lunedì 19 marzo 2007

Striscia la Notizia: Capitan Ventosa a Casoria

Dall'hinterland napoletano sono arrivate segnalazioni di protesta perchè le strade sono piene di spazzatura che non viene ritirata da mesi.

Il fantastico capitan Ventosa è andato a Casoria , in provincia di Napoli solo per rendersi conto di quanto sia critica la cosa: la città intera è immersa di spazzatura!

Proprio l'emergenza rifiuti rappresenta un grosso problema nel meridione e particolarmente nella Campania e zone limitrofe di Napoli

Ecco il video:

Afghanistan, liberato Daniele Mastrogiacomo. La Farnesina conferma

L’agenzia di stampa afghana Pajhwok ha diffuso la notizia che Daniele Mastrogiacomo è stato liberato. Lo ha riferito SkyTg24, citando fonti locali. Il giornalista di ‘Repubblica’ è arrivato all’ospedale di Emergency a Lashkargah dopo le 18.30 afghane (le 15 in Italia). Mastrogiacomo è stato rilasciato dopo 14 giorni di prigionia. Assieme a Mastrogiacomo è stato liberato anche il suo interprete Adjmal Nashkbandi.
“Sono felice ma confuso”, ha dichiarato a caldo il giornalista.


La notizia è stata confermata anche dalla Farnesina, dunque è ufficiale. Sulle prime Palazzo Chigi con una nota ha fatto sapere di non sapere nulla a riguardo. Nel frattempo però la notizia era stata diffusa anche da Peacereporter.net, il quotidiano on-line vicino ad Emergency, l’organizzazione di Gino Strada molto presente e radicata in Afghanistan.

Mastogiacomo sarebbe stato liberato, secondo quanto si apprende, in cambio del rilascio di cinque prigionieri talebani: a dirlo è stato il comandante talebano Dadullah.


MASTROGIACOMO: SONO FELICE, MA CONFUSO

“Sono finalmente libero. Sono veramente contento. Ringrazio tutti quanti, la gente che si è mobilitata per me; in questo momento ho la testa confusa, ma sono felice per essere uscito da qeusta situazione anche grazie all’aiuto del giornale, dei miei colleghi, del governo e di tutti gli amici”. Sono le prime parole di Daniele Mastrogiacomo libero, rilasciate in esclusiva a Repubblica Radio e Tv.


EZIO MAURO: DECISIVO L’AIUTO DI EMERGENCY

“Solo quando abbiamo potuto parlare con Daniele abbiamo capito che era finita”. E’ un Ezio Mauro provato ma visibilmente felice quello che parla in esclusiva a ‘Repubblica Tv’ della liberazione del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo.

“Daniele è naturalmente emozionato e felice di parlare con la moglie – ha detto ancora il direttore del quotidiano -, che era nella mia stanza. E’ stato incatenato a lungo, lo hanno tenuto alle catene per diversi giorni. Quando gli hanno dato la notizia gli hanno detto: ‘Tra due ore’”.


“Sono state decisive sicuramente Gino Strada per questa parte finale – ha poi aggiunto Mauro -, perché senza Emergency sarebbe stato tutto molto più complicato; ma sono stati decisivi il presidente del Consiglio Prodi e il ministro degli Esteri D’Alema, soprattutto nel rappoto con il ministro degli Esteri Karzai, che probabilmente è riuscito a realizzare quelle condizioni che i talebani chiedevano”.


“Bisogna ringraziare il capo dell’Unità di crisi, Elisabetta Belloni, straordinaria per la tenuta, la competenza con cui ha guidato senza risparmio questa vicenda – ha poi sottolineato Mauro -. La moglie di Daniele è stato molto brava, l’abbiamo associata a tutti i passaggi, anche i più delicati. Abbiamo avuto la fortuna di partecipare da dentro a questa vicenda senza essere all’oscuro di quanto capitava. Adesso l’unica cosa che conta è che Daniele è tra di noi”.


GINO STRADA: “E’ UNA ROCCIA DURA”

''E' una roccia dura''. E' questo il commento a caldo di Gino Strada, fondatore di Emergency ai microfoni di Sky24, in merito alle condizioni di salute del giornalista Daniele Mastrogiacomo, liberato alle 13.40 ore italiane dopo circa due settimane di sequestro.

Strada ha riferito che il giornalista di ''Repubblica'' si trova all'ospedale della Ong a Lashkargah e che non è ricoverato. Si trova in buone condizioni di salute.


