venerdì 1 giugno 2007

Genova, non si può abortire nell'ospedale di Bagnasco

GENOVA - Lo ha firmato anche Marta Vincenzi, diessina, sindaco di Genova da due giorni, alla vigilia del suo insediamento. È un atto di denuncia durissimo contro uno dei principali ospedali della città, governato dagli uomini scelti dalla influente Curia genovese. "Da due mesi l'ospedale Galliera, presieduto dall'arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, ha sospeso il servizio di interruzione di gravidanza; o le cose cambiano o ci rivolgiamo alla Procura della Repubblica": l'attacco che parte da Genova è lanciato da Mercedes Bo, nipote del grande intellettuale del Novecento Carlo e vicepresidente nazionale dell'Aied. Firmano anche il coordinamento donne della Cgil, l'Udi e un fitto elenco di associazioni di donne. "È interruzione di servizio pubblico, in un ospedale finanziato dallo Stato - protesta Bo - Qui è in gioco la laicità dello Stato".

È proprio il presidente della Cei, infatti, a presiedere il consiglio d'amministrazione dell'ospedale Galliera. La volontà della fondatrice, la nobildonna genovese Maria Brignole Sale Duchessa di Galliera - già vedova del marchese De Ferrari che cofinanziò la realizzazione del canale di Suez - venne sancita nello statuto: l'arcivescovo pro tempore di Genova avrebbe presieduto per sempre la sua "opera pia". Con poteri tutti temporali: dalla nomina del direttore generale alla gestione del bilancio fino alla supervisione sul lavoro del comitato etico. E l'arcivescovo di Genova, dallo scorso 29 agosto, è Angelo Bagnasco, succeduto a Tarcisio Bertone (ora segretario di Stato) e approdato, da due mesi e mezzo, al vertice della Conferenza dei vescovi. Lo stesso Bagnasco è presidente della Fondazione Gaslini, che guida l'omonimo ospedale pediatrico genovese, sempre per statuto.

"Chi si rivolge al Galliera e chiede di interrompere la gravidanza viene dirottato in un altro ospedale della città, l'Evangelico", dice Bo. E attacca: "Ma all'Evangelico le liste d'attesa si sono allungate e le donne non riescono ad abortire prima della nona-decima settimana, con disagi fisici e psicologici". Fino a due mesi fa erano proprio i medici dell'Evangelico a trasferirsi nell'ospedale presieduto da Bagnasco per praticare gli interventi di Ivg o gli aborti terapeutici (al Galliera tutti i ginecologi sono obiettori di coscienza). Circa quattrocento all'anno. Mentre all'Evangelico la media annuale è di ottocento.

"Molto rumore per nulla - dice Adriano Lagostena, direttore generale del Galliera - da dicembre il nostro ospedale e l'Evangelico hanno realizzato, nella sede di quest'ultimo, un Dipartimento chirurgico interaziendale: ecco perché gli aborti vengono praticati in quella struttura. Così come al Galliera, non eseguiamo più - perché li abbiamo dislocati in altre strutture - interventi di cataratta o di chirurgia della mano". "I dati dell'Evangelico parlano chiaro - rilancia Bo - in questi due mesi il numero degli aborti, nonostante il bacino di utenza assorba allora quello di due ospedali, è rimasto invariato". E poi sottolinea: la legge "194" prevede che gli aborti avvengano nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, non in quelli di Chirurgia. Notazione che condivide anche l'assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo, diessino, che ha convocato i direttori generali dei due nosocomi per la prossima settimana: "Il servizio pubblico non deve mai essere interrotto - dice - il Galliera deve garantire la presa in carico delle pazienti e non spedirle direttamente all'altro ospedale".

Fonte: La Repubblica

Lancet: efficace al 99% il vaccino contro il tumore all'utero

L’autorevole rivista scientifica Lancet annuncia i risultati di una nuova indagine sull’efficacia del vaccino (Gardasil) contro i tumori al collo dell’utero.

Il vaccino quadrivalente (tipi 6,11,16,18) contro il Papillomavirus umano, previene il 99% delle lesioni pre-cancerose del collo dell'utero correlate ai tipi di Hpv 16 e 18, nelle giovani donne (16-26 anni) non ancora entrate in contatto con questi due al momento dell'avvio dello studio.

Questo è il risultato più importante di un'analisi combinata di 4 studi clinici, che nel complesso hanno coinvolto più di 20 mila donne.

"L'efficacia è più alta nelle giovani donne che non sono entrate in contatto con i tipi di virus contenuti nel vaccino al momento dell'inizio degli studi rispetto all'efficacia dimostrata nelle altre popolazioni in studio che hanno incluso sia donne già entrate in contatto con il virus sia chi aveva già una lesione al collo dell'utero provocata dal papillomavirus umano", ha spiegato Patrick Poirot, vice presidente del dipartimento medico scientifico di Sanofi-Pasteur MSD.

