domenica 4 marzo 2007

Prodi: "Solo con un accordo si può sospendere il referendum"

«Non è la trattativa che sospende il referendum, ma l’accordo»: il presidente del Consiglio, Romano Prodi rispondendo nella sua Bologna ad una domanda dei giornalisti ha spiegato la sua posizione circa l’ipotesi di una sospensione del referendum per la riforma della legge elettorale. Con riferimento a quanto affermato dal presidente del Comitato promotore del referendum Giovanni Guzzetta, Prodi ha detto: «Quando parlo di un rinvio del referendum elettorale, non è che voglia dire che il referendum non è un grande strumento, perchè ogni volta in cui si richiama la società civile si fa un passo in avanti. Però - ha chiarito - se c’è un accordo alto è chiaro che ci sono gli elementi per sospendere il referendum; non è la trattiva che sospende il referendum ma l’accordo».

BERTINOTTI: RAGIONEVOLI LE PAROLE DI PRODI
«Mi pare molto ragionevole». Così il presidente della Camera Fausto Bertinotti commenta la posizione espressa oggi dal presidente del Consiglio Romano Prodi sul rinvio del referendum sulla legge elettorale solo se c’è un’intesa tra le forze politiche sulla riforma elettorale. «Penso che la legge elettorale richieda per sua natura il più largo consenso possibile», ha detto Bertinotti a margine della conferenza internazionale sul ruolo dei parlamenti nello sviluppo della società dell’informazione. «Si può litigare molto, ma non sulle regole del gioco - ha aggiunto - Le regole del gioco devono essere condivise affinchè la conclusione della partita possa essere considerata legittima e quindi compiuto lo sviluppo del processo democratico». «Penso che il Parlamento - ha ribadito il presidente della Camera - sia la sede vocata per fare la legge elettorale e per farla con il massimo di consenso». E rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se ritiene che le condizioni ci siano, Bertinotti ha risposto: «Intanto bisogna investire sulle possibilità di farcela. Questo - ha concluso - è il momento della speranza dell’investimento»

CALDEROLI: PRODI E BERLUSCONI ALLEATI SULLA LEGGE ELETTORALE
«Berlusconi e Prodi oggi dovrebbero essere veri alleati, perchè il vero nemico è il tentativo di ritorno della Prima Repubblica che, come l’ Idra, spinta dai poteri forti, cerca sempre di risollevare la testa»: lo afferma il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, intervenendo sulla questione della legge elettorale. «Oggi è il momento della chiarezza - aggiunge il coordinatore delle segreterie leghiste - la vuol fare Prodi, non più disponibile a subire i ricatti o le ipocrite pressioni della sua maggioranza, ma la deve fare anche Berlusconi».

FASSINO: RINVIO REFERENDUM SE SI AVVIA PERCORSO REALE
Se dovesse concretamente aprirsi un «cantiere» in Parlamento per la riforma della legge elettorale sarebbe «ragionevole» chiedere ai promotori del referendum di aspettare un anno. Lo dice il segretario Ds, Piero Fassino, a margine del congresso della Sinistra giovanile, precisando che comunque non c’è l’intenzione di imporre scelte a nessuno. «Se si avvia un cantiere che è finalizzato a fare una nuova legge elettorale - dice Fassino - poiché saranno essenziali anche alcune riforme costituzionali strettamente collegate come i poteri dei presidenti del Consiglio, il superamento del bicameralismo e il completamento del federalismo, e siccome il processo di revisione della Costituzione richiede certi tempi, sarebbe ragionevole, se il percorso si avvia, chiedere a coloro che hanno proposto il referendum di procrastinare di un anno il loro lavoro».

Pubblicato su LaStampa.it

Terrorista liberato, Zapatero in discussione

Zapatero nell’occhio del ciclone per la libertà vigilata al terrorista dell’Eta Iñaki de Juana Chaos. Il 60% circa degli spagnoli disapprova la concessione a favore del ’pistolero etarra e la destra, accusata dal resto dei partiti di elettoralismo in vista delle prossime consultazioni amministrative, sferra un duro attacco al governo.

