Ministri ambiente G8: Restano le differenze ma intesa per 7 punti
Gli Usa dicono no ai limiti alle emissioni. La Cina respinge le critiche
Nonostante il persistere di differenze fra i Paesi più industrializzati e la conferma del no americano a stabilire limiti vincolanti per le emissioni di gas nocivi, nell'incontro di Potsdam fra i ministri dell'ambiente del G8 e di cinque dei maggiori Paesi emergenti è emersa la comune volont àdi lavorare a una strategia di lotta contro i mutamenti climatici e il riscaldamento della Terra e per la salvaguardia della biodiversità.
«Siamo andati molto più avanti di quanto mi fossi aspettato all'inizio», ha detto il ministro dell'ambiente tedesco Sigmar Gabriel, il cui Paese detiene la presidenza di turno del G8. In un documento diffuso al termine dei due giorni di lavori, Gabriel ha parlato di un «buon risultato in vista del vertice del G8 del prossimo giugno a Heiligendamm». «È un segnale importante - ha osservato - che i cinque principali Paesi emergenti e gli otto Paesi più industrializzati abbiano parlato con parole chiare fra di loro».
All'incontro di Potsdam, il capoluogo del Brandeburgo a pochi km da Berlino, hanno preso parte i ministri dell'ambiente del G8 (Usa, Giappone, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Canada e Russia) e i loro colleghi di Cina, India, Brasile, Messico e Sudafrica.
È stata la prima volta che rappresentanti del G8 si sono seduti allo stesso tavolo a discutere con i loro corrispettivi dei Paesi emergenti in via di sviluppo. Per l'Italia ha partecipato ai lavori il ministro Alfonso Pecoraro Scanio. La riunione non prevedeva decisioni vincolanti ed era destinata a preparare il terreno e a sondare le posizioni in vista del vertice annuale del G8 che si terrà dal 6 all'8 giugno a Heiligendamm, località balneare sulla costa baltica tedesca.
In quell'incontro uno dei temi sul tappeto sarà l'emergenza climatica e le conseguenze del riscaldamento del Pianeta. Parlando con i giornalisti al termine della riunione - svoltasi nella residenza storica di Cecilienhof, dove nell'estate 1945 subito dopo la fine della guerra Truman, Stalin e Churchill si riunirono per parlare del nuovo assetto dell'Europa -, Pecoraro Scanio, denunciando il persistere della distanza tra Usa e Ue in fatto di clima e ambiente, ha sintetizzato la situazione con una riuscita frase ad effetto. «Il clima si sta arroventando e l'intera problematica del cambiamento climatico corre come una lepre, al contrario il clima politico non si rende conto dell'emergenza e continua ad andare molto lento come una lumaca», ha detto il ministro dell'Ambiente.
Pecoraro Scanio ha al tempo stesso espresso soddisfazione per l'intesa di principio su una serie di punti, ne ha indicati sette, registratasi nella riunione di Potsdam. Si tratta, ha precisato, delle aree relative all'attendibilità dei risultati scientifici, all'attuazione di azioni a favore dello sviluppo sostenibile, alle nuove tecnologie intese come fattore chiave nella lotta ai cambiamenti climatici, al rafforzamento di strumenti concreti come il protocollo di Kyoto, all'aumento degli impegni volontari da parte dei Paesi emergenti, alla necessità della lotta alla desertificazione, all'azione a favore dell'adattamento ai mutamenti climatici. Intese queste tuttavia che non hanno valore di accordo formale. A gettare ombra sulla riunione G8+5 di Potsdam è stata la posizione degli Usa che hanno detto no (unico no) anche all'aiuto finanziario a sostegno dei Paesi emergenti impegnati nella protezione dell'ambiente.
La Cina ha respinto le critiche dei Paesi occidentali sulla politica di Pechino in materia di difesa del clima. "La Cina ha intrapreso i suoi sforzi per uno sviluppo duraturo e contro i mutamenti climatici", ha detto alla Bild am Sonntag Xie Zhenhua, capo della delegazione cinese alla riunione conclusasi sabatoa Potsdam.
Fonte: Corriere Canadese
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