Missioni militari, sì della Camera
Il provvedimento passa con una larghissima maggioranza bipartisan. Il provvedimento approda ora al Senato. Rossi e Turigliatto confermano il loro «no»
La Camera dei Deputati ha approvato con una larghissima maggioranza bipartisan il decreto legge di finanziamento delle missioni italiane all’estero per tutto il 2007. I voti favorevoli sono stati 524, i contrari 3, gli astenuti 19. Il decreto legge che finanzia le missioni in Libano, Afghanistan, Balcani, Hebron, Rafah, Cipro, Darfur, Congo decade il primo aprile. Il Senato dovrà quindi approvarlo entro la fine di marzo.
Il decreto legge stanzia anche soldi per l’addestramento delle forze armate irachene e per contribuire alla missione dell’Unione Africana in Somalia. Alcuni esponenti dell’ala più radicale di Rifondazione comunista oggi hanno votato contro. Al Senato la situazione potrebbe ripetersi. La Cdl confermerà a palazzo Madama il suo sì al decreto? Fini pensa che «se l’Unione non sarà autosufficiente al Senato, si aprirà un enorme problema politico». Il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, replica: «Io prediligo l’autosufficienza, ma la Costituzione è chiara: è ottenere la maggioranza su un testo che fa andare avanti il Governo. Il resto 158 voti, 157 o 160 sono stupidaggini». Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, afferma: «La sinistra fa come le cicale: alla Camera c’è l’estate, ma il loro inverno è al Senato, dove i voti dell’Unione non ci sono». Piero Fassino, segretario Ds, ritiene che «anche al Senato ci sarà un consenso larghissimo. L’amplissima maggioranza è positiva per i nostri soldati e per l’autorevolezza del nostro Paese». Il leader dell’Udc, Lorenzo Cesa, ribatte che «oggi c’è stata l’ennesima dimostrazione della divisione della maggioranza».
Al Senato la maggioranza conta 158 senatori eletti, compresi i dissidenti Turigliatto e Rossi, ma escludendo il Presidente Marini che per prassi non vota. I senatori di diritto e a vita Ciampi, Colombo, Levi Montalcini e Scalfaro hanno più volte votato a favore del Governo. Complessivamente i senatori sono 322 (Marini compreso). La Costituzione non prevede distinzioni fra il voto dei senatori eletti e quelli dei senatori di diritto e a vita. Anche in passato il voto dei senatori di diritto e a vita fu determinante in varie occasioni.
ROSSI E TURIGLIATTO CONFERMANO IL LORO «NO»
«Non ho cambiato idea, confermo che voterò no. A maggior ragione visto quello che sta accadendo». Il senatore Franco Turigliatto, espulso da Rifondazione comunista, annuncia al quotidiano online "Affaritaliani.it" che voterà contro la missione in Afghanistan quando il decreto arriverà a Palazzo Madama. Non cambia idea neanche l'altro senatore "ribelle" Fernando Rossi, ex Pdci: «Ci sono tutte le condizioni per votare contro. Ma se ricomincia la danza e va in scena un’altra commediola come l’altra volta, "se non ci sono i voti c’è la crisi e siamo tutti rovinati", allora esco dall’Aula. Ma altrimenti voto no».
Pubblicato su LaStampa.it
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