mercoledì 28 febbraio 2007

...E al trigesimo giorno resuscitò!!

LONDRA - Un bambino inglese di due settimane di vita è «resuscitato» mezz'ora dopo essere stato dichiarato clinicamente morto, mentre i genitori lo tenevano in braccio. Il fatto è accaduto oltre un anno fa al Leeds General Infirmary ma la notizia è stata resa nota solo oggi. I medici avevano provato senza risultato a rianimare il piccolo, che era stato colpito da attacco cardiaco. I genitori, Jon e Karen Lander, notando che il bambino diventava pallido e freddo, lo avevano portato di corsa al Pronto Soccorso dell'ospedale, dove gli era stata diagnosticato un blocco dell'aorta. Una volta dichiaratolo morto, i sanitari hanno dato il piccolo a Jon e Karen, che volevano dirgli addio. Ma dopo una mezz'ora, i due hanno sentito Woody che tossiva. A quel punto i medici sono riusciti a far ripartire il cuore. Ora il bambino ha 14 mesi e gode di ottima salute.

«Eravamo distrutti - ha raccontato alla Bbc Jon Lander - Dopo che avevamo atteso quella che sembrava un'eternità, i medici sono venuti fuori a dirci che avevano fatto tutto il possibile. Non era più possibile tentare ancora di rianimarlo. Ce l'hanno fatto vedere. Poi, mentre iniziavano a togliergli i tubi, ha iniziato a tossire e muoversi. E li hanno fatto ripartire il cuore, e ha ripreso a vivere davanti ai nostri occhi». Gli esami hanno mostrato che non c'è alcun danno cerebrale, e i medici prevedono per Woody un vita normale. «Non sappiamo cosa sia accaduto - ha detto Jon - Sappiamo solo che lui è un piccolo miracolo. I medici hanno detto di non aver mai sentito di qualcuno che torna in vita mezz'ora dopo essere stato dichiarato morto».

Pubblicato su Corriere della Sera

martedì 27 febbraio 2007

Milano, maestra taglia la lingua all'alunno: "Parli troppo, tira fuori la lingua, che te la taglio"

Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha avviato la procedura di licenziamento immediato nei confronti della maestra che a Milano ha provocato tagli alla lingua di un alunno di sette anni.

L'incredibile episodio, rivelato oggi dal Corriere della Sera, è avvenuto il 20 febbraio in una scuola elementare della zona di San Siro. Un'insegnante di sostegno, R.S, 22 anni, ha causato un taglio alla lingua di un alunno, figlio di nordafricani ma nato in Italia, provocandogli "una ferita a tutto spessore" giudicata guaribile in dieci giorni. L'insegnante è stata denunciata per lesioni e, prima ancora dell'intervento del ministro, era stata sospesa dal lavoro.

"Di fronte a comportamenti di tale gravità è solo una la risposta possibile: tolleranza zero - ha dichiarato Fioroni - Le centinaia di migliaia di insegnanti seri della scuola italiana non meritano di essere screditati da pochi irresponsabili". La decisione di avviare la procedura di licenziamento è stata presa dal direttore scolastico regionale della Lombardia d'intesa con il ministro. Con le nuove norme disciplinari contenute nella circolare inviata dal ministro il 19 dicembre scorso, informa il ministero, "si stabilisce tra l'altro che la competenza di questi provvedimenti, per evitare lungaggini burocratiche e consentire azioni tempestive, passi direttamente dal ministero ai Direttori regionali".

La difesa. La maestra si difende affermando che si è trattato di un incidente: in una sorta di gioco avrebbe avvicinato le lame delle forbici alla lingua del bimbo irrequieto ("Parli troppo, tira fuori la lingua, che te la taglio..."), ma il gioco è andato oltre le intenzioni e la lama è finita sulla lingua del piccolo, tagliandola. In quel momento la giovane insegnante aveva il controllo dell'intera classe, perché la maestra di ruolo si era brevemente assentata.

Tale versione viene confermata dagli inquirenti: "Il ferimento è stato sicuramente accidentale. Il bimbo stava correndo verso la maestra". Ora si ipotizza il reato di lesioni colpose.

Il bambino, spaventatissimo, ha trascorso la notte in ospedale, dove i medici gli hanno praticato cinque punti di sutura, con prognosi di dieci giorni e obbligo di alimentazione liquida fino alla guarigione della ferita.

Secondo quanto confermato dall'avvocato Piero Porciani, che tutela la famiglia, da quel giorno il ragazzino è sotto choc, non è più voluto tornare a scuola e scappa quando vede delle lame. La mamma, inserviente in una mensa, ha dovuto lasciare il lavoro per stare accanto al piccolo. E ha presentato denuncia per lesioni contro l'insegnante avviando una causa contro l'istituto per ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali, "sia per le cure del bimbo, sia per i giorni di lavoro che la donna sta perdendo".

"Siamo tutti increduli - commenta l'avvocato - E' vergognoso pensare che a insegnare siano mandate persone non monitorate dai vertici scolastici. La ragazza era al primo anno di insegnamento, un bel biglietto da visita. La famiglia - spiega il legale - ha tutte le intenzioni di chiedere l'intervento di psicologi per aiutare il bambino ferito dalla maestra".

Il bidello della scuola sta dalla parte della maestra. "E' una brava ragazza, dolcissima con i bambini. Voi avete gonfiato tutto e l'avete rovinata. Lei non ha fatto niente. E' stato un fatto accidentale".

Pubblicato su Repubblica.it

Attentato Kabul: Venti afghani morti, illeso Cheney

Un attentato suicida alla base aerea di Bagram, a 60 chilometri a nord dellla capitale. Dilaniati dall'esplosione alcuni lavoratori, in attesa davanti ai cancelli della zona militare. La strage è stata rivendicata dai talebani. Il numero due di Bush starebbe bene. Rinviato a oggi il suo incontro con Karzai

Un attentato suicida a pochi passi da Dick Cheney che si trovava in visita alla base aerea Usa di Bagram, a 60 chilometri a nord di Kabul. L’attentato è già stato rivendicato dai Talebani. «Il vicepresidente sta bene», ha assicurato la portavoce di Cheney, Lea Anne McBride. Il “secondo” di Bush si trova ora a colloquio con il presidente afghano Hamid Karzai, all’interno del palazzo presidenziale.

La strage.
Secondi una prima ricostruzione dell’accaduto, l’attentatore si è fatto esplodere davanti al cancello 2 della base sorvegliata da alcune pattuglie di militari. In quel momento erano in attesa davanti ai cancelli alcuni lavoratori afgani dilaniati poi dall’esplosione. Sul numero reale delle vittime ancora non è stata fatta chiarezza. Secondo fonti militari citate dalla Routers, sarebbero 18 e tra questi si troverebbe almeno un soldato americano. Secondo il governatore della provincia di Bagram, Abdul Jabbar Taqwa, citato dalla Aip (Afghan islamic press, un'agenzia di stampa afghana con sede in Pakistan), infine, i morti sarebbero 20.

