giovedì 31 maggio 2007

Le mestruazioni potrebbero sparire


Cosa significherebbe per una donna non avere più il ciclo? In America lo scopriranno presto.

Approvata la commercializzazione di un farmaco che bloccherebbe le mestruazioni. La Federal Drug Administration ha approvato una pillola contraccettiva che cancella il ciclo, se ne prende una al giorno per un anno e questa blocca il processo biologico.

Gli Stati Uniti sono molto sconvolti dalla notizia, naturalmente l’opinione pubblica si è divisa, tra chi è d’accordo e chi no. Si vocifera che nel giro di un anno questa pillola potrebbe arrivare in Europa e scoppieranno anche qui le polemiche.

Cosa significherebbe per una donna non avere più il ciclo? Sicuramente tanti benefici nella vita sociale, ma a livello fisico? Se le abbiamo un motivo ci sarà...

Fonte: Instablog.org

Il tavolo-schermo manda in pensione il mouse

Vi piacerebbe entrare in casa, posare la macchina fotografica digitale o il cellulare sul tavolo e scaricare senza fatica tutte le fotografie contenute? Una magia da film di fantascienza che diventa realtà grazie a Microsoft. Il gigante del software, da sempre impegnato a rendere semplice l’uso della tecnologia (non per missione umanitaria ma semplicemente per vendere ancora di più) ha presentato infatti un rivoluzionario schermo a tavolino sensibile al tatto.

Cinque anni di studi e ricerche hanno permesso alla società fondata da Bill Gates di creare un prodotto, il Table Pc (ossia computer da tavolino, ben diverso dal Tablet pc) che potrebbe rivoluzionare il mercato. Avete presente il film Minority Report, dove Tom Cruise manovrava un super computer usando soltanto le mani? Ecco il nuovo Surface, nome in codice Milan, che promette qualcosa di simile. Si tratta infatti di un dispositivo con schermo piatto orizzontale da 30 pollici che consente di interagire con i contenuti digitali semplicemente toccandolo.

Insomma il nuovo computer, che funziona tramite una serie di microcamere a raggi infrarossi inserite sotto lo schermo per vedere dove è stato toccato, manda in pensione in un sol colpo non solo il mouse ma anche la tastiera e il joy pad ossia le periferiche per videogiochi. Le novità non si fermano qui. Contrariamente a quanto succede con i normali schermi touchscreen, più utenti possono utilizzarlo contemporaneamente, passandosi documenti o lavorando nello stesso momento su file differenti. Inoltre è possibile fare diverse operazioni usando semplicemente le dita. Dopo aver scaricato le fotografie, ad esempio, si può elaborarle con le mani tagliandole e modificandole. Il super schermo però è molto intelligente e legge anche codici a barre e carte di credito. A dire il vero comunque mentre lo schermo multitouch è una novità assoluta, le componenti hardware si basano su tecnologie già esistenti, come scanner, videocamera e televisione. Surface è il risultato della ricerca della divisione intrattenimento e prodotti, la stessa da cui sono usciti la console per videogame Xbox e il lettore digitale Zune. Il prodotto è stato presentato ufficialmente nel corso della fiera «D: All Things Digital», in corso a San Diego, in California. «Si tratta di una rivoluzione per Microsoft e un’evoluzione del concetto di personal computer»- ha detto Michael Gartenberg, analista di Jupiter Research. Il debutto sul mercato è fissato per il prossimo novembre. Per il momento però sarà venduto soltanto a utenti commerciali come ristoranti o hotel. Il prezzo infatti è ancora piuttosto alto, 10mila dollari circa, destinato però a scendere a 5mila nel giro di pochi mesi.




Surface è già stato prenotato da T-Mobile, che lo utilizzerà nei propri punti vendita: appoggiando i telefoni cellulari del colosso statunitense delle telecomunicazioni sullo schermo questi saranno istantaneamente riconosciuti. Ma anche la catena Sheraton pensa di dotare alcuni suoi alberghi del dispositivo per trasformare le lobby da luoghi in cui la gente passa senza fermarsi a posti in cui passare del tempo per usufruire di servizi innovativi. Microsoft non sarà sola naturalmente nell’uso di questa tecnologia chiamata appunto multitouch computing: il rivale di sempre, Apple, sta già pensando di realizzare la prossima versione del suo Ipod usando questo sistema.

Fonte: Il Giornale.it

AFGHANISTAN: 7 MILITARI DELLA NATO UCCISI IN ELICOTTERO ABBATTUTO

Kabul- Sale a 7 il bilancio dei militari Nato uccisi ieri sera in seguito all'abbattimento di un elicottero della Nato, precipitato nel sud dell'Afghanistan: lo rende noto l'Isaf.

E' britannico il settimo militare ucciso nell'abbattimento dell'elicottero della Nato in Afghanistan. Le altre vittime sono un canadese e cinque statunitensi. L'elicottero, un Chinook, è precipitato ieri sera nel sud dell'Afghanistan. I talebani hanno rivendicato l'attacco.

Un presunto portavoce dei talebani, Qari Yussef Ahmadi, ha rivendicato l'attacco contro l'elicottero nella provincia di Helmand con una telefonata all'Associated Press. L'uomo non ha fornito prove dell'azione talebana, ma ha precisato che l'elicottero è precipitato nel distretto di Kajaki qualche ora prima che lo comunicasse la Nato.

Secondo quanto riferito da un responsabile statunitense, i soldati britannico e canadese erano passeggeri dell'elicottero CH-47 Chinook che trasportava cinque americani.

La Nato ha riferito che le truppe andate sul posto, sono state accolte da un'imboscata di combattenti nemici e hanno chiesto di bombardare la zona per "eliminare la minaccia nemica". Un civile è rimasto ferito nella sparatoria.

Fonte: Tendenze Online.info

Cocaina? Ora a Roma si può "sniffare" l'aria

Cocaina? Perché violare la legge comprandola illegalmente, a Roma si può "sniffare" gratis. Basta respirare l'aria della città, dove la cocaina è presente con circa 0,1 nanogrammi per metro cubo. Non sarà uno sballo, ma è già un buon inizio. La notizia choc viene dall´ultima ricerca del Cnr, presentata presso la sede dell'Istituto a Roma.

Certo lo 0,1 nanogrammi per metro cubo è un po´ poco perché intacchi il mercato dei pusher capitolini. «Ma è la prima volta in assoluto - sottolinea Angelo Cecinato, che ha guidato il gruppo di ricerca dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico (I.i.a.) del Cnr - che la cocaina viene rintracciata addirittura nell'atmosfera che respiriamo tutti i giorni». La ricerca si inquadra nel contesto più ampio della valutazione di composti tossici presenti nel materiale particolato ed è stata essenzialmente condotta in due aree urbane italiane (Roma e Taranto) e ad Algeri. I risultati hanno evidenziato, oltre alla presenza di cocaina e di sostanze tossiche conosciute (come il benzopirene, un idrocarburo cancerogeno presente nel fumo di sigaretta, negli scarichi degli autoveicoli e nelle emissioni da combustione), quella di cannabinolo (il principale componente attivo di marijuana ed hashish) e altre droghe, anche se meno dannose, come nicotina e caffeina.

«Le concentrazioni più elevate di cocaina sono state riscontrate al centro di Roma e specialmente nell'area dell'Università La Sapienza, anche se - precisa Cecinato - a causa del limitato numero di misure eseguite non si può dire con certezza che il quartiere universitario sia quello più inquinato da cocaina. Né possiamo affermare tout court che vi siano più diffusi il consumo e lo smercio di droghe: le cause di questa concentrazione sono tutte da indagare». Comunque, tracce di varie sostanze stupefacenti - cocaina e cannabinolo - sono state osservate anche in aree extra urbane e nei parchi cittadini - come a sorpresa Villa Ada - dove sembrano addirittura più alte che nelle strade di traffico. La cocaina appare - secondo lo studio - in concentrazioni molto più basse della città di Taranto, mentre risulta assente ad Algeri. Al contrario, nicotina e caffeina risultano presenti in tutte le aree studiate, «dimostrando l'estrema diffusione del consumo di queste sostanze e la loro permanenza nell'area ambiente», spiega Cecinato.

L'analisi dell'evoluzione stagionale della cocaina in aria indica che le concentrazioni massime (a Roma, circa 0,1 nanogrammi per metrocubo, appunto) si raggiungono nei mesi invernali, «probabilmente per la più frequente intensa stabilità atmosferica, ossia a causa dell'inversione termica al suolo che "blocca" le emissioni di inquinanti nei più bassi strati dell´atmosfera, impedendone la dispersione». Tali concentrazioni potrebbero apparire relativamente contenute, ma sono appena cinque volte inferiori ai limiti stabili per legge per una sostanza ampiamente riconosciuta come tossica quale è appunto il benzopirene.

«Non c'è dubbio che sarà proprio la via inalatoria che nel futuro sarà la vera porta d'ingresso per sostanze tossiche che in modo rapido e veloce andranno a modificare l'equilibrio psicobiologico e le difese immunitarie di tutti», sottolinea il prof. Rosario Sorrentino, neurologo, direttore dell'Ircap (istituto di ricerca e cura degli attacchi di panico). «L'attività umana, sempre più direttamente o indirettamente contribuisce in modo negativo a modificare la chimica ambientale, quindi la qualità dell'aria che respiriamo. Ciò determina - ha aggiunto Sorrentino - sempre più un'insolita modalità di vivere spazi e condizioni di vita che diventano qualitativamente estreme e dove l'organo maggiormente sotto stress è il cervello perché con maggiore difficoltà deve costruire soluzioni, schemi e modalità d´adattamento nel breve tempo».