PRODI: PRESTO IL RIENTRO IN ITALIA
“Daniele Mastrogiacomo è in questo momento all’ospedale di Emergency. E’ in buona salute e mi aspetto che tra pochi giorni si possa riabbracciarlo”. Poche ma essenziali parole da parte del presidente del Consiglio Romano Prodi per annunciare ufficialmente la liberazione del reporter di ‘Repubblica’, rapito in Afghanistan 14 giorni fa.


“Si stanno approntando mezzi e modalità per organizzare il suo rientro in Italia – ha aggiunto Prodi -. Personalmente provo un senso di soddisfazione e vicinanza alla famiglia, alla moglie, ai fratelli e agli amici”.

“Una operazione che non è stata semplice” ha detto ancora Prodi ricordando anche il supporto del direttore di Repubblica, Ezio Mauro.


Fonte: Romagna Oggi

Il ritorno di Commodore, presentato al Cebit il nuovo game pc

A volete ritornano. Per i 30 35enni è un vero tuffo nel passato, un revival di ricordi, di quelle ore trascorse davanti alla tv in attesa che il primo rudimentale computer caricasse la cassetta magnetica per poter giocare all’ultimo avvincente videogame. Stiamo parlando della Commodore, una delle società più fiorenti degli anni ottanta nel mercato dei primi home computer, allora dedicati quasi esclusivamente all’intrattenimento.

L’inventore del mitico commodore 64 (venduto in oltre 30milioni di esemplari in tutto il mondo, ndr), e ancor prima del vic20 e poi dell’Amiga 500, oggi torna alla ribalta con un nuovo prodotto, ipertecnologico, con la missione di battersi ad armi pari contro le consolle giapponesi di Sony e Nintendio.

La commodore gaming, che rappresenta una filiale della casa madre Commodore la quale non ha mai interrotto l’attività in questi anni, ha presentato in anteprima al Cebit di Hannover il suo Pc gaming, un prodotto a metà strada tra la consolle e il personal computer, dedicata al mondo dei giochi elettronici.

Un mercato da svariati milioni di dollari, nel quale la concorrenza si basa su una tecnologia sempre più spinta per ottenre il massimo del realismo. Prodotti che montano potenti processori, mutuati dal mondo dei Pc soprattutto per ottenere effetti grafici di altissimo livello, che dispongono di Dvd (in alcuni casi già in versione alta definizione), di disco fisso di gradi capacità di memoria, oltre che a una serie di accessori che fanno la felicità degli appassionati.

Il nuovo prodotto, disponibile in quattro differenti versioni, del quale però non sono stati ancora resi noti i prezzi, potrà essere personalizzato anche esteticamente. Grazie alla possibilità di decorare il case a piacere, con stampe particolari e coloratissime e riproduzioni, l'impatto visivo si discosta di molto dal look minimalista offerto dai concorrenti giapponesi.

Fonte: Finanza Online

Arriva la PlayStation 3, anche l'Italia si prepara

Il count down è iniziato, e questa volta per davvero. Dopo l'anteprima in America e Giappone dello scorso novembre, ancora pochi giorni e la nuova e attesissima console per videogiochi della Sony, che sulla Playstation 3 ci scommette e tanto per tenere a debita distanza gli attacchi della Xbox 360 della Microsoft e della Vii di Nintendo, debutterà ufficialmente in Europa allo scadere della mezzanotte del 22 marzo.

Un evento che, diamolo pure per scontato, sarà vissuto in presa diretta da milioni di adepti della "macchina per l'entertainment" del gigante nipponico. E come sempre più spesso succede le code infinite davanti ai negozi che per primi metteranno in vendita il nuovo " oggetto del desiderio" sono attese anche in Italia. Nella notte del lancio, infatti, sono in programma vari eventi che trasformeranno l'immediata vigilia in veri e propri "street party" nei pressi dei quattro shopping center che hanno cavalcato l'iniziativa: lo store Euronics di Viale Rossini 11 a Roma (dove fino al 23 è ancora allestita, nel quartiere di Trastevere, la PS3Dome), il centro Mediaworld in Viale Troya a Milano, l'Eldo di Piazza Matteotti a Napoli e la Fnac di Via Roma 56 a Torino. Per chi non sarà della festa, invece, Sony ha allestito un quinto appuntamento del tutto virtuale, ambientato su un'isola di Second Life nelle vicinanze dei Parioli romani. Per gli oltre quattro milioni di utenti della community italiana un evento "cult" da non perdere, al pari dei primi giochi in formato Blu-ray pensati per la PS3, che si possono già comprare a partire da 59,99 euro.

