lunedì 9 aprile 2007

Morte Adjimal, la destra attacca Prodi: basta istigazioni all'odio

Da un lato la «condanna con forza» dell’ l’assassinio di Adjmal Naskhbandi ad opera dei Talebani, dall’altro la dura stigmatizzazione di «posizione e polemiche che vanno al di là del normale dibattito politico» e che mettono in dubbio l’operato del governo. Con una nota ufficiale Palazzo Chigi risponde alla bagarre politica che si è scatenata in seguito agli ultimi sviluppi della vicenda Mastrogicomo, il reporter di Repubblica rapito in Afghanistane poi rilasciato dopo uno scambio con i taleban.

Nelle ultime 24 opre si sono accavallati nuovi e gravi fatti: l’uccisione da parte dei talebani dell’interprete del giornalista di Repubblica Mastrogicomo Adjmal Nashkbandi, le accuse dei servizi segreti afghani contro Rahmatullah Hanefi, il direttore dell'ospedale di Energency di Lashkar Gah, le durissime parole di Gino Strada contro Prodi e Karzai. Così, mentre in Afghanistan la stampa, i media e decine di manifestanti protestano e chiedono garanzie per i media e le libertà ogni giorno violate, in Italia il centrodestra torna all’attacco del governo. E il governo risponde.

I più duri sono Lega e Fi che chiedono addirittura le dimissioni del governo e l'istituzione di una Commissione d'inchiesta che faccia chiarezza. Il leghista Roberto Calderoli parla di impeachment del presidente del Consiglio, Romano Prodi, perché, accusa, «il Governo ha trattato in maniera discriminatoria gli ostaggi salvando quello che per lui era di serie A, e politicamente vicino, lasciando invece al loro tragico destino quelli di serie B». Sandro Bondi (Fi) chiede che il premier si dimetta «al più presto», e il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, ribadisce: «Non basta più qualche mezza dichiarazione di Prodi, occorre nell'interesse del Paese che l'intero governo venga a riferire per chiarire tutti i dubbi nella sede più competente, l'aula del parlamento italiano». Anche An con Andrea Ronchi chiede che Prodi «venga subito in Parlamento a dire la verità». Pure l'Udc chiede al governo di riferire «immediatamente» in Parlamento, ma invita a non strumentalizzare e si mostra più cauta su una commissione d'inchiesta che, secondo Michele Vietti, «serve a poco» perché «è la politica estera del governo che è di suo contraddittoria».

L'Unione fa quadrato, difende l'operato del governo e accusa la Cdl di fare «sciacallaggio politico». Il Verde Paolo Cento spiega che l'atteggiamento del centrodestra «è del tutto strumentale. Il governo si è attivato per liberare sia Daniele Mastrogiacomo sia l'interprete. Purtroppo sull'interprete qualcosa non ha funzionato. C'è stato un irrigidimento da parte dei talebani». Per Umberto Ranieri, presidente della Commissione Esteri della Camera: «In questo momento serve riservatezza e coesione nazionale». Su Gino Strada, che ha attaccato Prodi e Karzai di essere «responsabili» della «carcerazione immotivata» del mediatore di Emergency, parole dure da parte di Emma Bonino: «Penso che abbia un atteggiamento così ambiguo, tra l'umanitario e il politico, che si può prestare a qualunque illazione». Strada ha poi precisato di non aver «mai detto che Prodi e Karzai siano responsabili della morte di Adjmal».

Il capogruppo di Rifondazione in Senato punta il dito contro gli Usa: «Il tragico esito del sequestro di Adjmal Nashkbandi è soprattutto conseguenza della decisione di Karzai, ma soprattutto degli Usa, di punire chiunque intavoli trattative per salvare le vite degli ostaggi. Si è ripetuta la stessa tragedia che aveva portato alla morte di Nicola Calipari dopo la liberazione di Giuliana Sgrena».

Infine arriva la nota di Palazzo Chigi che cerca di sgombrare il campo da ogni «strumentalizzazione». «Il Governo italiano condanna con forza l’assassinio di Adjmal Naskhbandi ad opera dei Talebani – si legge sul sito Governo.it - Si tratta di un tributo di sangue assurdo, dopo quello terribile di Sayed Hagha, pagato da un operatore dell’informazione che lavorava insieme a Daniele Mastrogiacomo, il giornalista liberato dopo le lunghe trattative condotte dal governo afgano».

Ma non solo. Dopo aver ribadito la solidarietà alla famiglia di Naskhbandi, il governo sottolinea: «In questa giornata simbolo di pace, una nuova pagina di morte rende ancora più forte la necessità di agire affinché in quella regione torni la pace. L’ambasciatore italiano a Kabul Ettore Sequi e l’Unità di crisi della Farnesina continuano ad operare con intensità per la liberazione di Rahmatulah Hanefi, il responsabile di Emergency che ha avuto un ruolo importante nella liberazione di Mastrogiacomo. Assistiamo purtroppo in queste ore a prese di posizione e polemiche che vanno al di là del normale dibattito politico. Strumentalizzare simili tragedie serve solo ad alimentare nuove divisioni e ad istigare ad un odio che è nemico di quella pace per la quale stiamo lavorando. Nessuno, cancellando con le urla e le minacce di oggi i silenzi e i gesti del passato, può permettersi di dubitare della correttezza dell’azione del Governo in questa come in tutte le altre delicate vicende internazionali».

Fonte: L'Unità

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