Terrorista liberato, Zapatero in discussione
Zapatero nell’occhio del ciclone per la libertà vigilata al terrorista dell’Eta Iñaki de Juana Chaos. Il 60% circa degli spagnoli disapprova la concessione a favore del ’pistolero etarra e la destra, accusata dal resto dei partiti di elettoralismo in vista delle prossime consultazioni amministrative, sferra un duro attacco al governo.
Il terrorista aveva già scontato una pena per l’assassinio a nome dell’Eta di 25 persone. Ma la redazione di 2 articoli sul quotidiano basco Gara, giudicati minaccia terroristica, gli sono costati una condanna a ulteriori 12 anni di prigionia. De Juana non si è rassegnato preferendo una possibile morte per inedia alla permanenza in carcere ed ha iniziato uno sciopero della fame «ad oltranza». Una situazione che ha fatto temere alle autorità spagnole di dar vita ad un ’martire indipendentistà. Ma, dopo il ricovero in ospedale e l’alimentazione forzata decretata dai giudici, una sentenza giudiziaria ha ridotto la pena lasciando all’esecutivo la decisione sul regime carcerario del terrorista.
Il governo del premier Jose Luis Rodriguez Zapatero ha adottato la misura della libertà vigilata. E De Juana ha, in conseguenza, interrotto uno sciopero della fame durato 115 giorni. Il Partito Popolare (Pp) all’opposizione contesta il provvedimento cavalcando l’indignazione diffusa tra la maggioranza della popolazione. E accusa il premier di «manifesta incapacità di difendere lo stato di diritto» e di «cedere al ricatto dell’Eta».
Il resto dei partiti dell’arco costituzionale spagnolo sostengono la scelta del governo. Ma le inchieste pubblicate oggi fotografano un malcontento che si insinua nelle stesse file dell’elettorato progressista: circa il 50% dei votanti socialisti non approverebbe la misura adottata dall’esecutivo di Zapatero. Entusiasti della soluzione della vicenda, al contrario, i dirigenti separatisti. Arnaldo Otegi, leader del braccio politico dell’Eta, il partito fuorilegge Batasuna, ha dato segnali di un mutato atteggiamento rispetto alla lotta armata, ma non ha ancora condannato l’uso della violenza a scopi politici come richiesto da Zapatero. Un cambio di rotta che permetterebbe al governo di poter contare su di un interlocutore legale. Perché Batasuna potrebbe presentare le proprie liste alle prossime elezioni e contare su rappresentanti eletti.
La situazione, allo stato attuale, si prospetta comunque estremamente negativa per le sorti dei socialisti al prossimo test elettorale. Eppure, un cambio radicale dell’Eta o, più verosimilmente, di Batasuna, con l’abbandono della difesa della lotta armata, potrebbe cambiare la prospettiva degli spagnoli sulla strategia del governo. Zapatero, ha difeso la concessione della libertà vigilata a De Juana dichiarando che «eviterà altre morti»: un’osservazione che per alcuni opinionisti proverebbe le intenzioni negoziatrici del premier, che potrebbe attendersi un ’risultatò dalla decisione assunta. Anche se, osservano altri politologi iberici, i timori di dar vita ad un mito dell’indipendentismo basco si sono già avverati: De Juana è infatti già un ’eroè capace da solo di dividere in un confronto dai toni esasperati il Parlamento di Madrid e la sua vicenda dominerà probabilmente la prossima campagna elettorale di maggio.
Pubblicato su LaStampa.it
Nessun commento:
Posta un commento