E la compatibilità con i giochi della PS2?
Eliminando un microchip dalla versione europea della PlayStation 3, Sony coglierà l'obiettivo di ridurre i costi di produzione ma aprirà il fianco al nascere di un problema non da poco, la compatibilità della nuova console con i giochi della PS2, venduta in 111 milioni di esemplari. I portavoce della casa giapponese sono stati del resto alcuni giorni fa molto espliciti nel confermare che la PS3 che debutterà venerdì non raggiunge i livelli di compatibilità (nell'ordine del 98%) con i titoli della console precedente dei modelli americani e giapponesi. Una scelta coraggiosa, per certi versi, che non si sa quanto potrà influire sulle vendite dell'apparecchio nel Vecchio Continente. La PS3 costa a listino 599 euro nella versione con hard disk da 60 Gbyte, un "investimento" non da poco.

Fonte: Il Sole 24 ore

Beauty trip, per risistemarsi

Week end e mini-vacanze nei centri benessere, la nuova mania di chi può concedersi il lusso di rimettersi in forma dopo l'inverno

Decine di agenzie di viaggio si sono buttate sul business. Con l'inverno alle spalle, si è scatenata la mania del "beauty trip", il week end all'insegna del benessere per rimettersi in forma, e si organizzano pacchetti ad hoc per chi è a caccia di relax e centri termali. "Remise en forme" è la parola d'ordine per tutti coloro che, in vista della bella stagione e potendoselo permettere, sentono l'esigenza di ritrovare la linea perduta. Secondo Telefono Blu sarebbe il 4% degli italiani a fare delle terme una tappa abituale per ritrovare il tono fisico e la forma giusta, la meta più gettonata rimane Ischia, seguita dalle località tradizionali dell'Emilia Romagna, della Toscana e del Trentino Alto Adige. Mentre all'estero cresce l'affluenza verso i centri termali di Croazia e Slovenia.

Il piacere, l'effetto rilassante e il benessere dell'azione delle terme è una tradizione che si rinnova dai tempi più antichi. E oggi c'è un ritorno all'origine per chi è alla ricerca del relax, gli elementi naturali sono sempre più presenti nei vari trattamenti proposti dalle strutture. Oltre ai bagni nel vino e ai massaggi col cioiccolato, le ultime novità sono attività a base di acqua termale riprese dall'antica tradizione romana, con aggiunta di olio d'oliva, sale, fango, miele. L'età media di chi richiede questo tipo di trattamenti, tra l'altro, negli ultimi tempi si è notevolmente abbassata, varia dai 35 ai 40 anni, ci sono famiglie con bambini, così come manager che seguono programmi dietologici e antistress.

L'importante - consigliano gli esperti - al di là dei singoli trattamenti, è la scelta della struttura. I centri benessere qualificati devono esibire la siglia "spa", che sta per "Salus per aquam" e cioè curarsi grazie alle proprietà dell'acqua. Ottenere il riconoscimento di spa non è semplice. Con la legge numero 323 del 2000 lo Stato ha posto dei paletti molto chiari, impedendo così alle persone di imbattersi in tranelli o in finti centri benessere. Secondo l'articolo 2, infatti, soltanto le cure che utilizzano acque termali o loro derivati che abbiano riconosciuta efficacia terapeutica per la tutela globale della salute possono effigiarsi di epiteti quali terme, termale, acqua o fango termale, idrotermale, idrominerale, thermae e naturalmente spa.

Per chi non avesse tempo per un soggiorno lungo, il beauty trip, viaggia anche su internet. Sono moltissime le offerte che si possono trovare in rete per accaparrarsi qualche momento di relax senza spendere una follia. I prezzi vanno dai 100 ai 500 euro al giorno e sono solitamente comprensivi di pernottamento e prima colazione. Alcuni includono anche massaggi e bagno turco, uso delle saune, idromassaggio e fitness. Ma attraverso internet si possono anche prenotare massaggi o trattamenti da consumare presso un qualunque centro benessere della propria città, L'ultimi trend è la cioccolato-terapia di coppia: cremosi avvolgimenti a base di cioccolato caldo accompagnati da massaggi e carezze per addolcire la pelle, sauna, peeling, bagno turco, e fango, degustazione di cioccolato e un massaggio di 30 minuti con olio caldo al cacao. Due ore in tutto, 179.99 euro in due.

Fonte: Libero News

Ministri ambiente G8: Restano le differenze ma intesa per 7 punti

Gli Usa dicono no ai limiti alle emissioni. La Cina respinge le critiche

Nonostante il persistere di differenze fra i Paesi più industrializzati e la conferma del no americano a stabilire limiti vincolanti per le emissioni di gas nocivi, nell'incontro di Potsdam fra i ministri dell'ambiente del G8 e di cinque dei maggiori Paesi emergenti è emersa la comune volont àdi lavorare a una strategia di lotta contro i mutamenti climatici e il riscaldamento della Terra e per la salvaguardia della biodiversità.