Il terrorista aveva già scontato una pena per l’assassinio a nome dell’Eta di 25 persone. Ma la redazione di 2 articoli sul quotidiano basco Gara, giudicati minaccia terroristica, gli sono costati una condanna a ulteriori 12 anni di prigionia. De Juana non si è rassegnato preferendo una possibile morte per inedia alla permanenza in carcere ed ha iniziato uno sciopero della fame «ad oltranza». Una situazione che ha fatto temere alle autorità spagnole di dar vita ad un ’martire indipendentistà. Ma, dopo il ricovero in ospedale e l’alimentazione forzata decretata dai giudici, una sentenza giudiziaria ha ridotto la pena lasciando all’esecutivo la decisione sul regime carcerario del terrorista.

Il governo del premier Jose Luis Rodriguez Zapatero ha adottato la misura della libertà vigilata. E De Juana ha, in conseguenza, interrotto uno sciopero della fame durato 115 giorni. Il Partito Popolare (Pp) all’opposizione contesta il provvedimento cavalcando l’indignazione diffusa tra la maggioranza della popolazione. E accusa il premier di «manifesta incapacità di difendere lo stato di diritto» e di «cedere al ricatto dell’Eta».

Il resto dei partiti dell’arco costituzionale spagnolo sostengono la scelta del governo. Ma le inchieste pubblicate oggi fotografano un malcontento che si insinua nelle stesse file dell’elettorato progressista: circa il 50% dei votanti socialisti non approverebbe la misura adottata dall’esecutivo di Zapatero. Entusiasti della soluzione della vicenda, al contrario, i dirigenti separatisti. Arnaldo Otegi, leader del braccio politico dell’Eta, il partito fuorilegge Batasuna, ha dato segnali di un mutato atteggiamento rispetto alla lotta armata, ma non ha ancora condannato l’uso della violenza a scopi politici come richiesto da Zapatero. Un cambio di rotta che permetterebbe al governo di poter contare su di un interlocutore legale. Perché Batasuna potrebbe presentare le proprie liste alle prossime elezioni e contare su rappresentanti eletti.

La situazione, allo stato attuale, si prospetta comunque estremamente negativa per le sorti dei socialisti al prossimo test elettorale. Eppure, un cambio radicale dell’Eta o, più verosimilmente, di Batasuna, con l’abbandono della difesa della lotta armata, potrebbe cambiare la prospettiva degli spagnoli sulla strategia del governo. Zapatero, ha difeso la concessione della libertà vigilata a De Juana dichiarando che «eviterà altre morti»: un’osservazione che per alcuni opinionisti proverebbe le intenzioni negoziatrici del premier, che potrebbe attendersi un ’risultatò dalla decisione assunta. Anche se, osservano altri politologi iberici, i timori di dar vita ad un mito dell’indipendentismo basco si sono già avverati: De Juana è infatti già un ’eroè capace da solo di dividere in un confronto dai toni esasperati il Parlamento di Madrid e la sua vicenda dominerà probabilmente la prossima campagna elettorale di maggio.

Pubblicato su LaStampa.it

Ad aprile si torna a monitorare i cetacei

L'istituto Tethys propone un'esperienza straordinaria che richiede entusiasmo, spirito di gruppo e voglia di avvicinarsi ai mammiferi marini dei nostri mari

Si allunga la stagione di raccolta dati sui cetacei condotta da Tethys, l'Istituto di ricerca che da oltre 20 anni si occupa dello studio e della tutela di questi animali in Mediterraneo: già dal 25 aprile si apriranno i campi di osservazione e studio in Mar Ligure. La ricerca sarà dedicata in particolare alla raccolta di dati sulle balenottere comuni, che in primavera fanno ritorno nelle acque del Santuario per nutrirsi di minuscoli gamberetti. È un'occasione unica per ammirare in natura questi straordinari e giganteschi animali contribuendo in prima persona alla loro salvaguardia. I volontari, infatti, partecipando ai campi di osservazione e affiancando i biologi nelle attività di raccolta dati, possono vivere un'incredibile esperienza e partecipare attivamente alla ricerca.

