L’allevatore sardo in ospedale: «Ho perdonato i miei rapitori»
NUORO — Irriconoscibile, dimagrito di venti chili, la barba e i capelli lunghi e gli abiti laceri, gli stessi che indossava quando il 19 settembre dello scorso anno fu sequestrato. Così è riapparso davanti agli operai di una cava di Sedilo nell’oristanese, dopo oltre otto mesi, l'allevatore Giovanni Battista Pinna, 37 anni, rapito in un zona isolata vicino al suo podere, a Bonorva in provincia di Sassari.
L'ex ostaggio si è presentato ieri mattina alle 8.20 all'ingresso della cava e ha chiesto di essere aiutato. «Sono Titti Pinna, datemi da bere», ha detto agli operai che l’hanno soccorso e hanno chiamato il 112. I carabinieri che stavano effettuando una battuta nella zona sono arrivati immediatamente, mentre un elicottero dell'Arma ha condotto una squadra di Cacciatori di Sardegna su un'ovile dal quale Pinna ha poi raccontato di essersi allontanato poco prima.
«Sembrava il conte di Montecristo che ho visto al cinema - ha raccontato uno degli operai che hanno soccorso l'ex ostaggio - era sporchissimo e aveva molta sete. Ci ha detto che ha camminato poco, prima di arrivare alla cava e poi ha detto di avvisare i carabinieri che erano già qua intorno». Il particolare rivelato dai testimoni rende probabile l'ipotesi che Pinna sia stato liberato dai sequestratori quando si sono visti circondati.
Nell'ovile-prigione si è subito messa al lavoro una squadra del Ris e, nel giro di poco tempo, è venuto fuori il nome del proprietario che è stato fermato e interrogato per molte ore assieme a un pastore. In una buca, forse per tutto il tempo, sempre solo e senza mai parlare con i sequestratori, sarebbe rimasto Pinna sino alla liberazione. Ma nonostante l’incubo vissuto per tutti questi mesi non ha rancore verso i suoi carcerieri. «Ho perdonato i miei sequestratori», ha detto l'allevatore al vescovo di Nuoro mons. Ignazio Sanna, che ieri si è recato a trovarlo in ospedale dove l'imprenditore è stato portato per i controlli di routine al reparto di Medicina generale.
Pinna sarebbe disidratato e avrebbe perso il tono muscolare a causa della lunga immobilità, ma le condizioni generali sarebbero complessivamente buone. Ritornato alla vita l’allevatore sardo ha voluto subito sapere se il Cagliari è rimasto in A e la squadra che ha vinto il campionato di calcio. Commossa la sorella Maria: «Titti è contentissimo, ringrazia Dio e Gesù per la forza che gli hanno dato in questi mesi. Quanto a noi - ha aggiunto - non ci siamo mai sentiti soli. Sapevamo che Titti sarebbe tornato ed è tornato. Ora prenderemo la vita come viene».
Sul possibile pagamento di un riscatto, gli inquirenti non commentano. La domanda è stata posta ieri durante la conferenza stampa tenuta a Nuoro dal comandante regionale dell'Arma, Gilberto Murgia, e da quelli provinciali di Nuoro e Sassari, colonnelli Salvatore Favarolo e Paolo Carra, ma i carabinieri non confermano nè smentiscono. Le ultime indiscrezioni, filtrate ad aprile sulla stampa, parlavano di una richiesta di riscatto di un milione di euro.
Fonte: Il Tempo.it
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