Iss, aumenta il fumo tra italiani
Si celebra con dati allarmanti la Giornata Mondiale senza Fumo. Secondo l'Istituto superiore di sanità (su un'indagine Doxa), la media è salita a 14 sigarette al giorno, da 13 nel 2006. Il vizio coinvolge 12 milioni di italiani: tra cui un milione e 200 mila giovani tra i 15 e i 24 anni e ben 130 mila under 18. A tre anni dalla legge che vieta il fumo nei locali pubblici il ministro Turco chiede controlli a tappeto.
Più uomini che donne
Sempre secondo le ultime statistiche, sono gli uomini a spendere di più: il 27% destina più di 100 euro al mese per questo vizio. Mentre le donne fumatrici sono il 19,3%. I guadagni legati alla vendita di sigarette, trinciati, fiuti e sigari ammontano per il 2006 a 12,5 miliardi di euro. Quanto ai luoghi in cui viene rispettata la legge anti-fumo,se l'83,9% degli italiani hanno spento la sigaretta nei ristoranti, tra una portata e l'altra, e smesso di fumare nei pub, all'interno di discoteche e balere, sul posto di lavoro sono più indisciplinati: solo il 71,8% ha riunciato alla sigaretta in ufficio.
Sigarette inquinano più del motorino
Preoccupa anche la diffusione del tabagismo tra gli adolescenti e i giovani che iniziano a fumare sempre piu' precocemente. Inoltre, è proprio ai ragazzi che si è rivolta l'iniziativa dell'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano. Davanti a 400 ragazzi delle superiori, i responsabili della struttura scientifica hanno dimostrato, tra gli altri rischi per la salute, che le sigarette inquinano mille volte più del motorino.
Sos bebé: 130mila tabagisti l'anno già nel pancione
Almeno 130mila bambini nel ventre materno in Italia ogni anno sono esposti già da feti alla sigaretta "passiva". Diventano "tabagisti" prima ancora di nascere. La loro mamma non smette di fumare nemmeno col pancione, condannandoli a un'aumentata probabilità di morte entro il primo anno di vita o a un'esistenza ad alto rischio di malattie. Lo ha calcolato Luigi Matturri, direttore dell'Istituto di Anatomia patologica dell'universita' di Milano. Secondo Matturri: "Indagini condotte nei Paesi occidentali rivelano che il 20-25% delle donne continua a fumare anche in gravidanza". Quasi una futura mamma su 4 che persevera nel 'vizio' a dispetto dei pericoli ai quali espone il suo bimbo. Eppure "è dimostrato - avverte Matturri - che i figli delle madri che fumano in gravidanza corrono gravi rischi per la salute: aborto, morte fetale e morte in culla", ma anche "aterosclerosi, aggressività, conflittualità, ansia, depressione, disturbi cognitivi, deficit dell'apprendimento e predisposizione a tabagismo e alcolismo".
Turco: "Controlli a tappeto in uffici pubblici, stazioni, centri commerciali"
Anche il ministro della Salute è intervenuto. A tre anni dall'entrata in vigore dei divieti anti-fumo nei locali e nei luoghi di lavoro, ha detto Livia Turco, "riscontriamo un bilancio positivo, soprattutto per quanto riguarda la limitazione dei danni per i non fumatori". Ma non bisogna mollare la presa, e nell'immediato "promuoveremo controlli a tappeto sul rispetto delle attuali norme, soprattutto nei locali pubblici", appoggiando l'idea "già in discussione, di far accedere gli utenti ai distributori automatici di sigarette solo con una tessera che identifichi l'età del consumatore". "Dopo un primo significativo decremento - spiega il ministro - i risultati ottenuti nei confronti dei fumatori sembrano sostanzialmente stabili, se non addirittura in ripresa, come ci mostrano alcune indagini demoscopiche recenti". Per cui la titolare della Salute ritiene "importante rivedere la legge del 1994 sulla prevenzione e sicurezza sul lavoro, prevedendo di inserire il fumo tra gli elementi nocivi per la salute dei lavoratori. E' comunque mia intenzione promuovere una nuova azione di controlli a tappeto sul rispetto delle attuali norme, soprattutto nei locali pubblici, con particolare attenzione agli atri delle stazioni ferroviarie, ai centri commerciali e agli uffici pubblici aperti al pubblico".
Fonte: TGCom
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