martedì 17 aprile 2007

Calipari, rinviato il processo al soldato Usa che sparò

Come annunciato è iniziato ed è subito stato rinviato al 14 maggio il processo nell'aula bunker di Rebibbia ,a Roma, contro Mario Lozano, il soldato Usa che da un check point sulla Irish Route, a Baghdad, sparò, il 4 marzo 2005, sull'auto nella quale si trovava l'inviata del Manifesto Giuliana Sgrena, appena liberata, ed uccise il funzionario del Sismi Nicola Calipari violando «macroscopicamente - secondo la magistratura romana - le basilari regole di ingaggio».


Il nuovo difensore dell'imputato, Alberto Biffani, ha chiesto e ottenuto il rinvio al 14 maggio per studiare l'intero incartamento sostenendo «che Lozano non ha mai avuto conoscenza dell' esistenza del procedimento in cui è imputato». «Si è tentato in tutti i modi - ha spiegato alla Corte il pm Franco Ionta - di notificare la richiesta di rinvio a giudizio, ma ciò è stato impossibile poichè l' unica risposta arrivata è che per gli Stati Uniti il caso è chiuso. È impensabile che Lozano non fosse a conoscenza del procedimento in cui è coinvolto, poichè i fatti in esame sono stati oggetto anche di interlocuzione tra i Governi italiano e americano». Comunque sia al rinvio al 14 maggio l'accusa non si è opposta.

La terza corte di assise di Roma giudicherà l'ex soldato Usa per omicidio volontario e tentato duplice omicidio (oltre che della Sgrena anche dell'autista Andrea Carpani). Nel rinviare a giudizio Lozano, il gup Spinaci ha dichiarato che quello di Calipari fu «un delitto oggettivamente politico», ma soprattutto che l'Italia è competente a giudicare Lozano, a dispetto di quanto previsto dall' articolo 10 del codice penale (presenza in Italia dello straniero che abbia commesso reati all' estero ai danni di nostri connazionali), perché il reato a lui contestato, come sostenuto dai pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, è aggravato dall' «offesa arrecata agli interessi dello Stato», circostanza che, di fatto, consente di superare i paletti posti dall'articolo 10 cp.

Lozano è accusato di aver violato le regole di ingaggio e di aver aperto il fuoco «in contemporanea all'accensione della luce» sulla Toyota diretta all' aeroporto di Baghdad. «La condotta di Mario Lozano - scrisse il gup Spinaci nell'ordinanza di rinvio a giudizio del 7 febbraio scorso - appare sorretta da un dolo diretto finalizzato a raggiungere l'obiettivo di bloccare l'autovettura anche mediante il ferimento o la morte dei suoi occupanti quasi certamente previsti o, alternativamente, voluti».

Accuse respinte dall'ex marine Usa che, in alcune recenti interviste a mezzo stampa (e tv), ha detto di aver rispettato le regole di ingaggio.

Fonte: L'Unità

Nessun commento: