Il portavoce dei talebani: "Mastrogiacomo sta bene"
Dall'Afghanistan si rompe il silenzio sulla sorte di Daniele Mastrogiacomo. Il portavoce dei talebani ha fatto sapere che il giornalista di Repubblica Daniele Masatrogiacomo è vivo, e sta bene.
La dichiarazione giunge all'indomani di un primo spiraglio aperto dalle parole del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, e del presidente del Consiglio Romano Prodi, che in due momenti distinti avevano accennato al fatto di sapere da chi Mastrogiacomo fosse tenuto prigioniero, anche se ancora non si sa quali siano le richieste dei sequestratori. Intanto si consolida il coordinamento istituzionale e operativo fra autorità giudiziaria e governo, dopo un incontro, oggi, fra il titolare della Farnesina e il capo della Procura della Repubblica del tribunale di Roma, Giovanni Ferrara. E il riferimento di ieri, fatto da premier e vicepremier, ai "canali umanitari", sembra aver messo in moto la macchina della solidarietà e della collaborazione. Un ruolo importante in questo senso potrebbe essere quello svolto da Gino Strada: il fondatore di Emergency, arrivato oggi a Kabul, ha dichiarato la disponibilità della sua organizzazione a "dare una mano".
Mastrogiacomo "sta bene". L'inviato di Repubblica "sta bene" ed è "detenuto in una base dei talebani" nella provincia meridionale di Helmand, insieme ai due afgani sequestrati con lui lo scorso 4 marzo: così ha dichiarato Youssouf Ahmadi, il portavoce del movimento islamico, in una telefonata all'agenzia France Press. Il portavoce ha aggiunto che sono in corso "contatti indiretti" con le autorità italiane, confermando quanto già anticipato ieri da Prodi e D'Alema.
Gino Strada: "Cerchiamo di dare una mano". La "disponibilità" della sua organizzazione perché sia raggiunto un risultato positivo nella vicenda del sequestro di Mastrogiacomo: questi i termini in cui si è espresso il fondatore di Emergency, Gino Strada, arrivato oggi a Kabul. "Non è nostro compito condurre trattative - ha precisato il chirurgo - ma possiamo fornire dei canali, cosa che faremmo per chiunque. Cerchiamo di dare una mano". Poi, in serata, al Tg3: "Siamo ottimisti" ha detto, ribadendo che "è doveroso non chiacchierare troppo".
Coordinamento governo-magistratura. C'è stato oggi un incontro tra il ministro D'Alema, e il capo della Procura della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara. Nulla trapela sul contenuto se non la volontà, comune al vertice della Farnesina e alla magistratura romana, di confrontarsi sulla vicenda, di scambiare informazioni e analisi. Sul rapimento del giornalista di Repubblica, la Procura ha aperto un fascicolo - per quanto se ne sa, a carico di ignoti - nel quale si ipotizza il delitto di sequestro di persona con finalità di terrorismo. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Ris che già operano a Kabul. Un coordinamento che tuttavia - precisano Ferrara e il suo vice, Franco Ionta - non può prescindere dal fatto che "le decisioni sul caso, che si svolge in territorio estero e, peraltro, in guerra, sono di esclusiva pertinenza del governo e del ministro degli Esteri".
Fonte: La Repubblica
Nessun commento:
Posta un commento