Occhio pigro, stimoli per risvegliarlo
L'occhio pigro può guarire forse anche in età adulta stimolando il cervello a 'colpi di curiosita'': topolini esposti a un mondo ricco di novità e di stimoli visivi, infatti, 'riaccendono' la parte di corteccia visiva 'arrugginita' dall'ambliopia.
La dimostrazione è dell'equipe di Alessandro Sale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. La scoperta, resa nota sulla rivista Nature Neuroscience, evidenzia che la plasticità del cervello può essere riattivata anche nell'individuo adulto, ben oltre il periodo critico per questa flessibilità che si riteneva confinato all'età infantile.
L'occhio pigro o ambliopia è una condizione piuttosto diffusa nel bambino. Può avere varie origini, per esempio uno strabismo o una cataratta congenita. A causa di ciò, uno dei due occhi si abitua a fare 'doppio lavoro' mentre l'altro 'poltrisce'. Così la porzione di corteccia visiva collegata all'occhio pigro, non stimolata adeguatamente, perde funzionalità e rallenta la formazione di collegamenti neurali nell'età cruciale dello sviluppo in cui la plasticità cerebrale è al massimo.
La condizione è reversibile se si agisce subito sul bambino. Basta 'forzare' l'occhio pigro a guardare bendando l'altro occhio. Ma se non si agisce da piccoli la corteccia visiva, non ricevendo stimoli per anni, perde la possibilità di riprendere a funzionare normalmente. Quindi, pur eliminando strabismo o cataratta, il danno cerebrale e quindi quello visivo rimangono.
Già in precedenti lavori alcuni ricercatori avevano dato evidenza del fatto che questa condizione non fosse totalmente irrimediabile anche in età adulta. Gli esperti dell'ateneo pisano, con il loro lavoro, sembrano poter confermare questa speranza. I ricercatori hanno infatti studiato un gruppo di topolini con occhio pigro. Divenuti adulti, i roditori presentavano i classici segni dell'ambliopia in quanto la loro corteccia visiva non si era adeguatamente sviluppata. Gli esperti hanno adottato l'operazione di bendaggio dell'occhio funzionante che si usa sui bambini ed hanno poi esposto i topolini ad un ambiente ricco di stimoli visivi.
Nel giro di poche settimane, nel loro cervello si è riacceso l"interruttoré della plasticità che ci si aspetterebbe non più funzionante in età adulta. Adeguati e numerosi stimoli visivi dunque, concludono i ricercatori, tolgono la 'ruggine' dall'interruttore riaccendendo quella plasticità cerebrale che si pensava sopita per sempre. Ciò lascia ben sperare, per il prossimo futuro, in nuove possibilità terapeutiche contro questa patologia.
Fonte: Ansa Italia
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