lunedì 30 aprile 2007

Occhio pigro, stimoli per risvegliarlo

L'occhio pigro può guarire forse anche in età adulta stimolando il cervello a 'colpi di curiosita'': topolini esposti a un mondo ricco di novità e di stimoli visivi, infatti, 'riaccendono' la parte di corteccia visiva 'arrugginita' dall'ambliopia.

La dimostrazione è dell'equipe di Alessandro Sale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. La scoperta, resa nota sulla rivista Nature Neuroscience, evidenzia che la plasticità del cervello può essere riattivata anche nell'individuo adulto, ben oltre il periodo critico per questa flessibilità che si riteneva confinato all'età infantile.

L'occhio pigro o ambliopia è una condizione piuttosto diffusa nel bambino. Può avere varie origini, per esempio uno strabismo o una cataratta congenita. A causa di ciò, uno dei due occhi si abitua a fare 'doppio lavoro' mentre l'altro 'poltrisce'. Così la porzione di corteccia visiva collegata all'occhio pigro, non stimolata adeguatamente, perde funzionalità e rallenta la formazione di collegamenti neurali nell'età cruciale dello sviluppo in cui la plasticità cerebrale è al massimo.

La condizione è reversibile se si agisce subito sul bambino. Basta 'forzare' l'occhio pigro a guardare bendando l'altro occhio. Ma se non si agisce da piccoli la corteccia visiva, non ricevendo stimoli per anni, perde la possibilità di riprendere a funzionare normalmente. Quindi, pur eliminando strabismo o cataratta, il danno cerebrale e quindi quello visivo rimangono.

Già in precedenti lavori alcuni ricercatori avevano dato evidenza del fatto che questa condizione non fosse totalmente irrimediabile anche in età adulta. Gli esperti dell'ateneo pisano, con il loro lavoro, sembrano poter confermare questa speranza. I ricercatori hanno infatti studiato un gruppo di topolini con occhio pigro. Divenuti adulti, i roditori presentavano i classici segni dell'ambliopia in quanto la loro corteccia visiva non si era adeguatamente sviluppata. Gli esperti hanno adottato l'operazione di bendaggio dell'occhio funzionante che si usa sui bambini ed hanno poi esposto i topolini ad un ambiente ricco di stimoli visivi.

Nel giro di poche settimane, nel loro cervello si è riacceso l"interruttoré della plasticità che ci si aspetterebbe non più funzionante in età adulta. Adeguati e numerosi stimoli visivi dunque, concludono i ricercatori, tolgono la 'ruggine' dall'interruttore riaccendendo quella plasticità cerebrale che si pensava sopita per sempre. Ciò lascia ben sperare, per il prossimo futuro, in nuove possibilità terapeutiche contro questa patologia.

Fonte: Ansa Italia

Apple rivela difetto nelle batterie dei suoi computer portatili

SAN FRANCISCO - Apple ha reso noto che alcune batterie di due modelli di ultima generazione dei suoi computer portatili MacBook e MacBook Pro possono avere dei problemi di funzionamento, ma non pongono alcun rischio agli utenti.

Tra i problemi riscontrati nelle batterie difettose, c'è il fatto che non si ricaricano quando il portatile è attaccato alla corrente.

"La questione non pone rischi di alcun genere, quindi i consumatori possono continuare a utilizzare le proprie batterie", ha detto l'azienda in un comunicato venerdì scorso.

Secondo Apple, le batterie difettose si possono trovare nei computer venduti tra il febbraio 2006 e l'aprile 2007.

Apple ha fatto sapere di aver già creato un programma pensato apposta per risolvere il problema delle batterie.

Coloro i quali restituiranno una batteria difettosa possono ottenerne una nuova gratuitamente. Il programma di sostituzione funziona anche se la garanzia del computer è scaduta.

