martedì 5 giugno 2007

Massoneria, inchiesta pm Woodcock su logge coperte, 24 indagati

BARI - Una "inquietante commistione" tra massoneria, affari, politica e apparati pubblici "di ogni genere e specie" è la cornice in cui si muove la nuova inchiesta del pm di Potenza Henry John Woodcock, chiamata "Massonopoli" e che vede 24 indagati sparsi in tutta Italia.

E' quanto riferiscono fonti investigative.

L'indagine, già anticipata nei giorni scorsi da alcuni giornali italiani, ha avuto ieri una prima svolta significativa quando la Digos e la squadra mobile di Potenza hanno perquisito abitazioni, studi e locali riferibili ai 24 indagati, dei quali 15 tra Livorno e l'Isola d'Elba e altri nove tra la Basilicata e la Calabria, riferiscono a Reuters le fonti.

A Livorno sono stati perquisiti locali che risultano essere adibiti a ufficio del segretario amministrativo dell'Udc livornese, Piero Di Francesco, destinatario di un avviso di garanzia insieme allo zio Giampiero Del Gamba, ex segretario della Dc e ora dirigente Udc di Livorno e Mauro Lazzeri, responsabile del tesseramento del partito.

"La perquisizione ha riguardato locali non di pertinenza del partito", ha dichiarato ieri Di Francesco, citato oggi da diversi quotidiani.

A Potenza, sono stati portati via documenti, agende e due computer dalla sede della loggia massonica "Giuseppe Colorano 19", aggiungono le fonti. Blitz della polizia anche a Scalea, in provincia di Cosenza, presso la sede massonica "Oriente".

Perquisizioni che, spiegano le fonti, continuano in altre parti d'Italia a caccia di documentazione finanziaria e contabile sui presunti affari dei frammassoni.

L'inchiesta, partita dalla verifica dell'esistenza di una loggia coperta in Basilicata, segnalata nel 2005 dal faccendiere Massimo Pizza, (arrestato a Potenza nell'ambito di un presunto giro di truffe e traffici in Africa, denominato Somaliagate), si è estesa a tutta Italia e incontra personaggi della P2 che negli anni 70 faceva capo a Licio Gelli.

Pizza, interrogato nell'aprile scorso dal magistrato, ha riferito di "una strettissima loggia massonica, o comunque coperta, in rapporti con la criminalità organizzata calabrese, anche a livelli istituzionali altissimi", con infiltrazioni in Basilicata. Pizza non ha voluto fare nomi ma ha confessato di ritenere che "diversi esponenti politici della Lucania siano massoni".

Nelle scorse settimane, Woodcock aveva chiesto, senza però ottenerli, gli elenchi degli affiliati alla massoneria legale a tutte le prefetture italiane.

Il reato ipotizzato da Woodcock -- è scritto in uno stralcio dell'ordinanza di cui Reuters ha potuto verificare il contenuto -- è la violazione della legge Anselmi, per "essersi associati tra di loro allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione, promuovendo associazioni segrete vietate dall'articolo 18 della Costituzione e pianificando interventi diretti ad accaparrarsi appalti, concessioni e risorse pubbliche, sfruttando i legami scaturiti da rapporti di natura massonica".

"Le attività - ha scritto Woodcock nell'ordinanza di 300 pagine - erano dirette a interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, di enti pubblici ed economici, nonchè di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale".

Il Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, la principale organizzazione massonica italiana, ha tenuto a precisare nei giorni scorsi che l'inchiesta su presunte attività segrete o di massoneria deviata non riguarda i propri associati.

Fonte: Reuters

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