venerdì 16 marzo 2007

Multe più salate a chi guida e usa il telefono

Si pagheranno fino a 594 euro e ci sarà il ritiro della patente da uno a sei mesi

Il "giro di vite" del Governo sulle sanzioni per chi viola il Codice della Strada sono arrivate a cominciare da sanzioni pecuniare più aspre per l'uso del telefonino alla guida: è una delle norme previste dal ddl sulla sicurezza stradale approvato dal consiglio dei ministri.

MULTA FINO A 594 EURO E SOSPENSIONE DELLA PATENTE - La modifica dell'art. 173 del codice della strada prevede, nella nuova disposizione, che «in caso di utilizzo di apparecchi radiotelefonici ovvero di cuffie sonore durante la guida la sanzione pecuniaria è ora stabilita da euro 148,00 a 594,00 euro e sospensione della patente da uno a sei mesi. In caso di recidiva nel biennio la sospensione della patente è da 2 a 6 mesi».

GUIDA IN STATO DI EBBREZZA - Chiunque guida in stato di ebbrezza o in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito - secondo il provvedimento a firma del ministro Bianchi - con l'arresto fino a tre mesi (era fino a un mese) e con l' ammenda da euro 1.000,00 a euro 4.000,00 (era da euro 258 a 1.032). Se il conducente provoca un incidente stradale, la pena è l'arresto da due a sei mesi e l' ammenda da euro 3.000,00 a euro 12.000,00.

Fonte: Corriere della Sera

Marte, radar italiano avvista distesa d'acqua ghiacciata

Crescono le probabilità di trovare vita su Marte. Nel Polo Sud del pianeta è stata infatti scoperta una distesa di acqua allo stato ghiacciato che si estende per un raggio di circa 200 chilometri ed è profonda, nelle sue parti più spesse, quelle vicino al Polo, oltre 3 chilometri. Se questa quantità di acqua ghiacciata si sciogliesse equivarrebbe a uno strato di acqua liquido profondo 11 metri che coprirebbe l'intero pianeta.

A 'vedere' e misurare la grande distesa di acqua ghiacciata è stato il radar italiano Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionospheric Sounding) al lavoro sulla sonda europea Mars Express, la sonda desplorazione dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) realizzata in collaborazione con Alcatel Alenia Space, i cui dati ottenuti sono ora pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica 'Science'. Grande l'entusiamo fra gli scienziati per la scoperta di Marsis, un'osservazione importante che "potenzia di molto le probabilità di trovare forme di vita su Marte" come spiega all'ADNKRONOS il primo responsabile del radar italiano, Giovanni Picardi, docente de La Sapienza di Roma e 'papà' del sofisticatissimo strumento montato sulla sonda spaziale europea dell'Esa che sta scrutando e osservando il pianeta rosso ormai dal giugno del 2003.

"Trovare l'acqua è importante. Dove c'è vita c'è acqua. Senza acqua non c'è vita" afferma ancora Picardi che guarda anche più avanti nel tempo. "L'uomo sta puntando a mettere piede sul pianeta rosso - dice - trovare l'acqua è quindi cruciale per una futura, possibile permanenza dell'uomo lassù''. E ora, dopo il primo veloce passaggio di Marsis sul Polo Nord di Marte e queste osservazioni più dettagliate sull'emisfero australe del pianeta, il sofisticatissimo radar italiano sta già cominciando a scrutare anche il ventre centrale di questo corpo celeste considerato il più simile alla Terra. "Qualche dato importante lo stiamo iniziando a ricevere anche sull'area centrale di Marte - anticipa Picardi - ma sono pochissimi i dati che iniziamo ad acquisire, dovremo studiarli a fondo, aspettare che ne arrivino ben di più prima di poter parlare di conferme di presenza di acqua anche in quelle zone centrali".