Fonte: L'Unità

mercoledì 30 maggio 2007

Reality: primo premio un rene nuovo

La dura legge dei reality vince sempre . Ora, rigorosamente in diretta e con l’aiuto del pubblico, una donna malata di tumore in uno stadio terminale dovrà scegliere a chi donare il suo rene tra tre possibili candidati. Il format è stato prodotto in Olanda dalla Endemol, fresca di acquisizione da parte dell’Italiana Mediaset. Sarà davvero mandato in onda o è solo una provocazione? Interverrà un garante o un comitato etico a decidere se e come questo programma potrà essere diffuso nell’etere?

Alla notizia, trapelata nella giornata di ieri, hanno fatto eco oggi numerosi commenti sulla stampa nazionale. In questa forte attenzione da parte dei mass media italiani vi è la comune preoccupazione che questo tipo di format, come molti della Endemol, possa arrivare anche in Italia; ma più ancora c’è la consapevolezza di camminare su un confine labile. La scarsità degli organi per i trapianti e la cultura della donazione che fa fatica a decollare è uno dei problemi più gravi per i pazienti e per la sanità. Nel mondo a fronte di tecniche di trapianto migliori che aumentano la riuscita delle operazioni, rimane una carenza di disponibilità di organi a cui spesso si risponde intraprendendo le strade più disparate dove la disperazione e, spesso, l’illegalità la fa da padrona.

Il caso del reality olandese, battezzato donorshow, è l’ultimo di una lunga serie che passa attraverso la vendita di organi, la contrattazione privata tra persone che liberamente vogliono vendere un proprio organo, la legalizzazione in alcuni paesi di questo tipo di trattative. Molti degli opinionisti che oggi firmano i loro interventi sui quotidiani nazionali e internazionali sostengono che, al di là delle ovvie implicazioni etiche che questo programma o che l’approccio alla malattia porta con sé, gli autori del format televisivo abbiano voluto lanciare una provocazione con lo specifico intento di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della donazione degli organi.

Ma la provocazione non è più una scusa. Non lo è per chi la fa e non lo è per chi la accetta. Non spetta ad un format televisivo sollevare il problema delle donazioni così come non spetta ai mass mediologi di spiegare la dinamica comunicativa dietro ad approcci estremi quando si parla di salute, di vita e di morte. Questo clamore nuoce a chi quotidianamente si impegna per essere la goccia che buca il sasso; le associazioni dei pazienti, i medici, i trapiantologi, le istituzioni hanno un approccio al problema più organico e complesso che non è proporzionale alla loro visibilità. Non sempre la visibilità paga. Una nota: sulle pagine dei quotidiani italiani non vi sono interviste al garante delle telecomunicazioni, a medici, a bioeticisti. Un’opinione su questo programma è stata chiesta a uomini e donne di televisione esperti in reality show: un mondo che si autoalimenta e che, nei giudizi, non coglie quale sia il punto della discussione. La donazione di un organo è un percorso regolamentato per legge e che deve rispondere anche a una compatibilità non solo fisica. Non vi è modo, al di fuori del mondo della sanità, di affrontare questa esperienza in modo corretto sia per il ricevente che per le famiglie coinvolte. A volte spegnere la tv è il passo più intelligente da fare.

Fonte: Yahoo Notizie Italia

Staminali: Ricostruita In Italia Prima Vagina Biotech

ROMA - Per il direttore generale del Policlinico, Ubaldo Montaguti, i due interventi sono ''l'espressione di una cultura dell'eccellenza che abbiamo in questo ospedale e della grande collaborazione fra la ricerca di base e quella applicata . E' la testimonianza di come, lavorando insieme, si ottengono grandi risultati''. Anche per il preside della facolta' di Medicina, Luigi Frati, ''e' uno dei tanti esempi in cui la ricerca di base viene trasferita al mondo della clinica con passaggi molto rapidi. Questa - ha aggiunto - e' una caratteristica del Policlinico, un ospedale in grado di stare sulla cresta dell'onda dell'innovazione e di trasferire le conoscenze alla clinica con costi modesti''.

Ricostruire in laboratorio la prima vagina biotech con le cellule staminali prelevate dalla stessa paziente e' stato il primo passo reso possibile dalla possibilita' di riconoscere le cellule staminali della mucosa e di farle moltiplicare. ''Un primo passo importante che apre la strada a nuove possibilita', come quella di coltivare la mucosa intestinale o quella dela bocca, ma anche congiuntiva e cornea'', ha osservato la ricercatrice che ha curato questa fase dell'intervento, Cinzia Marchese, direttrice laboratorio di Biotecnologie cellulari del Policlinico. In laboratorio e' stato ottenuto un lembo di mucosa di poco piu' di tre decimetri quadrati e ad eseguire l'impianto e' stato il gruppo di Pierluigi Benedetti Panici, del reparto di Ginecologia e ostetricia dell'Umberto I. ''In entrambe le pazienti - hanno detto gli esperti - l'attecchimento del tessuto e' stato del 99%''.

Il primo risultato, ottenuto un anno fa, ora e' in corso di pubblicazione sulla rivista internazionale Human Reproduction.

Gia' a un mese dall'intervento la paziente aveva una mucosa e un canale vaginale normale. Buono anche il decorso del secondo intervento, eseguito ieri. La ragazza potrebbe essere dimessa gia' domani e il tessuto ottenuto in laboratorio sembra essere accettato dall'organismo della paziente.

Fonte. Yahoo Notizie Italia

La caduta del falco Wolfowitz

Il successore di Paul Wolfowitz alla guida della Banca Mondiale dev'essere un americano. Lo ha detto il presidente George W. Bush, intervistato dalla Reuters. All'indomani delle dimissioni di Wolfowitz, un portavoce della Casa Bianca aveva ammesso che era «tecnicamente possibile» che il candidato alla successione fosse un americano: una frase che aveva dato corpo allo scenario di una nomina del premier britannico uscente Tony Blair oppure di Ashraf Ghani, ex ministro delle Finanze afghano. Dal momento della fondazione, sono gli Stati Uniti che esprimono la candidatura alla guida dell'istituzione gemella del Fmi (Fondo monetario internazionale) il cui mandato principale è la lotta alla povertà. La caccia al successore di Wolfowitz è stata affidata dalla Casa Bianca al ministro del Tesoro Henry Paulson.

Le dimissioni di Wolfowitz. Si era conclusa venerdì notte la trattativa tra Paul Wolfowitz, presidente della Banca Mondiale, e il Board dell'istituto stesso, determinato a sbarazzarsi del numero uno dopo lo scandalo per la promozione e l'aumento di stipendio accordato nel 2005 dallo stesso Wolfowitz a Shaha Riza, la sua compagna. Il presidente lascerà il 30 giugno. Un'uscita di scena accettata «con riluttanza» da George W.Bush.

La svolta alla fine dell'ennesima, convulsa giornata tra di duro confronto e scontro tra l'ex numero due del Pentagono e il Board dell'istituto. L'accordo finale, quello che prevede una sorta di "onore delle armi", sta tutto nella limatura al comunicato della Banca che annuncia l'accordo raggiunto. Wolfowitz, si legge, «ci ha assicurato di aver agito in linea con i principi etici e in buona fede sulla base di quello che gli è apparso essere nell'interesse dell'istituto e noi accettiamo questo». Il Board rimarca le incomprensioni reciproche («su entrambi i lati») nel caso Shaha Riza, preannuncia l'avvio immediato («subito») della ricerca del successore, a conferma della volontà dei 24 componenti di voltare pagina dopo mesi di aspre e dure polemiche, a tutela dell'immagine dell'istituto.

«I più poveri nel mondo aspettano tutto ciò che di meglio possiamo fare. Adesso è necessario trovare una via per andare avanti», è il commento che lo stesso Wolfowitz affida a un comunicato. Il presidente Bush accetta «con riluttanza» le dimissioni di Wolfowitz: il presidente avrebbe preferito che l'ex sottosegretario alla Difesa rimanesse al suo posto. Bush proporrà un suo successore nei prossimi giorni, precisano fonti della casa Bianca.

«Ho grande stima di Paul e credo che tutte le parti abbiamo agito in buona fede. Mi dispiace che siano arrivati a questo punto», ha affermato Bush, nella conferenza stampa con il premier britannico Tony Blair. «Di Paul ammiro l'impegno per aiutare i poveri», ha aggiunto il capo della Casa Bianca: «Tutto quello che posso dire è che il presidente Wolfowitz ha l'interesse di fare tutto quello che è meglio per la Banca».

Che Wolfowitz fosse giunto al capolinea era intuibile, oltre che per la forte opposizione del fronte dei Paesi europei (Germania in testa), anche per la spaccatura nell'Amministrazione Bush. Il segretario al Tesoro, Henry Paulson, ha infatti spinto per le dimissioni rilevando il fatto - secondo il Financial Times - che il caso Wolfowitz rischiava di mettere a rischio i rapporti con i partner europei oltre che la stessa credibilità degli Usa in seno alla Banca. Per il vicepresidente Dick Cheney e Karl Rove, senior strategist di Bush, la difesa doveva andare invece a oltranza e soprattutto per evitare di "piegarsi all'Europa. Il terzo fronte vedeva i "conservatori non ideologici", cioè il segretario di Stato, Condoleezza Rice e Josh Bolten, capo dello staff della Casa Bianca, che spingevano per l'uscita.