«Siamo andati molto più avanti di quanto mi fossi aspettato all'inizio», ha detto il ministro dell'ambiente tedesco Sigmar Gabriel, il cui Paese detiene la presidenza di turno del G8. In un documento diffuso al termine dei due giorni di lavori, Gabriel ha parlato di un «buon risultato in vista del vertice del G8 del prossimo giugno a Heiligendamm». «È un segnale importante - ha osservato - che i cinque principali Paesi emergenti e gli otto Paesi più industrializzati abbiano parlato con parole chiare fra di loro».

All'incontro di Potsdam, il capoluogo del Brandeburgo a pochi km da Berlino, hanno preso parte i ministri dell'ambiente del G8 (Usa, Giappone, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Canada e Russia) e i loro colleghi di Cina, India, Brasile, Messico e Sudafrica.

È stata la prima volta che rappresentanti del G8 si sono seduti allo stesso tavolo a discutere con i loro corrispettivi dei Paesi emergenti in via di sviluppo. Per l'Italia ha partecipato ai lavori il ministro Alfonso Pecoraro Scanio. La riunione non prevedeva decisioni vincolanti ed era destinata a preparare il terreno e a sondare le posizioni in vista del vertice annuale del G8 che si terrà dal 6 all'8 giugno a Heiligendamm, località balneare sulla costa baltica tedesca.
In quell'incontro uno dei temi sul tappeto sarà l'emergenza climatica e le conseguenze del riscaldamento del Pianeta. Parlando con i giornalisti al termine della riunione - svoltasi nella residenza storica di Cecilienhof, dove nell'estate 1945 subito dopo la fine della guerra Truman, Stalin e Churchill si riunirono per parlare del nuovo assetto dell'Europa -, Pecoraro Scanio, denunciando il persistere della distanza tra Usa e Ue in fatto di clima e ambiente, ha sintetizzato la situazione con una riuscita frase ad effetto. «Il clima si sta arroventando e l'intera problematica del cambiamento climatico corre come una lepre, al contrario il clima politico non si rende conto dell'emergenza e continua ad andare molto lento come una lumaca», ha detto il ministro dell'Ambiente.

Pecoraro Scanio ha al tempo stesso espresso soddisfazione per l'intesa di principio su una serie di punti, ne ha indicati sette, registratasi nella riunione di Potsdam. Si tratta, ha precisato, delle aree relative all'attendibilità dei risultati scientifici, all'attuazione di azioni a favore dello sviluppo sostenibile, alle nuove tecnologie intese come fattore chiave nella lotta ai cambiamenti climatici, al rafforzamento di strumenti concreti come il protocollo di Kyoto, all'aumento degli impegni volontari da parte dei Paesi emergenti, alla necessità della lotta alla desertificazione, all'azione a favore dell'adattamento ai mutamenti climatici. Intese queste tuttavia che non hanno valore di accordo formale. A gettare ombra sulla riunione G8+5 di Potsdam è stata la posizione degli Usa che hanno detto no (unico no) anche all'aiuto finanziario a sostegno dei Paesi emergenti impegnati nella protezione dell'ambiente.

La Cina ha respinto le critiche dei Paesi occidentali sulla politica di Pechino in materia di difesa del clima. "La Cina ha intrapreso i suoi sforzi per uno sviluppo duraturo e contro i mutamenti climatici", ha detto alla Bild am Sonntag Xie Zhenhua, capo della delegazione cinese alla riunione conclusasi sabatoa Potsdam.

Fonte: Corriere Canadese

Cesare Battisti in carcere a Rio

Arrestato mentra incontrava un'amica: gli aveva portato novemila euro da Parigi. Il leader dei «proletari armati» era latitante del 2004