E anche l'Agenzia Spaziale Europea, che ha mandato la sua prima sonda su Marte, spiega come sia stata realizzata la scoperta: "Questa nuova stima - dice - deriva dalla mappatura dello spessore del ghiaccio polveroso eseguita dal radar di Mars Express, che ha effettuato più di 300 sezioni virtuali attraverso i depositi stratificati che coprono la calotta. Il radar riesce a vedere attraverso gli strati ghiacciati fino al limite inferiore, che in alcune aree giunge fino a 3,7 kilometri di profondità sotto la superficie".

Soddisfazione e orgoglio anche da parte degli scienziati statunitensi che,impegnati nella missione, entrano nel merito della scoperta: "I sedimenti stratificati dell'emisfero meridionale di Marte coprono un'area grande quanto una grossa porzione dell'Europa. La quantità di acqua contenuta era già stata stimata, ma mai con il livello di sicurezza reso possibile da questo radar" afferma Jeffrey Plaut del Jet Propulsion Laboratory della Nasa di Pasadena, in California, corresponsabile scientifico del radar e primo firmatario della ricerca pubblicata da "Science".

Fonte: Yahoo Notizie

Vaticano a medici e politici: doverosa obiezione di coscienza

E' doverosa una "coraggiosa obiezione di coscienza, da parte di medici, infermieri, farmacisti e personale amministrativo, giudici e parlamentari, ed altre figure professionali direttamente coinvolte nella tutela della vita umana individuale, laddove le norme legislative prevedessero azioni che la mettono in pericolo": lo sostiene la Pontificia Accademia per la Vita, nella dichiarazione finale dell'Assemblea generale.

Le esigenze specifiche della coscienza cristiana - afferma nella dichiarazione - trovano il loro banco di prova nell'applicazione alle professioni sanitarie, allorquando si trovino di fronte al dovere di proteggere la vita umana e di fronte al rischio di trovarsi in situazioni di cooperazione al male nell'applicazione dei doveri professionali".

Ma, allo stesso tempo - rileva la Pontificia Accademia per la Vita - va anche messo in rilievo come il ricorso all'obiezione di coscienza avvenga, oggi, in un contesto culturale di tolleranza ideologica, che talvolta, paradossalmente, tende a non favorire l'accettazione dell'esercizio di questo diritto, in quanto elemento 'destabilizzante' del quietismo delle coscienze".

Naturalmente - conclude la dichiarazione - sussiste il dovere di opporre la stessa obiezione di coscienza di fronte ad ogni intervento medico o di ricerca che preveda la distruzione di vite umane".

Fonte: tiscali Notizie

Svizzera: Paesi poveri esporteranno senza pagare dazi doganali

Dal primo aprile, i paesi più poveri del pianeta – una cinquantina – potranno esportare in Svizzera i loro prodotti senza pagare dazi doganali.

Il governo elvetico è così uno dei primi a concretizzare l'impegno preso durante la conferenza dei ministri dell'Organizzazione mondiale del commercio, tenutasi nel 2005 ad Hong Kong.

Ai Paesi in via di sviluppo si continuerà ad accordare le riduzioni sui dazi doganali esistenti per le importazioni di merci, mentre tutti i prodotti esportati in Svizzera dalle nazioni più povere saranno esenti da dazi e da contingentamenti. Lo indica la nuova ordinanza sulle preferenze tariffali, che entrerà in vigore il 1° aprile, approvata venerdì dal Consiglio federale.

Con questa decisione l'esecutivo conferma ai Paesi in via di sviluppo le riduzioni accordate sui dazi per le importazioni di merci. Hans-Peter Egler, della Segreteria di Stato dell'economia (seco), ha dichiarato che la riduzione è di 800 mila franchi: non è molto, ha ammesso, ma si tratta pur sempre di un segnale.

In totale sono 52 i paesi che beneficeranno dell'agevolazione, tra i quali l'Afghanistan, il Burkina Faso, Haiti e il Nepal.