Fonte: Reuters Italia

Bratz contro Barbie guerra tra bambole

Non basta più giocare con le bambole, come una volta. Non basta vestirle, farle vivere nelle loro casette super accessoriate, farle viaggiare nelle loro automobili, farle diventare donne in carriera. Adesso le bambine vogliono entrare nel mondo delle loro bambole attraverso il computer, creando da sole un mondo virtuale e poi ascoltando la propria musica su un Mp3 fatto apposta per la bamboline del cuore. I pupazzi spariscono dalla realtà fisica e acquistano una seconda vita su internet.

Ma dietro a questa rivoluzione, scoppia ora negli Usa una guerra feroce. Barbie lancia il sito web BarbieGirls.com, che permette a tutte le fan di creare un mondo virtuale su misura, mentre la Mattel, la casa produttrice della bionda-giocattolo più famosa al mondo, cita in tribunale i rivali della Mga, la società della bambola Bratz, rivendicando la titolarità dell’anti-Barbie.
«Entrambi stiamo rivoluzionando di pari passo il modo di giocare delle bambinette», ammette Chuck Scothon, general manager della Mattel, «ma noi non cederemo il passo alle Bratz. Ci sono in gioco miliardi e l’onore di continuare a essere la bambola più famosa del mondo». E a dir la verità, Barbie aveva già lasciato intendere di non voler cedere il passo alla concorrenza rivedendo i suoi gusti sessuali. Dopo un sondaggio digitale lanciato un anno fa dalla Mattel che mirava a capire i gusti delle ragazzine, la bambola più cool del pianeta aveva lasciato intendere una sua probabile omosessualità per allargare la clientela.

Questa lite oggi farebbe rigirare nella loro tomba i leggendari creatori della Barbie, Ruth ed Elliot Handler, e il loro socio, Harold Mattson, col quale avevano fondato, nel 1958, la prestigiosa Mattel (unendo l’inizio dei due cognomi). Quando Ruth e suo marito, lasciando da parte la loro attività di corniciai, avevano deciso di rischiare tutto disegnando la prima Barbie (Ruth si era inamorata, al ritorno da una vacanza in Svizzera, della bambola tedesca Lilli) l’avevano presentata al salone dei giocattoli di New York.

Era il 1959. Cinquant’anni dopo la Barbie è ancora la bambola più venduta al mondo. Ma i tre soci erano d’accordo su una cosa: che la Barbie, nonostante la concorrenze di altre bambole, non sarebbe mai entrata nei film, nella musica o nel cyberspace.
Oggi invece nasce la Barbie interattiva e la battaglia con i creatori delle Bratz diventa feroce.

Negli sforzi per contrastare l’era digitale, Mattel presenta il nuovo servizio con il quale è possibile disegnare vestiti, casa e un’intera città di quello che dovrebbe essere l’ambiente di Barbie, avendo l’obiettivo di catturare l’attenzione della ragazze fino ai 10 anni al nome della storica bambola. In altri termini, la filosofia dell’iniziativa è la stessa di Second Life, vale a dire la creazione di una realtà virtuale con la differenza che nell’iniziativa Mattel si interagisce con un mondo fatto di bambole.

Intanto la Mattel ha citato in giudizio la Mga, rivendicando la titolarità del brevetto Bratz, facendo leva sul fatto che il suo disegnatore Carter Bryant era dipendente del gruppo di Barbie quando decise di vendere i disegni della bambola alla compagnia rivale.
Mga ha reagito citando a sua volta la Mattel per aver copiato la nuova linea di accessori di Barbie, manco a dirlo da Bratz, che sulla base delle rilevazioni di Npd, società specializzata in ricerche di mercato, ha nei primi tre mesi dell’anno ampiamente staccato nelle vendite statunitensi la bionda inventata più di 40 anni fa.

Fonte: Il Giornale.it

La Festa dei lavoratori riparte da Torino

Il corteo nazionale nella città che ha battuto la crisi

TORINO - Qui, dove una città ha battuto la crisi della sua industria, arriva quest’anno, dopo 13 di assenza, il Primo Maggio nazionale con lo slogan, voluto da Cgil, Cisl, Uil, «L’Italia riparte dal lavoro». Alle 9,30 in punto partirà il corteo da piazza Vittorio per arrivare in piazza San Carlo a un’ora decente e dare la parola ai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Epifani, Bonanni e Angeletti trasmessi in diretta tv. Prima di loro parlerà un operaio della Bertone da mesi in crisi e il sindaco Chiamparino.

