Afghanistan, la Nato lancia l'offensiva
E' l'operazione Achille: la più vasta offensiva, condotta dall’Isaf congiuntamente con le truppe afghane, mai lanciata sino ad ora.
Il comando della forza di sicurezza internazionale della Nato in Afghanistan (Isaf) ha annunciato l’avvio della sua «più grande offensiva» contro la guerriglia talebana nel sud del Paese.
All’operazione, scattata stamattina alle prime luci dell’alba nella provincia meridionale dell’Helmand, prendono parte almeno 5.500 uomini (4.500 militari Nato e un migliaio di truppe regolari afgane). Le prime unità dell’Isaf hanno lanciato la cosiddetta "Operazione Achille", che si concentra nella parte settentrionale dell’Helmand, dove gli irriducibili del mullah Omar controllano da più di un mese il distretto di Musa Qala.
La Nato ha spiegato che oltre all’obiettivo di riprendere in mano il controllo della sicurezza nelle regioni del sud, vi è anche quello di spianare la strada al programma di ricostruzione e di sviluppo economico dell’intera area. La provincia dell’Helmand è la più grande produttrice mondiale di papavero da oppio.
Ci si interroga, intanto in Italia, sul voto sul rifinanziamento della missione: non tanto quello di oggi alla Camera, quanto quello al Senato.
Il vice-coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto afferma: «Non sono in grado di fare previsioni però la mia valutazione è assai netta: il governo o è autosufficiente su un tema così importante di politica estera quale è l’Afghanistan oppure si deve dimettere».
Ma dalla maggioranza arrivano rassicurazioni: «Ci si avvia ad un voto molto ampio a favore del provvedimento», afferma Umberto Ranieri, dell’Ulivo, presidente della Commissione Affari esteri alla Camera.
Ranieri ha proseguito parlando delle cosiddette "maggioranze variabili" in Senato: «Non teorizzo maggioranze variabili perchè quando è in gioco il buon nome dell’Italia e le posizioni dell’Italia sulla scena internazionale credo sia importante la convergenza unitaria delle forze parlamentari.E a proposito della mozione della sinistra per usare l’oppio coltivato in Afghanistan a scopi terapeutici, il parlamentare si è detto convinto del fatto che «la lotta al narcotraffico deve essere contrastata duramente in Afghanistan. Per farlo occorrono investimenti economici consistenti. L’oppio medicinale è materia controversa, penso - ha concluso - che si debba verificare se esistano o meno le condizioni per un progetto di questo tipo».
Pubblicato su LaStampa.it
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