utero, nelle farmacie arriva il vaccino

Una «vera e propria rivoluzione per le donne» e una notizia che apre la strada alla messa a punto di altri vaccini contro varie forme di cancro. È salutato così l´arrivo nelle farmacie italiane del primo vaccino contro il papilloma virus (HPV), causa principale del tumore al collo dell'utero. L'annuncio ufficiale è stato dato in una conferenza stampa a Roma dove era presente anche l'oncologo Umberto Veronesi.

Tra le donne tra 15 e 44 anni, il tumore al collo dell'utero è la seconda causa di morte per tumore in Europa (il primo è il cancro al seno). Solo in Italia colpisce 10 donne ogni giorno Quello ora disponibile nelle farmacie è il primo vaccino contro una forma specifica di tumore mai messo a punto. L'indicazione alla vaccinazione è per le donne dai 9 ai 26 anni e l'Italia è il primo Paese europeo che, per decisione del ministro della Salute Livia Turco, concederà la vaccinazione gratuita alle ragazze dodicenni a partire dalla fine del 2007. Attualmente, il vaccino, prodotto dalla Sanofi Pasteur Msd, viene distribuito gratuitamente solo negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, dove è stato messo a punto. Il farmaco - prescritto dallo specialista - va somministrato in tre dosi da assumere entro sei mesi.

Veronesi ha invitato a vaccinare le bambine contro il cancro del collo dell'utero dal momento che il vaccino «è sicuro e non ha controindicazioni». «Nove milioni di nuovi casi di cancro nel mondo ogni anno - ha detto Veronesi -, circa 1,6 milioni sono causati da agenti infettivi e il Papilloma virus è quello che causa il maggior numero di tumori, cioè 550mila forme di cancro al collo dell'utero ogni anno. Secondo l'oncologo, la disponibilità del nuovo vaccino è dunque «una grande notizia per le donne, che per la prima volta potranno proteggersi dalla seconda causa di tumore femminile».

La componente della commissione Sanità del Senato Laura Bianconi ha annunciato che l'obiettivo per il prossimo futuro è estendere la vaccinazione gratuita contro il cancro al collo dell'utero anche ad altre fasce d'età della popolazione femminile. La spesa per questa misura rivolta alle ragazze di 12 anni, ha sottolineato la Bianconi, «è pari a 75 milioni di euro, ma già stiamo predisponendo emendamenti sulla prossima finanziaria - ha annunciato - perché il finanziamento sia aumentato proprio per allargare la possibilità di vaccinare gratis un maggior numero di donne. In altre parole, partiamo con le dodicenni, ma non ci vogliamo fermare qui e con le prossime finanziarie amplieremo i fondi, perchè, se si può riuscire a sconfiggere questa forma di tumore che colpisce 3.800 donne l'anno e ne fa morire 1.700, vogliamo certamente essere parte attiva».

Veronesi ha quindi annunciato che l'istituto europeo di oncologia contribuirà allo sviluppo del vaccino contro il Papilloma virus con uno studio per l'incremento della vaccinazione delle ragazze di 18 anni che verrà avviato prima dell'estate. «Si apre anche la strada per la messa a punto di vaccini per altre forme di tumore dovute a virus - ha sottolineato l'esperto -, come la leucemia, linfomi, tumori del fegato e della faringe. Infatti il 20% dei tumori sono appunto dovuti ad agenti virali. Questo - ha aggiunto - il momento importante per il mondo scientifico e il vaccino avrà un grande impatto sociale».

«Il nuovo vaccino però non deve far pensare che il pap test sia uno strumento superato. Il vaccino è importante, soprattutto per le generazioni future, ma il test aiuta sempre. Quello della lotta al tumore del collo dell'utero rimane un tema aperto: la vaccinazione per le donne tra i 20 e i 30 anni, più vicine alla soglia di età a rischio, è importante almeno quanto lo screening periodico del loro stato di salute».

Fonte: L'Unità

Preside rapisce 32 alunni per chiedere al governo case e scuole

L’uomo, che già in passato aveva sequestrato due sacerdoti, si è asserragliato con due complici in un autobus davanti al municipio di Manila con i suoi alunni, di età compresa fra i tre ed i cinque anni. Dopo una giornata di tensione, sono stati rilasciati.