Sarà la solita, numerosa, allegra kermesse di lavoratori e famiglie (sono previste 30 mila persone), ma sarà anche il primo appuntamento pubblico del nascente partito democratico. Sfileranno insieme Ds e Margherita, ma inevitabile sarà il magone. Quello classico che ci si porta dietro ogni volta che per strada qualcuno lascia il partito dove ha militato per una vita. I politici, quelli di sinistra, saranno presenti in massa. Ci sarà Bertinotti che l’anno scorso da fresco presidente della Camera era la star della sfilata, ci saranno Fassino e Damiano, Ferrero e Ortolano, Salvi e Giordano.

Ma il sindacato si tiene fuori dalla mischia politica e propone una festa di massa organizzata alla perfezione con l’arrivo di 50 pullman dal resto del Piemonte e delegazioni da ogni parte del Paese. Non mancherà nulla. Ci saranno decine di sindaci, centinaia di gonfaloni, bambini a simboleggiare il futuro, bande a rallegrare il corteo, stranieri, donne, associazioni di volontariato, partiti, studenti. In coda, come sempre, gli antagonisti compresi gli anarchici che poi andranno a pranzo in corso Palermo a 15 euro.

Non mancano quelli che ogni anno aderiscono: la Gioc sempre colorata e numerosa, Ascom e Confesercenti, Legacoop e Acli. Quest’anno l’associazione cattolica ha deciso di sfilare con i carrelli della spesa vuoti contro la precarietà del lavoro.

Sarà una festa - organizzata con il contributo di Regione, Provincia, Comune - ma per un minuto tutto si fermerà nel silenzio per ricordare i morti sul lavoro, già 300 in questi primi mesi dell’anno. I segretari confederali torinesi, Donata Canta, Nanni Tosco, Giorgio Rossetto, non vogliono però che si dimentichi che la crisi è passata, ma ha lasciato molti feriti. Non è un caso che la cassa integrazione ordinaria sia calata in un anno di 10 milioni di ore, ma sia salita di 5 quella straordinaria, tipica delle imprese che sono in guai seri. E per 7 mila lavoratori scadrà la cassa nel corso di quest’anno. E poi ci sono i temi legati ai bassi salari - i più bassi in Europa - ai contratti scaduti e non rinnovati - sarà presente il presidente della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi - alla precarietà.

La festa della musica durerà 24 ore. Il sindacato ha messo a punto un programma che va dal concerto sinfonico previsto per questa sera con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in piazza San Carlo libero a tutti, per proseguire con le bande musicali piemontesi fino all’Orchestra di piazza Vittorio.

E ha pensato che i partecipanti non torinesi potrebbero voler vedere un po’ di città: il Comune regala pass per i musei civici, mentre tutti tutti avranno un elenco di ristoranti convenzionati con menù a prezzo fisso. E da Torino si potrà spedire la cartolina con la foto del Primo Maggio del ‘48 e l’annullo filatelico del Primo Maggio.

Fonte: La Stampa.it

Israele, Olmert sotto accusa: "Gravi i fallimenti in Libano"

Gli esperti: «mancanza di giudizio e cautela». Ma il premier assicura: «Agli errori sarà posto rimedio»

GERUSALEMME - L’attesissimo rapporto della Commissione Winograd sulla guerra in Libano accusa il premier israeliano Ehud Olmert di «gravi fallimenti» nella gestione del conflitto. Nel documento, di cui l’Associated Press ha ottenuto una copia, si sostiene che il premier abbia agito frettolosamente e senza avere un piano completo per l’offensiva avviata il 12 luglio contro il movimento sciita libanese dell’Hezbollah. La guerra è scoppiata dopo che i guerriglieri del "partito di Dio" hanno ucciso tre soldati israeliani e ne hanno rapiti altri due in un raid lungo il confine fra Libano e Israele. Il rapporto Winograd cita in particolare «un grave fallimento nella mancanza di giudizio, responsabilità e cautela».