L’incontro con il leader Karzai. Il leader politico statunitense arrivato ieri sera in Aghanistan, si trovava in Pakistan per sollecitare l’aiuto di questi due paesi contro l’offensiva preannunciata dai talebani per la primavera. L’attentato è avvenuto dopo che il vice di Bush aveva dichiarato l’ultimatum al presidente Musharraf: “O spezzate le basi certe di Al Qaeda lungo il confine con l'Afghanistan – ha detto – oppure vi tagliamo i fondi “. L’incontro con Hamid Karzai, previsto per ieri sera, era stato rinviato a causa di un’imprevista bufera di neve obbligando così Cheney a trascorrere la notte a Bagram. L’incontro con il presidente dell’Afghsnistan è stato quindi rinviato a oggi.

Pubblicato su Ateneonline

BitTorrent diventa Entertainment

La rana è saltata dall'altra parte. BitTorrent.com, il famoso sito dedicato alla condivisione in modalità peer-to-peer di file .torrent (il cui simbolo è appunto una rana) è giunto ad un accordo con le major industriali, diventando un canale di distribuzione di video e film a pagamento. Col capo cosparso di cenere, BitTorrent ha quindi messo da parte ogni minima traccia di illegalità addirittura adottato i DRM.

La rete sviluppata da Bram Cohen si trasforma quindi in BitTorrent Entertainment Network: un sito su cui è possibile noleggiare 5.000 contenuti digitali, tra cui pellicole cinematografiche, video musicali, programmi televisivi e videogame per PC. I prezzi vanno da 1,99 dollari per un video di musica fino ai 3,99 dollari di un film.

La nuova impostazione prevede anche l'adozione dei tanto criticati DRM (Digital Rights Management), ovvero i diritti d'autore applicati ai contenuti digitali che permettono di ridurre e mappare l'uso non legale dei file scaricati sul proprio pc. Anche se lo stesso Cohen, intervistato da Slyck.com ammette "Spero di non avere contenuti con DRM su BitTorrent.com in un futuro non troppo lontano".

Pubblicato su TGCom

Arriva Doretta, la ricercatrice (quasi) perfetta

Addio ricerche infinite! A scandagliare la Rete per trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno da oggi ci pensa Doretta, la nuova ricercatrice (quasi perfetta) che affiancherà nelle ricerche online gli utenti di Windows Live Messenger, il servizio di messaggistica istantanea di Microsoft. Utilizzando tutte le funzionalità di Live Search, Doretta ricercherà in rete – per chi glielo chiede - qualsiasi informazione, interagendo direttamente e in tempo realecon il proprio interlocutore.

E’ facile fare la conoscenza di Doretta e gli utenti di Windows Live Messenger si renderanno subito conto di avere a che fare con una ragazza davvero simpatica, accattivante e alla quale si possono chiedere tutte le informazioni di cui si ha bisogno. Lei risponderà a tutti nel suo stile fresco e diretto, forse un po’ buffo, ma che di certo conquisterà coloro che la interpelleranno o semplicemente converseranno con lei, proprio come con un’amica.

Per chiacchierare con Doretta non bisogna fare altro che essere un utente di Windows Live Messenger. Per chi ancora non appartiene alla schiera dei 6,9 milioni1 di italiani che già lo utilizzano regolarmente, Windows Live Messenger si scarica e installa in modo semplice, rapido e gratuito all’indirizzo http://messenger.live.com .

A questo punto non resta altro che aggiungere l’indirizzo di Doretta - doretta82@live.it - tra i propri contatti, e avviare subito una conversazione online.

Se dopo i primi convenevoli l’interlocutore necessita dell’aiuto di Doretta per cercarecon Live Search delle informazioni, siano esse web, immagini, notizie o altro, non deve fare altro che chiederle questo favore. Basta specificare l’oggetto e la tipologia dell’informazione richiesta e Doretta farà il resto! I risultati della ricerca verranno visualizzati direttamente nella finestra di Windows Live Messenger.

Facile no?

Doretta diventerà così l’amica ideale per orientarsi nell’infinito mondo delle ricerche online, invitando, con il suo modo spontaneo e curioso, gli utenti di Windows Live Messenger a scoprire le funzionalità di Live Search.

Ma chi è Doretta?

Carina, buffa, un po’ svampita ma davvero molto trendy, Doretta è una ragazza che ha tutte le caratteristiche per risultare gradita sia al pubblico maschile sia a quello femminile.

Sviluppata da IconMedialab, leader nello sviluppo di applicazioni user centered per tutti i media digitali e nella progettazione di iniziative speciali di Digital Marketing, Doretta nella realtàè un BOT (abbreviazione di Batch Oriented Task), ovvero un robot in grado di interagire con gli utenti utilizzando un linguaggio naturale e fornendo risultati di ricerca attraverso il motore di Microsoft, Live Search.

Doretta possiede, infatti, un ricco vocabolario per “flirtare” in modo spiritoso con gli utenti e scambiare informazioni su sport, cucina, musica e tanto altro ancora.

Doretta online

I consumatori possono conoscere e soddisfare ogni curiosità su Doretta e i suoi interessi, scoprire i suoi negozi preferiti o cosa sta facendo visitando lo speciale minisito - www.doretta82.it - e il suo blog personale (http://doretta82live.spaces.live.com).


Doretta ama parlare di sé a tutti i suoi amici ma è una ragazza anche misteriosa che non vuole mostrarsi completamente. Per questo motivo tutte le foto che gli utenti troveranno sul network ritraggono dei particolari del suo corpo senza mai svelare il viso.

Anche il minisito è costruito nello stile di Doretta: le sezioni Chattami-Chiedimi-Scherzami utilizzano un linguaggio giocoso e creativo per entrare in sintonia con il personaggio ma anche per avvicinare gli utenti alle funzionalità dei servizi Windows Live.

Una volta attivato, il blog di Doretta viene aggiornato con dei post settimanali e moderato nei contenuti; gli aggiornamenti sono segnalati agli utenti in tempo reale su Windows Live Messenger.

“Oltre al personaggio divertente che abbiamo costruito – afferma Luca Colombo, Marketing Director di Microsoft Online Services Group - Doretta rappresenta un progetto ambizioso con un alto contenuto tecnologico. Si tratta infatti di un BOT su Windows Live Messenger, basato su piattaforma Colloquis, la quale permette ai robot di riconoscere il linguaggio naturale. Il progetto Doretta è destinato ad aprire la strada ad altre analoghe realizzazioni sviluppate con questa tecnologia, come già oggi avviene in USA e nel Nord Europa”, conclude Colombo.

Molti utenti faranno la conoscenza di Doretta grazie ad una campagna online nelle aree a maggior traffico del Network, che catturerà l’attenzione dei consumatori incuriosendoli e invitandoli a scoprire il carattere, gli interessi e le doti della nuova ricercatrice di Live Search.

Sarà possibile incontrarla dal vivo? Forse, intanto fate la sua conoscenza su Windows Live Messenger!


Pubblicato su WebIsland.net

Frasi che un uomo di chiesa non dovrebbe mai dire

Ci sono delle frasi che un uomo di chiesa non dovrebbe mai dire.