Anche per i Paesi indebitati

L'agevolazione è valida anche per quegli Stati i cui debiti sono attualmente in fase di liquidazione, nell'ambito dell'iniziativa internazionale in tal senso.

La nuova ordinanza, sottolinea la nota, fa della Svizzera uno dei primi Paesi che concretizzano l'impegno preso durante la conferenza dei ministri dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), tenutasi a Hong Kong nel 2005, di consentire ai Paesi più poveri un accesso al mercato privo di dazi e contingentamenti per beni industriali e in parte anche per prodotti agricoli.

Attualmente, nove nazioni dell'OCSE accordano ai Paesi in sviluppo preferenze tariffali. Il rafforzamento della competitività di tali Stati fa parte della strategia elvetica di politica economica estera.


Una spinta al commercio
Finora il sistema di preferenze svizzero non ha comportato un massiccio aumento delle importazioni dai Paesi in sviluppo.

Ma la statistica del settore prova che le preferenze rappresentano un'utile spinta a vantaggio del commercio: viene consolidato il volume attuale delle importazioni provenienti dai Paesi in sviluppo e incoraggiato lo scambio commerciale.

Facilitare l'accesso ai mercati per i prodotti che provengono dai Paesi più poveri contribuisce "in maniera non indifferente" alla promozione del loro commercio e all'aumento delle esportazioni. E anche l'economia svizzera approfitta indirettamente di una ripartizione del lavoro a livello internazionale in condizioni quadro più stabili.

La cooperazione allo sviluppo economico della seco appoggia in particolare la realizzazione di programmi mirati di sostegno al commercio sul posto, affinché questi Paesi possano usufruire delle possibilità offerte dall'accesso al mercato privo di dazi.

Fonte: swissinfo

Altri tre giorni per trattare su Daniele Mastrogiacomo

I Taleban hanno deciso di prorogare l’ultimatum scaduto oggi per il rilascio del giornalista italiano Mastrogiacomo. Questa mattina la notizia dell'uccisione del suo autista. Il fratello: «siamo preoccupati»

I Taleban hanno deciso di prorogare di tre giorni l’ultimatum scaduto oggi sui negoziati per il rilascio del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e del suo interprete, catturati undici giorni fa nel Sud dell’Afghanistan. Lo ha detto un portavoce dei Taleban, Qari Yussuf Ahmadi, all’agenzia di stampa afghana Pajhwok. I negoziati quindi «stanno proseguendo» per arrivare al rilascio del giornalista italiano l’autista e l’interprete afghani.
«Abbiamo verificato che Mastrogiacomo e l’interprete sono veri giornalisti, non delle spie, per cui, se il governo afghano accetta le nostre richieste, li rilasceremo», ha detto Hanifi, contattato telefonicamente da Kabul.
Resta la richiesta di ritiro delle truppe italiane – ha aggiunto il comandante – «ma l’importante è il rilascio dei portavoce Abdul Latif Hakimi, Ustad Yasir e Hanif».

Questa mattina si è diffusa la notizia che Saied Agha, l’autista del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo rapito undici giorni fa nel Sud dell’Afghanistan, è stato ucciso. Sono in corso verifiche.

Non esistono al momento riscontri di fonte indipendente in grado di avallare le dichiarazioni dell’auto-proclamato collaboratore di Dadullah, che la stessa 'Pajhwok' definisce «sedicente portavoce». Il mullah dal canto suo risulterebbe più che mai irreperibile. Atal comunque ha proseguito sostenendo che il fato di Mastrogiacomo e dell’altro ostaggio sarà determinato nella serata di oggi ora locale, quando in Italia sarà notte fonda.
Ha inoltre specificato che l’autista è stato giustiziato, con la gola tagliata, perché avrebbe spiato per conto di non meglio precisate truppe straniere. All’inviato di 'Repubblicà i Talebani imputerebbero di collaborare in particolare con i militari britannici. Sempre Atal ha rinnovato la richiesta del rilascio di suoi compagni in carcere: il loro numero è stato però accresciuto, ora sei in tutto; l’uomo non avrebbe peraltro specificato di chi si tratti.