Dopo aver ricevuto il rapporto dalle mani dei cinque esperti che compongono la commissione guidata dal giudice Eliahou Winograd, Olmert assicura che «ai fallimenti sarà posto rimedio». Olmert aveva delineato pubblicamente gli obiettivi da conseguire con l’offensiva militare in Libano lanciata il 12 luglio 2006: liberare i due soldati israeliani rapiti lo stesso giorno da Hezbollah, e annientare il gruppo estremista sciita. Entrambi gli obiettivi sono stati mancati dall’esercito israeliano: i soldati sono ancora tenuti in ostaggio e l’Hezbollah è riuscito a resistere ai 34 giorni di guerra, presentandosi come il vero vincitore di fronte al mondo arabo. Oltre a criticare duramente il premier, il rapporto punta il dito contro il ministro della Difesa Amir Peretz e l’ex capo di Stato maggiore Dan Halutz per l’esito fallimentare del conflitto. In particolare, Halutz è accusato di aver «agito impulsivamente» e aver dato una rappresentazione errata dell’effettiva capacità dell’esercito.

Secondo l’inchiesta, Olmert avrebbe deciso di dichiarare guerra all’Hezbollah «nonostante non gli sia stato sottoposto alcun piano militare dettagliato né lui ne abbia fatto d’altronde domanda». Al premier si rimprovera inoltre di non aver proceduto alle «consultazioni necessarie» al di fuori dell’esercito e di «non aver tenuto sufficientemente in considerazione delle riserve politiche e professionali che gli erano state sottoposte prima della decisione capitale del 12 luglio», giorno dell’inizio della guerra. Il premier sarebbe insomma «responsabile del fatto che gli obiettivi della campagna non siano stati chiaramente e accuratamente definiti» sottolinea ancora il rapporto, secondo cui Olmert non avrebbe adattato i suoi piani «una volta che si è capito che le previsioni e le attese di Israele non erano realiste e non si concretizzavano». In generale, come ribadisce Winograd in una conferenza stampa, Olmert, Peretz e Halutz sono giudicati colpevoli di «gravi fallimenti».

«Abbiamo stabilito che queste decisioni e il modo in cui sono state prese hanno provocato gravissimi fallimenti. E attribuiamo questi fallimenti al primo ministro, al ministro della Difesa e all’ex capo di Stato maggiore» dice ai giornalisti il giudice in pensione a capo della Commissione d’inchiesta. «Se ciascuno di loro avesse agito in modo diverso, migliore, le decisioni prese in questo periodo e i risultati della campagna sarebbero stati differenti, e migliori» aggiunge. Anche se la popolarità di Olmert è crollata a causa della guerra e di una serie di scandali che incombono sul suo governo, sembra che il premier non voglia rassegnare le dimissioni, almeno per un pò. Lo ha già detto chiaramente, e i membri della sua coalizione sembrano restii a voler scatenare una crisi che possa comportare anche la loro rinuncia del potere. Olmert incontrerà i ministri espressione del suo partito, il ’Kadimà in serata, per discutere dei contenuti del rapporto. Il rapporto si concentra sui primi sei giorni del conflitto, nel corso dei quali furono formulati gli obiettivi di guerra, e sui sei anni compresi tra il ritiro israeliano dal Libano del sud del maggio del 2000 e lo scoppio delle ostilità. Un rapporto completo sui 34 giorni di guerra sarà pubblicato in estate.

Fonte: La Stampa.it

Tumori, aumentano le prospettive di sopravvivenza

I tumori hanno un forte impatto sulla società, basti considerare che il cancro, nelle sue diverse forme, rappresenta la seconda causa di morte in Europa. Se però si osservano i dati relativi agli ultimi anni, queste patologie cronico degenerative spaventano di meno rispetto a qualche tempo fa in quanto le probabilità di sopravvivenza sono aumentate.