Tre progetti a cui è possibile partecipare
Nel Santuario «Pelagos» dei Cetacei, in Mar Ligure
Il Santuario Pelagos, creato a partire da una proposta dell'Istituto Tethys, possiede una delle più alte concentrazioni di cetacei di tutto il Mediterraneo. A bordo della confortevole «Pelagos», un motorsailer di 21 metri dotato di sofisticati strumenti di ricerca, i ricercatori, assistiti dai partecipanti ai campi, studiano il comportamento della maestosa balenottera comune e della vivace stenella striata, ascoltano con l'idrofono i suoni del grande capodoglio e fotografano, allo scopo di identificare i vari individui, altri cetacei meno conosciuti come il globicefalo, il grampo e il misterioso zifio. Oltre ai cetacei, non è difficile avvistare creature marine tra cui pesci luna, mobule, tartarughe e uccelli. A bordo, avventura e ricerca si alternano a momenti di relax e a lezioni «mirate» sulla biologia dei cetacei.

Presso l'Isola di Kalamos, nella Grecia Ionica
Kalamos è una piccola isola non ancora raggiunta dal turismo di massa, dove i ricercatori dell'Istituto Tethys studiano da 15 anni tursiopi e delfini comuni allo scopo di conoscere le loro abitudini e le minacce a cui sono sottoposti. I biologi, dopo aver constatato il declino del delfino comune nell'area di studio, causato da una drastica riduzione delle loro prede, hanno fatto in modo che la popolazione mediterranea venisse inserita nella Lista Rossa dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn) tra quelle in pericolo di estinzione. I ricercatori sono ora impegnati a studiare una comunità residente di tursiopi, ancora in buona salute, e a monitorare gli ultimi delfini comuni presenti nella zona. I partecipanti ai campi di ricerca alloggeranno in una caratteristica casa locale in mezzo al verde e usciranno in mare a bordo di gommoni a chiglia rigida. A volte, tra un delfino e l'altro, si può incontrare una foca monaca, un pesce spada o una tartaruga marina.

Nel Golfo di Napoli, a Ischia, in collaborazione Delphis mdc
Le acque di Ischia rappresentano un'area ideale per lo studio dei cetacei poiché vi si registra la presenza regolare di cinque diverse specie del Mediterraneo: stenella striata, delfino comune, tursiope, grampo e balenottera comune. Globicefalo e capodoglio sono ospiti occasionali. Priorità del team di ricerca è la salvaguardia del raro delfino comune. I partecipanti saranno ospitati a bordo del magnifico veliero-laboratorio «Jean Gab», un cutter oceanico di 17,7 metri che naviga prevalentemente a vela ed è attrezzato con idrofoni e telecamere subacquee per documentare il comportamento dei delfini.

I campi inizieranno il 25 aprile in Mar Ligure (con una pausa tra il 2 e il 20 maggio) e il 27 maggio in Grecia e avranno la durata di 6 giorni. Il costo varia da 575 a 880 Euro a seconda del periodo scelto e della località e include vitto, alloggio, assicurazione e quota sociale. Sconti speciali per gli studenti sotto i 26 anni. Per gli studenti universitari l'esperienza può valere come credito formativo.

I campi Tethys sono inclusi nel prestigioso programma «Out of the Blue» della Whale and Dolphin Conservation Society, che offre una selezione dei migliori campi di osservazione e studio dei cetacei in tutto il mondo.

(Info: Istituto Tethys - Viale Gadio 2, 20121 Milano - Tel 02 72001947, 02 72601446 – fax 02 86995011 - ufficio_stampa@tethys.org - tethys@tethys.org - www.tethys.org)

Pubblicato su Villaggio Globale.it

PER L'ITALIA!!: Le Iene cercano che Lippi compia la promessa

Il Trio Medusa delle Iene giovedì mattina ha tentato di tagliare un ciuffo di capelli a Marcello Lippi, ex ct della Nazionale campione del mondo, arrivato all’università di Firenze per un incontro con gli studenti. Il tentativo è fallito perché il tecnico è riuscito a dribblare il Trio, sia all’arrivo all’Ateneo sia all’uscita. Le Iene si sono presentate con una sedia di plastica e un asciugamano da barbiere, per chiedere a Lippi di mantenere la promessa di un taglio di capelli che l’ex ct avrebbe fatto riguardo la vittoria del mondiale tedesco. Lippi ha scherzato con gli inviati della trasmissione di Italia1, ma è scampato all’assalto. Ma le Iene sono andate a stanare anche Massimo Moratti e l’hanno messo di fronte al fatto compiuto: la musica dell’inno Pazza Inter sembra abbastanza copiata da Baila Morena di Zucchero.

