giovedì 5 aprile 2007

Mafia, arrestato ex vicepresidente della Sicilia

Un ex vicepresidente della Regione Sicilia, l'ex direttore dell'Agenzia del Demanio di Trapani e altre quattro persone sono stati arrestati ieri nell'ambito di un'inchiesta su presunti contatti tra politica e Cosa nostra sugli appalti pubblici.

Tra i sei arrestati c'è Bartolo Pellegrino, 73 anni, ex vicepresidente della Regione Sicilia dal 1995 al 1996 ed ex assessore regionale tra l'altro, al Territorio e all'Ambiente: per lui l'accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Secondo gli inquirenti, Pellegrino - al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari per l'età - avrebbe di fatto messo a disposizione di alcuni presunti boss mafiosi, tra i quali soprattutto Francesco Pace con cui aveva rapporti stabili, informazioni sugli appalti pubblici ottenute grazie alla sua carica istituzionale, e avrebbe anche concordato con il boss l'individuazione di eventuali candidati per le elezioni politiche.

Oltre a Pellegrino e allo stesso Pace - al quale il provvedimento di custodia cautelare è stato notificato in carcere - è stato arrestato anche l'ex direttore dell'Agenzia del Demanio, Francesco Nasca, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e altri tre imprenditori.

Nell'ambito dell'operazione antimafia, la polizia ha sequestrato società e imprese edili per per un valore complessivo di circa dieci milioni di euro di proprietà dell'imprenditore Vincenzo Mannina, 46 anni, finito in carcere all'alba per associazione mafiosa. Il provvedimento è stato emesso dal gip Antonella Consiglio e riguarda, in particolare, quote sociali, impianti industriali di calcestruzzo e beni aziendali delle società Mannina Vito Srl, la Calcestruzzi e Asfalti Mannina Srl e la Asfalti Sicilia Srl.

«Gli arresti di oggi che coinvolgono tra gli altri anche un ex vicepresidente della Regione dimostrano ancora una volta la contiguità tra mafia e alcuni ambienti politici». Lo dice Rita Borsellino commentando l'operazione condotta dalla squadra mobile di Trapani e coordinata dai magistrati della Dda di Palermo. «La strategia della sommersione di Cosa nostra ha portato in questi anni a un rafforzamento della zona grigia della mafia - continua Borsellino -. Oggi paradossalmente lo Stato si trova a dover contrastare una "mafia più civile" e una società più mafiosa».

Fonte: Il Giornale.it

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