lunedì 12 marzo 2007

Incapace come re? Carlo reagisce

Al principe ereditario d'Inghilterra non è piaciuto affatto il documentario su di lui realizzato da "Channel 4" dal titolo "Carlo il ficcanaso". Con un documento senza precedenti di 21 pagine il principe si difende dalle accuse di non essere in grado di regnare rivoltegli da più media britannici. Nel programma un lord sostiene che, se Carlo divenisse re, l'intera struttura della monarchia costituzionale sarebbe minacciata.

Da tempo il principe è bersaglio di critiche e il documentario di Channel 4 è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In particolare, il lavoro dell’emittente privata a cura di Simon Barnes dipinge il 58enne primogenito della regina Elisabetta come un manipolatore che cerca costantemente di influenzare la politica britannica evocando una crisi costituzionale. Addirittura, Clarence House, la residenza del principe, è stata definita come una centrale di lobby politica che tempesta i membri del governo con lettere e richiami di Carlo.

Così l’erede al trono non ha atteso oltre e ha dato mandato al suo segretario privato Michael Peat di redigere un dettagliato documento di difesa di 21 pagine. I media temono che quando il principe di Galles un giorno sarà re si esprimerà sui problemi sociali come sta facendo ora? “Ma non sarà così”, chiarisce il suo segretario che aggiunge come, al di là di questo, il principe abbia ogni diritto di scambiare in privato il suo punto di vista con i membri del governo e con le personalità politiche.

Il documentario mostra Lord Wedderburn, emerito professore di legge alla London School of Economics, che afferma: “Se niente cambierà e lui diventerà re, ci saranno grandi interferenze e controversie e, probabilmente, l’intera architettura della monarchia costituziona potrebbe essere minacciata”. A queste accusa il segretario Peat replica: “Sua Altezza reale si consulta sempre ampiamente prima di esprimere un punto di vista e si serve di una vasta scelta di esperti”.

Le critiche non risparmiano neppure il reddito del duca di Cornovaglia: 14 milioni di sterline (20,5 milioni di euro) all’anno. E al fatto che Carlo non paga né la tassa sui capital gain né la tassa sulle imprese.

Poi c’è la sua posizione ambientalista, in contrasto col fatto che il principe di Galles viaggia in aereo e ha più automobili. Ma, risponde il segretario, “Sua altezza reale ha smesso di giocare a polo e, in parte per ridurre le emissioni di ossido di carbonio, ha cancellato i viaggi privati oltremare.

Fonte: TGCom

Ankara rimuove il filtro anti-YouTube

Dopo 48 ore di blocco e un'impressionante quantità di articoli su giornali e blog, Turk Telekom annuncia che è stata richiesta la rimozione del blocco

Aveva destato sensazione la decisione di un tribunale turco con cui è stato ordinato al principale operatore di telecomunicazione della Turchia, Turk Telekom, di filtrare YouTube ed impedirne così l'accesso, almeno ai propri clienti. Una decisione che però ora è stata cancellata.

Non è chiaro se la scelta di consentire nuovamente l'utilizzo del celebre portale di video sharing sia dovuta alla copertura mediatica della censura turca, ripresa un po' ovunque e stigmatizzata da tanti nell'Unione Europea nella quale Ankara vorrebbe entrare prossimamente. Ma, a leggere quanto riportato da AP la motivazione ufficiale è la rimozione da parte di YouTube del video contestato dalle autorità, un video nel quale, a detta dei magistrati, veniva offeso in modo intollerabile il padre della patria Mustafa Kemal Ataturk.

La censura ordinata nei giorni scorsi dalle autorità turche, presa di mira anche da Reporters sans frontières, non può però stupire chi conosce la sensibilità turca sul "fronte" Ataturk: nel paese già in passato offese, o comportamenti ritenuti offensivi, si sono tradotti in vistose azioni di censura, compresi processi e confische di giornali. Non è peraltro destinato a migliorare la reputazione della Turchia il fatto che, come riportano in tanti, sia stato considerato offensivo l'accostamento del nome di Ataturk all'aggettivo "gay".

Ciò che sorprende gli osservatori, ancora una volta, è che si ritenga di poter bloccare la disseminazione di un video che, sebbene bloccato su YouTube, è ormai divenuto popolare in mezzo mondo, proprio grazie alla censura, con la conseguenza che chi volesse trovarlo di certo non dovrebbe faticare molto. È invece curioso che cercando parole chiavi sensibili su YouTube, molti dei video potenzialmente "offensivi", come rileva Foreing Policy, sembrano essere stati rimpiazzati da video che celebrano l'immagine di Ataturk.