Il fantastico Gip ci spiega i dettagli:




Enjoy!

lunedì 26 febbraio 2007

La svolta di Jackson Potrebbe convertirsi alla religione islamica


Ha fatto della trasgressione, una delle sue armi vincenti insieme alla musica. Ora sembra che Michael Jackson voglia convertirsi all’islam. Potrebbe essere questo, infatti, il destino spirituale della più discussa popstar statunitense.

A parlare delle intenzioni di Jacko, è suo fratello maggiore Jermaine, in un’intervista pubblicata dal mensile musulmano “The Muslim News”. Jermaine Jackson, che è musulmano, ha spiegato che Michael ha mostrato grande interesse per l’islam e che ha letto molto a questo riguardo. «Penso che la cosa più probabile è che si converta all’islam», ha affermato, «quando sono rientrato dalla Mecca, gli ho donato molti libri e mi ha chiesto molti chiarimenti sulla mia religione. Io gli ho risposto che è bella e pacifica. Ha letto tutto ed è stato fiero di me perché‚ ho trovato qualcosa che mi ha portato la pace e la forza interiore».

Jermaine Jackson, cinquantadue anni, si è convertito all’islam nel 1989 e vive nel Bahrein, dove lo stesso Michael Jackson si è stabilito di recente.

Pubblicato su Il Meridiano

DOCUMENTARIO DI CAMERON RIVELA TOMBA GESU', ARCHEOLOGI: RIDICOLO

Archeologi ed esponenti religiosi in Israele hanno definito ridicola la tesi del documentario prodotto dal regista premio Oscar James Cameron, secondo il quale sarebbe stata scoperta a Gerusalemme la tomba di Gesù e dei sui famigliari, incluso il figlio che avrebbe avuto con Maria Maddalena.

"La tomba perduta di Cristo" sarà mandato in onda il 4 marzo su Discovery Channel, ma ha già scatenato un'ondata di polemiche, dal momento che i suoi contenuti contraddicono i fondamenti del Cristianesimo: il fatto stesso che Gesù avesse un ossario (i sarcofaghi in pietra dove venivano raccolte le ossa circa un anno dopo la sepoltura) smentirebbe il principio della resurrezione del Cristo.

La tomba presa in analisi dal documentario è inoltre ben lontana rispetto al presunto luogo del Santo Sepolcro, identificato all'interno di Gerusalemme Vecchia e dove secondo le sacre scritture il corpo di Gesù sarebbe rimasto per tre giorni prima di risorgere. In questo luogo oggi sorge la Chiesa della Resurrezione.

"Vogliono soltanto ricavarne dei soldi" è stato il commento di Amos Kloner, il primo archeologo ad aver esaminato la tomba quando questa venne scoperta nel 1980. Aspri anche i commenti degli esponenti religiosi. "Le prove storiche, religiose e archeologiche dimostrano che il luogo dove il Cristo fu deposto è presso la Chiesa della Resurrezione", ha detto Attallah Hana, prete Greco Ortodosso di Gerusalemme.

Anche Stephen Pfann, studioso della Bibbia presso l'università di Terra Santa a Gerusalemme e intervistato nel documentario, preferisce non dare troppo peso alla scoperta. "Non credo che i Cristiani ci cadranno", ha detto, aggiungendo di non essere neppure sicuro che il nome di Gesù sia stato letto correttamente sull'incisione: "Più probabilmente si tratta del nome Hanun". Anche Kloner ha espresso dubbi sui nomi. "Si trattava di una classica tomba del ceto medio, e i nomi incisi sono tra i più comuni tra gli ebrei dell'epoca".

Pubblicato su TendenzeOnline.info

DOCUMENTARIO DISCOVERY CHANNEL RIVELA: TROVATA LA TOMBA DI GESU'

Il documentario co-prodotto dal regista premio Oscar di "Titanic" James Cameron, e diretto dal regista canadese Simcha Jacobovici rivelerebbe niente meno che la scoperta della tomba di Gesù e quella del suo presunto figlio con Maria Maddalena,

"La tomba perduta di Cristo" sarà mandato in onda il prossimo 4 marzo su Discovery Channel ma ha già scatenato un'ondata di polemiche, dal momento che i contenuti si propongono di rivoluzionare i fondamenti del cristianesimo.

Secondo il documentario, le tombe sarebbero state rinvenute in un quartiere di Gerusalemme, e un tempo contenevano i resti di Gesù di Nazareth, Maria Maddalena e Giuda, figlio di Gesù.

Pubblicato su TendenzeOnline.info

Al Qaeda voleva uccidere Blair davanti alla regina

Minacce terroristiche prima del Giubileo del 2002, rivela l'ex capo della polizia inglese Lord Stevens, che racconta: "Il premier era determinato ad andare avanti, comportamento ammirevole".

Il premier britannico Tony Blair ha sfidato le minacce di morte di Al Qaeda quando ha partecipato al Giubileo della Regina Elisabetta nel 2002.
A rivelare l'esistenza di un complotto della rete del terrore che fa capo a Osama bin Laden è stato Lord Stevens, l'allora capo di Scotland Yard, come riporta il quotidiano britannico 'Daily Telegraph'.

«C'è stata una minaccia contro il primo ministro nel periodo del Giubileo -ha detto Lord Stevens alla Bbc- Una minaccia di morte. E c'erano buone ragioni di ritenere che fosse una minaccia credibile». Nell'estate del 2002 le celebrazioni per i 50 anni di regno della sovrana prevedevano la parata e una festa sul 'Mall', alla presenza dell'intera famiglia reale.
«Naturalmente andai al numero 10 per parlare con il primo ministro delle sue apparizioni in pubblico», ha poi raccontato Lord Stevens riferendo della sua visita a Downing street per riferire a Blair dei rischi che correva.

Blair, racconta quindi Lord Stevens, «era assolutamente determinato ad andare avanti, a proseguire con le apparizioni pubbliche mi ha detto 'John, sono sicuro che farai tutto il necessario come hai sempre fatto in passatò».
Secondo l'ex capo di Scotland Yard, inoltre, hanno avuto un comportamento ammirevole sia Blair sia la moglie Cherie, anche lei informata della minaccia: tutti e due «hanno mostrato un grande coraggio personale», dice Lord Stevens.

Pubblicato su Quotidiano.net

Oscar, la notte di Scorsese

Già lo dicevo io, il favorito Martin Scorsese ha vinto l'Oscar come miglior regista.


Alla fine la notte della rivincita è arrivata.
E Martin Scorsese, commosso, non sa dire altro che: "Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie".
Non che ce ne fosse bisogno, per ottenere la consacrazione tra i grandi del cinema mondiale, ma per l'italoamericano che ha sfiorato per sette volte il prmio più ambito del cinema, il trionfo con The departed (quattro statuette, tra cui quella per il miglior film e la miglior regia) ha un sapore particolare.
Perché per Scorsese è stato il grande riscatto: "Tutti mi chiedevano quando avrei vinto un Oscar.
Me lo chiedevano in ascensore, me lo chiedeva il medico quando mi facevo le radiografie, me lo chiedevano per strada".
E, infine, rivolto al figlio di sette anni Francesco: "Ora puoi cominciare a saltare sul letto. Fai un sacco di casino in albergo". The Departed si è aggiudicato, oltre al premio per miglior film e regia, anche quelli per il montaggio e la sceneggiatura non originale. Un trionfo d'autore.