In una monografia curata da Stefano Rosso, del Centro di prevenzione oncologica di Torino, pubblicata sulla rivista "Epidemiologia e prevenzione" (n. 1, vol. 31, 2007), partendo da alcuni dati ottenuti grazie all'Associazione italiana registri tumori (Airt), è stata esaminata la situazione della sopravvivenza ai tumori in Italia. Il quadro generale del nostro paese è abbastanza buono, i risultati mostrano che oggi in Italia la sopravvivenza relativa standardizzata a cinque anni dalla diagnosi è del 45,7 per cento negli uomini e del 57,5 per cento nelle donne, per tutti i tumori esclusi i carcinomi della cute. Purtroppo però si devono evidenziare alcune note dolenti, se ci si ammala nelle regioni Meridionali, ad una prima analisi, le probabilità di sopravvivenza sono inferiori del 10 per cento.

Rispetto al 1985, oggi, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi ha registrato un incremento del 15 per cento, ma non solo, sono aumentati anche i casi di sopravvivenza a dieci anni, il miglioramento è stato di quasi il 6 per cento. La maggiore sopravvivenza è attribuita alla accresciuta disponibilità di terapie efficaci e alla diffusione dei programmi di screening.

Enrico Garaci, attuale presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, ha commentato il dato negativo riguardante il Sud Italia spiegando che è necessaria cautela nell'analizzare questi numeri in quanto il campione preso come riferimento nelle regioni meridionali è comunque numericamente inferiore rispetto a quello considerato nel nord sulla base dei registri dei tumori.

La media dei dati italiani è risultata comunque in linea con quella degli altri Stati europei, gli esperti evidenzino però che non siamo ancora ai livelli degli Stati Uniti. Inoltre, non tutti i tumori presentano le stesse percentuali di sopravvivenza, questa dipende in modo significativo dal tipo di neoplasia.

Quali sono i tumori più mortali ?

Fra i tumori più mortali possiamo trovare: tumore dell'encefalo (18,9 per cento per gli uomini e 20,4 per cento per le donne), tumore del polmone (11,9 per cento per gli uomini e 15,3 per cento per le donne), tumori delle vie biliari (13,7 per cento), i tumori dell'esofago (11,5 per cento), i tumori del fegato (10,5 per cento per gli uomini e 11,6 per cento per le donne), i mesoteliomi (8,2 per cento) e i tumori del pancreas (5,1 per cento per gli uomini e 7,8 per cento per le donne).

Quali sono i tumori che presentano le prospettive di sopravvivenza migliori ?

Le forme tumorali che presentano le prospettive di sopravvivenza migliori sono: tumori al labbro (89,5 per cento), tumori del testicolo (88,1 per cento), i melanomi della pelle (79 per cento per gli uomini e 87 per cento per le donne), i tumori della tiroide (79,1 per cento per gli uomini e 88,1 per cento per le donne), tumori della mammella (82,6 per cento), i linfomi di Hodgkin (80 per cento), tumori della prostata (78,5 per cento) e del corpo dell'utero (75,9 per cento).

Fonte: Universo On Line

I Beckham non graditi dai vicini

David e Victoria comprano casa a LA

Hanno visitato oltre 30 ville prima di trovare quella giusta per loro, ma anche ora che l'hanno comprata per i coniugi Beckham la vicenda casa non è archiviata. Adesso infatti, dovranno vedersela con i nuovi vicini. Secondo The Mirror, il loro arrivo avrebbe già suscitato qualche malumore tra i proprietari delle ville vicino alla loro che così hanno commentato l'arrivo del calciatore e della sua famiglia:"E' una notizia terribile".