Il caso Wolfowitz aveva tutte le caratteristiche per rubare la scena del G8 finanziario (con l'assenza eccellente di Paulson) che vedrà riuniti i ministri economici dei Sette Grandi più la Russia a Potsdam, in Germania. Proprio il Governo del Cancelliere Angela Merkel è quello che più si è speso per le dimissioni di Wolfowitz come unica soluzione per salvare la credibilità della Banca Mondiale. Secondo l'agenda dei lavori, l'ex vice del Pentagono avrebbe dovrebbe presentare a Potsdam le strategie dell'istituto contro la corruzione. Il ministro dello Sviluppo tedesco, Heidemarie Wieczorek-Zeul, mercoledì, aveva chiesto ancora le dimissioni di Wolfowitz con un avvertimento: «Non gli consiglierei di partecipare se sarà ancora in carica».

Fonte: Il Messaggero.it

Parte "Allacciati alla vita" Campagna per l'uso del casco

Il corretto uso del casco alla guida di una moto o di uno scooter può
contribuire a ridurre del 50% la frequenza delle ferite mortali alla testa

Incentivare il corretto uso del casco, amplificarne la diffusione tra gli utenti superando la resistenza di coloro che continuano a violarne sistematicamente l'obbligo imposto dalla legge. Questi gli obiettivi di ''Wear&Lock - Allacciati alla vita'', la campagna di sensibilizzazione all'uso del casco dall'ACEM (l'associazione che raccoglie i maggiori costruttori europei di motocicli) promossa dal Gruppo Caschi e dal Gruppo Motocicli di Confindustria ANCMA con il patrocinio della Regione Siciliana e del ministero dei Trasporti, in collaborazione con la Polizia Stradale, il ministero dell'Istruzione - Ufficio Scolastico per la Sicilia.

Un obiettivo importante perché secondo i dati forniti dall'ETSC (European Transport Safety Council) il corretto uso del casco alla guida di una moto o di uno scooter puo' contribuire a ridurre del 50% la frequenza delle ferite mortali alla testa.

La Sicilia e' stata scelta quale regione pilota per il lancio del piano di comunicazione che partira' il 3 giugno con la diffusione mediante diversi canali: spot televisivi, cartellonistica stradale, invio mms, siti internet. Sono inoltre previsti incontri nelle scuole per sensibilizzare i piu' giovani e una serie di controlli dedicati, effettuati sulle strade in collaborazione con le Forze dell'Ordine nel corso dei quali saranno distribuiti dei questionari.


''Abbiamo accolto favorevolmente l'invito di Confindustria ANCMA - afferma l'assessore regionale ai Trasporti, Comunicazioni e Turismo, Dore Misuraca - aderendo ad un progetto del quale condividiamo le finalita'. Sono troppi i giovani, specie i minorenni, che non fanno uso del casco. Occorre dare un segnale forte che possa cambiare questa preoccupante tendenza''.

Misuraca, riferendosi alla sicurezza sulle strade, segnala che ''in questo campo gli interventi sono molteplici'' e ricorda che ''con i primi due bandi per il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale sono stati finanziati in totale opere per quasi 7 milioni di euro.
Si tratta di interventi per la messa in sicurezza di strade urbane caratterizzate da alta incidentalita', inoltre sono stati istituiti numerosi centri di monitoraggio per la sicurezza stradale. Per il terzo bando sono disponibili oltre 27 milioni di euro e ci aspettiamo una ampia partecipazione di comuni e province''.

''In tema di prevenzione - precisa Misuraca - e' stato elaborato d'intesa con la Direzione Regionale Istruzione, un programma formativo, rivolto agli alunni delle scuole elementari e a quelli della scuola media inferiore e superiore mirato alla crescita della cultura della sicurezza stradale. Il modello formativo prevede corsi pratici di guida sicura per i ragazzi delle scuole medie e corsi di formazione per adulti. Inoltre - puntualizza Misuraca - abbiamo proposto al Ministero degli Interni, nell'ambito dell'APQ Sicurezza e legalita' e del nuovo PON 'Sicurezza 2007-2013', interventi mirati e sinergici sulla sicurezza stradale a partire dal monitoraggio delle attivita' delle motorizzazioni civili, per le quali stiamo mettendo in campo massicce attivita' di informatizzazione di tutte le operazioni, dagli esami per la patente alla dotazione dei centri di revisione per i mezzi pesanti in tutte le province dell'isola che ne sono sprovvisti''.

Claudio De Viti, responsabile del progetto ''Wear and lock'' per Confindustria ANCMA, ha sottolineato gli sforzi compiuti da ACEM (l'associazione che raccoglie i maggiori costruttori europei di motocicli) per ridurre il tasso di incidentalita', ricordando che ''l'ACEM, nel corso degli anni, proprio per aumentare la sicurezza stradale ha introdotto nei mezzi a due ruote l'uso dell'ABS, l'accensione automatica delle luci ed il controllo di trazione. Sono interventi voluti e mirati a ridurre il tasso di incidentalita'. La campagna presentata oggi segue questo filo conduttore e si propone di diffondere tra i motociclisti una maggiore consapevolezza dell'importanza del casco. I risultati - conclude - dell'attivita' verranno presentati all'Unione Europea, con l'obiettivo di ottenere il supporto economico e organizzativo necessario per replicare l'iniziativa a livello nazionale e nei principali stati membri dell'Unione Europea a partire del 2008''.

Fonte: La Repubblica

Il Mend: ''Oggi liberi gli ostaggi''

Esattamente trenta giorni dopo il rapimento, così come aveva specificato fin da subito, i ribelli del Mend, Movimento per l'emancipazione del delta del Niger, i sei lavoratori stranieri, tra cui quattro italiani (Raffaele Pascariello, Alfonso Franza, Mario Celentano e il ragusano 35enne Ignazio Gugliotta), saranno liberati oggi. I sei uomini (con gli italiani anche un crotato e un americano) erano stati rapiti lo scorso 1 maggio in una piattaforma galleggiante della Chevron.

La conferma è arrivata via email all'agenzia di stampa France Presse, dopo che ieri in tarda mattinata con un altro messaggio il Mend aveva informato le agenzie di stampa che la liberazione sarebbe avvenuta oggi, così come avevano annunciato già alcune ore dopo il rapimento, ma solo se se non fosse stata intentata alcuna azione di forza.
In un precedente messaggio, il gruppo separatista aveva spiegato: ''Trattenendo gli ostaggi fino al 30 maggio avremo chiaramente dimostrato l'incapacità del regime di Obasanjo (Olusegun, il presidente uscente della Nigeria, ndr) di fermare i disordini nel Delta attraverso i metodi draconiani usati in passato''.
Fin dall'inizio il portavoce del Mend, Jomo Gbomo, aveva sottolineato che la natura del blitz era puramente dimostrativa. Lo scopo era di mantenere alta la pressione sul governo nigeriano e sulle società petrolifere straniere, accusati di spartirsi i proventi dell'estrazione di greggio e idrocarburi senza preoccuparsi delle condizioni di estrema indigenza in cui versa la popolazione della regione, che vive con meno di un dollaro al giorno, senza servizi sanitari, scuole, acqua ed elettricità. Gran parte della ricchezza scompare infatti nelle tasche della classe dirigente politica ed economica del paese, giudicata una delle più corrotte al mondo secondo i parametri di Transparency International.

Nello Stato del Delta si è, intanto, scatenata una battaglia che, nel giorno del giuramento del nuovo presidente Umaru Yar'Adua, ha lasciato sul terreno quindici morti. Le violenze sono avvenute vicino Tombia, nell'area di Cawthorne Channel, e sono state ingaggiate da milizie tra loro rivali. Molti tra i combattenti, protagonisti delle intimidazioni esercitate sulla popolazione durante le ultime elezioni presidenziali, lamentano di non aver ricevuto un adeguato compenso dai politici per il lavoro fatto.
Ieri il presidente Yar'Adua durante il suo discorso di insediamento ha lanciato un appello a tutti i combattenti affinché ''sospendano tutte le azioni violente'', sottolineando che la regione del Delta del Niger ''necessita attenzione''. Jomo Gbomo, con una email all'Associated Press ha detto di stare valutando la richiesta del presidente, e in un altro messaggio inviato ad Apcom, Gbomo ha aggiunto: ''daremo una risposta molto presto''.
Due giorni fa, il quotidiano nigeriano Vanguard aveva riferito di una scissione interna al Mend, tra i militanti ''istruiti, più progressisti che chiedono un cessate il fuoco, per poter offrire al governo la possibilità di fare qualcosa'' per lo sviluppo della regione, e ''quelli con il sangue caldo che ritengono che il governo li abbia ingannati abbastanza''. Interpellato dall'agenzia Apcom su tale divisione interna, Jomo Gbomo aveva risposto: ''Non c'è alcun conflitto al nostro interno e nessun accordo tra i più progressisti nel concedere tempo al governo. Il governo è incapace di mettere in atto qualsiasi cambiamento significativo nella regione del Delta del Niger''.
Con gli scontri di ieri, comunque, sembrano aver dato la risposta insieme ad un comunicato ricevuto dalla Reuters: ''Non porremo termine ai nostri attacchi fino a quando non sentiremo altro che parole... Il presidente avrebbe dovuto dare in cambio qualcosa, come il rilascio degli ostaggi del Delta del Niger nelle mani del governo''.