ATTORI
Tra gli altri oscar Forest Whitaker ha vinto quello come miglior attore, per L'ultimo re di Scozia mentre Helen Mirren ha accolto l'Oscar come miglior attrice per il suo ruolo in The Queen di Stephan Frears dove interpreta Elisabetta II. L'attrice che aveva già avuto due nomination è la seconda inglese a ricevere l'Oscar dopo Emma Thompson nel '93.

L'OMAGGIO A MORRICONE
Tutti in piedi al Kodak Theatre di Los Angeles, per Ennio Morricone. Mentre sugli scherm scorrevano le immagini dei più importanti film musicati dal maestro italiano e le sue note riempivano la sala, tutti i presenti gli hanno tributato un applauso così caldo e sincero che Morricone ha ceduto alla commozione.
In particolare quando ha dedicato, ringraziandola, la sua statuetta alla moglie: "Dedico questo Oscar a mia moglie Maria che mi ama tanto e che io amo". Dopo un filmato e dopo aver ricevuto la prima standing ovation della serata, Morricone si è inchinato alla platea e ringraziando l'Academy ha detto: "Devo ringraziare tutti quelli che hanno consentito di concedermelo e anche i registi che mi hanno dato la loro fiducia".
A tradurre in inglese le sue parole l'uomo che dei temi musicali di Morricone è divenuto il volto: Clint Eastwood.
In 50 anni di carriera, il compositore italiano ha musicato circa 500 tra produzioni cinematografiche e televisive. A rendergli un particolare omaggio è stata Celine Dion che ha interpretato per lui I knew I loved you, scritta per "C'era una volta in America", ultimo film di Sergio Leone.

COSTUMI ITALIANI
Ma c'è anche un'altra statuetta italiana nella notte degli Oscar. La vince Milena Canonero, per i costumi di Maria Antonietta di Sofia Coppola. La Canonero ha definito "travolgente" il lavoro fatto al fianco di Sofia Coppola. "Eravamo perennemente in corsa contro il tempo e per la qualità e la quantità: per non parlare della necessità di contenere i costi, per questo a volte è stato stressante, ma Sofia era sempre disponibile e gentile e mi ha dato moltissimi input per dare concretezza a una visione che era molto poetica. Lei mi ha molto aiutato ad andare nella giusta direzione".

OSCAR AD AL GORE
"Una scomoda verita", di Davis Guggenheim, ha vinto l'Oscar come migliore documentario. Il documentario racconta la crociata lanciata dall'ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore per ammonire l'umanità sulla minaccia catastrofica del riscaldamento del pianeta provocato dalla emissione di gas a effetto serra. La statuetta è stata ritirata dal regista Davis Guggenheim, ma Gore è salito con lui sul palco ed ha preso brevemente la parola, per la seconda volta nel corso della serata degli Oscar, lanciando un appello per trovare i mezzi e la volontà di risolvere il problema.
In precedenza, assieme all'attore Leonardo DiCaprio, Gore aveva fatto un piccolo show pro-ecologia e finto anche un annuncio ufficiale della sua discesa in campo per la corsa alla Casa Bianca nel 2008.

Pubblicato su Panorama.it

Sharon Stone regina anti-Oscar


Sharon Stone è stata la trionfatrice della ventisettesima edizione dei Golden Raspberry Awards, gli anti-Oscar che ogni anno sono assegnati alla vigilia degli Academy Awards.

'Basic Instict 2', interpretato dalla bionda star, ha fatto incetta di 'Razzies', come sono soprannominati i premi: peggior film, peggior attrice, peggior sceneggiatura e peggior sequel.

Il film, numero due della pellicola del 1992 che aveva portato la Stone al successo, ha avuto vita difficile fin dai primi momenti della sua produzione. L'inizio delle riprese era stato rimandato piu' volte a causa di problemi nella sceneggiatura e ad un certo punto, prima dell'inizio delle riprese, la Stone aveva fatto causa per 100 milioni di dollari ai produttori, perche' i continui rinvii nella realizzazione della pellicola le avevano fatto perdere altre occasioni. Alla fine il film era arrivato nelle sale, criticato dalla stampa e snobbato dal pubblico.

''Little Man'', film basato su un cartone animato di Bugs Bunny, ha ottenuto il secondo posto in questa triste classifica con tre ''Razzie'' all'attivo, peggior remake, peggior coppia d'attori (ai fratelli Shawn e Marlon Wayans) e peggior attore, premio che i due fratelli hanno vinto a pari merito. A quota due razzie e' arrivato il regista de ''Il sesto senso'' M. Night Shyamalan che per la sua ultima fatica, ''Lady in the Water'', ha vinto il lampone d'oro come peggior regista e peggiore attore non protagonista per la piccola parte che ha nel film.

L'ex bagnina di ''Baywatch'' Carmen Electra non ha fatto meglio con il premio per la peggiore attrice per ben due film: ''Date Movie'' e ''Scary Movie 4''. Il film ''RV'' con Robin Williams ha vinto la nuova categoria ''peggiore scusa per l'intrattenimento familiare''.

I ''lamponi d'oro'', anti-oscar che si celebrano alla vigilia della Notte delle Stelle, sono stati fondati ventisette anni fa John Wilson, un fanatico della settima arte con una videoteca personale di piu' di 4000 film. I membri della Golden Raspberry Foundation sono 757 ed il premio che viene assegnato (ma che difficilmente trova artisti disposti a ritirarlo) e' un lampone di plastica dorata di un costo effettivo di 4,97 dollari.

Pubblicato su Quotidiano.net

OSCAR 2007 - TUTTI I PREMI


MIGLIOR FILM: "The Departed"
MIGLIOR REGIA: Martin Scorsese "The Departed"
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA: Forest Whitaker, "The Last King of Scotland"
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA: Helen Mirren, "The Queen"
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA: Alan Arkin, "Little Miss Sunshine"
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA: Jennifer Hudson, "Dreamgirls"
MIGLIORE FILM IN LINGUA NON INGLESE: Das Leben der Anderen, Germania
SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: William Monahan, "The Departed"
SCENEGGIATURA ORIGINALE: Michael Arndt, "Little Miss Sunshine"
FILM D'ANIMAZIONE: "Happy Feet"
SCENOGRAFIA: "Il labirinto del fauno"
FOTOGRAFIA: "Il labirinto del fauno"
MISSAGGIO SONORO: "Dreamgirls"
MONTAGGIO SONORO: "Lettere da Iwo Jima"
COLONNA SONORA: "Babel" Gustavo Santaolalla
CANZONE: "I Need to Wake Up" da "An Inconvenient Truth", Melissa Etheridge
COSTUMI: "Marie Antoinette", Milena Canonero
DOCUMENTARIO: "An Inconvenient Truth"
CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO: "The Blood of Yingzhou District"
MONTAGGIO: "The Departed"
TRUCCO: "Il labirinto del fauno"
CORTOMETRAGGIO D'ANIMAZIONE: "The Danish Poet"
CORTOMETRAGGIO:"West Bank Story"
EFFETTI SPECIALI: "Pirati dei caraibi - La maledizione del forziere fantasma".
OSCAR ALLA CARRIERA Ennio Morricone
PREMIO UMANITARIO "JEAN HERSHOLT": Sherry Lansing Emc