Fonte: Punto Informatico

Segretario Nato: "Italia fuori dal sistema anti-missile Usa"

Italia, Grecia e Turchia non sarebbero coperte dal nuovo sistema di difesa anti-missile che gli Stati Uniti stanno progettando e per il quale vogliono installare basi radar e intercettori in Polonia e Repubblica ceca. Lo afferma il quotidiano britannico Financial Times in un articolo-intervista pubblicato oggi con il segretario generale della Nato, Jaaap de Hoop Scheffer, in cui il numero uno dell'Alleanza mette in guardia contro divisioni ed esclusioni in Europa rispetto ai programmi di difesa anti-missile.

"Quando si tratta di difesa missilistica, non dovrebbero esserci paesi di serie A e paesi di serie B", afferma de Hoop Scheffer, che però insiste sul fatto di "non credere che arriveremo a questo punto" e che "l'indivisibilità della sicurezza è la chiave". Scheffer non ha voluto indicare quali paesi resterebbero al di fuori del raggio di protezione dello scudo Usa, ma secondo funzionari Nato anonimi citati dal quotidiano britannico, si tratterebbe di paesi dell'Europa meridionale e orientale, "principalmente di Grecia, Italia e Turchia", troppo vicini all'Iran e che avrebbero bisogno di un sistema aggiuntivo a corto raggio in caso di attacco dalla Repubblica islamica.

Secondo le fonti interpellate dal giornale londinese, "sarebbe sia tecnicamente che economicamente fattibile un'estensione della protezione ai paesi non coperti entro l'inizio del prossimo decennio". Scheffer ha ricordato che la Nato ha "uno studio di fattibilità che dice che è ben possibile in teoria usare la difesa missilistica per proteggere l'Europa nel suo insieme, ma ciò richiede discussione politica, e su chi pagherà cosa". Secondo Scheffer, il punto cruciale è ammettere l'esistenza di una minaccia, e questa discussione continuerà nella riunione dei ministri della Difesa Nato in programma a giugno a Bruxelles.

In sostanza, si tratterebbe di capire se affiancare il sistema Usa (dagli alti costi, più di 10 miliardi di dollari all'anno, e la cui efficacia è stata messa in dubbio da alcuni analisti) con un sistema Nato che dovrebbe costare meno di 10 milardi e coprire tutta l'Europa. In questo caso, una delle soluzioni tecniche per colmare il gap di protezione nell'Europa meridionale ed Orientale potrebbe essere fornito da missili Patriot e da un radar Aegis.

Fonte: IlGiornale.it

Legge elettorale, Marini e Bertinotti fissano l'iter

La riforma elettorale comincerà il suo iter parlamentare in Senato, mentre alla Camera partirà l'esame delle modifiche costituzionali in materia di bicameralismo. Lo hanno deciso i presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti, durante il loro incontro di quasi due ore a Palazzo Madama. L'esito del faccia a faccia tra le due cariche del Parlamento - al quale il premier Romano Prodi ha affidato la riforma del sistema di voto - è stato quello di avere individuato un «percorso parlamentare» per la legge elettorale, il presidente di Montecitorio ha risposto «naturalmente sì, ok per il percorso alle Camere». E come lo stesso premier Prodi aveva domenica annunciato: «O la riforma della legge elettorale si farà attraverso un percorso condiviso o non se ne farà nulla».

Prodi incontrerà in settimana i delegati della Lega. Il ministro per l'Innovazione alla Pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, si dice intanto ottimista sulla riforma della legge. «Bene Prodi, serve legge condivisa», dice anche il sottosegretario all'Economia Paolo Cento. E anche se il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Luciano Violante, si fa avanti per tracciare un'analisi che parte dalla cosiddetta fine del bicameralismo perfetto («Stop al bicameralismo, l'intesa parta da qui», ha dichiarato in un'intervista a Repubblica), il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, ha già spostato la sua discussione sui tempi - che sono stretti - in vista del referendum: «Occorre fare presto - ha osservato Chiti- per poter evitare il referendum». Dello stesso avviso, Dario Franceschini, capogruppo dell'Ulivo alla Camera, che sul dibattito in merito alla riforma della legge elettorale ripete all'incirca le parole di Chiti: «Presto la riforma per evitare il referendum», così anche l'esponente dei Dl.