Nell'ultimo anno e mezzo il Mend è stato protagonista di numerosi atti di sabotaggio e rapimenti che hanno avuto spesso come obiettivo impianti e dipendenti dell'Eni. Solo a maggio una piattaforma galleggiante dell'Agip è stata attaccata al largo di Port Harcourt e due oleodotti sono stati distrutti dai guerriglieri. E al 15 marzo risale la liberazione di altri due nostri connazionali, Francesco Arena e Cosma Russo, che erano stati prelevati durante un raid il 7 dicembre 2006 insieme ad altri loro due colleghi liberati prima.

Fonte: GuidaSicilia.it

martedì 29 maggio 2007

Nasce uno YouTube dell'amore

I videofonini non più come mezzo di comunicazione per girare filmati shock, ma strumenti di comunicazione positivi, in grado di dimostrare la parte migliore dei giovani italiani: con questo presupposto è stato creato da alcuni giovani studenti universitari romani il sito internet "Lucchettiamo".

Anche se prende il nome dai lucchetti dell’amore ispirati al libro di Federico Moccia "Ho voglia di Te", l’iniziativa nasce come risposta all’appello del sindaco di Roma Veltroni, il quale alcuni mesi fa aveva invitato i giovani a «creare uno You Tube italiano». I visitatori potranno caricare il proprio video e poi metterlo on line, ma con una avvertenza: verrà pubblicato solo se si tratta di un video d’amore.

«Abbiamo avuto l’idea poco più di tre mesi fa - dice Andrea De Benedetti, uno dei fondatori - e abbiamo subito registrato il sito e messo on line qualche prova. Poi abbiamo raccolto qualche video, e più ne raccoglievamo e più ci accorgevamo che arrivavano maggiori richieste, in tanti ci chiedevano informazioni, perchè ai ragazzi piace l’idea di un luogo in cui poter dire ti amo alla propria metà, guardandola in faccia, seppur virtualmente».

«Siamo convinti che anche le videorichieste d’amore avranno successo - continua De Benedetti - perché finalmente in maniera semplice e spiritosa i ragazzi, anche i più timidi nell’approccio, potranno parlare di sé, proporsi. Il tutto ovviamente rispettando le ferree regole di comportamento da noi imposte: non pubblicheremo mai video indecenti o dai contenuti dubbi».

Saranno due le tipologia di filmati ammessi: le video dichiarazioni d’amore (i "videolucchetti"), dedicate alla persona amata: messaggi tipici come il semplice "ti amo" girato con il telefonino al filmato creato su misura con foto e video dei momenti più belli di una storia d’amore; le videorichieste d’amore, adottate dallo slogan-invito «cerca qualcuno con cui chiudere il tuo lucchetto».

Il sito degli studenti romani vuole porsi come servizio ideale per chi è impegnato in una storia d’amore a distanza: «l’idea - dice Massimiliano, un altro ragazzo tra gli ideatori del sito - è che il sito serva anche per avere sempre a disposizione una videodichiarazione d’amore per tirarsi su di morale nei momenti di solitudine o di malinconia. Abbiamo semplicemente seguito l’invito di Veltroni, ma abbiamo deciso di dedicarlo al più nobile dei sentimenti».

Fonte: La Stampa.it

Bielorussia,obbligo di preservativi

Regola numero uno per chi abbia intenzione di recarsi in Bielorussia: portare con se i preservativi. No, non è un invito al sesso facile, ma un obbligo del governo di Minsk. Una nuova norma, varata per la sicurezza sanitaria, prevede infatti che ai controlli al confine gli automobilisti debbano avere con sé i profilattici. Obbligatoriamente. Così è già nato un mercato sotterraneo dei "condom" nei pressi delle dogane.

Insomma, documenti, kit di primo soccorso e una scatola di preservativi. Non tutti però sono a conoscenza dei nuovi regolamenti e molti pensano si tratti di uno scherzo.

Come ad esempio monsignor Piotr Mrozik, che da Lublino si stava recando in Bielorussia a dir messa. "E' stato davvero imbarazzante - ha spiegato il prelato - . Potete immaginare la reazione di sconcerto alla stazione di benzina, quando ho chiesto di poter comprare una scatola di preservativi".

Ma la singolare norma bielorussa si sta già rivelando un vero e proprio business. Una nuova fonte di guadagno per venditori più o meno autorizzati di profilattici, che hanno visto inaspettatamente innalzare le loro vendite. Accanto alle tradizionali bancarelle con frutta e ortaggi, si stanno attrezzando banchetti abusivi che vendono profilattici a prezzi "concorrenziali".

La norma finora è stata applicata solamente per chi viaggia in macchina. A coloro che invece raggiungono la Bielorussia in treno o in aereo, curiosamente non viene richiesto alcun "kit di prima precauzione sessuale".

Fonte: TGCom

Il Nord ha già licenziato Prodi

Roma - Fuga dal centrosinistra, soprattutto al Nord. Massiccia e preoccupante per il governo di Romano Prodi. Incontestabile e già riconosciuta dagli stessi leaders dell’Unione, mentre i partiti d’opposizione intonano i peana.

A comprovare la vittoria del centrodestra è il bilancio di questo primo turno amministrativo. Dei 28 comuni capoluogo dove s’è votato, nelle precedenti elezioni 15 erano andati alla Casa delle libertà e 13 al centrosinistra. Ieri, al primo turno, la Cdl ne ha persi 2 ma ne ha strappati 5 all’Unione. Alle 23, il pallottoliere in tempo reale delle sfide nei 146 grandi comuni, aggiudicava 77 centri alla Cdl contro i 49 dell’Unione, ribaltando esattamente il rapporto delle precedenti elezioni. Per la lettura del «dato politico» come suol dirsi, insomma per il riflesso sulla politica nazionale, bisognerà attendere il dato complessivo dell’espressione dei 10 milioni di cittadini chiamati alle urne in questa tornata. Ma è prevedibile che risulterà bruciante per il centrosinistra.

Della fuga degli elettori dall’Unione, dicevamo. È comprovata dai risultati delle elezioni provinciali e dal dato dell’astensione, cresciuto proprio nelle zone amministrate dal centrosinistra. Come se lo zoccolo duro avesse deciso: Berlusconi non vado a votarlo, ma compagni stavolta fate a meno di me. Esemplare è il risultato delle 7 province quasi tutte assegnate ieri. Salvo la provincia di Genova, che il centrosinistra nel 2002 aveva avuto col 56% e ora va al ballottaggio, col candidato dell’Unione sceso al 48%. Pesante la perdita anche a La Spezia, dal 60% al 53%; e ad Ancona, dal 65% al 55%. Di riflesso, il balzo in avanti della Cdl nelle 4 province che ha confermato. Varese: dal 57% del 2002 al 67%. Como: dal 59% al 68%. Vercelli: dal ballottaggio dell’altra volta al 67%. Vicenza: dal 57% al 63%. In tutte queste province, il centrosinistra è prosciugato sotto il 30%.

Inequivocabile anche il bilancio delle 28 città capoluogo. La Cdl nel 2002 aveva fatto eleggere 15 sindaci contro i 13 del centrosinistra. Ieri la Cdl ha già insediato 14 sindaci e va al ballottaggio in testa in altre 3 città. L’Unione ieri sera contava 7 sindaci, e va al ballottaggio con 4 candidati in testa. E se il centrodestra ha perso Agrigento e L’Aquila, probabilmente perderà anche Taranto, il centrosinistra ha perso Verona, Monza, Gorizia, Alessandria e Asti. Ancora al Nord, ancora una grande città come Verona. È vero, Verona ha un’anima tradizionalmente orientata a centrodestra, e nel 2002 ha visto vincere il centrosinistra perché il centrodestra aveva due candidati contrapposti. Ora che la Cdl ha ritrovato l’unità sul leghista Flavio Tosi però, non solo ha vinto ma ha stravinto, col 61%: segno che in cinque anni di amministrazione veronese ed uno di governo romano, il centrosinistra ha prodotto rigetto. Ancora, la Cdl ha strappato al primo turno all’Unione città come Rho, Melegnano, Crema, Borgomanero, Civitavecchia.
Per ogni sconfitta o vittoria locale c’è una ragione altrettanto locale. Così, ad Agrigento dove s’è svolto il secondo turno, ha vinto il candidato benedetto da Francesco D’Onofrio, coi voti del centrodestra ma in alleanza con la sinistra. A Taranto si son sommate due guerre fratricide: un candidato della Cdl e uno del movimento di Cito, un candidato dell’Unione e uno di Rifondazione e Mastella; dunque si vedrà al ballottaggio. A Civitavecchia, con Giovanni Moscherini, stavano anche i partiti di Di Pietro e di Mastella. Ma al di là dei localismi, ovviamente importanti in elezioni amministrative, resta il dato generale della sconfitta delle forze di governo. Per quantificarla in termini politici, dicevamo, occorre il risultato complessivo dei voti. Ma il premier, pur se già si chiama fuori ed «estraneo» alla vicenda, non potrà non tenerne conto. Sconfitti ne escono un po’ tutti i partiti dell’Unione, soci fondanti del Partito democratico in testa. Vincenti ovviamente, un po’ tutti i partiti della Cdl, pure l’Udc che vanta un più 2%; ma dominante, è il successo conseguito da Forza Italia.

