Milano, maestra taglia la lingua all'alunno: "Parli troppo, tira fuori la lingua, che te la taglio"
Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha avviato la procedura di licenziamento immediato nei confronti della maestra che a Milano ha provocato tagli alla lingua di un alunno di sette anni.
L'incredibile episodio, rivelato oggi dal Corriere della Sera, è avvenuto il 20 febbraio in una scuola elementare della zona di San Siro. Un'insegnante di sostegno, R.S, 22 anni, ha causato un taglio alla lingua di un alunno, figlio di nordafricani ma nato in Italia, provocandogli "una ferita a tutto spessore" giudicata guaribile in dieci giorni. L'insegnante è stata denunciata per lesioni e, prima ancora dell'intervento del ministro, era stata sospesa dal lavoro.
"Di fronte a comportamenti di tale gravità è solo una la risposta possibile: tolleranza zero - ha dichiarato Fioroni - Le centinaia di migliaia di insegnanti seri della scuola italiana non meritano di essere screditati da pochi irresponsabili". La decisione di avviare la procedura di licenziamento è stata presa dal direttore scolastico regionale della Lombardia d'intesa con il ministro. Con le nuove norme disciplinari contenute nella circolare inviata dal ministro il 19 dicembre scorso, informa il ministero, "si stabilisce tra l'altro che la competenza di questi provvedimenti, per evitare lungaggini burocratiche e consentire azioni tempestive, passi direttamente dal ministero ai Direttori regionali".
La difesa. La maestra si difende affermando che si è trattato di un incidente: in una sorta di gioco avrebbe avvicinato le lame delle forbici alla lingua del bimbo irrequieto ("Parli troppo, tira fuori la lingua, che te la taglio..."), ma il gioco è andato oltre le intenzioni e la lama è finita sulla lingua del piccolo, tagliandola. In quel momento la giovane insegnante aveva il controllo dell'intera classe, perché la maestra di ruolo si era brevemente assentata.
Tale versione viene confermata dagli inquirenti: "Il ferimento è stato sicuramente accidentale. Il bimbo stava correndo verso la maestra". Ora si ipotizza il reato di lesioni colpose.
Il bambino, spaventatissimo, ha trascorso la notte in ospedale, dove i medici gli hanno praticato cinque punti di sutura, con prognosi di dieci giorni e obbligo di alimentazione liquida fino alla guarigione della ferita.
Secondo quanto confermato dall'avvocato Piero Porciani, che tutela la famiglia, da quel giorno il ragazzino è sotto choc, non è più voluto tornare a scuola e scappa quando vede delle lame. La mamma, inserviente in una mensa, ha dovuto lasciare il lavoro per stare accanto al piccolo. E ha presentato denuncia per lesioni contro l'insegnante avviando una causa contro l'istituto per ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali, "sia per le cure del bimbo, sia per i giorni di lavoro che la donna sta perdendo".
"Siamo tutti increduli - commenta l'avvocato - E' vergognoso pensare che a insegnare siano mandate persone non monitorate dai vertici scolastici. La ragazza era al primo anno di insegnamento, un bel biglietto da visita. La famiglia - spiega il legale - ha tutte le intenzioni di chiedere l'intervento di psicologi per aiutare il bambino ferito dalla maestra".
Il bidello della scuola sta dalla parte della maestra. "E' una brava ragazza, dolcissima con i bambini. Voi avete gonfiato tutto e l'avete rovinata. Lei non ha fatto niente. E' stato un fatto accidentale".
Pubblicato su Repubblica.it