Pubblicato su CalcioDoc.com


Accordo tra Bbc e YouTube

Sul portale di video compariranno tre nuovi canali, autogestiti dal gruppo britannico. Due sono già attivi: musica e news

Bbc più YouTube, o, se preferite, YouTube più Bbc. L’annuncio è appena comparso, ovviamente, sul sito dell’emittente inglese . L’accordo è firmato e già attivo. Sul famoso portale di video che Google acquistò per 1,6 miliardi di dollari l’anno scorso, compariranno tre nuovi canali, autogestiti dal gruppo britannico. Due sono già attivi, Bbc e Bbc Worldwide, mentre il terzo, BBC News, partirà nei prossimi mesi. Il primo ha soprattutto lo scopo di accrescere l’audience dei programmi della televisione, con trailer e spezzoni che incuriosiscano e convoglino il pubblico davanti allo schermo.

CLIP MUSICALI - Il secondo è fatto soprattutto di clip musicali, presi dagli archivi, reimpaginati per il web, e accompagnati da pubblicità. Le News invece saranno appunto filmati di notizie fresche, una ventina al giorno. Va ricordato che l’emittente inglese ha già un servizio via satellite che copre con le sue news tutti gli angoli del globo, ma questo ovviamente procede a nastro, venendo ripetuto più volte durante il giorno. La fruizione via Internet-YouTube permette invece di cliccare in qualsiasi istante sul servizio giornalistico preferito, senza attendere che il nastro torni al punto giusto. Che si tratti di un colpo clamoroso non c’è dubbio, non tanto per gli aspetti economici, che non sono per ora stati resi noti, quanto per il prestigio e il gioco di squadra di due marchi famosi della comunicazione.

LE POTENZIALITA' - YouTube sigla una collaborazione importante con una premiata ditta televisiva, superando di slancio le difficoltà che aveva conosciuto nei mesi scorsi con i grandi network americani, da un lato tentati dall’idea di essere anche loro in quel luogo famoso della rete, e dall’altro insoddisfatti, pare, per il non eccessivo compenso finanziario che YouTube offriva. Per parte sua la Bbc conferma e accresce la sua fama di televisione-Internet forse la più dinamica e avanzata al mondo. Rapida nelle decisioni e nell’aprirsi nuove strade. Già l’anno scorso, quando il fenomeno Second Life era appena agli inizi, la rete inglese affittò un’isola in quel mondo virtuale per farvi un concerto parallelo e identico a quello che si stava svolgendo nel mondo reale.

ALTRI ACCORDI - Malgrado le difficoltà con le grandi televisioni, un servizio del New York Times segnalava come YouTube, in questi ultimi mesi, abbia stretto accordi con molti gruppi importanti. Sono un migliaio circa che vanno dal Sundance Festival (cinema), alla federazione del basket Nba, alla Ford. La corsa agli accordi per la Tv Internet si è dunque accelerata di colpo e il modello YouTube va cambiando di conseguenza: da luogo di deposito di video amatoriali, giovanilistici e magari copiati abusivamente, a insieme di centinaia di canali prodotti da specialisti e per nicchie verticali.

Pubblicato su Corrierie Della Sera

Festival di Sanremo, il trionfo di Baudo: 54,27% di share e oltre 10milioni di spettatori

Il festival di Pippo Baudo e Michelle Hunziker chiude in bellezza confermando quel trende di grande rirpresa rispetto allo scorso anno che si era gia' evidenziato nei giorni scorsi. La media complessiva della serata finale e' stata del 54,27% di share con 10.580.000 spettatori (+6% sul 2006).

E nella prima parte i telespettatori sintonizzati su Raiuno per seguire la gara dei Big sono stati 12.408.000 con il 48,79% di share.