La 'Pajhwok Afghan News' è lo stesso organo d’informazione che ieri aveva ricevuto un messaggio audio con un drammatico appello di Mastrogiacomo; nella registrazione si udiva anche la voce del mullah Dadullah, il quale aveva impartito un ultimatum per la salvezza del giornalista e dei suoi compagni, allora ancora due. L’ultimatum è appunto scaduto oggi, ma i sequestratori hanno apparentemente fatto sapere che sarebbero disposti a concedere una proroga, sette giorni, qualora gliene fosse presentata richiesta. Lo ha dichiarato via telefono satellitare un portavoce del gruppo assai più noto rispeto ad Atal, Qari Yousuf Ahmadi, i cui proclami a nome dei Talebani sono regolari.
«Il termine è scaduto», ha ribadito Ahmadi, aggiungendo tuttavia che «agli italiani con cui siamo in contatto», non meglio precisati, «è stato comunicato» che esso potrebbe appunto essere prolungato, rispetto ai due giorni concessi inizialmente. «Abbiamo detto loro», ha proseguito Ahmadi, «che, se ci chiederete altro tempo attraverso i mass media, noi ve ne daremo di più. Qualche progresso nei negoziati c'è stato», ha concesso, «e, se le nostre richieste saranno accolte, libereremo il giornalista». Le richieste in questione sono sempre le stesse: rilascio di altri esponenti dei Talebani, catturati a suo tempo (Ahmadi ha parlato però di due di loro; un suo compagno ancora diverso, tale Ibrahim Hanifi, di tre), e fissazione di una data precisa per il ritiro dall’Afghanistan delle truppe italiane.

IL FRATELLO, SIAMO MOLTO PREOCCUPATI
«Servono discrezione e cautela, capite la situazione. Eravamo più tranquilli con il messaggio video ma con quello che sta emergendo siamo ovviamente molto, molto preoccupati»: è il commento di Alessandro Mastrogiacomo. «Siamo in contatto con la Farnesina, ha ragione il ministro D’Alema sulla necessità di usare massima cautela», ha sottolineato il fratello del giornalista.
Alessandro è in costante contatto con l’unità di crisi e con la moglie di Daniele: «viviamo una situazione di emergenza. Abbiamo speranza e fiducia ma la situazione è difficile», ha rilevato Alessandro. Il fratello di Mastrogiacomo ha quindi ringraziato «il governo e tutti coloro che si stanno occupando del caso», e in particolare, a Gaeta, «la vicinanza del commissario straordinario e l’arcivescovo Mazzoni».

D'ALEMA: ABBIAMO BISOGNO DI TEMPO
Il ministro degli esteri Massimo D’Alema ha rilasciato la seguente dichiarazione alla stampa sul caso Mastrogiacomo: «Tutti noi siamo rimasti colpiti dalle notizie drammatiche di questa mattina. Nello stesso tempo abbiamo moltiplicato i nostri sforzi, già in corso da diversi giorni, per cercare le vie per una soluzione e per ottenere la liberazione di Daniele Mastrogiacomo. Ciò che vorrei sottolineare in questo momento è che sono in corso delle iniziative e dei contatti, anche con la collaborazione di organismi umanitari e delle stesse autorità afghane. Per questo abbiamo diramato una nota della Farnesina e l’abbiamo diffusa su tutte le reti internazionali ed è questo che vorrei ribadire: questa complessa vicenda, che richiede contatti fra diversi Governi e diverse istituzioni, non può essere risolta in poche ore. C'è bisogno di tempo. Vorrei ribadire la nostra ferma volontà di arrivare ad una soluzione». «D’altro canto – prosegue D’Alema – che sia in corso una iniziativa per arrivare ad una soluzione è stato percepito anche dall’altra parte, come testimonia la dichiarazione del portavoce dei Talebani Youssuf, che conferma che sono in corso dei contatti per cercare una soluzione alla situazione che si è creata. Dunque, a maggior ragione, vorremmo che dall’altra parte si comprendesse che la nostra azione ha bisogno di un tempo ragionevole per potersi dispiegare ed ottenere i risultati desiderabili, per poter uscire da questa drammatica vicenda».