Chiudiamo coi dati dell’affluenza alle urne. Per le comunali ha votato il 73,9%, con un calo rispetto al 2002 del 2,4%. Alle provinciali l’affluenza è stata del 58%, contro il 64,9% precedente. E lo ripetiamo: gli astenuti sono aumentati nelle roccaforti rosse.

Fonte: Il Giornale.it

L’allevatore sardo in ospedale: «Ho perdonato i miei rapitori»

NUORO — Irriconoscibile, dimagrito di venti chili, la barba e i capelli lunghi e gli abiti laceri, gli stessi che indossava quando il 19 settembre dello scorso anno fu sequestrato. Così è riapparso davanti agli operai di una cava di Sedilo nell’oristanese, dopo oltre otto mesi, l'allevatore Giovanni Battista Pinna, 37 anni, rapito in un zona isolata vicino al suo podere, a Bonorva in provincia di Sassari.

L'ex ostaggio si è presentato ieri mattina alle 8.20 all'ingresso della cava e ha chiesto di essere aiutato. «Sono Titti Pinna, datemi da bere», ha detto agli operai che l’hanno soccorso e hanno chiamato il 112. I carabinieri che stavano effettuando una battuta nella zona sono arrivati immediatamente, mentre un elicottero dell'Arma ha condotto una squadra di Cacciatori di Sardegna su un'ovile dal quale Pinna ha poi raccontato di essersi allontanato poco prima.

«Sembrava il conte di Montecristo che ho visto al cinema - ha raccontato uno degli operai che hanno soccorso l'ex ostaggio - era sporchissimo e aveva molta sete. Ci ha detto che ha camminato poco, prima di arrivare alla cava e poi ha detto di avvisare i carabinieri che erano già qua intorno». Il particolare rivelato dai testimoni rende probabile l'ipotesi che Pinna sia stato liberato dai sequestratori quando si sono visti circondati.

Nell'ovile-prigione si è subito messa al lavoro una squadra del Ris e, nel giro di poco tempo, è venuto fuori il nome del proprietario che è stato fermato e interrogato per molte ore assieme a un pastore. In una buca, forse per tutto il tempo, sempre solo e senza mai parlare con i sequestratori, sarebbe rimasto Pinna sino alla liberazione. Ma nonostante l’incubo vissuto per tutti questi mesi non ha rancore verso i suoi carcerieri. «Ho perdonato i miei sequestratori», ha detto l'allevatore al vescovo di Nuoro mons. Ignazio Sanna, che ieri si è recato a trovarlo in ospedale dove l'imprenditore è stato portato per i controlli di routine al reparto di Medicina generale.

Pinna sarebbe disidratato e avrebbe perso il tono muscolare a causa della lunga immobilità, ma le condizioni generali sarebbero complessivamente buone. Ritornato alla vita l’allevatore sardo ha voluto subito sapere se il Cagliari è rimasto in A e la squadra che ha vinto il campionato di calcio. Commossa la sorella Maria: «Titti è contentissimo, ringrazia Dio e Gesù per la forza che gli hanno dato in questi mesi. Quanto a noi - ha aggiunto - non ci siamo mai sentiti soli. Sapevamo che Titti sarebbe tornato ed è tornato. Ora prenderemo la vita come viene».

Sul possibile pagamento di un riscatto, gli inquirenti non commentano. La domanda è stata posta ieri durante la conferenza stampa tenuta a Nuoro dal comandante regionale dell'Arma, Gilberto Murgia, e da quelli provinciali di Nuoro e Sassari, colonnelli Salvatore Favarolo e Paolo Carra, ma i carabinieri non confermano nè smentiscono. Le ultime indiscrezioni, filtrate ad aprile sulla stampa, parlavano di una richiesta di riscatto di un milione di euro.

Fonte: Il Tempo.it

La Corte Europea blocca l'espulsione degli imam

Abdelilla El Keflaoui e l'ex imam di Varese Abdelmajiid Zergout, assolti il 24 maggio a Milano, stavano per lasciare partire da Malpensa verso il Marocco, su decisione del Ministero dell'Interno

Milano - La Corte Europea ha sospeso le espulsioni decise dal ministro dell'Interno a carico di Abdelilla El Keflaoui e dell'ex imam di Varese Abdelmajiid Zergout assolti il 24 maggio scorso a Milano dall'accusa di terrorismo internazionale.

A dare notizia della decisione della Corte Europea è l'avvocato della difesa Luca Bauccio che spiega: "La decisione è stata presa in relazione all'3 della convenzione e all'articolo 39 del regolamento. A questo punto il ministro dell'Interno non può più procedere, si deve fermare. La Corte Europea ha chiesto spiegazioni, atti e documenti all'Italia".

I due stavano per lasciare, proprio in mattinata, la questura di Varese, per partire con un volo dall'aeroporto di Malpensa alla volta del Marocco, su decisione del Ministero dell'Interno.

Fonte: Quotidiano.net

venerdì 4 maggio 2007

Bush escluso dai '100 di Time'

Per la prima volta da quando è alla Casa Bianca il presidente americano George W. Bush non figura nella dalla classifica dei 100 di Time. Che quest'anno ha inserito Papa Benedetto XVI ma anche il comico britannico Sasha Baron Cohen, creatore di Borat, il giornalista kazhako che ha spopolato nel 2006 ai botteghini di mezzo mondo.

"Baron Cohen offende la sensibilità della gente, ma i giovani di oggi si offendono se non li offendi"; così ha spiegato la singolare scelta il settimanale, il cui numero '100 di Time' si prefigge di "rendere omaggio agli uomini e alle donne il cui potere, il cui talento o l'esempio morale stanno trasformando il mondo in cui viviamo".

Anche quest'anno l'elenco è diviso, come di consueto, in cinque sezioni: "Leader e rivoluzionari, costruttori e titani, artisti e gente di spettacolo, scienziati e pensatori, eroi e pionieri". I 100 nomi includono rappresentanti di 27 Paesi.

Della hit parade, compilata per il quarto anno consecutivo, fanno parte in stragrande maggioranza uomini: le donne sono solo 29% e tra queste Sonia Gandhi, presidente del Congresso Nazionale Indiano e l'unica rappresentante indiretta dell'Italia essendo nata a Torino.

La Gandhi è in compagnia del segretario di stato Condoleezza Rice, della regina Elisabetta, del cancelliere tedesco Angela Merkel, del senatore Hillary Clinton che punta alla Casa Bianca, della presidente della camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi e di Tzipi Livni, il ministro degli Esteri e vice-premier di Israele, nel sempre più nutrito drappello di rappresentanti del gentil sesso che hanno occupato le stanze dei bottoni Con la Rice, Oprah Winfrey, popolarissima conduttrice di un salotto tv, ha fatto l'en plein delle presenze per quattro anni consecutivi nella hit parade del potere.

Bush, che ci aveva trovato posto le altre tre volte, quest'anno è stato messo fuori dalla porta, una scelta sintomatica dello scollamento sempre più forte tra il presidente della guerra in Iraq e il Paese che nel 2004 lo ha rieletto alla Casa Bianca. Il malessere della nazione nei confronti di Bush, evidente nei sondaggi che oscillano intorno al trenta per cento del gradimento del pubblico, si è riproposto alla vigilia del dibattito di oggi tra candidati del suo partito alla Reagan Library di Simi Valley in California: "Applaudiranno alle sue politiche o prenderanno le distanze?", si è interrogato il New York Times.

Se Bush, pur essendo ben presente e visibile, è fuori dalla classifica, Osama bin Laden ci resta dentro nonostante sia da sei anni alla macchia. Ed è entrato nella hit parade, per la categoria degli 'eroi e pionieri', Mahar Arar, il cittadino canadese diventato una causa celebre dopo esser stato protagonista di una clamorosa operazione di 'rendition' in Siria dove venne torturato senza che venissero mai provati legami anche tangenziali con il terrorismo.

Fonte: RAINEWS 24

Rice-Mottaki, abito audace e salta l'incontro

Il ministro degli Esteri iraniano abbandona la cena a causa, dicono fonti di Teheran, del vestito «indecente» di una violinista russa

Più indignato per la scollatura della violinista russa o più impaurito da Condoleeza Rice? È la domanda, ironica, che pongono alcuni giornali americani dopo l'abbandono precipitoso da parte del ministro degli esteri iraniano, Manuchcher Mottaki, durante la cena dei delegati presenti alla Conferenza internazionale sull'Iraq in corso a Sharm el-Sheik.

LA RICOSTRUZIONE - Secondo diplomatici Usa, il capo della diplomazia iraniana ha lasciato precipitosamente la cena, organizzata dal ministro degli esteri egiziano Ahmed Abul Gheit, adducendo come giustificazione la tenuta 'indecente' di una violinista russa, presente in sala con un vestito rosso. Le stesse fonti hanno però fatto notare che, prima dell'arrivo della Rice, la delegazione iraniana aveva studiato con attenzione l'assegnazione dei posti, notando «con costernazione» che Rice e Mottaki erano una di fronte all'altro «Non so di quale donna abbia avuto paura - ha ironizzato Sean Mc Cormack - se della signora in rosso o del segretario di stato».

INCONTRO - La possibilità di un vertice fra la Rice e Mottaki - i primi colloqui ad alto livello fra i due Paesi da 30 anni - è stata sotto la luce dei riflettori dei media per giorni, ma le autorità Usa hanno detto che non è stato pianificato nulla. Durante il pranzo della prima giornata i due si sono scambiati cortesie formali ma non hanno avuto alcuna discussione sostanziale.