«Ma non esiste che una volta raggiunta l'intesa si debba andare a votare - osserva Franceschini - non sta né in cielo né in terra». Si dice «favorevole» all'incontro tra Prodi e Berlusconi che si dovrebbe tenere in settimana. Non, però, alle richieste del numero uno di Forza Italia. Come ha detto il coordinatore di FI, Sandro Bondi: «Forza Italia vuole essere protagonista del cambiamento della legge», dice. E le condizioni avanzate da Berlusconi? Diciamo che Bondi, rilasciando un'intervista sempre a Repubblica, l'ha messa giù così: «Da parte nostra c'è veramente la volontà di raggiungere un accordo nel più breve tempo possibile». Tuttavia, «una volta che sarà approvata la nuova legge elettorale, si torni nel più breve tempo possibile alle elezioni». E se l'accordo non dovesse essere raggiunto? «In questo caso non è da escludere a priori un nuovo governo istituzionale che abbia il compito di approvare la legge elettorale e la prossima legge finanziaria».

«Abbiamo sempre detto che la legge elettorale va fatta con un accordo largo», dice il segretario Ds, Piero Fassino, dicendosi in sintonia con la linea dettata dal premier Prodi. Anche se occorre fare attenzione: «Spero che le dichiarazioni di disponibilità di esponenti della Cdl siano vere e non solo mosse tattiche». E ribadisce: «Non c'è nessuna correlazione automatica tra l'approvazione della legge elettorale e il fatto di andare a elezioni subito dopo».

Fonte: L'Unità.it

Dico, in 50mila per i diritti Il Vaticano: una mascherata

Nuovo attacco del Vaticano ai Dico. Stavolta nel mirino dell’Osservatore Romano finisce la manifestazione di sabato a Roma in difesa dei diritti delle coppie di fatto, eterosessuali e non. Secondo le gerarchie ecclesiastiche le oltre 50mila persone (donne, uomini e bambini) che hanno chiesto il riconoscimento dei propri diritti, hanno partecipato a «una manifestazione nella quale al di là dell'immagine borghese e rassicurante che si voleva dare, hanno trovato posto discutibili mascherate e carnascialate varie. Ironie e isteriche esibizioni da parte di chi invoca riconoscimenti e non esprime rispetto».

Insomma: un carnavalata. Anzi di più. Nell'articolo, l'Osservatore rileva che «erano in molti, fra l'altro, i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all'estero». «Bambini - scrive il quotidiano del Papa - la cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l'immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare». «Bambini che godono - scrive ancora il quotidiano - anche nell'ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori. Anche per questo sfruttare la loro ingenuità appare un'operazione particolarmente criticabile».

Mirino puntato dunque contro le rivendicazioni dei diritti da parte degli omosessuali. Per il Vaticano infatti la manifestazione di sabato «è anche, ancora una volta, la prova evidente di quale sia la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso - conclude - che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato a parlare siano state quasi esclusivamente le coppie omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti».

Ovviamente l'Osservatore Romano non manca di criticare anche la presenza al corteo di tre ministri, «a dimostrazione di come una parte del Governo sembra volersi impegnare personalmente per una questione diventata inspiegabilmente prioritaria. Una presenza - prosegue - che ha portato fra l'altro il ministro della Giustizia Mastella a sfrondare il campo da ogni ipocrisia, avvertendo che sulla questione dei 'dico’ il Governo potrebbe giocarsi la sua stessa esistenza. Mastella ha anche criticato il presidente del Consiglio Romano Prodi che, a suo modo di vedere, avrebbe potuto esprimere le sue 'perplessità' sulla presenza dei ministri in piazza 'un po’ prima’».

Immediata le reazioni politiche nel centrosinistra. «La cecità politica dell'organo di informazione del Vaticano fa impressione – dice il presidente dei senatori del Prc Giovanni Russo Spena - definire una carnavalata una grande manifestazione, composta, seria...ma davvero pensano che quelle ottantamila persone che hanno gremito piazza Farnese siano tutte dei pagliacci? Anche l'accusa alle coppie gay di aver portato in piazza i bambini per strumentalizzarli, per dare l'idea di famiglia dove secondo il Vaticano evidentemente c'è solo vizio e deviazione, mi sembra così fuori dalla realtà degli affetti, talmente bassa da suscitare una grande preoccupazione. Credo che l'Osservatore Romano debba delle scuse a tante coppie, gay e etero, che probabilmente crescono i loro figli nell'idea del rispetto e della tolleranza».

Fonte: L'Unità.it