Prodi: "Solo con un accordo si può sospendere il referendum"
«Non è la trattativa che sospende il referendum, ma l’accordo»: il presidente del Consiglio, Romano Prodi rispondendo nella sua Bologna ad una domanda dei giornalisti ha spiegato la sua posizione circa l’ipotesi di una sospensione del referendum per la riforma della legge elettorale. Con riferimento a quanto affermato dal presidente del Comitato promotore del referendum Giovanni Guzzetta, Prodi ha detto: «Quando parlo di un rinvio del referendum elettorale, non è che voglia dire che il referendum non è un grande strumento, perchè ogni volta in cui si richiama la società civile si fa un passo in avanti. Però - ha chiarito - se c’è un accordo alto è chiaro che ci sono gli elementi per sospendere il referendum; non è la trattiva che sospende il referendum ma l’accordo».
BERTINOTTI: RAGIONEVOLI LE PAROLE DI PRODI
«Mi pare molto ragionevole». Così il presidente della Camera Fausto Bertinotti commenta la posizione espressa oggi dal presidente del Consiglio Romano Prodi sul rinvio del referendum sulla legge elettorale solo se c’è un’intesa tra le forze politiche sulla riforma elettorale. «Penso che la legge elettorale richieda per sua natura il più largo consenso possibile», ha detto Bertinotti a margine della conferenza internazionale sul ruolo dei parlamenti nello sviluppo della società dell’informazione. «Si può litigare molto, ma non sulle regole del gioco - ha aggiunto - Le regole del gioco devono essere condivise affinchè la conclusione della partita possa essere considerata legittima e quindi compiuto lo sviluppo del processo democratico». «Penso che il Parlamento - ha ribadito il presidente della Camera - sia la sede vocata per fare la legge elettorale e per farla con il massimo di consenso». E rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se ritiene che le condizioni ci siano, Bertinotti ha risposto: «Intanto bisogna investire sulle possibilità di farcela. Questo - ha concluso - è il momento della speranza dell’investimento»
CALDEROLI: PRODI E BERLUSCONI ALLEATI SULLA LEGGE ELETTORALE
«Berlusconi e Prodi oggi dovrebbero essere veri alleati, perchè il vero nemico è il tentativo di ritorno della Prima Repubblica che, come l’ Idra, spinta dai poteri forti, cerca sempre di risollevare la testa»: lo afferma il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, intervenendo sulla questione della legge elettorale. «Oggi è il momento della chiarezza - aggiunge il coordinatore delle segreterie leghiste - la vuol fare Prodi, non più disponibile a subire i ricatti o le ipocrite pressioni della sua maggioranza, ma la deve fare anche Berlusconi».
FASSINO: RINVIO REFERENDUM SE SI AVVIA PERCORSO REALE
Se dovesse concretamente aprirsi un «cantiere» in Parlamento per la riforma della legge elettorale sarebbe «ragionevole» chiedere ai promotori del referendum di aspettare un anno. Lo dice il segretario Ds, Piero Fassino, a margine del congresso della Sinistra giovanile, precisando che comunque non c’è l’intenzione di imporre scelte a nessuno. «Se si avvia un cantiere che è finalizzato a fare una nuova legge elettorale - dice Fassino - poiché saranno essenziali anche alcune riforme costituzionali strettamente collegate come i poteri dei presidenti del Consiglio, il superamento del bicameralismo e il completamento del federalismo, e siccome il processo di revisione della Costituzione richiede certi tempi, sarebbe ragionevole, se il percorso si avvia, chiedere a coloro che hanno proposto il referendum di procrastinare di un anno il loro lavoro».
Pubblicato su LaStampa.it