Dopo due anni e mezzo, la fuga di Cesare Battisti è finita di nuovo, questa volta in Brasile, fra la gente che guardava il mare e il vento che scuoteva gli ombrelloni. E’ finita come quella di un banale turista, o come quella dei grandi criminali che si rifanno la vita fra queste lande lontane, esotiche e gaudenti. E’ finita senza rivoluzione, senza ideali, senza i proclami degli anni folli del terrorismo. Non ha detto: «Sono un prigioniero politico». Ha detto: «Guardate che vi state sbagliando». Un agente in borghese gli ha afferrato il braccio, mentre salutava la sua amica Lucie Genevieve, vicino a un chiosco, davanti alla spiaggia di Capocabana. Lei aveva i soldi per lui: 9 mila euro. Glieli aveva portati dalla Francia. Altri agenti gli puntavano le pistole contro, gridavano «Fermo, fermo». L’hanno fatto salire su una macchina. Lui è sembrato sorpreso, ha detto: «Ma che cosa volete? Chi siete?». Non l’ha ancora capito?, gli ha risposto uno e gli ha chiesto: «Lei è il signor Cesare Battisti?». Non aveva documenti. Hanno dovuto identificarlo qualche minuto dopo con le impronte digitali. Però, c’erano anche gli uomini della polizia francese e quelli dell’Antiterrorismo dell’Ucigos, con il direttore Carlo De Stefano: loro l’avevano già riconosciuto. E’ dall’estate che gli stavano dietro, da sette mesi che lo seguivano aspettando il momento giusto.

Non è la prima volta che succede, perché quella fra la Giustizia e il terrorista degli Anni di Piombo, condannato all’ergastolo per quattro omicidi mentre s’era nascosto in Messico, è una rincorsa tragica e angosciante, come quella dei romanzi noir che lui scriveva e vendeva in Francia, con qualche successo pure, e come quella del destino che ha segnato le sue vittime. Era stato arrestato nel ‘79, era evaso nell’81, era andato in Francia, poi in Messico e di nuovo in Francia, protetto dal teorema Mitterrand che impediva l’estradizione anche ai terroristi, se rinnegavano la lotta armata. Nel 2004 quell’ombrello era caduto ed era finito dentro, un mese in cella e due a piede libero, prima di scappare di nuovo. Battisti ha un volto che non induce alla simpatia, un sorriso che sforza invano e uno sguardo appeso, assieme a un fascicolo giudiziario che gronda tutto il sangue e la miseria e la follia di quegli anni: un macellaio e un gioielliere colpiti perché avevano reagito alle rapine, un maresciallo e un agente della Digos massacrati senza ragione. Lui s’è sempre dichiarato innocente: ha ammesso solo di aver fatto parte dei Proletari armati per il comunismo, ma di non aver mai sparato a nessuno, e di essere stato accusato ingiustamente da pentiti e dissociati in un processo sneza prove.

Dall’altra parte, il suo ergastolo ha superato i gradi di giudizio e l’ha raggiunto in contumacia. Da quando è sparito dalla Francia, nell’agosto 2004, Carlo De Stefano e i suoi uomini dell’Ucigos hanno cominciato a cercarlo senza sosta. Seguono gli amici, i parenti, controllano il «Comitato di sostegno» nato in sua difesa a Parigi. Poi, quest’estate l’informazione giusta: Battisti era in Brasile. Probabilmente, li avevi messi sulla pista buona uno dei membri del Comitato.

Dalla Francia trasmettono le informazioni alla polizia di Rio de Janeiro. Hanno soltanto il nome di battesimo di una donna che deve portargli i soldi. Gli inquirenti controllano le liste di volo degli aerei in arrivo a Rio, evidenziando le passeggere con il nome corrispondente. C’è voluto un mese. Da ottobre, intanto, come racconta De Stefano, «personale Ucigos si era recato sul posto e aveva iniziato un lavoro di indagine assiene all’antidroga italiana, che è di stanza lì, e alla polizia brasiliana». Alla fine, si sono convinti che la persona che arrivava era quella giusta. Si chiama Lucie Genevieve Oles.

Gli si sono messi alle costole. Lei ha raggiunto Battisti nella hall dell’hotel Ocean di Rio de Janeiro. Sono quasi le 8 del mattino, mezzogiorno in Italia. Gli ha parlato al telefono dalla reception. Lui gli ha dato un altro appuntamento, in un chiosco sulla spiaggia di Capocabana, di fronte all’albergo: ed è lì che i due sono stati fermati dagli agenti brasiliani. Lui l’hanno riconosciuto grazie alle impronte digitali. La donna è stata rilasciata.

Adesso comincia la battaglia per l’estradizione. L’ultima puntata di questa lunga rincorsa, 28 anni così, di fuga e di caccia, di polemiche e promesse, inseguendo la Giustizia, mentre dalla Francia piovono già accuse e filippiche, è racchiusa nelle parole di un portavoce del ministero degli Esteri brasiliano: «In linea di principio Cesare Battisti potrà essere estradato in Italia. Esiste un trattato tra Brasile e Italia siglato nel 1989 e entrato in vigore nel 1993».

Fonte: La Stampa.it