Richard Dawkins e il dilemma del prigionero

Richard Dawkins e il dilemma del prigionero
Due criminali vengono accusati di aver compiuto una rapina. Gli investigatori li chiudono in due celle diverse impedendo loro di comunicare. A ognuno di loro vengono date due scelte: confessare l'accaduto, oppure non confessare. Viene inoltre spiegato loro che:
a) se solo uno dei due confessa, chi ha confessato evita la pena; l'altro viene però condannato a 7 anni di carcere.
b) se entrambi confessano, vengono entrambi condannati a 6 anni.
c) se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno.

Questo dillema viene utilizzato come esempio di cooperazione e non cooperazione. La confessione del prigionero sarebbe un tradimento e la non confessione sarebbe una cooperazione col compagno all’altra cella.

Nel seguente video, Richard Dawkins spiega un’esercizio nel quale si paragonano strategie di cooperazione diverse.



Ricordate:

1- Be Nice
2- Do Not Be Envious
3- Forgive
4- Be Clear

Cina - La politica estera di Pechino sottoposta a nuove sollecitazioni

Grazie alla modernizzazione economica ed al consolidarsi della sua politica di potenza nel continente asiatico, la Cina sta rafforzando il suo status nell'arena mondiale. L'aumento di potere avrà però i suoi costi

Dal 1971, da quando la Repubblica popolare ha sostituito Taiwan all’Onu, la Cina fa parte dell’esclusivo club dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Ma è solo da poco che Pechino fa capire di voler seriamente puntare allo status di superpotenza globale. Molti fattori che dovrebbero realizzare questo progetto appartengono, per ora, al regno delle ipotesi puramente speculative.


Una delle più fondate tra queste è che per i prossimi anni l’Impero di mezzo non rallenterà la dinamica della sua economia mentre i rapporti politici interni resteranno stabili. Di fronte alla volubilità della storia cinese, si può però dubitare del realismo di questo scenario. Incertezze che però non sembrano intaccare la crescente autostima dell’attuale leadership cinese e la sua azione internazionale a tutto campo.


Non si può comunque negare che, soprattutto negli ultimi due anni, il capo dello Stato e del partito comunista cinese Hu Jintao abbia dato prova di essere in grado di realizzare i suoi piani. Si spiega anche così la nuova attenzione cui gode l’attività di Hu nell’arena globale.

L'ossessione di Hu Jintao per l'Africa

Il presidente cinese sembra avere l’ossessione dei rapporti con l’Africa. Nella primavera dello scorso anno Hu Jintao aveva visitato Marocco, Nigeria e Kenya. A novembre 2006 a Pechino si è svolto un summit mastodontico che ha visto la partecipazione di 48 capi di Stato e di governo africani.

All’inizio di febbraio Hu ha compito una nuova serie di visite lampo attraverso il continente nero che ha trovato i suoi punti di forza nei soggiorni in Sudan e Sudafrica. Prima di Hu anche Mao, che però non ha mai messo piede in Africa - accompagnato nella sua strategia dal globe-trotter Chou En-lai - aveva puntato sull’amicizia tra i popoli cinesi e quelli del continente nero.

L’Africa aveva un posto speciale nella lotta contro l’imperialismo, prima occidentale e poi sovietico. Anche se in Africa squadre di specialisti cinesi costruivano strade ferrate ed infrastrutture, le priorità cinesi erano per l’esportazione della rivoluzione mondiale. Per la lotta delle capanne contro i palazzi.

La diplomazia cinese attuale non ha nulla in comune con la lotta di classe mondiale del maoismo. Al posto della rivoluzione proletaria mondiale, la politica estera di Pechino oggi predica l’armonia internazionale facendo uso delle stesse parole d’ordine confuciane richiamate anche per mettere ordine nella politica interna cinese.

Test di maturità politica

Al di là di questa retorica, la pragmatica leadership cinese nei suoi viaggi internazionali è molto attenta agli interessi economici di Pechino e all’influenza geopolitica del proprio paese.

La Cina ritiene che l’Africa, negli ultimi decenni continente trascurato sia dalle cancellerie occidentali che dalla diplomazia della federazione russa, possa diventare il nuovo, preferito, terreno per una politica estera sostenuta da mezzi monetari enormi. La crescita spettacolare dell’economia cinese ha impellenti bisogni energetiche e di materie prime, e il continente africano con le sue gigantesche riserve naturali sembra essere una destinazione quasi naturale per gli sforzi della crescita cinese.

Per sottolineare le intenzioni pacifiche della sua attività Pechino si richiama spesso al grande ammiraglio cinese Zheng He che agli inizi del XV secolo solcava le rotte dell’Oceano indiano. È stato infatti in Malawi che il ministro inglese per l’energia Hilary Blair, mentre Hu Jintao si trovava in visita in Sudafrica, aveva accusato la “diplomazia del dollaro” cinese in Africa di dare impulso ai regimi corrotti e dittatoriali dell’Africa.


Ma le accuse arrivano anche da altre parti, soprattutto la Banca mondiale e diversi governi dell’Europa occidentale criticano duramente l’avanza cinese in Africa. A Pechino si rimprovera di sostenere regimi, come quello del Sudan o dello Zimbawe, guidati da politici criminali. La Cina a sua volta ribatte di non immischiarsi mai negli affari interni dei paesi con cui tratta, curandosi solo delle relazioni commerciali.

In realtà il comportamento europeo a Pechino deve apparire alquanto ipocrita. Per la Cina il colonialismo europeo proprio in Africa ha commesso i più grandi genocidi e le maggiori deportazioni della storia dell’umanità, mentre Pechino non punta a decimare le risorse del continente nero e non ha intenzione di ridurre in schiavitù la popolazione del continente nero.

Pechino fa anche notare che Londra e Parigi quando si è trattato di far eleggere i propri candidati nei diversi paesi africani, hanno mai messo in primo piano valori democratici e norme dello Stato di diritto.

Interessi contrastanti

Le critiche e i timori degli Stati occidentali per l’avanzata cinese in Africa come pure le reazioni di Pechino, non sono altro che dei fenomeni marginali delle trasformazioni globali causate dalla crescita cinese a potenza economica e politica mondiale. In realtà la politica estera dell’impero di mezzo si trova davanti a sfide molto più complesse. Sullo sfondo ci sono da risolvere le grandi questioni dell’economia globale, delle trasformazioni climatiche e della sicurezza internazionale.