La seconda parte poi e' stata quesi da record con una grande tenuta fino alla fine del festival, intorno alle 1.20: ben 9.143.000 telespettatori con il 61% di share.

I picchi d'ascolto sono stati registrati alle 21.23 con 13.672.000 spettatori e all'1.17 con il 77,66%.

Pubblicato su RomagnaOggi.it

Irrompe la 'Generazione Y', tutta web sms e video

Sul pianeta giovani irrompe la generazione Y, la nuova generazione ''tutta virtuale'': il suo universo è infatti il web, il linguaggio è fatto di nuovi segni e nuove parole all'insegna, quasi esclusivamente, della realtà virtuale. I ragazzi fra i 18 e i 25 anni vivono di sms e di webcam, sono assidui frequentatori delle più famose communities online, come MySpace e SecondLife, non si perdono un video su YouTube, per loro Skype non rappresenta problemi, hanno un blog come diario virtuale e utilizzano curiosi nickname al posto del loro vero nome. E' la 'Y Generation', il target privilegiato dalle più grandi aziende che operano nel settore della comunicazione, della tecnologia, della moda, dell'entertainment. In questo contesto Calvin Klein Profumi, che ha svolto la ricerca, ha fatto del termine Technosexual, icona della Y Generation in quanto nuova frontiera del comunicare piacere e seduzione, un vero e proprio marchio registrato.

Ma chi sono veramente i ragazzi e le ragazze della Generazione Y, definita negli USA ''post-generation''? Sono la generazione che, frutto degli anni Ottanta, ha vissuto in prima persona l'evoluzione dei costumi sociali e familiari (divorzi in aumento nelle famiglie, donne sempre più lavoratrici e meno ''casalinghe'').

La Generazione Y, secondo la ricerca, possiede a tutti gli effetti un considerevole potere d'acquisto, un'approfondita conoscenza dei prodotti nonostante la giovane età e comportamenti d'acquisto molto diversi da quelli dei genitori, dato che si tratta di consumatori più ''infedeli'' della media. Hanno vissuto in maniera assolutamente mediatica la Guerra del Golfo, sono cresciuti a base di telefonini e computer, sono abituati a comunicare con un nuovo linguaggio fatto di segni sintetici che esprimono emozioni, vivono in ambienti metropolitani all'insegna della multietnicità, sono poco inclini all'impegno politico e poco interessati ai grandi temi sociali, spesso il loro mondo ''digitale'' si dipana fra chat, blog, Ipod, DVD, BlackBerry e webcam. Ma non per questo si deve pensare a una generazione apatica o priva di emozioni, quanto piuttosto a giovani che si pongono come ''meri osservatori'' dei fenomeni sociali stessi, a cui si adattano e adeguano.

E anche il modo in cui sperimentano sesso e amore, per esempio, ne evidenzia una profonda emotività, sebbene quest'ultima rimanga celata in un universo multimediale: è come se l'uno potesse vivere senza l'altro, come in un videogioco, dove realtà quotidiana e dimensione virtuale si alternano senza soluzione emotiva, anche se solo all'apparenza.

Solo negli Stati Uniti il quotidiano 'Usa Today' ha stimato che i giovani della 'Y Gen' sono all'incirca 70 milioni: tutti ragazzi sotto i 30 anni che hanno un rapporto assolutamente confortevole con le tecnologie più avanzate e che rappresentano la forza lavoro e il know-how del nostro immediato domani. Una ricerca della 'Harris Interactive' ha evidenziato che la Generazione Y - solamente negli States - spende 172 miliardi di dollari all'anno, influenzando anche gran parte delle decisioni d'acquisto di un pubblico più adulto, genitori in testa.

Sul fronte italiano in particolare, una ricerca realizzata dall'Istituto B&F per conto di Tequila-Italia (che prende in esame un campione di 400 ragazzi fra i 18 e i 25 anni) ha rilevato che Internet - sa va sans dire - è il mezzo di comunicazione più seguito in questa fascia d'età (95% del campione), seguito da radio (70%), tv classica (64%), l'emittente musicale MTV (29%), Sky (7%).

