martedì 20 marzo 2007

Camorra, 200 arresti a Napoli Maxioperazione antidroga

Tre anni di indagini e mille agenti per decimare il clan Mazzarello e Giuliano Ventotto le donne in manette. Erano addette alla vendita e al trasporto dello stupefacente.

NAPOLI
- Maxi operazione contro la camorra a Napoli. Arrestati quasi 200 affiliati ai clan Mazzarella e Giuliano egemoni nel traffico degli stupefacenti a Forcella e nel centro storico del capoluogo. In manette intere famiglie; le donne, 28 quelle arrestate stamane, erano addette alla vendita e al trasporto dello stupefacente. Gli uomini gestivano l'acquisto e l'importazione della cocaina, soprattutto dalla Spagna e dall'Olanda. Tra le arrestate anche Marianna Giuliano, figlia del boss del quartiere Forcella Luigi Giuliano, da alcuni anni collaboratore di giustizia. I proventi della vendita di droga, insieme al denaro derivante da altre attività illecite (estorsioni, toto e lotto nero) confluivano in una cassa comune: cinquantamila euro al mese.

Tensione al momento degli arresti. Un gruppo formato da poche decine di persone, tra le quali anche una donna incinta, ha inveito contro gli agenti ma la protesta infine è stata sedata e gli arrestati sono stati accompagnati in carcere. Le ordinanze di custodia cautelare volute dalla direzione distrettuale antimafia sono state emesse per associazione a delinquere e traffico di droga. Una maxioperazione condotta da oltre mille agenti frutto di tre anni di indagini.

Decisive per l'operazione "Piazza Pulita" le rivelazioni dell'ex boss di Forcella Luigi Giuliano, diventato collaboratore di giustizia. L'indagine passa in rassegna le attività dei clan operanti soprattutto nel centro antico di Napoli e dediti allo spaccio di droga, sopratutto cocaina e hashish. Dopo il "pentimento" di diversi esponenti di primo piano del clan Giuliano, le attività criminali nel territorio furono gestite dalla cosca capeggiata dai Mazzarella.

Per quanto riguarda il clan Mazzarella gli inquirenti hanno accertato che l'organizzazione provvedeva al mantenimento dei familiari dei detenuti versando loro stipendi oscillanti tra i 900 e i 2500 euro al mese. Alle persone che hanno ricevuto le "spettanze" è stato contestato - per la prima volta in un'inchiesta sulla camorra - il reato di ricettazione aggravata in quanto il denaro proveniva da attività illecite.

Fonte: La Repubblica

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