La Cina ha tratto grande beneficio dagli ultimi 25 anni di commercio mondiale, soprattutto per quanto riguarda i mercati finanziari globali e i trasferimenti internazionali di tecnologie. Senza questi contesti, dovuti essenzialmente all’azione degli Stati industriali occidentali, non si sarebbe mai parlato della rinascita economica cinese. Oggi però è arrivato il momento in cui anche Pechino è chiamata a dare il suo contributo al funzionamento dell’economia globale.

Ovviamente non è possibile fare nemmeno dei paragoni tra l’attuale disponibilità cinese alla cooperazione e la politica ostruzionistica dei precedenti governi di Pechino. Bisogna però dire che l’impero di mezzo dovrà assumere un ruolo maggiormente attivo in settori chiave dell’economia globale come la liberalizzazione del commercio e la protezione transfrontaliera dei diritti d’autore.

Nella ultime settimane un nuovo test per la dirigenza cinese è stato rappresentato dalla sfida ecologia legata ai cambiamenti climatici. Si tratta di un compito immenso. Da un lato Pechino ricorda al mondo che i maggiori peccati ecologici sono commessi dagli Stati industriali, soprattutto Usa ed Europa occidentale.

D’altra parte non si può negare che la Cina stia rapidamente scalando la classifica mondiale dei paesi che inquinano di più. Tutta la sfida climatica, ma anche i problemi ecologici cinesi, rendono inevitabile che a breve Pechino dovrà farsi carico delle serie implicazioni ecologiche legate al suo processo economico di modernizzazione. Per farlo il paese avrà bisogno di bilanciare i propri interessi con quelli della comunità mondiale, e ciò richiederà una eccezionale sensibilità politica.

Una sfida particolare è rappresentata dalla sicurezza internazionale. È innegabile che nell’attuale stadio del suo sviluppo socio economico, l’interesse primario cinese è quello di avere un ordine mondiale stabile.

Oggi più che mai Pechino dipende da un mercato finanziario internazionale in grado di funzionare senza ostacoli, da un florido commercio globale e da sicurezza di approvvigionamento delle fonti energetiche e delle materie prime. In caso di turbolenze mondiali, la Cina sa che da sola non riuscirà a tenere aperti gli stretti di Hormuz e la rotta marittima di Malacca, ma dipenderà dall’unica potenza in grado di farlo mantenendo l’ordine globale, gli Usa.

Del resto se la Cina ha bisogno di stabilità mondiale, le sue esigenze energetiche la portano a fare causa comune con regimi che invece puntano a destabilizzare l’ordine internazionale. Basti pensare all’Iran o al Sudan, i cui interessi politici divergono fondamentalmente da quelli della Cina, ma da cui Pechino dipende per i propri rifornimenti energetici.

Infine la politica estera di Pechino è di fronte ad un’altra una fondamentale contraddizione. Lo sviluppo economico cinese è avvenuto in un arco di tempo caratterizzato da condizioni mondiali economicamente favorevoli. Anche la pericolosa crisi asiatica degli anni 1997/98, non ha danneggiato in maniera sensibile lo sviluppo di Pechino.

È altrettanto vero però che da allora l’interdipendenza economica della Cina è aumentata. Ciò significa che dovrà aumentare anche l’affidabilità internazionale di una leadership politica che, giustamente, non vuole abbandonare il processo di modernizzazione dell’economia cinese. Più cresce la vulnerabilità del miracolo economico cinese, maggiori sono le possibilità per tutte le forze che vedono come il fumo negli occhi il miracolo economico cinese.

Il riconoscimento di queste vulnerabilità, particolarmente in una ipotetica fase di difficoltà economiche, dovrebbe portare acqua al mulino di tutte le forze che si sono sempre schierate per l’apertura e la modernizzazione dell’economia cinese. Per sapere quali saranno le risposte a questi bisognerà probabilmente aspettare il XVII congresso del Partito comunista cinese del prossimo autunno.

Pubblicato su QuadrantEuropa.it

domenica 25 febbraio 2007

Smog, il Nord Italia si ferma

Città senza auto per combattere lo smog. Tante le iniziative organizzate da Legambiente

Oggi il Nord Italia si è fermato per lottare unitariamente, per la prima volta, contro lo smog: dall’Emilia Romagna alla Valle D’Aosta, dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia (esclusa solo la Liguria). Dalle 8 alle 20 in Lombardia e con orari diversi nelle altre Regioni non circoleranno le auto in tutti i capoluoghi di provincia del Nord: uno stop che riguarda secondo i tecnici tra i 4 e i 5 milioni di automobili, mentre la libera circolazione resta consentita solo ai veicoli Euro 4 e ai diesel con filtro antiparticolato. Via libera alle auto anche su autostrade, statali e provinciali e nei tratti di collegamento tra gli svincoli autostradali e i parcheggi: da là, poi, a piedi o con in mezzi pubblici.

LOMBARDIA E PIEMONTE LE PIÙ COMPATTE
In Lombardia il blocco totale del traffico arriva dopo che per 43 giorni si è sforato il limite consentito dell soglie di smog nell’aria, ma se il divieto è stato stabilito di imperio per le solite aree critiche in cui la concentrazione di polveri sottili è massima, nelle altre aree la Regione ha lasciato liberi i singoli Comuni di aderire o meno al fermo totale. Ferma la Valle D’Aosta, capoluogo compreso, fatte salve le vie che portano alle stazioni sciistiche. Adesioni in massa del Piemonte, dove non oggi possono circolare neanche gli Euro 4 ed è stato aumentato il numero di mezzi pubblici a disposizione dell’utente (a Torino di ben il 40%). In Lombardia e Piemonte si è registrato il più alto numero di adesioni al blocco del traffico siglato dalle Regioni del Nord contro il Pm10: oggi sono ferme 9 città su 10.

A macchia di leopardo, invece, la situazione del resto del Nord Italia: in Friuli-Venezia-Giulia auto ferme in 18 piccoli e medi centri urbani, capoluoghi compresi tranne Trieste. Troppo poco se si pensa che i comuni friulani sono 219. In Veneto è la provincia di Treviso che si sottrae per prima al fermo, mentre nella provincia di Venezia 32 COmuni su 44 hanno scelto il blocco delle automobili: il bilancio complessivo è di 110 COmuni fermi su 581. Giornata a piedi anche per l’Emilia Romagna, dove in oltre 90 centri urbani su 341 non si può circolare.
Ecco gli appuntamenti organizzati da Legambiente nelle varie città:

LOMBARDIA
Milano (Piazza XXIV Maggio angolo Viale Gian Galeazzo alle ore 11.00) dimostrazione, accompagnata da foto collettiva, dell’ ingombro stradale di 80 auto, 80 biciclette e un autobus urbano con 80 passeggeri. Sempre in Lombardia «Biciclabile» alla scoperta dei monumenti comunali di Rho, Nerviano, Parabiago e Canegrate. A Brescia aperitivo alle 14.30 al parcheggio bici stazione.