"Come per qualsiasi altro vaccino profilattico, i massimi benefici sono attesi a completamento del ciclo vaccinale prima che la persona incontri gli organismi che causano la malattia. Per quanto riguarda il Papillomavirus umano, questo momento è prima dell'inizio dell'attività sessuale. Di conseguenza, le autorità sanitarie nel mondo hanno scelto le ragazze in età pre-adolescenziale e le giovani donne come fascia prioritaria per le loro raccomandazioni".

Ad oggi, le autorità sanitarie statunitensi e quelle di Australia, Canada, Germania, Francia, Italia, Belgio, Austria, Norvegia e Lussemburgo hanno già raccomandato la vaccinazione universale contro il Papillomavirus Umano per le giovani ragazze, spesso accompagnata da un programma di recupero per ulteriori fasce d'eta' di ragazze e giovani donne.

Fonte: RAINEWS 24

Iss, aumenta il fumo tra italiani

Si celebra con dati allarmanti la Giornata Mondiale senza Fumo. Secondo l'Istituto superiore di sanità (su un'indagine Doxa), la media è salita a 14 sigarette al giorno, da 13 nel 2006. Il vizio coinvolge 12 milioni di italiani: tra cui un milione e 200 mila giovani tra i 15 e i 24 anni e ben 130 mila under 18. A tre anni dalla legge che vieta il fumo nei locali pubblici il ministro Turco chiede controlli a tappeto.

Più uomini che donne
Sempre secondo le ultime statistiche, sono gli uomini a spendere di più: il 27% destina più di 100 euro al mese per questo vizio. Mentre le donne fumatrici sono il 19,3%. I guadagni legati alla vendita di sigarette, trinciati, fiuti e sigari ammontano per il 2006 a 12,5 miliardi di euro. Quanto ai luoghi in cui viene rispettata la legge anti-fumo,se l'83,9% degli italiani hanno spento la sigaretta nei ristoranti, tra una portata e l'altra, e smesso di fumare nei pub, all'interno di discoteche e balere, sul posto di lavoro sono più indisciplinati: solo il 71,8% ha riunciato alla sigaretta in ufficio.

Sigarette inquinano più del motorino
Preoccupa anche la diffusione del tabagismo tra gli adolescenti e i giovani che iniziano a fumare sempre piu' precocemente. Inoltre, è proprio ai ragazzi che si è rivolta l'iniziativa dell'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano. Davanti a 400 ragazzi delle superiori, i responsabili della struttura scientifica hanno dimostrato, tra gli altri rischi per la salute, che le sigarette inquinano mille volte più del motorino.

Sos bebé: 130mila tabagisti l'anno già nel pancione
Almeno 130mila bambini nel ventre materno in Italia ogni anno sono esposti già da feti alla sigaretta "passiva". Diventano "tabagisti" prima ancora di nascere. La loro mamma non smette di fumare nemmeno col pancione, condannandoli a un'aumentata probabilità di morte entro il primo anno di vita o a un'esistenza ad alto rischio di malattie. Lo ha calcolato Luigi Matturri, direttore dell'Istituto di Anatomia patologica dell'universita' di Milano. Secondo Matturri: "Indagini condotte nei Paesi occidentali rivelano che il 20-25% delle donne continua a fumare anche in gravidanza". Quasi una futura mamma su 4 che persevera nel 'vizio' a dispetto dei pericoli ai quali espone il suo bimbo. Eppure "è dimostrato - avverte Matturri - che i figli delle madri che fumano in gravidanza corrono gravi rischi per la salute: aborto, morte fetale e morte in culla", ma anche "aterosclerosi, aggressività, conflittualità, ansia, depressione, disturbi cognitivi, deficit dell'apprendimento e predisposizione a tabagismo e alcolismo".

Turco: "Controlli a tappeto in uffici pubblici, stazioni, centri commerciali"
Anche il ministro della Salute è intervenuto. A tre anni dall'entrata in vigore dei divieti anti-fumo nei locali e nei luoghi di lavoro, ha detto Livia Turco, "riscontriamo un bilancio positivo, soprattutto per quanto riguarda la limitazione dei danni per i non fumatori". Ma non bisogna mollare la presa, e nell'immediato "promuoveremo controlli a tappeto sul rispetto delle attuali norme, soprattutto nei locali pubblici", appoggiando l'idea "già in discussione, di far accedere gli utenti ai distributori automatici di sigarette solo con una tessera che identifichi l'età del consumatore". "Dopo un primo significativo decremento - spiega il ministro - i risultati ottenuti nei confronti dei fumatori sembrano sostanzialmente stabili, se non addirittura in ripresa, come ci mostrano alcune indagini demoscopiche recenti". Per cui la titolare della Salute ritiene "importante rivedere la legge del 1994 sulla prevenzione e sicurezza sul lavoro, prevedendo di inserire il fumo tra gli elementi nocivi per la salute dei lavoratori. E' comunque mia intenzione promuovere una nuova azione di controlli a tappeto sul rispetto delle attuali norme, soprattutto nei locali pubblici, con particolare attenzione agli atri delle stazioni ferroviarie, ai centri commerciali e agli uffici pubblici aperti al pubblico".

