venerdì 16 marzo 2007

Altri tre giorni per trattare su Daniele Mastrogiacomo

I Taleban hanno deciso di prorogare l’ultimatum scaduto oggi per il rilascio del giornalista italiano Mastrogiacomo. Questa mattina la notizia dell'uccisione del suo autista. Il fratello: «siamo preoccupati»

I Taleban hanno deciso di prorogare di tre giorni l’ultimatum scaduto oggi sui negoziati per il rilascio del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e del suo interprete, catturati undici giorni fa nel Sud dell’Afghanistan. Lo ha detto un portavoce dei Taleban, Qari Yussuf Ahmadi, all’agenzia di stampa afghana Pajhwok. I negoziati quindi «stanno proseguendo» per arrivare al rilascio del giornalista italiano l’autista e l’interprete afghani.
«Abbiamo verificato che Mastrogiacomo e l’interprete sono veri giornalisti, non delle spie, per cui, se il governo afghano accetta le nostre richieste, li rilasceremo», ha detto Hanifi, contattato telefonicamente da Kabul.
Resta la richiesta di ritiro delle truppe italiane – ha aggiunto il comandante – «ma l’importante è il rilascio dei portavoce Abdul Latif Hakimi, Ustad Yasir e Hanif».

Questa mattina si è diffusa la notizia che Saied Agha, l’autista del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo rapito undici giorni fa nel Sud dell’Afghanistan, è stato ucciso. Sono in corso verifiche.

Non esistono al momento riscontri di fonte indipendente in grado di avallare le dichiarazioni dell’auto-proclamato collaboratore di Dadullah, che la stessa 'Pajhwok' definisce «sedicente portavoce». Il mullah dal canto suo risulterebbe più che mai irreperibile. Atal comunque ha proseguito sostenendo che il fato di Mastrogiacomo e dell’altro ostaggio sarà determinato nella serata di oggi ora locale, quando in Italia sarà notte fonda.
Ha inoltre specificato che l’autista è stato giustiziato, con la gola tagliata, perché avrebbe spiato per conto di non meglio precisate truppe straniere. All’inviato di 'Repubblicà i Talebani imputerebbero di collaborare in particolare con i militari britannici. Sempre Atal ha rinnovato la richiesta del rilascio di suoi compagni in carcere: il loro numero è stato però accresciuto, ora sei in tutto; l’uomo non avrebbe peraltro specificato di chi si tratti.

La 'Pajhwok Afghan News' è lo stesso organo d’informazione che ieri aveva ricevuto un messaggio audio con un drammatico appello di Mastrogiacomo; nella registrazione si udiva anche la voce del mullah Dadullah, il quale aveva impartito un ultimatum per la salvezza del giornalista e dei suoi compagni, allora ancora due. L’ultimatum è appunto scaduto oggi, ma i sequestratori hanno apparentemente fatto sapere che sarebbero disposti a concedere una proroga, sette giorni, qualora gliene fosse presentata richiesta. Lo ha dichiarato via telefono satellitare un portavoce del gruppo assai più noto rispeto ad Atal, Qari Yousuf Ahmadi, i cui proclami a nome dei Talebani sono regolari.
«Il termine è scaduto», ha ribadito Ahmadi, aggiungendo tuttavia che «agli italiani con cui siamo in contatto», non meglio precisati, «è stato comunicato» che esso potrebbe appunto essere prolungato, rispetto ai due giorni concessi inizialmente. «Abbiamo detto loro», ha proseguito Ahmadi, «che, se ci chiederete altro tempo attraverso i mass media, noi ve ne daremo di più. Qualche progresso nei negoziati c'è stato», ha concesso, «e, se le nostre richieste saranno accolte, libereremo il giornalista». Le richieste in questione sono sempre le stesse: rilascio di altri esponenti dei Talebani, catturati a suo tempo (Ahmadi ha parlato però di due di loro; un suo compagno ancora diverso, tale Ibrahim Hanifi, di tre), e fissazione di una data precisa per il ritiro dall’Afghanistan delle truppe italiane.

IL FRATELLO, SIAMO MOLTO PREOCCUPATI
«Servono discrezione e cautela, capite la situazione. Eravamo più tranquilli con il messaggio video ma con quello che sta emergendo siamo ovviamente molto, molto preoccupati»: è il commento di Alessandro Mastrogiacomo. «Siamo in contatto con la Farnesina, ha ragione il ministro D’Alema sulla necessità di usare massima cautela», ha sottolineato il fratello del giornalista.
Alessandro è in costante contatto con l’unità di crisi e con la moglie di Daniele: «viviamo una situazione di emergenza. Abbiamo speranza e fiducia ma la situazione è difficile», ha rilevato Alessandro. Il fratello di Mastrogiacomo ha quindi ringraziato «il governo e tutti coloro che si stanno occupando del caso», e in particolare, a Gaeta, «la vicinanza del commissario straordinario e l’arcivescovo Mazzoni».

D'ALEMA: ABBIAMO BISOGNO DI TEMPO
Il ministro degli esteri Massimo D’Alema ha rilasciato la seguente dichiarazione alla stampa sul caso Mastrogiacomo: «Tutti noi siamo rimasti colpiti dalle notizie drammatiche di questa mattina. Nello stesso tempo abbiamo moltiplicato i nostri sforzi, già in corso da diversi giorni, per cercare le vie per una soluzione e per ottenere la liberazione di Daniele Mastrogiacomo. Ciò che vorrei sottolineare in questo momento è che sono in corso delle iniziative e dei contatti, anche con la collaborazione di organismi umanitari e delle stesse autorità afghane. Per questo abbiamo diramato una nota della Farnesina e l’abbiamo diffusa su tutte le reti internazionali ed è questo che vorrei ribadire: questa complessa vicenda, che richiede contatti fra diversi Governi e diverse istituzioni, non può essere risolta in poche ore. C'è bisogno di tempo. Vorrei ribadire la nostra ferma volontà di arrivare ad una soluzione». «D’altro canto – prosegue D’Alema – che sia in corso una iniziativa per arrivare ad una soluzione è stato percepito anche dall’altra parte, come testimonia la dichiarazione del portavoce dei Talebani Youssuf, che conferma che sono in corso dei contatti per cercare una soluzione alla situazione che si è creata. Dunque, a maggior ragione, vorremmo che dall’altra parte si comprendesse che la nostra azione ha bisogno di un tempo ragionevole per potersi dispiegare ed ottenere i risultati desiderabili, per poter uscire da questa drammatica vicenda».

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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