PIEMONTE
Torino: inaugurazione di ciclofficina, una stazione di noleggio, riparazione e custodia di biciclette Ostana (CN): per la campagna Neve Diversa, avrà luogo la prima delle 3 ciaspolate organizzate in Piemonte. La partenza è fissata intorno alle ore 9.30, dopo la conferma delle iscrizioni e la consegna dei gadget che avverrà presso la tensostruttura montata in frazione Bernardi Saluzzo (CN): una mostra ad hoc e aree gioco con animazione per i bambini.

VAL D’AOSTA
Aosta: con l’Iniziativa «Spegni il motore» si chiederà, soprattutto ai genitori in attesa davanti alle scuole, di spegnere il motore della propria auto.

EMILIA ROMAGNA
Ferrara: superato il 35esimo giorno di sforamento di PM10, biciclettata di protesta con esposizione delle lenzuola di Mal’aria. Parma: sempre lenzuola Mal’aria nel centro storico Ravenna: biciclettata con banchetto dimostrativo in collaborazione con l’ufficio ambiente del comune.

VENETO

Padova: pedalata tra gli alberi secolari della città Verona: percorso di trekking urbano lungo le Mura Magistrali Venezia: gazebo con materiale informativo in piazza Ferretto Udine: biciclettata in collaborazione con comune e mobicittà con arrivo in piazza del Duomo.

TRENTINO ALTO ADIGE
Trento: campagna informativa per un abbonamento ai trasporti pubblici che sia differenziato in base al reddito del singolo cittadino.

Pubblicato su LaStampa.it

Stampa USA: Britney Spears ha tentato il suicidio


Stando ad alcuni articoli apparsi nelle ultime ore su diversi siti internet statunitensi, Britney Spears avrebbe tentato il suicidio ingerendo una quantità esagerata di tranquillanti nella sua casa di Los Angeles.

Il tutto sarebbe accaduto qualche ora dopo la seconda "fuga" della pop-star dalla clinica di Malibu nella quale aveva accettato di farsi ricoverare soltanto 24 ore prima.
Alla base del tentativo di suicidio di una sempre più smarrita Britney, ci sarebbero il rifiuto dell'ex marito Kevin Federline di ridiscutere la decisione del tribunale sull'affido dei due piccoli figli, Sean Preston (17 mesi) e Jayden James (5).

La notizia non è stata confermata dall'entourage della Spears, che ha pero' di nuovo varcato le soglie della clinica "Promises": anche in questo caso non c'è nulla di ufficiale, ma i giornalisti americani giurano di averla vista ieri nei viali del Centro in automobile con la madre. Quanto durerà questa volta il "soggiorno" di Britney?

Pubblicato su Peoplez.it

You know? I'm sick and tired of the American press obsession with Anna Nicole's and Britney's misery.

Vi prego a tutti di avere pietà di Britney. Imparate dall'esempio di Craig Ferguson nel Late Late Show:



La povera ha una malattia. It ain't fair to make fun of her.

Incontro a 3 rounds - Sgarbi vs. Mussolini

Primo Incontro



Round 2



Round 3

Beppe Grillo Enel E Termovalorizzatori

Documentario sulla Rabbia - GIP



GRANDE GIP!!

Le 30 Frasi da non dire a una donna

Su internet le foto di Jennifer Aniston nuda


Davvero un brutto regalo di compleanno per Jennifer Aniston: l'ex Rachel di "Friends", che domenica ha compiuto 38 anni, non ha potuto festeggiare in totale allegria la sua festa a causa di alcune foto circolate qualche ora dopo sul web.

Un giornale francese ha pubblicato un paio di scatti osè che la ritraggono in topless e completamente nuda di spalle. Gli scatti sono tratti dal set di "Ti odio, ti lascio, ti...", l'ultimo film girato da Jen ed uscito nelle sale di tutto il Mondo la scorsa estate; le immagini nella pellicola erano state censurate dal regista Peyton Reed con un'inquadratura "riparatrice".

Inutile sottolineare come i seni e il fondoschiena della Aniston abbiano fatto in poche ore il giro del Mondo; non è la prima volta che le sue nudità "scatenano" la morbosa attenzione dei tantissimi fans: qualche anno fa un suo presunto topless in spiaggia aveva catturato milioni di click, rivelandosi poi come un astuto fotomontaggio e facendo tirare un sospiro di sollievo all'attrice statunitense.
Questa volta non ci sono pero' dubbi sull'autenticità delle fotografie: come l'avrà presa Jen?

Pubblicato su PeopleZ.it

Le frasi a doppio senso nella vita di ogni giorno.



:D

sabato 24 febbraio 2007

Roma, bimbo di 4 mesi abbandonato nella "ruota" del Policlinico Casilino

Pesa circa 6 chili, le sue condizioni di salute sono buone, secondo i medici non mostra particolari problemi. L'unico problema, è che è spettato a lui "inaugurare" una struttura concepita appositamente per permettere l'abbandono, protetto, dei neonati da parte delle mamme in difficoltà. Una sorta di moderna "ruota degli esposti". Il bimbo, di circa 4 mesi, è stato lasciato nella serata di sabato all'interno della struttura del servizio "Non abbandonarlo. Affidalo a noi" del Policlinico Casilino, a Roma. Appena giunta la segnalazione della presenza del piccolo, il personale del pronto soccorso e quello del reparto di neonatologia sono subito intervenuti. Il bambino è stato ricoverato nel reparto di patologia neonatale.

Quello di stasera è il primo caso dall'entrata in funzione del servizio, lo scorso dicembre. Si tratta di un piccolo prefabbricato, accogliente e anonimo, annesso al presidio ospedaliero della periferia della capitale, in una zona dove, fra l'altro, vivono molti immigrati e sono presenti alcuni campi nomadi. La "casetta", all'incrocio tra via Tucani e via Casilina - facilmente raggiungibile sia a piedi che in macchina - è realizzata in modo da offrire il totale anonimato ai genitori, oltre che la massima sicurezza al bimbo.

Il meccanismo ricalca in tutto e per tutto quello della "ruota degli esposti": all'interno di una saletta è posizionata una culla che si apre manualmente, attraverso una finestra basculante, e si richiude poi in modo automatico, dopo che il neonato è stato depositato. Il presidio è collegato alla sttuttura tramite sensori volumetrici ed è a contatto con una telecamera. In pochi istanti i medici del pronto soccorso sono in grado di intervenire.


Un servizio nato per venire incontro a un fenomeno, quello dell'abbandono neonatale, che nel Policlinico Casilino si è rivelato particolarmente allarmante: secondo i dati, forniti dalla stessa struttura, nel biennio 2004-2005 si è registrato il maggior numero di abbandoni nel territorio di Roma, ben 17. Di qui l'esigenza di creare la struttura, patrocinata dal Comune.

Pubblicato su Repubblica.it

Microsoft, supermulta per due brevetti sulla musica in rete


Costa caro l’Mp3, il formato compresso per ascoltare la musica in rete, a Microsoft. Il colosso di Redmond, specializzato in software, dovrà infatti pagare la super cifra di 1,52 miliardi di dollari ad Alcatel-Lucent per aver violato due brevetti relativi a questa applicazione.