Fonte: Corriere della Sera

Scozia, eletto deputato Salmond leader del partito indipendentista

Alex Salmond, leader del Partito nazionalista scozzese (SNP), favorevole all'indipendenza della Scozia, è stato eletto deputato del Parlamento autonomo di Edimburgo, secondo i primi risultati del voto, che lasciano presagire una sconfitta del partito laburista.

Salmond è davanti di 2.062 voti rispetto al suo avversario liberaldemocratico della circoscrizione di Gordon, a nord di Aberdeen (nel nord-est della Scozia). L'SNP ha conquistato ugualmente diversi seggi che appartenevano ai laburisti, a Dundee West, Central Fife, Glasgow Govan e Stirling. Parlando in pubblico, Salmond ha sottolineato la più grave sconfitta dal 1922 per il partito di Tony Blair.

Un successo dell'SNP, che vuole organizzare un referendum sull'indipendenza della Scozia nel 2010, dovrebbe portare Alex Salmond all'incarico di primo ministro nel nuovo parlamento scozzese, che ha competenze legislative in materia di istruzione, sanità, trasporti, sviluppo economico e giustizia.

Secondo i risultati parziali, il premier uscente, il laburista Jack McConnell, è stato rieletto a Motherwell e Wishaw, vicino Glasgow. I risultati definitivi sono attesi in giornata. Una vittoria degli indipendentisti scozzesi sarebbe anche di cattivo auspicio per il ministro delle Finanze Gordon Brown, scozzese anche lui, e probabile successore di Blair. Durante la campagna Brown non ha esitato a denunciare il rischio di una «balcanizzazione» della Gran Bretagna se l'Snp dovesse vincere.

Fonte: L'Unità

Susanna Cenni: 'Slow food e Enoteca, un abbinamento nel segno dell'eccellenza'

L’Enoteca fornirà i vini toscani da abbinare alle degustazioni di Slowfood; a Genova, nel corso di Slowfish, la prima esperienza concreta

Un accordo nel segno dell'eccellenza: permette di tenere insieme i nostri migliori vini con le nostre produzioni gastronomiche di qualità. La Regione lo sostiene con convinzione, perché è così che si valorizza al meglio la qualità e la tipicità'. Così l'assessore regionale all'agricoltura Susanna Cenni ha commentato la firma di un protocollo d'intesa tra l'Enoteca italiana di Siena e Slow food Toscana, con il quale si avvia una collaborazione tra le due realtà per la realizzazione di eventi di degustazione: in pratica l'Enoteca si impegnerà a fornire, in abbinamento con i piatti preparati dallo staff di Slow food Toscana, i vini del territorio regionale.

L'accordo è stato sottoscritto oggi a Genova, nell'ambito di Slowfish, dal presidente di Slow food Toscana Giovanna Licheri e dal segretario generale dell'Enoteca italiana Fabio Carlesi; e alla manifestazione internazionale dedicata al mondo ittico è stata anche messa in atto la sua prima concreta realizzazione: all'interno dell'Osteria toscana realizzata alla Fiera di Genova i prodotti ittici saranno accompagnati dai migliori 'bianchi' della nostra terra. 'E' una prima esperienza di una serie mi auguro molto lunga – ha aggiunto l'assessore – Enoteca italiana e Slow food convergono verso lo stesso obiettivo: proporre e valorizzare la qualità. La Regione è pienamente in sintonia: l'accordo di oggi è dunque l'approdo naturale di una vocazione condivisa'.

Fonte: Prima Pagina

Siccità, governo vara stato d'emergenza per Centro-Nord

ROMA - Sotto una pioggia battente, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera oggi al decreto che riconosce lo stato di emergenza per l'allarme-siccità nel Centro-Nord, anche se il ministro dell'Ambiente ha detto che si tratta di una decisione "in via precauzionale" e non si conosce ancora il numero esatto di Regioni coinvolte.

Sempre oggi, ha riferito una fonte governativa, il ministro dello Sviluppo Economico ha invitato i colleghi di governo a non fare allarmismi sui rischi di black-out elettrico legati alla siccità, spiegando quali sono le azioni del suo dicastero per recuperare i 6.600 megawatt di energia elettrica che servirebbero in caso di crisi "acuta".

"Il governo ha applicato opportunamente il principio di precauzione e con la dichiarazione dello stato d'emergenza per il Centro Nord dà alla Presidenza del Consiglio, alla Protezione Civile ed ai ministeri competenti gli strumenti adeguati per garantire il giusto lavoro di prevenzione e per affrontare la crisi idrica", ha detto il responsabile dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio al termine della riunione dei ministri.

"Le piogge di questi giorni hanno certamente portato un sollievo ma, secondo i dati della Protezione Civile, non sono in grado di compensare la mancanza di precipitazioni del periodo invernale", ha detto ancora Pecoraro Scanio.

Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, dalla Protezione Civile sono venute invece "notizie rassicuranti" sulla situazione idrica, dopo l'allarme lanciato nelle settimane scorse.

Anche se una fonte del Dipartimento presieduto da Guido Bertolaso ha detto che solo martedì prossimo sarà forse possibile "una lettura più aggiornata sullo stato di salute dei bacini", mentre si prevede che le piogge di questi giorni durino fino a domenica.

E proprio martedì Bertolaso è atteso alla Commissione Ambiente della Camera per fare il punto sulla crisi idrica.

PRIMA UN DECRETO, POI UN'ORDINANZA CON GLI INTERVENTI

Tecnicamente, la dichiarazione di stato d'emergenza "preventivo" è contenuta in un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che non è stato ancora diffuso da Palazzo Chigi, e che sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Ma a dare attuazione diretta ai provvedimenti d'emergenza sarà un'ordinanza di protezione civile, elaborata d'intesa con le Regioni interessate.

Quali siano le Regioni in questione per il momento non è chiaro. Nell'ultima riunione sulla crisi idrica, ha detto a Reuters la fonte della Protezione civile, la richiesta era venuta da Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia. Ma l'ultima parola spetta al decreto firmato dal premier Romano Prodi.

In uno studio della Protezione Civile reso noto ad aprile, comunque, si indicava che a sud dell'Emilia la situazione delle riserve idriche è decisamente meno critica.

Nell'ordinanza, emanata anch'essa dalla Presidenza del Consiglio, sarà indicato il nome o i nomi dei commissari delegati ad affrontare l'emergenza e indicati obiettivi e modalità d'intervento, nonché eventuali deroghe a normative in vigore, per consentire di snellire le procedure.

L'ordinanza potrebbe prevedere anche risorse finanziarie, ma al momento non si indicano cifre.

BERSANI AL LAVORO PER IL RECUPERO DI 6.600 MW

Secondo la fonte, l'ordinanza potrebbe non contenere i provvedimenti sui distacchi elettrici preventivi delle utenze industriali (veri e propri black out pilotati, per evitare interruzioni dell'elettricità improvvise e su più vasta scala), dato che su questo tema il ministero dello Sviluppo Economico ha già avviato un tavolo tecnico anche con le imprese.

Secondo quanto riferisce una fonte governativa, oggi in Consiglio dei Ministri "Bersani ha distribuito una nota informativa sulle azioni che il ministero sta attuando in campo elettrico per recuperare i 6.600 Megawatt che, ipotizzando una situazione più acuta, bisogna trovare per essere in sicurezza".

I 6.600 Mw sono la quantità necessaria a coprire il fabbisogno energetico e a mantenere adeguati margini di riserva. Secondo la fonte, si può parlare di "situazione acuta" quando si verifica un'estate con un caldo record con la quantità attuale di acqua.

Secondo lo studio della Protezione civile, da settembre 2006 allo scorso 15 aprile il calo delle riserve idriche italiane si è attestato tra il 20% e il 50% rispetto alla media del periodo.

Ma mentre i bacini centro-meridionali non risultano ancora particolarmente intaccati dalla situazione, il bacino del Po è già ai minimi storici.

La portata d'acqua, misurata in diversi punti del fiume, si è rivelata inferiore ai livelli corrispondenti registrati nel 2003 e nel 2006, due anni già caratterizzati da notevole siccità. E i maggiori bacini del nord, tra cui il lago di Garda e il lago Maggiore, sono "ben al di sotto dei valori medi stagionali".

Fonte: Reuters Italia

Berlusconi: «Killeraggio contro di me»

L'ex premier: «Gli italiani si renderanno conto di come questa sinistra vuole agire per eliminare gli avversari politici»

TRAPANI - Silvio Berlusconi, da Trapani, ha definito il disegno di legge sul conflitto d'interessi «un provvedimento di killeraggio politico nei confronti degli oppositori». Il presidente di Forza Italia, nel corso di una passeggiata nel centro della città siciliana, dove si trova per un comizio per le amministrative, ha detto che «questo disegno di legge sarebbe l'ulteriore dimostrazione di volontà di eliminare il più pericoloso dei concorrenti politici e cioè il leader dell' opposizione, e cioè me stesso».

«FARA' MALE ALLA SINISTRA» - «Credo quindi - ha continuato l'ex premier - che farà molto male alla sinistra questa volontà se attuata fino in fondo, perché gli italiani si renderanno conto di come questa sinistra vuole agire per eliminare gli avversari politici». «Hanno tentato - ha aggiunto - con la via giudiziaria e finora gli è andata male. Ci ritentano con questo provvedimento che impedisce a chiunque abbia un'impresa, e abbia perciò fatto bene nella vita, anche dando lavoro agli altri, di dedicarsi alla politica e di dare il suo apporto al governo del Paese».

