giovedì 15 marzo 2007

Desaparecidos : corte italiana condanna cinque argentini

La Corte d'assise di Roma ha condannato ieri all'ergastolo in contumacia cinque torturatori della famigerata Erma argentina, Alfredo Astiz, Jorge "El Tigre" Acosta, Jorge Vildoza e Antonio Vañek e il prefetto Héctor Antonio Febres per l'uccisione di tre cittadini italiani durante la dittatura del 1976. Oltre alla pena detentiva, la sentenza ha previsto un indennizzo per gli eredi delle vittime.

La stampa argentina parla dell'ergastolo come del "castigo medievale" che la giustizia italiana "riserva solo ai casi gravissimi". Ed infatti la motivazione della sentenza e' stata "omicidio volontario multiplo premeditato" per la sparizione e morte di Angela María Aieta de Gullo – madre del dirigente peronista Juan Carlos Dante Gullo –, Juan Pegoraro e sua figlia Susana, che era incinta e che diede alla luce in cattivita' una figlia, la quale fu pero' sottratta ai parenti e che non e' certo se sia stata cresciuta da un'altra famiglia come figlia naturale. Si e' parlato anche di torture subite da almeno due delle vittime prima di morire.

La causa era iniziata in Italia quando ancora nel Paese sudamericano vigevano le leggi sull'obbedienza dovuta da parte dei sottoposti, che di fatto annullavano la responsabilita' di questi ultimi per le efferatezze commesse. Quando tali leggi furono annullate, venne meno uno degli espedienti piu' usati per coprire i colpevoli delle torure, delle morti in mare e delle sparizioni in fosse comuni di oppositori del regime che solo oggi si sta riuscendo ad identificare con l'esame del dna.

Alfredo Astiz era un "operativo" che si infiltro' fra le Madres de Plaza de Mayo ed e' oggi accusato della sparizione della svedese Dagmar Hagelin. Jorge Vildoza e' accusato invece della sparizione di Rodolfo Walsh. Ma anche sugli altri tre uomini pendono accuse in Argentina, per cui quattro di essi sono gia' detenuti in quel Paese. Fa eccezione Vildoza, fuggitivo dal 1986, con mandato di cattura emesso da entrambi i Paesi.

La sentenza emessa a Roma non implichera' effetti immediati per gli accusati, ma sara' - commentano i giornali argentini - un impedimento ad uscire dal Paese d'origine, poiche' rischierebbero l'arresto da parte italiana. Sebbene poi l'Italia non abbia un accordo di estradizione con l'Argentina, anche se il governo potrebbe provare a chiedere ugualmente l'estradizione dei cinque.

Tuttavia sono soddisfatte le famiglie delle vittime ed esultante Estela de Carlotto, rappresentante delle nonne di plaza de Mayo, le decine di migliaia di persone che si riuniscono settimanalmente nella piazza di Buenos Aires per chiedere di sapere che fine hanno fatto i loro cari desaparecidos. La sentenza da' infatti speranza alle madres perche' rappresenta un segnale sul fatto che la storia non debba essere dimenticata e la giustizia debba essere perseguita, il che potrebbe incidere anche sull'atteggiamento delle istituzioni argentine sulle vicende dei desaparecidos.

Fonte: Osservatorio Sulla Legallità e sui Diritti

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