È quanto ha stabilito il tribunale distrettuale di San Diego, in California, che ha autorizzato Alcatel (da poco reduce da una fusione con Lucent) a vietare l’utilizzo del software da parte della società di Bill Gates. Microsoft ha inserito il software di lettura Mp3 all’interno dell'applicativo «Windows Media Player» che è tra gli applicativi contestati nella causa ancora pendente con l’Unione Europea. La società di Gates ritiene però di avere le carte in regola. Il software conteso infatti venne progettato dai Bell Labs di At&t, poi scorporati in Lucent, e dal Fraunhofer Institute. Microsoft pagò allora al Fraunhofer 16 milioni di dollari per lo sfruttamento della tecnologia. Una cifra, questa, giudicata insufficiente dalla società di tlc, che valuta il software 4,56 miliardi di dollari.

La causa intentata è comunque la prima di 15 mosse di Alcatel anche contro la Dell e Gateway. Secondo il Wall Street Journal, «le ripercussioni di questa sentenza si sentiranno sull’intero settore dell’high tech tenuto conto che la tecnologia MP3 è utilizzata ovunque: dagli Ipod di Apple, alle consolle per videogame ai servizi internet di Yahoo».
Se la sentenza sarà confermata in appello, rappresenterà il maggior risarcimento per una violazione di brevetto della storia, superiore anche alla multa da 910 milioni di dollari comminata alla Kodak per aver copiato le macchine fotografiche «istantanee» della rivale Polaroid.
Sull’onda della sentenza il titolo Alcatel, quotato alla Borsa di Parigi, ha messo a segno un rialzo del 2,6%. Sostenuti i volumi, che hanno superato i 10 milioni di pezzi. Secondo gli analisti di Merrill Lynch, l’impatto della sentenza sui conti Alcatel sarà positiva perchè conferma che «il gruppo è in possesso di un brevetto essenziale ed è in grado di raccogliere con successo royalties dalle licenze Mp3». La situazione però, ha commentato la banca
d’affari statunitense, «è ancora troppo confusa per determinare con precisione l’incidenza finanziaria sugli utili della compagnia». Secondo gli esperti di Nomura, comunque l'entità del risarcimento «permetterà ad Alcatel di sostenere il peso dei costi di ristrutturazione da 1,7 miliardi di euro che gravano sulle casse del gruppo», anche se la somma non sarà esigibile a breve termine, dato che «Microsoft farà ricorso in appello».
Il contenzioso fa parte di un complesso braccio di ferro in atto tra le due società. Microsoft ha infatti denunciato il colosso delle tlc per la violazione di quattro brevetti su computer e sistemi di telefonia attivabili dal monitor. Mentre lo scorso aprile Alcatel ha citato Microsoft per l’uso illegale delle proprie tecnologie video nella console Xbox 360. In Borsa Microsoft è scesa dell’1% circa.

Pubblicato su Il Giornale.it

Oscar del cinema: quattro film testa a testa, Scorsese favorito




Chi vincerà l'Oscar per il miglior film del 2006? Raramente si è vista una situazione come quella di quest'anno, dove tutti i film candidati dalla Academy per la categoria più prestigiosa hanno possibilità di vittoria. Che questo fosse un anno anomalo per gli Oscar era emerso fin dall'annuncio della candidature dove il film che molti davano come probabile favorito, il musical «Dreamgirls», aveva conquistato sì più nomine di tutti gli altri, otto, ma era stato escluso dalla categoria del miglior film dell'anno: un fatto senza precedenti nella storia della Academy.

La eliminazione di «Dreamgirls» ha lasciato campo apertissimo dove la lotta tra i cinque film in lizza - il violento «The Departed», il regale «The Queen», il globale «Babel», il poetico «Lettere da Iwo Jima», il delizioso «Little Miss Sunshine» - potrebbe essere decisa da una manciata di voti. Con «The Departed» la Academy ha salutato il ritorno di Martin Scorsese ai temi più vicini al regista, anche se Boston ha preso il posto di New York come sfondo, ma una trama costruita su una serie interminabile di doppi giochi e una violenza esagerata persino per un film di Scorsese potrebbero fargli perdere voti. Con sette candidature, compresa una insolita doppietta nella categoria delle attrici non protagoniste (la messicana Adriana Barraza e la giapponese Rinko Kikuchi), il drammatico «Babel» appare tra i più seri contendenti al titolo. Molti critici, alludendo al risultato a sorpresa dello scorso anno in questa categoria, hanno definito il film del messicano Alejandro Gonzales Inarritu un «Crash» col passaporto. Le quattro storie incrociate di «Babel» si svolgono in tre continenti e in cinque lingue diverse. Ma la struttura corale e globale del film lascia molti spettatori perplessi non convinti dalla unità delle quattro mini-storie che compongono la pellicola.


Per Clint Eastwood il successo di «Lettere da Iwo Jima» è stato una sorpresa. Le previsioni consideravano il primo dei due film girati sullo stesso tema dal regista «Flags of Our Fathers» - il veicolo ideale per trionfare agli Oscar, ma la tiepida accoglienza della critica e del pubblico avevano causato una uscita anticipata del secondo film sulla battaglia di Iwo Jima, previsto dal febbraio 2007, a dicembre in modo da metterlo in gara per gli Oscar del 2006. La mossa è riuscita ma il fatto che il film sia in giapponese (e la recente vittoria di Eastwood con «A Million Dollar Baby») zavorrano le speranze di successo. La grande interpretazione di Helen Mirren in «The Quee», nei panni della Regina Elisabetta subito dopo la morte di Diana, rischia di oscurare i meriti del regista Stephen Frears nella creazione di un film che riesce a mostrare nello stesso tempo il lato peggiore e quello migliore della sovrana e della monarchia
britannica.

Ben diversa la situazione nelle altre categorie dove Scorsese sembra destinato a vincere il suo primo Oscar per la regia e dove le statuette per le migliori interpretazioni sono già state prenotate da Forest Whitaker (nei panni del dittatore Idi Amin) e dalla Mirren (come Elisabetta II). Nelle categorie dei non protagonisti dovrebbe imporsi il binomio di «Dreamgirls»: il redivivo Eddie Murphy (al suo primo grande ruolo drammatico) e la esordiente Jennifer Hudson (che ha dominato finora). Se le previsioni saranno rispettate gli attori neri conquistarenno domenica tre delle quattro statuette riservate alle interpretazioni, una impresa straordinaria che sottolinea quanto globali siano ormai diventati gli Oscar anche dal punto di vista razziale, con cinque afro-americani, due ispaniche e una asiatica in lizza per i premi riservati alle migliori
interpretazoni.

L'Italia avrà Milena Canonero («Marie Antoinette») in lizza per i costumi mentre i truccatori Antonio Signoretti e Vittorio Sodano («Apocalypto») possono vincere a loro volta la statuetta. Inoltre la consegna a Ennio Morricone dell'Oscar alla carriera per le sue splendide colonne sonore regalerà alla cerimonia di domenica un momento di magia musicale.

Pubblicato su Il Sole 24 Ore