domenica 18 marzo 2007

Marini: «Taglio tasse anche a famiglie»

Il presidente del Senato: «Padoa-Schioppa non mi convince quando parla di priorità alle imprese»

Una riduzione di tasse deve arrivare anche «per le famiglie e non solo per le imprese». Lo ha detto il presidente del Senato Franco Marini al forum di Confcommercio a Cernobbio. Il giorno prima era stato il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa a chiedere priorità per le imprese. «Le riduzioni per le imprese e per le famiglie devono andare di pari passo - precisa ora Marini - bisogna far camminare le due cose insieme».

Secondo il presidente del Senato una parte dell'extragettito entrato nelle casse dello Stato deve dunque andare nella direzione di una riduzione della pressione fiscale delle famiglie per riavviare il ciclo della domanda interna e dei consumi. «Padoa-Schioppa - ha detto Marini - ha detto qui a Cernobbio che bisogna fare qualcosa in più per le imprese ma io sono convinto che bisogna fare anche qualcosa sul piano della riduzione della pressione fiscale. La parola priorità mi convince poco e penso che le imprese abbiano bisogno, ma che la cosa debba camminare insieme con dei provvedimenti per le famiglie». Marini si è quindi detto d'accordo con il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che ha sottolineato l'importanza di aumentare la produttività per riagganciare la ripresa: «Solo un miglioramento della produttività e una contemporanea riduzione della pressione fiscale danno garanzie di stabilità». Lo stesso Bonanni, anch'egli presente al forum di Confcommercio, ha lanciato la proposta di un patto tra le parti sociali affinché sia scritto nero su bianco che «ogni punto recuperato all'evasione fiscale vada alla riduzione delle tasse e al sociale».
LEGGE ELETTORALE - Marini ha poi ribadito la necessità di mettere mano alla riforma elettorale, precisando comunque che un'eventuale riforma non pressuppone che si vada subito dopo alle urne. «Questa legge - ha aggiunto - bisogna cambiarla perché rischia di diventare un pericolo per le nostre istituzioni. Ma non è vero che una volta fatta la legge elettorale si debba andare a votare». Quindi ha ricordato il Mattarellum: «Con quella legge chi faceva le liste sapeva chi era avvantaggiato ma in tanti casi grazie alla capacità dei candidati le previsioni si sono ribaltate. Con questa legge, invece, i partiti fanno l'elenco dei candidati e al massimo discutono del quinto posto. Il cittadino vota a scatola chiusa».
MAGGIORANZE VARIABILI - Porta chiusa all'ipotesi di maggioranze variabili. «L'ho già detto altre volte e lo ripeto, non c'è bisogno e non c'è possibilità di governi a maggioranze variabili, ma di un Parlamento dove il bipolarismo si rafforzi e si esprima a livelli alti di capacità, di confronto e di responsabilità».

Fonte: Corriere della Sera

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