E così la gioia per l'acquisto della casa che ormai era diventato una telenovela è passata in secondo piano dopo che David e Victoria hanno saputo dei malumori dei nuovi vicini di casa. Una signora che abita proprio di fronte alla neo abitazione dei Beckham ha così commentato: "Questa è una strada storica di Los Angeles, quando arriverà Victoria? Sapevo che era interessata a questa zona, ma neanche nei miei incubi peggiori avrei pensato che avrebbe scelto questa casa. Non posso crederci".


Eppure dovrà rassegnarsi. La signora Beckham infatti ha scelto la villa dopo averla visitata ben quattro volte. Lo scorso weekend l'ex Posh spice è volata nuovamente a Los Angeles per formulare l'offerta definitiva per la residenza che si trova su un'area di 13.000 metri quadrati è in stile italiano ed è composta da sette camere da letto, piscina, sei fontane, cinema privato, campo da tennis e giardino e si trova a poca distanza da dove vive il loro amico Tom Cruise

La villa, costata la cifra di 22 milioni di dollari (16 milioni di euro), non è proprio quella che cercavano David e Victoria. I 40 milioni di dollari (30 milioni di euro) necessari per trovare un tetto a San Ysidro Drive, il loro sogno, erano però troppi anche per le loro tasche e dunque il calciatore, che si trasferirà dal Real Madrid ai L.A. Galaxy il prossimo luglio, sarà costretto a fare il pendolare per andare agli allenamenti. Il campo della sua nuova squadra si trova infatti a Carson City e per raggiungerlo Beckham dovrà percorrere quasi ogni giorno 80 chilometri. I figli della coppia, Brooklyn, Romeo e Cruz, sono invece più fortunati e frequenteranno una scuola nei paraggi.
Ma poco importa. Al momento Victoria e David hanno già un obiettivo: far cambiare idea ai loro vicini di casa.

Fonte: Tgcom

Bangkok: gli scienzati per «curare» il clima

Duemila delegati riuniti nella capitale tailandese per indicare ai governi le ricette da adottare contro il riscaldamento della terra.

BANGKOK
- Un’atmosfera da bagno turco – 35° di temperatura, 80% di umidità, pioggia torrenziale e vapori densissimi – ha accolto duemila scienziati dell’IPCC, il gruppo di ricerca sul clima al servizio delle Nazioni Unite, venuti nella capitale tailandese per consegnare ai governi della Terra la terza parte del loro enciclopedico rapporto sui cambiamenti climatici. Per cinque giorni, da lunedì 30 aprile a venerdì 4 maggio, gli esperti dovranno mettersi d’accordo su un «pacchetto» di consigli operativi, indirizzati a premier e ministri di tutto il mondo, sui modi più efficaci per stabilizzare i gas serra, in altre parole per arrestare la continua ascesa delle emissioni che stanno riscaldando il pianeta e alterando il clima.

DUE LINEE STRATEGICHE - Le due precedenti parti del medesimo rapporto, concordate e presentate nei mesi scorsi dall’IPCC durante i summit di Parigi e a Bruxelles, hanno affrontato, rispettivamente, lo stato delle conoscenze scientifiche e le conseguenze dei cambiamenti climatici nelle varie aree del globo, affidando agli operatori politici alcuni avvertimenti ineludibili: l’uomo appare come il principale responsabile delle alterazioni climatiche evidenziatesi negli ultimi decenni; superati i due gradi di aumento delle temperature medie (già siamo a +1), e cioè dopo la metà del secolo, le conseguenze del riscaldamento globale saranno catastrofiche per le economie della maggior parte dei Paesi, soprattutto per quelli in via di sviluppo, e per tutte le specie viventi; per minimizzare i danni è indispensabile attrezzarsi con opere di difesa dagli estremi climatici (azioni di adattamento) e ridurre le emissioni dei gas serra (azioni di mitigazione).