ASSURDO BLIND TRUST - Silvio Berlusconi ha poi criticato in particolare la possibilità di utilizzare il blind trust anche in Italia: «Quello che loro mettono come soglia al di là della quale uno dovrebbe prendere tutto e affidarsi ad un signore che possa fare delle sue sostanze ciò che vuole, è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra. Non siamo in America, siamo in Italia e le cose funzionano in modo diverso».

AMMINISTRATIVE, NON GENERALIZZARE IL RISULTATO - Il leader di Forza Italia ha poi parlato della rilevanza che la prossima tornata elettorale potrà avere sullo scenario politico. «Non si può generalizzare il risultato delle amministrative verso la situazione nazionale» ha premesso il Cavaliere. Tuttavia, ha poi aggiunto, il voto di maggio sarà «una indicazione di cui la politica terrà conto».

Fonte: Corriere della Sera

giovedì 3 maggio 2007

Altri quattro italiani rapiti in Nigeria

I guerriglieri nigeriani libereranno fra un mese i quattro tecnici italiani presi in ostaggio il primo maggio, con un assalto via mare ad una nave-piattaforma della società petrolifera Chevron. Jomo Gbomo, portavoce del Mend, il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger, ha subito rivendicato il sequestro inviando un comunicato via posta elettronica a diversi mezzi d’informazione, compreso Il Giornale. Nel comunicato dei ribelli si afferma che gli ostaggi «verranno rilasciati senza condizioni il 30 maggio. Ciò sarà possibile solo se le compagnie petrolifere e il governo dello stato di Bayelsa (dove è avvenuto il sequestro, nda) non faranno tentativi per ottenere il rilascio offrendo riscatti. Ogni offerta di questo genere sarà considerata un insulto e peggiorerà la condizione degli ostaggi».

Non a caso il rilascio dovrebbe avvenire il giorno dopo l’insediamento di Umaru Yar'Adua, come nuovo presidente della Nigeria, eletto grazie ad un voto giudicato da più parti fraudolento. Il rapimento è un segnale del Mend che la guerriglia continua.

Le lance dei guerriglieri, dotate di potenti motori fuoribordo, hanno attaccato la nave piattaforma alla foce del fiume Pennington alle sei del mattino del primo maggio. Gli assalitori hanno aperto il fuoco contro il servizio di guardia uccidendo un nigeriano e poi avrebbero minacciato di far saltare in aria tutto a colpi di candelotti di dinamite. Vista la mala parata le altre guardie devono essersi arrese ed i guerriglieri hanno avuto gioco facile a portarsi via sei lavoratori stranieri. Gli italiani sono Raffaele Pascariello, Alfonso Franza, Ignazio Gugliotta e Mario Celentano, a cui si aggiungono il collega americano John Stapleton e il croato Jurica Ruic. I nomi, con qualche imperfezione nella grafia, sono stati resi noti dal comunicato del Mend.
Celentano, 40 anni e due figli, vive a Meta di Sorrento; Franza, 46 anni, e Pascariello, 45 anni, sono originari invece di Piano di Sorrento. I tre campani lavorano da tempo per la Chevron, quasi sempre in Nigeria. Gugliotta, invece, è originario di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Trentaquattro anni, primo ufficiale di una petroliera avrebbe dovuto tornare in Sicilia a metà maggio. A casa ha lasciato due figli di 4 e 5 anni, oltre alla moglie Grazia con la quale aveva parlato al telefono lunedì sera, poche ora prima del sequestro. «Non sono scemo. Credo che mio figlio si farà i suoi tre o quattro mesi...» ha affermato Concetto Gugliotta, padre dell’ostaggio. Il genitore ha contattato telefonicamente Cosma Russo, uno dei tre italiani rapiti il dicembre scorso dal Mend e rilasciati dopo mesi di detenzione. «Mi ha assicurato dicendomi che quelle persone (i sequestratori, nda) sono “esseri umani”» ha spiegato Gugliotta.

Il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha confermato che sono stati attivati tutti i canali, ovvero i servizi e la nostra ambasciata, per risolvere il caso. Sull’esempio francese, con i due ostaggi in Afghanistan di cui non erano state rese note le generalità, fino alla liberazione della ragazza sequestrata, la Farnesina aveva lanciato un appello ai media per non rendere noti i nomi dei sequestrati. Nessuno ha ascoltato l’invito e D’Alema ha bacchettato la stampa. Più grave il fatto che la Farnesina non fosse stata informata dai diretti interessati o dalla Chevron, per stessa ammissione del ministro, della presenza dei rapiti nel Delta del Niger.

Fonte: Il Giornale.it

Uno schermo sulla pelle

Dalla prevenzione alla diagnosi precoce, contro il melanoma usiamo le armi di difesa Sabato 5 maggio è lo Skin cancer day: visite e informazioni mentre si registra un aumento di questo tipo di tumori

I carcinomi e i melanomi sono tumori maligni della pelle più frequenti evidenziarli in tempo utile permette di intervenire con successo e, quindi, salvare la vita. Il melanoma rappresenta il tumore maligno più importante della pelle, che trae origine dai melanociti, cellule localizzate nell'epidermide deputate alla produzione del pigmento. La sua incidenza, negli ultimi anni, è aumentata in modo considerevole (oltre 30 volte), seconda soltanto a quella dei carcinomi, ma di rilevanza sociale nettamente superiore per l'elevato indice di mortalità.

Il melanoma colpisce indifferentemente entrambi i sessi, con una preferenza agli arti inferiori in quello femminile ed al tronco nel maschile.

La massima incidenza è compresa fra i 30 ed i 60 anni ed è raro riscontrare un melanoma in età pediatrica.

Se il melanoma è diagnosticato in tempo utile le probabilità di guarire definitivamente raggiungono praticamente la totalità dei casi. Di qui quindi l'importanza dello "Skin Cancer Day 2007" (Giornata dei Tumori della Pelle), del prossimo 5 maggio 2007, giornata in cui i dermatologi italiani saranno a disposizione dei cittadini per visite gratuite a persone con più di 40 anni. Verranno identificati i pazienti a rischio e per essi potrà essere predisposto l'opportuno approccio diagnostico-terapeutico.

Anche in altre Nazioni Europee si svolge una campagna annuale del melanoma di un giorno, con lo scopo di educare la popolazione sul pericolo rappresentato dai tumori della cute, sulle misure di prevenzione primaria, sulla diagnosi precoce e sulle cure. È confermato che la prognosi del melanoma dipende in larghissima misura dalla precocità della diagnosi: trattamenti chirurgici precoci inducono una sopravvivenza in circa il 90% dei casi almeno per 5 anni, mentre nelle donne la percentuale di guarigione raggiunge circa il 100%. Nelle forme diagnosticate tardivamente non vi sono trattamenti efficaci e i 5 anni di sopravvivenza sono meno del 65% nelle donne e ancora meno (40%) negli uomini. La prevenzione del melanoma si basa sulla limitazione all'esposizione solare dei soggetti con pelle sensibile o con altri fattori predisponenti, mentre la scoperta precoce del melanoma sottile permette il completo successo del trattamento chirurgico.

Il trattamento d'elezione per il melanoma è quello chirurgico, ma la prognosi è strettamente correlata allo spessore della lesione.

Una diagnosi di melanoma effettuata nelle fasi iniziali della malattia, quando questa è ancora confinata negli strati superficiali della pelle, permette di ottenere una guarigione nella pressoché totalità dei casi.

La diagnosi precoce del melanoma, pertanto, assieme alle campagne di prevenzione primaria sulle norme comportamentali quando ci si espone al sole, costituisce il principale obiettivo da perseguire per ridurre la mortalità per tale malattia. Ruolo preminente per riconoscere il melanoma ha la Dermatoscopia, una metodica diagnostica non invasiva, di facile esecuzione, che permette di identificare le lesioni maligne nella loro fase iniziale, non altrimenti distinguibili da nevi pigmentari benigni.

Fonte: La Repubblica

Farmaci: Cittadinanzattiva, Sconti 25% e 1.000 Nuovi Corner

Un migliaio di nuovi punti vendita, sconti del 20-25% sui farmaci da banco distribuibili senza ricetta, nessuna farmacia chiusa . Questi, secondo Cittadinanzattiva, i risultati della liberalizzazione del settore decisa dal primo pacchetto Bersani.

''A dispetto del grande allarmismo scatenato da chi non voleva la liberalizzazione - afferma il vicesegretario dell'associazione Giustino Trincia - sono stati aperti circa 1.00 nuovi punti vendita, con posti di lavoro a vantaggio soprattutto di giovani. Nessuna farmacia ha invece chiuso i battenti''.

Fonte: Yahoo Notizie

Medici, sciopero venerdì 4 maggio

Rischiano di saltare 5 milioni di prestazioni sanitarie, dalle visite ambulatoriali, agli esami diagnostici, e 45mila interventi chirurgici, fino ad arrivare ai controlli veterinari nei mercati della carne e del pesce, per lo sciopero proclamato dai medici venerdì prossimo per il mancato rinnovo del contratto. Saranno garantiti i servizi di assistenza ai ricoverati e tutte le prestazioni di urgenza ed emergenza.

Una protesta alla quale si potrebbe aggiungere quella dei medici del territorio che comprende i medici di famiglia, i medici di continuità assistenziale, quelli dell'emergenza sanitaria e della dirigenza medica territoriale, i pediatri di famiglia e gli specialisti ambulatoriali.