I siti più visitati, secondo questo studio, sono quelli di musica (43%), seguiti da quelli di sport e calcio (24%), informazione (20%), viaggi e aerei (17%). E fra i brand online? Il più noto - sempre secondo la ricerca - è YouTube (per il 64% degli intervistati), seguito a ruota da MySpace (36%). Quanto agli sms, il 42% dei ragazzi interpellati dice di inviarne da 10 a 19 al giorno, il 40% ne invia da 1 a 9.

Pubblicato su Italy Global Nation

Email: in Italia ormai 2 su 3 sono spam, dice ricerca Cnr

Tra i messaggi di posta elettronica in circolazione in Italia, due su tre rappresentano spam e messaggi indesiderati. E' quanto ha accertato un'indagine statistica dell'Iit-Cnr, secondo la quale si sono di molto ridotti i virus, mentre impazza il phishing, messaggi trappola inviati nel tentativo di dirottare gli utenti su pagine web fasulle, per carpire eventualmente i loro dati personali.

Lo studio, di cui il Centro Nazionale delle Ricerche ha dato notizia in una nota, ricorda che ogni giorno in Europa circolano 61 miliardi di messaggi spam, quasi il 90% del totale delle email scambiate, con costi annui che, secondo la Commissione Europea, sfiorano i 39 miliardi di euro.

Ma anche in Italia la diffusione dello spam ha ormai raggiunto e superato il livello di guardia. E le statistiche raccolte dall'Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) documentano una situazione che va peggiorando, anche se è decisamente migliore rispetto agli indici americani.

"Da un'analisi statistica sui server di posta elettronica dell'Iit emerge che, nel 2006, il tasso di spam medio è stato di circa il 66%", osserva Stefano Ruberti, responsabile della posta elettronica dell'Iit-Cnr e del Registro del ccTLD .it, organismo che assegna i domini internet `.it'".

A fronte di 2.846.282 messaggi di posta ricevuti, il sistema ne ha classificati come `clean', puliti, poco meno di 970.000 (34%). Ben 1.876.511 email erano invece spam o virus: in particolare, 614.772 (32,7% del totale dei messaggi-spazzatura) sono state etichettate come spam ma recapitate comunque all'utente per evitare `falsi positivi' e 504.408 (26,8%) bloccate e poste in quarantena perché spam acclarato.

Altri 732.000 messaggi sono stati bloccati dai sistemi di controllo Rbl, che identificano indirizzi noti come mittenti di spamming: un numero enorme, se si considera che tali controlli sono in funzione solo dall'8 novembre scorso. Infine, 25.477 email sono state classificate come portatrici di virus (appena l'1,3%): a dimostrazione di come le infezioni abbiano ceduto il passo ad attività truffaldine ben più remunerative.

Tra queste, dice la ricerca, nel 2006, spicca il "`phishing", il tentativo di dirottare gli utenti su pagine web fasulle che ricordano quelle di banche o portali per l'acquisto di prodotti online al fine di carpire password e codici di autenticazione".

A riprova di quanto lo spam ostacoli la normale attività di rete, per analizzare tutti i messaggi infetti, il server Iit ha impiegato oltre 1.315 ore di lavoro.

DUECENTO SPAM GANG INTERNAZIONALI

"La tendenza"è in costante crescita: gli indici di gennaio 2007 parlano già di un tasso di spam superiore al 72%. Le tecniche, del resto, sono sempre più raffinate. L'ultimo nato è l'image spam: messaggi che non contengono più testo ma immagini digitali, più difficili da analizzare, che secondo la società americana Ironport hanno raggiunto il 25% del totale, a fronte del 4,8% dell'ottobre 2005 (più 421%). A mettere in ginocchio la posta elettronica, dice la ricerca, sono circa 200 "spam gang", non più di 600 professionisti che producono l'80% del traffico mondiale di spam.

Il più noto spammer, Jeremy Jaynes, classe 1974, arrestato e condannato a 9 anni di carcere, ha accumulato un patrimonio personale di 24 milioni di dollari.

