La Moratti dopo i fischi "Viva la Resistenza"
Erano in oltre trentamila alla manifestazione del 25 aprile, ieri, in piazza Duomo. La prima alla quale ha partecipato da sindaco Letizia Moratti. Qualche fischio durante il suo discorso e momenti di tensione quando i giovani dei centri sociali hanno tentato di entrare in piazza, ma alla fine solo applausi.
Secondo il presidente della Camera Fausto Bertinotti, «la presenza del sindaco è stata una vittoria per la democrazia». E lei di rimando: «È una svolta storica per la città. Ho sentito un clima nuovo in piazza. È stato importante ricordare insieme che la libertà non è un dono, né una conquista che si ha per sempre. Con lo stesso spirito ricorderemo il 17 maggio il commissario Luigi Calabresi ucciso 35 anni fa».
Al termine della manifestazione, Letizia Moratti sembra addirittura emozionata. Ha appena concluso il suo discorso con un «Viva Milano libera, viva la Resistenza». Il clima è molto diverso dall´anno scorso, quando fu costretta dai fischi ad abbandonare il corteo insieme al padre Paolo Brichetto Arnaboldi reduce da Dachau. «Questi - ha spiegato - sono i valori in cui si ritrova tutto il nostro popolo. È stato un 25 aprile che giustamente ha ricordato chi ha pagato con la vita il prezzo della nostra libertà».
È stata «una festa di popolo» - come l´ha definita il presidente della Provincia Filippo Penati, che ha aggiunto: «Sbaglia la destra che non è qui e quella parte della sinistra radicale che continua a considerare questa una festa di parte. Bene hanno fatto i veri partigiani a invitare il sindaco Moratti e lei ad accettare». Anche la capogruppo dell´Ulivo in Comune Marilena Adamo ha apprezzato l´intervento di Letizia Moratti e per un giorno ha messo da parte l´ascia di guerra. «Il sindaco - ha commentato a caldo - ha detto delle belle cose sull´identificazione di Milano con la Resistenza. Adesso ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti». Soddisfatto anche l´assessore allo Sport e Giovani di Forza Italia Giovanni Terzi: «È stata una giornata importantissima per Milano, una città che si ritrova unita sul valore della Resistenza su cui è fondata la nostra repubblica». Mentre il segretario lombardo di Rifondazione Comunista Alfio Nicotra precisa: «Bene il viva la Resistenza della Moratti, ma valga per tutto l´anno».
Unici momenti di tensione un breve tafferuglio in piazza San Babila tra giovani dei centri sociali e il servizio d´ordine di Rifondazione, qualche slogan nel corteo contro Fausto Bertinotti, la Brigata ebraica che è stata accolta dai fischi dell´ala dura dei centri sociali e gli striscioni dei militanti del Gramigna di Padova e del Fucina di Sesto San Giovanni, che solidarizzavano con i sindacalisti della Cgil arrestati come presunti neo brigatisti. Tutto sotto il rigido controllo di un imponente schieramento di forze dell´ordine lungo il percorso dai bastioni di Porta Venezia a piazza Duomo. Sull´episodio, il vice sindaco Riccardo De Corato ha chiesto l´intervento del ministro dell´Interno Giuliano Amato, che ha immediatamente condannato il fatto. Contestato dal centro sociale Cantiere anche il segretario cittadino dei Ds Pierfrancesco Majorino.
Per il resto, il corteo ha sfilato per le vie del centro senza problemi. C´erano molti giovani, famiglie al completo e naturalmente i reduci dei campi di sterminio. Ciascuno rappresentato come ogni anno da un cartello con il nome del lager. Tra i tanti striscioni, quello dei volontari di Emergency, che chiedevano la liberazione di Rahmatullah Hanefi.
Sul palco, tra gli altri, il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni, il leader storico dei Comunisti italiani Armando Cossutta, il ministro alle Pari Opportunità Barbara Pollastrini, il sottosegretario Nando Dalla Chiesa, l´ex prefetto ed ex competitor della Moratti alle scorse elezioni amministrative Bruno Ferrante, ora alto commissario contro la corruzione nella Pubblica amministrazione, il leader della Uil Walter Galbusera e il segretario della Camera del Lavoro Onorio Rosati.
Fonte: L'espresso
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