Verso il G8, promesse di Bush ma l'Ue non ci crede
Bush prepara il viaggio in Europa e lo fa parlando proprio con i giornalisti di quei paesi che visiterà durante il suo viaggio che lo vedrà lunedì a Praga, poi in Germania per il G8 e Polonia e quindi farà tappa a Roma per gli incontri in Vaticano e Palazzo Chigi prima di proseguire alla volta di Albania e Bulgaria.
Due sono i nodi maggiori e i contrasti più acuti con i Paesi dell'Ue: clima e scudo spaziale. Bush ha annunciato giovedì scorso un nuovo piano Usa per abbassare i gas serra da mettere in agenda nel dopo Kyoto. Ma si annunciano in Europa forti opposizioni. Nonostante la sortita ecologista Bush, infatti, incassa una reazione scettica da parte della commissione Ue che per bocca del suo presidente Barroso gli fa sapere ci si aspetta dagli Usa una "posizione più ambiziosa". Mentre sul fronte spaziale il presidente texano cerca di rassicurare l'Ue e il suo amico Putin: tranquilli, serve soltanto contro gli Stati canaglia.
CLIMA Contrario da sempre al protocollo di Kyoto e in polemica con la cancelliera tedesca Angela Merkel proprio sugli impegni da prendere al G8 sul clima, il presidente americano cambia radicalmente strategia. Senza mai parlare di "riscaldamento globale", ma scegliendo la formula cara alla sua amministrazione, perché più neutra, di "cambiamento climatico", Bush afferma che «gli Stati Uniti prendono molto seriamente gli studi scientifici» e per questo lavoreranno «con gli altri paesi per definire entro il 2008 un percorso a lungo termine per ridurre le emissioni di gas e per mettere a punto un nuovo quadro per le emissioni quando il Protocollo di Kyoto scadrà nel 2012».
Un accordo al quale tutti gli stati dovranno adeguarsi? Bush in una intervista rilasciata dal presidente Usa a La Stampa venerdì in edicola, parlando proprio di clima specifica: «Ogni nazione deve darsi un proprio obiettivo compatibile con la propria economia». Ma la sortita "buonista" sul clima non lascia indifferenti. E crea perplessità. La Commissione europea, infatti, ha accolto con scetticismo la sua iniziativa di lavorare a una riduzione entro la fine dell'anno prossimo delle emissioni di gas serra. «È chiaro che abbiamo bisogno di una posizione più ambiziosa da parte degli Stati Uniti», ha affermato il presidente Manuel Durao Barroso in un'intervista al Financial Times Deutschland. «Gli Usa stanno ponendo molta enfasi sui meccanismi di mercato nella lotta ai cambiamenti climatici, e fanno bene», ha osservato Barroso, «ma questi funzionano solo se ci sono obiettivi vincolanti». Posizione avallata anche dal quotidiano inglese The Guardian che titola: «Bush affossa le speranze di una strategia per il cambiamento climatico al G8».
SCUDO Bush non può neppure ignorare, le proteste di Mosca sullo scudo spaziale da installare in Europa. Tale progetto è stato, infatti, fin dal principio fortemente osteggiato dalla Russia. E ieri Vladimir Putin lo ha definito «una minaccia per la sicurezza nazionale» e l'inizio di una nuova cosa agli armamenti. Il giorno dopo Bush tenta di tranquillizzare il suo amico Putin, ma lo fa con molte ambiguità. Prima, infatti, afferma: la Russia «non è uno stato canaglia», dunque non deve preoccuparsi dello scudo antimissile americano. «Vogliamo lo scudo per difendere i paesi liberi e democratici dagli stati canaglia - spiega Bush- la Russia non è uno stato canaglia e dunque non deve preoccuparsi». Poi però dice: «Siamo preoccupati per la democrazia in Russia, a dispetto delle assicurazioni di Putin che non c'è ragione di avere timori». Non è un nostro nemico, però...non tiri la corda.
ITALIA Il 9 giugno Bush è atteso a Roma, dove a presidiare la sua visita saranno mobilitati dai 3 ai 6mila agenti. E a Roma non nasconde che vorrà sviscerare con il governo il nodo della presenza del contingente militare italiano in Afghanistan. «Prodi -afferma Bush al giornalista Maurizio Molinari- sta facendo delle scelte difficili sull'Afghanistan e spero che la mia visita le rafforzerà. Voglio sedermi con Prodi e parlare con lui di quanto è importante l'impegno italiano in Afghanistan, ora e in futuro». «Il ruolo italiano -sottolinea- è importante, fa sapere agli afghani che esiste la volontà di aiutarli a consolidare la loro giovane democrazia. L'Italia dà importanti contributi nell'addestramento della polizia e dell'apparato giudiziario. Sono di valore». Quanto alla guerra preventiva al terrore, il presidente texano sottolinea anche il ruolo della partnership italiana: «La cooperazione di intelligence fra noi e l'Italia è solida. Ci parliamo in maniera tale da proteggerci a vicenda perchè i nemici vogliono ancora colpirci».
PROTESTE Ma ad attendere Bush non ci sarà soltanto il ministro degli Esteri Massimo D'Alema e il ministro della Difesa Arturo Parisi. Lo attenderà anche una nutrita folla di manifestanti. «Sono contento di andare in un Paese dove c'è la libertà di parola, è il segno dell'esistenza di una società robusta». Il presidente Usa risponde così alla Stampa. «Quando si va in Paesi liberi spesso si vedono proteste - afferma Bush -. È la libertà di parola. È possibile che vi saranno proteste non solo a Roma ma anche in Germania. Quando i leader si riuniscono la gente vuole far sapere come la pensa in Tv. Ricordo - sottolinea - cosa avvenne a Genova, fu dura».
Sulle proteste del 9 giugno si scalda la polemica con il presidente della Camera Fausto Bertinotti. Manifestazioni che Bertinotti non ha condannato, avendo osservato che manifestare contro Bush «è legittimo, ed è questa l'unica cosa da stabilire in un paese democratico». «Poi se è giusto o no, lo stabilisce chi ci va e chi non ci va», aveva precisato il presidente della Camera aggiungendo che «naturalmente, i fenomeni di partecipazione vanno osservati tutti con grande attenzione e poi vanno esercitati sempre attraverso la nonviolenza». E a chi gli chiedeva se avesse imbarazzo nell'incontrare e dover stringere la mano al presidente degli Stati Uniti durante la sua due-giorni romana, il 9 e 10 giugno. «Preferisco avvalermi della facoltà di non rispondere...». Bertinotti poi ha rettificato: le sue convinzioni personali in ogni caso non ostacolerebbero i suoi compiti istituzionali. Le sue prime affermazioni hanno comunque portato la Casa delle Libertà a chiedere la sue dimissioni. Anche se il calendario della visita di Bush non prevede un incontro con la terza carica istituzionale dello Stato.
Fonte: L'Unità
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