sabato 7 aprile 2007

Prodi: «Si rischia lo spezzatino messicano»

Sul caso Telecom il governo «non è né assente né reticente». Il presidente del Consiglio Romano Prodi, in un'intervista rilasciata al direttore del Sole 24 ore, Ferruccio de Bortoli, all'indomani delle dimissioni del presidente Rossi, spiega che il governo rispetta il mercato ma potendo farebbe molto di più. Cosa impossibile in Italia, sottolinea il premier, specie dopo il «caso Rovati», che definisce «un folle attacco al governo. Una vicenda infame, un attacco inqualificabile».


Perché in nessun altro Paese, così De Bortoli riassume il pensiero di Prodi, si farebbero portar via sotto il naso il principale operatore delle telecomunicazioni. Berlino per esempio tiene ben saldo il controllo, in mani pubbliche, di Deutsche Telekom. Per non dire di Parigi con France Telecom. Nel corso della giornata Prodi è tornato a parlare della società telefonica a Bologna, rispondendo alle domande dei cronisti. «Ho detto tutto quello che dovevo dire. Questa è l'unica cosa che posso aggiungere: troveranno una soluzione».


SOCIETA' DI GARANZIA - Una vicenda, quella di Telecom dopo le dimissioni di Guido Rossi, che dovrebbe essere affrontata secondo Prodi con la creazione di «una società di garanzia di transito». Il presidente del Consiglio si dice contrario a riportare la rete in mano pubblica, pensa invece a una rete che svolga un servizio pubblico nel senso di essere accessibile a tutti gli operatori, non di proprietà o di controllo statale. Lo schema, secondo l'interpretazione del direttore del Sole, sarebbe vicino al modello inglese Open Reach (una divisione di British Telecom non separata societariamente). Quindi, una società di garanzia di transito che metta a disposizione un monopolio naturale, un «sistema nervoso» più tecnologico ed efficiente di quello attuale, con l'obiettivo finale di offrire servizi e contenuti ai consumatori a costi concorrenziali senza per questo indebolire l'operatore principale.

RISCHIO SPEZZATINO - Per quanto riguarda gli investitori stranieri, Prodi dice di ritenere che la dichiarazione di interesse per Telecom non sia americana e messicana, ma soltanto messicana. E dettata quasi unicamente dall'interesse di Slim per Tim Brasile. E che alla fine il rischio di uno spezzatino sia tutt'altro che remoto. «A me lo spezzatino piace, ma solo a tavola» sottolinea il premier. Poi una stoccata ai capitalisti italiani. «Che cosa posso dire di quello che sta succedendo? Una sola cosa. Che bel capitalismo, complimenti. E dicono ancora "è il mercato, bellezza!" Ma c'è da morir dal ridere... È tutta una corsa a chiedere protezioni e favori». Per Prodi il bosco poco folto degli attori industriali italiani è un panorama desolante. «Avremmo bisogno - commenta il premier - di forti piante...».


IMPRESE ITALIANE - Prodi sottolinea infine che il governo sta facendo di tutto «seriamente e concretamente» per favorire le imprese italiane all'estero. Anche come azionista. Il riferimento all'Enel che «silenziosamente» sta conquistando Endesa in Spagna e, insieme all'Eni, parte delle attività Yukos in Russia. «Abbiamo fatto soltanto il nostro dovere - dice Prodi - ma lo abbiamo fatto». Il premier non si dice preoccupato per le dichiarazioni di Di Pietro e Giordano sulla vicenda Telecom. «Non le ritengo pericolose - dice Prodi -, è normale dialettica politica all'interno di un esecutivo e di una maggioranza che vanno avanti per la loro strada».


Nessun commento: