La verità su Pio XII il «Papa moderno»
Un fiancheggiatore del nazionalsocialismo, il «Papa di Hitler» o, più semplicemente ma ancor più tragicamente, il Papa che scelse il silenzio di fronte alla Shoah. Una vera e propria «leggenda nera» quella che accompagna la figura e il giudizio su Pio XII dal giorno della sua morte il 9 ottobre 1958. Tanto da provocare una vera e propria crisi diplomatica tra Israele e la Santa Sede nel marzo scorso poiché nello Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme, l’atteggiamento di Papa Pacelli era stato definito «ambiguo». Già allora la presa netta di posizione del Vaticano con il ritiro del nunzio apostolico dalle celebrazioni ufficiali. Ma è ieri che la Santa Sede ha scelto di esplicitare ancor meglio il suo pensiero su Pio XII. «Liberi da pregiudizi si può riconoscere la grandezza e la completezza della figura di Papa Pacelli, la sua umanità e rivalutare il suo intero magistero». Parole del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano in occasione della presentazione della nuova biografia sul pontefice, Pio XII. Eugenio Pacelli. Un uomo sul trono di Pietro del vaticanista del Giornale Andrea Tornielli.
Un Papa moderno, secondo quanto emerge dal libro e da quanto sottolineato dagli altri esperti presenti. Addirittura ispiratore del Concilio Vaticano II per padre Peter Gumpel, il postulatore della sua causa di beatificazione. Rimane ancora controverso, però, il modo in cui sia nata la «leggenda nera». Per lo storico e fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi bisogna risalire agli anni Sessanta, all’inizio del Concilio e alla pubblicazione della pièce teatrale «Il Vicario» di Rolf Hochuth. Per Bertone, invece, la «leggenda nera» va fatta risalire alla questione palestinese. A quando il pontefice scelse l’equidistanza tra i due popoli sottolineando anche i diritti di chi in «quella terra ci viveva ed era meritevole di attenzione. Successivamente l’ideologia di quel periodo ha fatto il resto e pochissima attenzione è stata data ai ragionamenti del Papa».
D’altronde non sono pochi i documenti, presenti anche nella nuova biografia, che attestano l’aiuto dato dal Vaticano agli ebrei e ai perseguitati durante l’occupazione nazista. «Nel 1943 - il particolare inedito rivelato da Bertone - il Vaticano chiese ai tedeschi di poter assumere più di 4.000 nuove guardie palatine. E il ghetto ebraico era a due passi dal Vaticano».
Stesse riflessioni per il senatore a vita Giulio Andreotti che conobbe da vicino Pio XII in gioventù: «È stata una personalità complessa che ha dovuto far fronte a difficoltà terrificanti. La stessa Golda Meir quando la incontrai all’epoca fece elogi straordinari al pontefice. Ne era assolutamente affascinata».
Fonte: IlGiornale.it
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