martedì 17 aprile 2007

Diagnosi: l'intuito è soltanto un mito da sfatare

La notizia . Uno sguardo? Non basta. Stop alla leggenda dell’intuito dei medici: le diagnosi si fanno con l’analisi delle informazioni e valutando tutte le alternative. Lo sostiene uno dei medici più famosi al mondo in un libro che sta facendo rumore.


Il mito sfatato. L’intuito ha sempre avuto una enorme folla di fan in ogni campo del sapere umano. Non fa eccezione la Medicina, un ambito nel quale le storie su diagnosi fatte al primo sguardo abbondano da secoli. Eppure sono altrettanto numerosi i casi di errori diagnostici gravissimi dovuti all’eccessiva importanza data dai medici al loro intuito. Sull’argomento è da poco uscito un libro dal titolo “How doctors think”: un’analisi incisiva e a tratti spietata dei processi attraverso i quali le menti mediche (le brillanti, erudite, esperte menti mediche) sintetizzano le informazioni e comprendono le patologie. Jerome Groopman, professore di Medicina alla Harvard Medical School, direttore del settore Experimental Medicine al Beth Israel Deaconess Medical Center e autore del saggio, spiega: “La maggior parte degli errori di valutazione dei medici sono errori di pensiero, causati in parte dai nostri sentimenti, sentimenti che non sempre ammettiamo e spesso nemmeno sappiamo di provare”.


Le radici degli errori. Gli errori di attribuzione tipicamente si verificano quando le riflessioni dei medici sono viziate da stereotipi. Questi stereotipi possono essere negativi, come nel caso (raccontato da Groopman nel libro) in cui ben cinque medici hanno fallito nel diagnosticare un tumore endocrino a una donna che descriveva sintomi bizzarri ma premetteva di essere “un po’ pazza”. Oppure positivi, come nel caso in cui un medico del Pronto Soccorso non ha diagnosticato un’angina instabile (che poi ha portato ad un infarto del miocardio il giorno seguente) a una guardia forestale 40enne “perché gli ricordava un Clint Eastwood giovane e in piena forma”. Aggiunge Groopman: "La specializzazione in Medicina conferisce un falso senso di certezza. Nel nostro campo meglio sottolineare le virtù della ponderazione, della cautela e del pensiero sistematico anziché scommettere sull’intuito”. E se la responsabilità di tanta malriposta fiducia nell’intuito personale fosse anche da imputare ai pazienti? “Si tende a conferire ai medici una qualità oracolare che inevitabilmente influenza l’atteggiamento del medico”.


Che fare? Qualche consiglio per i medici? “Sempre prendere sul serio le teorie dei pazienti o delle madri dei bambini su quanto sta succedendo, non importa quanto bizzarre sembrino. I pazienti devono sentirsi liberi di commentare i sospetti del medico, e tutti devono fare a meno di generalizzazioni. Nessuno, né medico né paziente, dovrebbe mai accettare come prima risposta: Capita, a volte”. In più, i medici devono diffidare delle diagnosi che paiono ovvie e generare sempre una lista di diagnosi alternative pronte per ogni evenienza.


Bibliografia. Adler J. How doctors think and (hopefully) avoid mistakes. Newsweek 23/04/07.

Fonte: Yahoo Italia Notizie

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