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

"Annunciazione" di Leonardo al sicuro a Tokyo dopo lungo viaggio

Hanno tirato un sospiro di sollievo i responsabili del museo di Tokyo dove oggi è arrivato uno dei capolavori giovanili di Leonardo Da Vinci, che è stato delicatamente collocato sulla parete da impiegati in guanti bianchi.

Il senatore di Forza Italia Paolo Amato la settimana scorsa si era incatenato ai cancelli degli Uffizi per protestare contro il trasferimento in Giappone dell'"Annunciazione", un'opera che ha lasciato solo tre volte Firenze e considerata troppo preziosa e fragile per affrontare un simile viaggio.

Circa 300 tra politici ed esperti hanno sottoscritto una protesta contro il trasferimento, a cui si è opposto anche il direttore della Galleria degli Uffizi. Ma il ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli ha parlato di un fatto positivo per l'Italia.

Funzionari del Museo Nazionale di Tokyo hanno cercato di tranquillizzare gli italiani spiegando che l'opera - che mostra l'arcangelo Gabriele che rivela a Maria che concepirà un figlio - sarà esposto in una stanza assolutamente antisismica.

"Abbiamo una grande responsabilità: quest'opera è un tesoro italiano, un tesoro dell'umanità", ha detto il curatore Yoichi Inoue.

Collocato in tre casse a incastro - due di legno e una di alluminio - foderate con fogli di alluminio, polistirolo e schiuma espansa per proteggerlo da urti e sbalzi di temperatura e di umidità, il capolavoro di Leonardo di 217 centimetri per 98 è stato scortato a Roma dalla polizia ed è volato a Tokyo martedì, accompagnato da un architetto e da un restauratore degli Uffizi.

Una volta appurato che l'opera non aveva subito danni nel viaggio, è stata collocata sulla parete. La conclusione dell'ultima fase, cioè l'applicazione di un vetro protettivo, è stata salutata da un applauso.

"Sono così sollevato", ha detto Inoue, che ha confessato di non avere dormito la notte prima dell'arrivo dell'"Annunciazione", che sarà esposta in Giappone per tre mesi.

Fonte: Reuters Italia

Vietati i cellulari a scuola per studenti e docenti

Le tanto attese ed auspicate disposizioni per eliminare l’uso improprio dei cellulari a scuola sembrano essere giunte, giovedì 15 marzo, con la direttiva del Ministro della P.I. Fioroni sulle “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”.

Le riserve sono d’obbligo visto che le ‘linee di indirizzo’, o direttive che dir si vogliano, del potere esecutivo sono strumenti normativi abbastanza deboli che non possono già di per sé assumere carattere cogente.
Le linee direttive appena emanate, tuttavia, sono uno strumento che, pur nella sinteticità, e debolezza giuridica sicuramente affrontano, anche se non risolvono, l’attuale emergenza scolastica da una pluralità di angolazioni.

Non ultima il problema della collaborazione e corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia.
Aprono, ed è sicuramente questo l’aspetto più importante, la via ad interventi a più lunga scadenza in una prospettiva definitiva come la problematica richiede.

Dopo aver delineato esemplarmente il ruolo e la funzione della scuola di oggi quale “luogo di crescita civile e culturale per la piena valorizzazione della persona”, la direttiva ministeriale sottolinea il ruolo dell’autonomia grazie alla quale “ogni singola istituzione scolastica può concertare, confrontarsi, costruire accordi, creare spazi in cui le famiglie, studenti, operatori scolastici si ascoltano, assumono impegni e responsabilità, condividono un percorso di crescita umana e civile della persona”.

È appunto in quest’ottica che ogni istituzione scolastica autonoma, secondo il Ministro Fioroni, deve sentirsi chiamata a confrontarsi anche con il nuovo e scottante problema, ad aprire una fase di riflessione e a concordare sull’uso corretto del cellulare che deve sempre rispondere alle norme generali di correttezza cui è tenuto ogni studente. Correttezza già implicita nell’essere studente e che, come è fin troppo noto, è stata da tempo anche codificata dallo “Statuto delle studentesse e degli studenti”.

Un uso improprio si configura, innanzitutto, come violazione dei doveri ai quali sono tenuti gli studenti durante le attività didattiche tra le pareti scolastiche per i riflessi che ne derivano in ordine al venire meno del loro essere studenti oltre che alla perdita di dignità della scuola.

Da qui l’inderogabilità dell’irrogazione delle sanzioni disciplinari che divengono la naturale conseguenza dell’uso improprio dei nuovi strumenti informatici anche perché secondo una nuova visione, ormai sempre più condivisa, le sanzioni debbono essere inquadrate nell’ottica della punizione, del risarcimento e della riabilitazione.

Nella fattispecie dei fatti di particolari gravità dell’attuale momento, risulta essere indispensabile la deroga dal limite massimo dell’allontanamento dalla scuola oltre i quindici giorni come stabilito dalle norme vigenti.
Che la materia sia divenuta in questo momento troppo scottante, e persino esplosiva in taluni casi, è dimostrato dal fatto che l’attenzione del ministro Fioroni è fortemente concentrata sul ruolo delle scuole come istituzioni autonome le quali debbono trovare dal loro interno la forza e la capacità di risolvere il problema facendo tesoro delle forze che loro derivano da un regolamento scolastico adeguato ai tempi e alle specificità dei vari contesti territoriali.

Significativa è, soprattutto, l’attenzione che le linee ministeriali d’indirizzo riservano alla collaborazione tra scuola e famiglia che, come è noto, in questi ultimi tempi si è fortemente deteriorata, sia quanto i genitori si sono messi in posizione conflittuale nei riguardi degli insegnanti e dei dirigenti, sia quando hanno ridimensionato, sottovalutandolo, il loro ruolo consegnando alla scuola deleghe educative incondizionate.
Oggi, più che nel passato, dobbiamo essere convinti che solo con la sinergia tra le capacità educative della famiglia e quelle della scuola sarà possibile raggiungere l’unico obiettivo che non può che essere identificato se non nella crescita dei giovani nella prospettiva di una società futura basata sui principi della democrazia e della civile convivenza.

Se questa è l’ottica entro cui si pone la direttiva ministeriale, e tali sembrano essere le prospettive cui vuole far pervenire la scuola, occorre veramente augurarsi di trovarci solo di fronte ad un momento iniziale di un nuovo percorso che scuola e società civile, in cui un ruolo fondamentale è assolto dalla famiglia, dovranno intraprendere e risolvere insieme con strumenti legislativi più forti.

In quest’ottica, allora, non si giustifica l’aver sottolineato il divieto, già sancito, di usare il cellulare imposto anche ai docenti la cui formazione psico-sociale, emotiva, morale ecc. oltre che prettamente professionale, dovrebbe essere fuori discussione a meno di non voler punire anche i docenti per comportamenti degli alunni dei quali essi non possono essere ritenuti responsabili direttamente, affondando gli stessi in tensioni e disagi di natura sociale per i quali, certamente, la scuola nulla può fare, almeno immediatamente.

Fin qui sulle linee direttive in sé. Il problema, intatti, è molto più ampio e di rilevanza maggiore di quanto non sembri e di quanto ci si illuda di averlo risolto oggi ed eventualmente con provvedimenti giuridici che sicuramente verranno.