Fonte: TGCom

Verso il G8, promesse di Bush ma l'Ue non ci crede

Bush prepara il viaggio in Europa e lo fa parlando proprio con i giornalisti di quei paesi che visiterà durante il suo viaggio che lo vedrà lunedì a Praga, poi in Germania per il G8 e Polonia e quindi farà tappa a Roma per gli incontri in Vaticano e Palazzo Chigi prima di proseguire alla volta di Albania e Bulgaria.

Due sono i nodi maggiori e i contrasti più acuti con i Paesi dell'Ue: clima e scudo spaziale. Bush ha annunciato giovedì scorso un nuovo piano Usa per abbassare i gas serra da mettere in agenda nel dopo Kyoto. Ma si annunciano in Europa forti opposizioni. Nonostante la sortita ecologista Bush, infatti, incassa una reazione scettica da parte della commissione Ue che per bocca del suo presidente Barroso gli fa sapere ci si aspetta dagli Usa una "posizione più ambiziosa". Mentre sul fronte spaziale il presidente texano cerca di rassicurare l'Ue e il suo amico Putin: tranquilli, serve soltanto contro gli Stati canaglia.

CLIMA Contrario da sempre al protocollo di Kyoto e in polemica con la cancelliera tedesca Angela Merkel proprio sugli impegni da prendere al G8 sul clima, il presidente americano cambia radicalmente strategia. Senza mai parlare di "riscaldamento globale", ma scegliendo la formula cara alla sua amministrazione, perché più neutra, di "cambiamento climatico", Bush afferma che «gli Stati Uniti prendono molto seriamente gli studi scientifici» e per questo lavoreranno «con gli altri paesi per definire entro il 2008 un percorso a lungo termine per ridurre le emissioni di gas e per mettere a punto un nuovo quadro per le emissioni quando il Protocollo di Kyoto scadrà nel 2012».

Un accordo al quale tutti gli stati dovranno adeguarsi? Bush in una intervista rilasciata dal presidente Usa a La Stampa venerdì in edicola, parlando proprio di clima specifica: «Ogni nazione deve darsi un proprio obiettivo compatibile con la propria economia». Ma la sortita "buonista" sul clima non lascia indifferenti. E crea perplessità. La Commissione europea, infatti, ha accolto con scetticismo la sua iniziativa di lavorare a una riduzione entro la fine dell'anno prossimo delle emissioni di gas serra. «È chiaro che abbiamo bisogno di una posizione più ambiziosa da parte degli Stati Uniti», ha affermato il presidente Manuel Durao Barroso in un'intervista al Financial Times Deutschland. «Gli Usa stanno ponendo molta enfasi sui meccanismi di mercato nella lotta ai cambiamenti climatici, e fanno bene», ha osservato Barroso, «ma questi funzionano solo se ci sono obiettivi vincolanti». Posizione avallata anche dal quotidiano inglese The Guardian che titola: «Bush affossa le speranze di una strategia per il cambiamento climatico al G8».

SCUDO Bush non può neppure ignorare, le proteste di Mosca sullo scudo spaziale da installare in Europa. Tale progetto è stato, infatti, fin dal principio fortemente osteggiato dalla Russia. E ieri Vladimir Putin lo ha definito «una minaccia per la sicurezza nazionale» e l'inizio di una nuova cosa agli armamenti. Il giorno dopo Bush tenta di tranquillizzare il suo amico Putin, ma lo fa con molte ambiguità. Prima, infatti, afferma: la Russia «non è uno stato canaglia», dunque non deve preoccuparsi dello scudo antimissile americano. «Vogliamo lo scudo per difendere i paesi liberi e democratici dagli stati canaglia - spiega Bush- la Russia non è uno stato canaglia e dunque non deve preoccuparsi». Poi però dice: «Siamo preoccupati per la democrazia in Russia, a dispetto delle assicurazioni di Putin che non c'è ragione di avere timori». Non è un nostro nemico, però...non tiri la corda.