Lo sciopero, oltre che per il rinnovo del contratto, ha spiegato il segretario dei medici dell'Anaao Assomed, Carlo Lusenti, riguarda anche la questione del precariato medico, della libera professione intramuraria e la rivalutazione dell'indennità di esclusività di rapporto ferma al 2000.

L'arrivo delle nuove norme sulla libera professione intramuraria, annunciate dal sottosegretario Serafino Zucchelli, ai sindacati, non hanno modificato in alcun modo la decisione di andare avanti con la protesta.

La riforma
Nelle prossime settimane il ministero dovrebbe presentare un disegno di legge che stabilirà per le Asl il tempo massimo di 8 mesi, dopo la scadenza del 31 luglio della proroga in vigore, per creare gli spazi dove i medici potranno fare libera professione in intramoenia. Le aziende potranno anche acquistare, affittare o prendere in convenzione spazi esterni. Le prenotazioni delle visite e la riscossione degli onorari non dovrà essere fatto dai medici. Un provvedimento che va quindi nella linea di quanto già nei mesi scorsi era emerso e sul quale i sindacati esprimeranno le proprie riserve lunedì prossimo.

Fonte: TGCOM

Ricerca Usa scopre gene della longevita'

Un gruppo di ricercatori della California e' certo di aver scopero il 'gene della longevita'' all'interno di un verme. Lo studio, pubblicato su Nature, Telegraph e Independent, e' opera del Salk Institute di La Jolla.

Il gene e' stato identificato in vermi nematodi, e collega specificamente l'assunzione di minori calorie a una maggiore longevita'. Una scoperta, ritengono gli scienziati, che potrebbe fornire indicazioni decisive sul modo in cui lo stimolo persistente alla fame possa favorire una vita piu' lunga. Il team ha dimostrato che uno dei geni, il pha-4, sarebbe in grado di regolarizzare tra i due estremi il consumo alimentare, e che aumentando il numero di questi geni all'interno dei vermi, si e' riusciti ad aumentarne anche la longevita'.

Gli uomini possiedono tre geni molto simili al pha-4 e il prossimo passo della ricerca consistera' proprio nello studio di questi geni e delle loro reazioni alla mancanza di cibo.

Fonte: Corriere della Sera

Israele: Olmert, nuove richieste di dimissioni

II governo israeliano è travolto da una delle crisi più profonde della storia del paese. II rapporto Winograd sulla seconda guerra libanese, reso pubblico pochi giorni fa, sta provocando un vero terremoto politico nella coalizione di Olmert e il primo ministro sembra avere le ore contate. Eppure, a Gerusalemme la crisi non è un fatto recente: è cominciata nel gennaio del 2006, quando Arik Sharon è stato colpito da un ictus da cui non si sarebbe più rimesso, e quando Hamas ha vinto le elezioni nell'Anp; si è ulteriormente aggravata questa estate, quando il primo ministro si è impegnato in una massiccia azione «senza avere alcun piano militare dettagliato» (così, almeno, sostiene il rapporto Winograd); forse, si potrebbe aggiungere, l'attuale crisi politica in Israele è anche in parte il risultato della crescente minaccia iraniana, minaccia davanti a cui Israele si sente relativamente abbandonata dalla comunità internazionale e persino dagli Stati Uniti, visto il fallimento della guerra in Iraq.

Dunque, ieri non è cominciata una crisi di governo. Semmai, si è avviato il processo conclusivo di una lunga fase di sfaldamento: processo che, se gestito nella maniera più appropriata, potrebbe anche per mettere allo Stato ebraico di uscire dalla stagnazione politica in cui si trova da più di un anno. II peso del rapporto Wmograd grava su tre persone: il premier Ehud Olmert (Kadima), il mini stro della Difesa unir Peretz (Labour) e il capo di Stato maggiore Dan Halutz (dimissionario dallo scorso gennaio). II dossier, ancora parziale, è molto chiaro: non si tratta affatto di una rec,riniinazione sui risultati insoddisfacenti della campagna libanese, bensì di un'approfondita ricerca sulle azioni e sulle responsabilità individuali. II premier è accusato di avere agito in fretta, «senza esaminare un piano militare dettagliato, e neppure richiederne uno all'esercito» (punto 12) e di avere presentato in maniera «ambigua» il suo piano al governo (punto 10).

Al ministro della Difesa si rimprovera (punto 13) non tanto di «non avere una sufficiente esperienza in materia militare», quanto di «avere preso importanti decisioni senza consultare gli esperti e l'apparato di sicurezza, nonostante le sue lacune». II capo di Stato maggiore è sotto accusa (punto 14) per avere monopolizzato il dialogo tra esercito e governo e di avere taciuto all'esecutivo il vivace dibattito che si stava svolgendo all'interno di Tsahal. Rimproveri molto specifici, insomma, da cui solo una delle figure principali della Grosse Koalition esce illesa: il ministro degli Esteri Tzipi Livni. Nessun riferimento, nel dossier Winograd, se non una raccomandazione, che sembra quasi un endorsement (punto 16): d'ora in poi, sarebbe buona cosa «il pieno coinvolgimento del ministero degli Esteri nelle decisioni sulla sicurezza». Se n'era lamentata la stessa Livni («non c'è stata alcuna cooperazione col premier durante il conflitto»), che ora, consapevole di essere il politico più popolare di Israele, chiede senza mezzi termini la testa di Olmert.

I toni del ministro degli Esteri sono stati chiari: «Il pubblico non ha fede nel go verno e dobbiamo recuperare la credibilità»; «Olmert deve dimettersi, ma sarebbe sbagliato andare al voto»; e ancora: «Sto pensando alla leadership di Kadima». Tradotto: voglio fare il primo ministro. Da tempo si vociferava che madame Livni volesse soffiare il posto a Olmert: un sondaggio pubblicato qualche settimana fa (e cioè prima del rapporto Winograd, che non ha fatto che acuire la situazione) dimostrava che è la figura politica più gradita al pubblico. Non solo: stando al sondaggio, in caso di elezioni anticipate, una Kadima guidata dalla Livni batterebbe con ampio margine il Likud di Netanyahu, che invece avrebbe gioco facile a battere il partito centrista nella formazione attuale.

Intanto, l'ufficio di Olmert fa sapere che il capo della Diplomazia probabilmente sarà estromessa dal governo a causa di queste dichiarazioni. Sarà, ma se Olmert obbligasse Tzipi Livni alle dimissioni, questo non farebbe che aggravare la sua situazione di primo ministro e, secondo alcune fonti interne a Kadima, potrebbe persino giovare alla popolarità del ministro degli Esteri. La ribellione interna a Kadima, del resto, è già cominciata: secondo Akiva Eldar, notista politico di Haaretz, circa la metà dei parlamentari kadimisti sarebbero pronti a passare dalla parte di Tzipi. Ieri Avigdor Yitzhaki, capogruppo alla Knesset del partito centrista, ha rassegnato le proprie dimissioni in polemica con Olmert.

Ytzhaki aveva lanciato al premier un ultimatum: o ti dimetti tu, o mi dimetto io. Olmert ha scelto di salvare il salvabile del suo premierato: finora, lo hanno difeso il vicepremier Shimon Peres e il ministro della Sicurezza Avi Dichter. Anche la Livni aveva lanciato un ultimatum analogo al premier, ma in serata ha fatto sapere di avere cambiato idea. Se riuscisse nel suo intento, sarebbe la seconda volta, nella storia dello Stato ebraico, che un ministro degli Esteri in gonnella diventerebbe primo ministro senza passare dalle urne. Golda Meir docet.

Fonte: TGCOM

Consulta: no a dimissioni di Vaccarella

La Corte Costituzionale ha respinto le dimissioni presentate dal giudice Romano Vaccarella in segno di protesta per presunte pressioni subite da esponenti del governo per far dichiarare inammissibile il referendum elettorale.

In un comunicato, la Consulta spiega che "la Corte Costituzionale delibera all'unanimità di non accettare le dimissioni del Giudice costituzionale, prof. Romano Vaccarella".

La decisione - spiega la nota - è stata adottata in considerazione dei richiami del premier Romano Prodi nei giorni scorsi alla "necessità del rispetto del ruolo istituzionale della Corte e della totale sua indipendenza", degli interventi in tal senso del capo dello Stato Giorgio Napolitano e dei presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti.

La Consulta ha deciso di respingere le dimissioni, prosegue la nota, anche "considerato che occorre ribadire la necessità che esponenti di altre istituzioni evitino comportamenti denigratori della Corte ... e rispettino il suo ruolo di garanzia costituzionale, osservando il principio della divisione dei poteri".

Fonte: L'Occidentale

Ucciso in Iraq il capo di al Qaeda Abu Omar al Baghdadi

Il portavoce del ministero degli interni iracheno Abdel Karim Khalaf ha annunciato oggi "l'uccisione del terrorista criminale Abu Omar al Baghdadi, capo del cosiddetto Stato islamico in Iraq".

"Abbiamo documenti e prove, e anche il cadavere. In una conferenza stampa più tardi mostreremo tutto, anche delle foto", ha detto il portavoce citato dall'agenzia Nina.

Secondo l'emittente al Iraqiya, al Baghdadi - "emiro" di una alleanza di gruppi terroristici sunniti capeggiata dal al Qaida - sarebbe stato ucciso in uno scontro a fuoco nel quartiere sunnita al Ghazaliya di Baghdad, ma non è ancora chiaro quando.




Fonte: RAINEWS 24