lunedì 30 aprile 2007

Israele, Olmert sotto accusa: "Gravi i fallimenti in Libano"

Gli esperti: «mancanza di giudizio e cautela». Ma il premier assicura: «Agli errori sarà posto rimedio»

GERUSALEMME - L’attesissimo rapporto della Commissione Winograd sulla guerra in Libano accusa il premier israeliano Ehud Olmert di «gravi fallimenti» nella gestione del conflitto. Nel documento, di cui l’Associated Press ha ottenuto una copia, si sostiene che il premier abbia agito frettolosamente e senza avere un piano completo per l’offensiva avviata il 12 luglio contro il movimento sciita libanese dell’Hezbollah. La guerra è scoppiata dopo che i guerriglieri del "partito di Dio" hanno ucciso tre soldati israeliani e ne hanno rapiti altri due in un raid lungo il confine fra Libano e Israele. Il rapporto Winograd cita in particolare «un grave fallimento nella mancanza di giudizio, responsabilità e cautela».

Dopo aver ricevuto il rapporto dalle mani dei cinque esperti che compongono la commissione guidata dal giudice Eliahou Winograd, Olmert assicura che «ai fallimenti sarà posto rimedio». Olmert aveva delineato pubblicamente gli obiettivi da conseguire con l’offensiva militare in Libano lanciata il 12 luglio 2006: liberare i due soldati israeliani rapiti lo stesso giorno da Hezbollah, e annientare il gruppo estremista sciita. Entrambi gli obiettivi sono stati mancati dall’esercito israeliano: i soldati sono ancora tenuti in ostaggio e l’Hezbollah è riuscito a resistere ai 34 giorni di guerra, presentandosi come il vero vincitore di fronte al mondo arabo. Oltre a criticare duramente il premier, il rapporto punta il dito contro il ministro della Difesa Amir Peretz e l’ex capo di Stato maggiore Dan Halutz per l’esito fallimentare del conflitto. In particolare, Halutz è accusato di aver «agito impulsivamente» e aver dato una rappresentazione errata dell’effettiva capacità dell’esercito.

Secondo l’inchiesta, Olmert avrebbe deciso di dichiarare guerra all’Hezbollah «nonostante non gli sia stato sottoposto alcun piano militare dettagliato né lui ne abbia fatto d’altronde domanda». Al premier si rimprovera inoltre di non aver proceduto alle «consultazioni necessarie» al di fuori dell’esercito e di «non aver tenuto sufficientemente in considerazione delle riserve politiche e professionali che gli erano state sottoposte prima della decisione capitale del 12 luglio», giorno dell’inizio della guerra. Il premier sarebbe insomma «responsabile del fatto che gli obiettivi della campagna non siano stati chiaramente e accuratamente definiti» sottolinea ancora il rapporto, secondo cui Olmert non avrebbe adattato i suoi piani «una volta che si è capito che le previsioni e le attese di Israele non erano realiste e non si concretizzavano». In generale, come ribadisce Winograd in una conferenza stampa, Olmert, Peretz e Halutz sono giudicati colpevoli di «gravi fallimenti».

«Abbiamo stabilito che queste decisioni e il modo in cui sono state prese hanno provocato gravissimi fallimenti. E attribuiamo questi fallimenti al primo ministro, al ministro della Difesa e all’ex capo di Stato maggiore» dice ai giornalisti il giudice in pensione a capo della Commissione d’inchiesta. «Se ciascuno di loro avesse agito in modo diverso, migliore, le decisioni prese in questo periodo e i risultati della campagna sarebbero stati differenti, e migliori» aggiunge. Anche se la popolarità di Olmert è crollata a causa della guerra e di una serie di scandali che incombono sul suo governo, sembra che il premier non voglia rassegnare le dimissioni, almeno per un pò. Lo ha già detto chiaramente, e i membri della sua coalizione sembrano restii a voler scatenare una crisi che possa comportare anche la loro rinuncia del potere. Olmert incontrerà i ministri espressione del suo partito, il ’Kadimà in serata, per discutere dei contenuti del rapporto. Il rapporto si concentra sui primi sei giorni del conflitto, nel corso dei quali furono formulati gli obiettivi di guerra, e sui sei anni compresi tra il ritiro israeliano dal Libano del sud del maggio del 2000 e lo scoppio delle ostilità. Un rapporto completo sui 34 giorni di guerra sarà pubblicato in estate.

Fonte: La Stampa.it

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