MITIGAZIONE - Proprio quest’ultimo tema, la mitigazione: come attuarla nella pratica, è l’argomento del terzo rapporto in discussione a Bangkok. Cosa suggeriscono gli scienziati dell’IPCC? «Lasciateci lavorare tranquilli e abbiate pazienza fino a venerdì prossimo, quando, in una conferenza stampa, vi presenteremo il documento conclusivo», esorta il capo dell’IPCC Rajendra Pachauri, circondato da manifestanti e giornalisti, prima di inaugurare il vertice, che si svolge a porte rigorosamente chiuse, nella sede delle Nazioni Unite di Rajadamnoen Avenue. A prima vista sembrerebbe che l’argomento della mitigazione, di natura squisitamente tecnico-economica, possa essere affrontato con relativa serenità. Ma dalle prime battute della discussione già filtrano voci di controversie fra i delegati, oltre che i fogli di un documento infarcito di parentesi quadre (le tante parti su cui manca l’accordo). Il nodo è: fra le tante opzioni tecnologiche già disponibili o praticabili nei prossimi anni, quali hanno realmente il pregio di ridurre le emissioni dei gas serra e, nello stesso tempo, di non danneggiare in altro modo l’ambiente? Su questo interrogativo di fondo si moltiplicano le dispute.
Le tecnologie su cui si punta

NUCELARE O CARBONE? - L’opzione nucleare, per esempio, appare eccellente come modo di produzione di energia elettrica senza emissioni di anidride carbonica (il principale fra i gas serra). «Ma questa energia presenta altri gravi aspetti di insostenibilità dal punto di vista ambientale –obietta Wanun Permphibun, coordinatore tailandese del Climat Action Network-. Come gestire, soprattutto nei Paesi meno organizzati, scorie che conservano la loro carica di radioattività per decine di migliaia di anni?». Lo stoccaggio geologico dell’anidride carbonica potrebbe trasformare in impianti accettabili molte centrali a carbone che oggi intossicano l’atmosfera, ma alcuni (e fra questi anche dei consiglieri del ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio) bollano questa tecnologia come «un modo di mettere la spazzatura sotto il tappeto», col rischio che prima o poi possa ritornare in circolo nell’aria. «Una tesi da rigettare –secondo la geochimica Fedora Quattrocchi che, per conto dell’Istituto nazionale dei geofisica e vulcanologia, ha partecipato al progetto internazionale di stoccaggio della CO2 a Weiburn, Canada–. Infatti abbiamo dimostrato che questo gas può essere trasformato in roccia stabile all’interno della Terra». Insomma, la battaglia per definire i contenuti del paniere di opzioni tecnologiche adatte a ‘decarbonizzare’ la produzione energetica, industriale e agricola, è appena cominciata.

Fonte: Corriere della Sera

Bologna, volantino terrorista contro il Partito Democratico

Nel mirino anche il sindaco Sergio Cofferati. Recapitato nelle sedi locali delle redazioni di 'La Repubblica', il 'Corriere della Sera' e 'Il Resto del Carlino', porta la firma del Pcc (Partito comunista combattente)

Bologna - Un volantino firmato Pcc, ovvero Partito comunista combattente, è stato recapitato alle sedi bolognesi delle redazioni di 'La Repubblica', il 'Corriere della Sera' e 'Il Resto del Carlino'. A quanto si apprende si tratterebbe di una vera e propria chiamata alle armi contro il nuovo soggetto politico in via di costituzione, il Partito democratico. Nel volantino si specificherebbe che le azioni di guerra dovranno partire proprio da Bologna, in quanto città simbolo della presa di potere della borghesia neoconservatrice.

Nel foglio un riferimento anche al sindaco Sergio Cofferati, denunciato quale emblema della trasversalità tra potere politico, sindacati, potere economico e Chiesa. Il Partito comunista combattente sosterrebbe, nel volantino minatorio, che la trasversalità del Partito democratico rappresenta la definitiva stabilizzazione del processo di alternanza tra le coalizioni politiche che rappresentano la borghesia imperialista, con l'obiettivo, tra gli altri, di favorire la concentrazione capitalista e di aumentare la ricattabilità della classe dei lavoratori. La Digos, che sta indagando sulla vicenda, dubita dell'autenticità della lettera.

Fonte: Italy Global Nation