Manila (AsiaNews/Agenzie) – Il preside di una scuola elementare filippina ha rapito questa mattina 32 suoi alunni (di età compresa fra i tre ed i cinque anni) e due insegnanti mentre, su un autobus, si recavano in gita a Tagaytay, località a sud di Manila. Alle 19 (ora locale), il gruppo è stato rilasciato.
Secondo il rapitore, il gesto serve per chiedere alle autorità di dare una scuola ed una casa a 145 bambini che vivono in un Centro di accoglienza di uno dei distretti più poveri di Manila, Tondo.
Il preside, che si è identificato come Jun Ducat, ha chiamato una stazione radio di Manila ed ha chiesto istruzione gratuita e case per 145 alunni di scuola media che al momento si trovano nel Centro di accoglienza Musmos Day, uno dei pochi istituti educativi del poverissimo distretto di Tondo.
Nel suo intervento radio, Ducat ha promesso di “arrendersi in maniera pacifica” se le sue richieste verranno: “Amo questi bambini, e loro sono il motivo per cui sono qui. Non inizierò certo a sparare”.
Il senatore Alfredo Lim, ex capo della polizia di Manila, ha spiegato che Ducat è conosciuto da tempo per essere un agitatore in cerca di attenzione: nel 1987, per una disputa legale, aveva rapito due sacerdoti cattolici dicendo di essere armato di granate, poi rivelatesi finte. Per questo, dice, “sono sicuro che tutto finirà per il meglio”.

Fonte: AsiaNews.it

Dico/ Nota della Cei: legalizzazione inaccettabile

La legalizzazione delle unioni di fatto è "inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo"; avrebbe effetti deleteri sulla famiglia perchè toglierebbe "al patto matrimoniale la sua unicità, che sola giustifica i diritti che sono propri dei coniugi e che appartengono soltanto a loro". E' quanto afferma la Nota del Consiglio Permanente della Conferenza episcopale italiana. "Un problema ancor più grave - sottolineano i vescovi - sarebbe rappresentato dalla legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso, perché, in questo caso, si negherebbe la differenza sessuale, che è insuperabile".

"Un problema ancor più grave sarebbe rappresentato dalla legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso, perché, in questo caso, si negherebbe la differenza sessuale, che è insuperabile". Lo scrivono i vescovi italiani nella "Nota Pastorale a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto".

Ogni cristiano "è tenuto a formare la propria coscienza confrontandosi seriamente con l'insegnamento del Magistero". E dunque nessun politico che si proclami cattolico "può appellarsi al principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società".

Il no dei vescovi italiani alla legalizzazione delle coppie di fatto rappresenta "una parola impegnativa"
per i politici cattolici. Nella loro Nota Pastorale i vescovi si rivolgono "specialmente ai cattolici che operano in ambito politico" ai quali ricordano "l'insegnamento del Papa nella sua recente Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis". "I politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale - ricordano i vescovi italiani - devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana", tra i quali rientra la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna".

"Comprendiamo - scrivono ancora i vescovi - la fatica e le tensioni sperimentate dai cattolici impegnati in politica in un contesto culturale come quello attuale, nel quale la visione autenticamente umana della persona è contestata in modo radicale. Ma è anche per questo che i cristiani sono chiamati a impegnarsi in politica".

Anche se con fermezza la Nota della Cei definisce "incoerente quel cristiano che sostenesse la legalizzazione delle unioni di fatto", il tono della dichiarazione è pastorale. "Non abbiamo - affermano infatti i vescovi - interessi politici da affermare; solo sentiamo il dovere di dare il nostro contributo al bene comune, sollecitati oltretutto dalle richieste di tanti cittadini che si rivolgono a noi. Siamo convinti, insieme con moltissimi altri, anche non credenti, del valore rappresentato dalla famiglia per la crescita delle persone e della società intera".

"Ogni persona - ricordano - prima di altre esperienze, è figlio, e ogni figlio proviene da una coppia formata da un uomo e una donna. Poter avere la sicurezza dell'affetto dei genitori, essere introdotti da loro nel mondo complesso della società, à un patrimonio incalcolabile di sicurezza e di fiducia nella vita. E questo patrimonio è garantito dalla famiglia fondata sul matrimonio, proprio per l'impegno che essa porta con sé: impegno di fedeltà stabile tra i coniugi e impegno di amore ed educazione dei figli".

Fonte: Libero.it