ITALIA Il 9 giugno Bush è atteso a Roma, dove a presidiare la sua visita saranno mobilitati dai 3 ai 6mila agenti. E a Roma non nasconde che vorrà sviscerare con il governo il nodo della presenza del contingente militare italiano in Afghanistan. «Prodi -afferma Bush al giornalista Maurizio Molinari- sta facendo delle scelte difficili sull'Afghanistan e spero che la mia visita le rafforzerà. Voglio sedermi con Prodi e parlare con lui di quanto è importante l'impegno italiano in Afghanistan, ora e in futuro». «Il ruolo italiano -sottolinea- è importante, fa sapere agli afghani che esiste la volontà di aiutarli a consolidare la loro giovane democrazia. L'Italia dà importanti contributi nell'addestramento della polizia e dell'apparato giudiziario. Sono di valore». Quanto alla guerra preventiva al terrore, il presidente texano sottolinea anche il ruolo della partnership italiana: «La cooperazione di intelligence fra noi e l'Italia è solida. Ci parliamo in maniera tale da proteggerci a vicenda perchè i nemici vogliono ancora colpirci».

PROTESTE Ma ad attendere Bush non ci sarà soltanto il ministro degli Esteri Massimo D'Alema e il ministro della Difesa Arturo Parisi. Lo attenderà anche una nutrita folla di manifestanti. «Sono contento di andare in un Paese dove c'è la libertà di parola, è il segno dell'esistenza di una società robusta». Il presidente Usa risponde così alla Stampa. «Quando si va in Paesi liberi spesso si vedono proteste - afferma Bush -. È la libertà di parola. È possibile che vi saranno proteste non solo a Roma ma anche in Germania. Quando i leader si riuniscono la gente vuole far sapere come la pensa in Tv. Ricordo - sottolinea - cosa avvenne a Genova, fu dura».

Sulle proteste del 9 giugno si scalda la polemica con il presidente della Camera Fausto Bertinotti. Manifestazioni che Bertinotti non ha condannato, avendo osservato che manifestare contro Bush «è legittimo, ed è questa l'unica cosa da stabilire in un paese democratico». «Poi se è giusto o no, lo stabilisce chi ci va e chi non ci va», aveva precisato il presidente della Camera aggiungendo che «naturalmente, i fenomeni di partecipazione vanno osservati tutti con grande attenzione e poi vanno esercitati sempre attraverso la nonviolenza». E a chi gli chiedeva se avesse imbarazzo nell'incontrare e dover stringere la mano al presidente degli Stati Uniti durante la sua due-giorni romana, il 9 e 10 giugno. «Preferisco avvalermi della facoltà di non rispondere...». Bertinotti poi ha rettificato: le sue convinzioni personali in ogni caso non ostacolerebbero i suoi compiti istituzionali. Le sue prime affermazioni hanno comunque portato la Casa delle Libertà a chiedere la sue dimissioni. Anche se il calendario della visita di Bush non prevede un incontro con la terza carica istituzionale dello Stato.

Fonte: L'Unità

Afghanistan, forze occidentali: accerchiati talebani nel Sud

KABUL - Nonostante la perdita questa settimana di un elicottero Chinook della Nato con sette uomini in servizio a bordo, una forza a guida britannica è riuscita a togliere ai talebani le roccaforti nella provincia di Helmand, hanno dichiarato oggi militari occidentali.

"Stiamo creando delle sacche in cui i talebani vengono catturati. Stiamo stringendo il campo intorno a loro", ha detto a Reuters il colonnello Charlie Mayo, un portavoce delle forze britanniche nella regione meridionale di Helmand.

Una forza di 2.000 soldati, compresi 1.000 inglesi e 500 soldati dell'esercito nazionale afghano sostenuti da danesi, estoni ed elementi scelti della 82esima divisione dell'aviazione americana hanno lanciato l'operazione due giorni fa per incastrare i militanti talebani nel nord della valle Sangin e nella regione della diga Kajaki. Lo hanno riferito fonti ufficiali.

La provincia di Helmand è la prima in Afghanistan per la produzione di papaveri da oppio, che provvede al 90% circa dell'eroina al mondo.

Le autorità dicono che i talebani sono pesantemente coinvolti nel commercio di droga e hanno avviato operazioni anti-droga per soffocare i finanziamenti dei talebani.

Rendere sicura la zona attorno alla diga di Kajaki è un obiettivo chiave, in quanto si tratta di un importante progetto idro-elettrico che potrebbe portare energia a centinaia di migliaia di afghani poveri.

Oggi un militare della Nato è rimasto ucciso e tre altri sono stati feriti nell'esplosione di una bomba a lato della strada nella provincia orientale di Lagham, ha detto un ufficiale locale.

Fonte: Reuters Italia