Attiene, infatti, al disagio che gli studenti di oggi provano varcando la soglia delle loro scuole nelle quali non vivono quel clima di positiva serenità che farebbe loro provare il piacere, e forse anche la gioia, di prestare attenzione a quanto gli insegnanti…insegnano, di affrontare i problemi della loro età anziché della cultura vuota, astratta, inutile che loro viene…somministrata e di cui è imbevuta la scuola italiana in questi ultimi tempi.

Bisogna avere il coraggio di dire che se la scuola fosse quell’ambiente educativo di apprendimento e di crescita che gli studenti sognano, se fosse un’autentica comunità di vita, se fosse basata su contenuti aperti, dinamici, problematizzanti ecc, insomma, sarebbero molto pochi quegli studenti che passano il tempo a…smanettare sui tasti dell’ultima diavoleria scientifica.

La scuola italiana, in definitiva, ha perso consenso e non solo tra gli studenti. Nell’intera collettività. Ad essa non credono più le famiglie e, purtroppo, tante volte neppure gli stessi docenti.
L’uso improprio dei cellulari è, sicuramente, espressione del venire meno della dignità della scuola nella collettività.

Fonte: La Tecnica della Scuola

Il porno vietato in tv anche durante la notte

Via il porno dallo schermo. Senza più zone franche: non sarà più possibile trasmettere immagini hard nemmeno di notte. Così ha stabilito l’Autorità per la Garanzie nelle Comunicazioni. Un divieto totale: vale per tutte le emittenti, sia pubbliche che private, nazionali e locali, sia che operino su frequenze terrestri o via satellite oppure via cavo.

FASCIA PROTETTA — Praticamente nasce una fascia protetta ininterrotta, 24 ore su 24. Dalla quale dovrà essere bandito tutto ciò che contenga «immagini pornografiche che prevedono la descrizione, l’illustrazione o la rappresentazione visiva e/o verbale di soggetti erotici e di atti o attività attinenti alla sfera sessuale che risultino offensivi del pudore». Finora l’unico divieto vero era quello di mandare in onda film vietati ai 18. Con questa delibera invece l’Agcom, che ha tra i compiti quella di tutelare il rispetto della dignità umana, cancella completamente il porno dalla tv. Con una sola eccezione: per i programmi ad accesso condizionato, ovvero criptato, e che siano protetti da un sistema di parental control con cui i genitori possono bloccare l’accesso ai minori.

GAZZETTA UFFICIALE — Le disposizioni entreranno in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione su Gazzetta Ufficiale. Perciò il Garante raccomanda a tutte le emittenti di uniformarsi alle nuove regole. Per i trasgressori le multe sono pesanti: dai 5.164 ai 51.646 euro. Senza bisogno di diffida: riscontrata la violazione, la sanzione è immediata.

I DIVIETI — Nel black out delle luci rosse rientrano tutte le chat line erotiche che da mezzanotte in poi costituiscono il palinsesto di molte tv locali che con questi introiti si finanziano. Vietati i filmati spinti con cui si pubblicizzano linee erotiche, proibite le conversazioni hot in diretta in cui si è specializzata ad esempio la Diva Futura.Come del resto aveva stabilito anche la Cassazione proprio pochi giorni fa. Destinate a scomparire tutte quelle signorine (e ultimamente anche qualche maschio) quasi sempre nude che, con musiche d’atmosfera e sceneggiature adeguate, suggeriscono al telespettatore quale numero chiamare (in genere un estero 99) a seconda del tipo di fantasia preferito: casalinghe agitate, dominatrici, terzetti e tutto il classico campionario apprezzato da oltre un milione di teleutenti. Dalla censura non scappa nulla. Lo stop al porno riguarda non solo quel che si vede ma anche quello che si sente. Pure un sonoro «eloquente» d’ora in poi sarà fuorilegge.

Fonte: Corriere della Sera