Molecola contro il cancro al fegato
E’ la prima molecola in grado di contrastare il tumore del fegato e sarà presto disponibile, aumentando in modo significativo la sopravvivenza dei pazienti. Alla base del nuovo farmaco c’è la molecola sorafenib che, nei test effettuati in uno studio internazionale su 602 pazienti, si è dimostrata efficace nel bloccare la progressione del tumore e nell'aumentare i livelli di sopravvivenza. Fino a questo momento l’epatocarcinoma era trattato esclusivamente attraverso la via chirurgica o ricorrendo al trapianto.
L'importante annuncio è stato fatto al Congresso dell'Associazione americana di oncologia clinica (Asco), che riunisce a Chicago oltre 30.000 specialisti da tutto il mondo, e che a questo studio ha dedicato una sessione plenaria. Allo studio hanno partecipato dieci centri italiani (tra cui l'Istituto tumori di Milano e la Clinica Humanitas), arruolando ben 200 pazienti. Nella sperimentazione, partita circa 3 anni fa, a 299 pazienti con cancro avanzato del fegato è stato somministrato sorafenib, mentre ai restanti 303 un trattamento placebo. I risultati sono stati tanto positivi che la sperimentazione è stata interrotta in anticipo: i pazienti trattati con sorafenib (attraverso compresse da assumere a casa e con ridottissimi effetti collaterali) hanno registrato, infatti, una sopravvivenza del 44% maggiore rispetto agli altri. Anche la tossicità è risultata limitata: soltanto nel 10% dei casi è stato riscontrata una eruzione cutanea.
Di tutti i pazienti con tumore al fegato la maggioranza sono uomini. I fattori di rischio sono in particolare, l'epatite C quando diventa cronica e la cirrosi da abuso di alcol. L’incidenza è superiore In Europa rispetto agli Stati Uniti: in particolare in Italia si verificano ogni anno tra 10-12 mila nuovi casi in una fascia d'età adulta, dai 50 anni in poi. La sopravvivenza a 5 anni per cancro del fegato è circa lo 0,5% e spesso la malattia si presenta contemporaneamente alla cirrosi, anch'essa letale.
"La molecola non è un chemioterapico ma rientra nella terapia target. Sono farmaci mirati - ha spiegato a Chicago Armando Santoro, direttore di oncologia all'Humanitas di Milano - che agiscono bloccando il meccanismo della crescita tumorale nella singola cellula”. Fino a questo momento molti altri farmaci sono stati testati contro il tumore del fegato ma "c'e stato sempre un fallimento completo", ha aggiunto il prof. Santoro.
Fino ad oggi, il tumore del fegato non aveva nessun trattamento specifico, soltanto una piccola percentuale di pazienti (10-15%) era candidato alla chirurgia o al trapianto di fegato. "Nel 90% dei casi non c'era nessun trattamento se non alcuni palliativi come l'embolizzazione, la radiofrequenza e tutti i pazienti erano destinati ad una degenerazione della malattia", ha continuato l'oncologo sottolineando che lo studio è iniziato circa due anni e mezzo fa dopo una precedente fase di studio che aveva già evidenziato risposte positive. “Per cui già molti pazienti utilizzavano e utilizzando ancora questo farmaco già da quasi quattro anni. Oggi c'è una quota di pazienti, quindi, che può beneficiare di una sopravvivenza lunga non ipotizzabile senza questa nuova scoperta farmacologica contro il tumore del fegato” ha aggiunto l’oncologo.
Nel giro di un paio di mesi la molecola sarà registrata negli Stati Uniti. In Europa il dossier va presentato all'Emea e per fine 2007 si potrà registrare la molecola. "Di fatto la molecola è stata già registrata per il tumore renale e quindi sarà semplicemente un'estensione della registrazione già avvenuta", ha aggiunto Santoro.
Fonte: TGCOM