Ma i tentativi di repressione si scontrano con l'uso di società e server e normative non sempre adeguate: la culla dello spamming è negli Stati Uniti, ma Cina, Russia, Giappone e Corea del Sud avanzano a grandi passi.

"E' sufficiente che pochi destinatari abbocchino, poiché i costi sono prossimi allo zero.Ma l'obiettivo è mettere in ginocchio i sistemi di posta e non è escluso che chi propone (a pagamento) sistemi anti spam abbia contribuito alla sua diffusione: un sistema già sospettato nella prima, massiccia ondata di virus per computer", conclude Ruberti.

Pubblicato su Reuters Italia

Chavez, Bush e gli utili idioti

Vargas Llosa, Mendoza e Montaner pubblicarono dieci anni fa un famoso libro, "Il manuale del perfetto idiota latino-americano", nel quale difendevano le idee liberali e accusavano la “destra incolta” e “la sinistra sciocca” di non capire che il progresso economico e civile richiedeva inscindibilmente la contemporanea presenza della libertà politica e di quella economica. In questi giorni gli stessi autori hanno pubblicato Il ritorno dell’idiota, nel quale viene esaminato il ritorno, appunto, di una sinistra militante, con Chavez che vorrebbe prendere il posto del morente Fidel Castro. Ma il libro spiega, in stile schematico, la presenza attualmente di due tipi di sinistra, chiamate in America Latina “vegetariana” la nuova e “carnivora” quella classica.

Vegetariani e carnivori
Nel gruppo dei vegetariani troviamo i cileni Lagos e Bachelet, il brasiliano Lula, l’uruguaiano Vasquez, il peruviano Garcia e il nicaraguense Ortega, l’ex-comunista che ora, osservano maliziosamente gli autori, abbraccia il suo antico nemico, cardinale Obango, prendendo l’ostia consacrata direttamente dalle sue mani. Costoro ritengono che il modello di socialismo latino-americano classico, dittatura politica ed economia di Stato, mantiene la popolazione nel sottosviluppo e nella miseria.

I “carnivori”, ancora legati a ricette di statalismo, sono innanzitutto Chavez, forse Correa appena eletto in Ecuador, e poi Morales. Quest’ultimo costituirebbe un caso a parte, quello della sottospecie ”indigena” che predica la liberalizzazione dei quechua e aymara dai 500 anni di razzismo bianco. Il che per gli altri paesi con i medesimi indigeni non ha senso perché in Bolivia, Perù, Ecuador, Guatemala e Messico la popolazione è meticcia, indios e bianchi puri sono ormai minoranze. Inclassificabile, infine, sarebbe il Presidente argentino, Kirchner.

Varga Llosa è uno scrittore di grande valore nel panorama letterario latino-americano, che gioca il ruolo politico ricoperto nella cultura francese da Raymond Aron. E’ stato occasionalmente anche un politico, nel 1990 si presentò e perse le elezioni presidenziali in Perù contro Fujimori. La sua critica è però di parte, quella su Hugo Chavez particolarmente feroce. In effetti il vero pericolo rappresentato da Chavez in Venezuela non deriva dalle sue confuse idee e contraddittorie azioni in campo economico, ma consiste nella sua costante marcia verso la creazione di uno Stato autoritario. Per quanto riguarda però l’America Latina in generale e la egemonia Usa in particolare, molto è fiammeggiante retorica e poca la sua capacità di azione.

Dopo la vittoria nelle elezioni di dicembre, 63% dei voti, il Parlamento gli ha concesso il diritto di legiferare per decreto nei prossimi 18 mesi. La Banca Centrale ed il Fondo per lo Sviluppo Nazionale dovrebbero perdere completamente la loro autonomia e la disponibilità dei loro ragguardevoli fondi. Inoltre è in preparazione una Costituzione che dovrebbe affermare la natura “socialista” dello Stato venezuelano e permettere al Presidente, tra l’altro, di farsi rieleggere indefinitamente. Infine il piatto forte nel discorso presidenziale di insediamento è stato l’annuncio della nazionalizzazione dell’industria elettrica e delle telecomunicazioni, società con capitali americani. Ma gli espropriati dovrebbero essere rimborsati e molti dei mali sociali che egli vuole affrontare sono reali. Comunque tutti sanno che la fortuna politica di Chavez e la sua influenza nella regione è legata all’aumento straordinario della rendita petrolifera del paese. Questo è dunque il dato da analizzare.

Rispetto all’Iran, il Venezuela ha infrastrutture meno precarie e una situazione economico-sociale difficile ma non della stessa gravità del paese mediorientale. Tuttavia anche in Venezuela la metà delle entrate dello Stato dipendono dal petrolio. Da quando Chavez arrivò al potere nel 1999, il prezzo del petrolio è aumentato sei volte e anche l’aumento della produzione è stato notevole. Ma adesso si prevede un marcato rallentamento di questo aumento, mentre il prezzo stesso del petrolio è recentemente calato. Il budget dello Stato venezuelano registra regolarmente dei deficit e le previsioni per il 2007 si basano su un disavanzo del 3%. Ma si riferiscono a una produzione di petrolio stimata a 3,4 milioni di barile al giorno, giudicata irrealistica dalla stessa OPEC, che indica invece una cifra di 2,5 milioni di barili. Forse anche con il semplice mantenimento del prezzo del petrolio registrato nel 2006 il Presidente venezuelano avrà delle difficoltà a mantenere le promesse elettorali e la politica di aiuti ai paesi della regione. Da qui l’annuncio, per la prima volta nella sua storia politica, di un prossimo aumento del prezzo del petrolio in vendita nel paese. Segnaliamo che sino a metà 2006, nel corso dell’attuale mandato di Chavez il valore reale degli stipendi in Venezuela si era ridotto del 25%. I venezuelani, infine, hanno sì votato massicciamente per Chavez nelle ultime elezioni, ma curiosamente un sondaggio ha rilevato che solo un quarto di loro si considera schierato a sinistra.

Gli schieramenti politici regionali
Comunque non sono i 100.000 barili di petrolio all’anno inviati a Cuba, praticamente donati, né la costruzione di 200.000 case promesse al Nicaragua o il miliardo di dollari prestati all’Ecuador che possono cambiare il quadro politico degli altri paesi della regione, di gran lunghi più importanti e più prudentemente realisti in economia. A parte la Colombia che sta faticosamente uscendo da situazioni di guerriglia, gli altri paesi latino-americani mantengono una immagine “di sinistra”, in fondo inevitabile in un continente dove circa 145 milioni di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno. Tuttavia, sia pur cercando di intervenire nei casi più estremi di povertà ed emarginazione sociale, i governi etichettati come “socialisti vegetariani” cercano di mantenere i conti macroeconomici in ordine, facilitati dall’aumento dei prezzi delle materie prime di cui sono produttori.

Sono così tre anni che nella regione si registra uno sviluppo economico medio del 4,5%. Parallelamente l’organizzazione cilena, Latinobarometro, che effettua regolari sondaggi di opinioni in 18 paesi latino-americani, ha rilevato nel 2006 un aumento di coloro che considerano la democrazia il migliore sistema di governo. Attualmente sono il 58%.

Lo stesso sondaggio segnala che in grande maggioranza essi non amano il Presidente Bush ed il Presidente Chavez, più o meno in eguale misura. Questo porta alla questione del rapporto dei paesi latino-americani con gli Stati Uniti. A livello popolare i sentimenti ostili agli americani del nord sono una costante storica in quel continente. Sul piano governativo il quadro è variato in relazione a questo aspetto. Ma, certo, anche i paesi socialisti moderati si allontanano dalle posizioni nord-americane in politica estera, fenomeno sostanziato nel rifiuto o accettazione solo parziale degli accordi commerciali proposti da Washington. Gli Stati Uniti, da parte loro, non esistendo più pericoli di fondo di un loro passaggio ad alleanze politiche con poderosi governi ostili o di adozione di ideologie estremiste, reagiscono alle azioni o intemperanze verbali “anti-gringos” con una moderazione non usuale nella politica dell’attuale governo nord-americano.

Carlo Calia (carlo.calia@fastwebnet.it) è stato ambasciatore in Costa d'Avorio, Libano e Kenia.

Pubblicato su Affari Internazionali.IT